Il think tank Bruegel ha stimato che nel 2024 le importazioni europee di Gnl russo siano aumentate del
23% a 21 miliardi di metri cubi e il portale European Gas Hub ricorda che il terminal Gnl Yamal, nell’Artico russo sul Mare di Kara, contribuisce al 18% della domanda europea, che copre il 78% del suo mercato di destinazione, e nel 2024 i suoi affari sono stati “ostenuti principalmente da maggiori consegne a Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi, che complessivamente rappresentano oltre il 90% delle importazioni totali di GNL dell’UE nel 2024”. In particolare, “la sola Francia ha aumentato le sue importazioni di GNL russo dell’80% (o 4 miliardi di metri cubi) rispetto al 2023, diventando il più grande importatore di GNL russo nell’UE”.
Nel frattempo da inizio novembre a oggi il prezzo del gas europeo al mercato Ttf di Amsterdam è salito del
15%, da 40 a 46 dollari al MWh. Sono lontani i picchi di 300 €/MWh del culmine della crisi energetica nell’estate 2022, però se si pensa che prima del Covid-19 il prezzo oscillava stabilmente
tra i 15 e i 20 €/MWh si capisce quanto la “nuova normalità” sia costosa e onerosa per un’Europa in bolletta energetica. E con le scorte in calo sarà altrettanto dispendioso ricostruirle l’anno prossimo, arricchendo attori esterni al blocco tra cui il Paese-spauracchio, la Russia, che del freddo europeo continua, seppur meno che in passato, a fare una fonte di reddito.
Scorte in calo, prezzi in ascesa e la Russia che rimane: l'agenda europea sul gas è nel caos mentre le scorte si consumano
it.insideover.com