Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (23 lettori)

Jurij Gagarin

Forumer attivo
infatti non è così scontato. l'entità la conosceremo solo dopo la chiusura delle offerte di transazione. penso che il 21 febbraio non verrà annunciato molto.

ps di la mi hanno dato un ban di 4 giorni. rientro martedì.
 

Fabrib

Forumer storico
Dove sono finiti i soldi in fuga da Mps e dalle due Popolari venete? Ebbene, si sarebbe spalmata sugli altri istituti tricolori, da Intesa Sanpaolo a Unicredit, ma una parte importante sarebbe finita secondo indiscrezioni nei conti di Banco Posta, la controllata di Poste italiane. Proprio Banco Posta ha come principale attività l’investimento in titoli di Stato italiani. Secondo le ultime stime sono 65 i miliardi defluiti al di fuori di Mps e delle Popolari venete. Quando i risparmiatori assediano gli sportelli per chiudere i conti correnti e ritirate i depositi, siamo davanti a un “banking run”. I clienti scappano cioè da banche che giudicano poco sicure.Nel dettaglio nel 2015, per esempio, la raccolta diretta della banca di Siena ammontava a 119 miliardi, l’anno successivo a 104. Per le due popolari i dati si fermano al giugno 2016: 7 miliardi e mezzo per la Popolare di Vicenza persi dal giugno 2015, 2,4 miliardi per Veneto Banca, il 10% della raccolta.
The Insider | Sono finiti a Banco Posta una buona parte dei clienti scappati da Mps e dalle Popolari venete
 

Jurij Gagarin

Forumer attivo
Parte domani l’operazione di collocamento sul mercato istituzionale delle obbligazioni di Banca Popolare di Vicenza garantite dallo Stato ed emesse lo scorso 3 febbraio – per ora sottoscritte interamente dalla banca. L’istituto veneto ha dato mandato a Banca Imi e Morgan Stanley. Si tratta di 3 miliardi di euro nominali, cedola 0,5%, con scadenza al 3 febbraio 2020 (IT0005238859). In considerazione della garanzia diretta dello Stato, il giudizio di rating all’emissione obbligazionaria è allineato a quello della Repubblica Italiana (BBB+). Presumibilmente, tra qualche giorno scatterà il collocamento anche per i bond emessi da Veneto Banca: due distinti prodotti, per un importo complessivo di 3,5 miliardi di euro, il primo a scadenza 2 febbraio 2019, cedola 0,4%, nominale per 1,75 miliardi (IT0005239527); il secondo a scadenza 2 febbraio 2020, cedola 0,5%, per altri 1,75 miliardi (IT0005239535).
Il collocamento dei bond, reso possibile dopo che a gennaio le due banche venete hanno ricevuto il via libera dalla Commissione europea alla richiesta di accedere alle misure di sostegno della liquidità e ottenere così la possibilità di emettere ulteriori passività garantite dallo Stato, è un importante banco di prova: si vedrà subito se il mercato risponde bene e se, quindi, mostrerà fiducia nella Popolare di Vicenza e nel progetto di risanamento che sta portando avanti, in parallelo all’istituto di Montebelluna e in vista della fusione con la stessa. Sulla bontà dello strumento interviene il sottosegretario all’Economia, tra i padri del decreto Salvarisparmio appena trasformato in legge, Pier Paolo Baretta: «Se il risparmiatore non risponde bene perde una occasione - dice - perché si tratta di un bond garantito dallo Stato, quindi il rischio è condiviso».
Il collocamento obbligazionario apre un’altra settimana importante per le due banche venete, in attesa del responso della Bce sul piano di fusione che è stato inviato a Francoforte alcuni giorni fa e da cui dovrebbe emergere l’indicazione del reale fabbisogno di capitale necessario al rilancio degli istituti - si parla di circa 5 miliardi dieuro. Dopo l’indicazione della Bce, si valuterà se chiedere o meno - e in che misura - l’ingresso dello Stato, che, dopo l’intervento di garanzia, potrebbe entrare anche nella ricapitalizzazione: o con due interventi distinti prima della fusione, oppure dopo la fusione, come strumento per attuare gli obiettivi del piano industriale. Ci sono le condizioni perché lo Stato non entri in maggioranza, Baretta ne è convinto: «La crisi di queste due banche è soprattutto reputazionale, di fiducia. Sono banche che possono essere rilanciate ma ci vuole un intervento deciso del mondo imprenditoriale veneto, che ha delle responsabilità». L’appello è ai capitali del territorio: «Il fatto che lo Stato sia disposto a intervenire non sia un alibi - ancora Baretta -. Quando lo Stato cesserà la sua funzione temporanea e precauzionale, è auspicabile una compresenza di capitalismo, anche per impedire l’ingresso di fondi esteri e mantenere la nuova banca sul territorio».
Intanto, in attesa, a marzo, dell’approvazione dei bilanci 2016 (si parla di un rosso complessivo attorno ai 2 miliardi), va avanti l’altro grande banco di prova per le due ex popolari, ovvero la partita dei rimborsi ai vecchi soci. L’offerta transattiva, che risarcisce, in parte, gli azionisti azzerati in cambio della rinuncia ai contenziosi con la banca, ha raccolto finora circa il 30% delle adesioni, sia a Vicenza che a Montebelluna. Percentuale ancora lontana da quell’80% del totale risparmiatori individuati, cioé 169mila, definito come target ineludibile per allontanare il rischio contenziosi e per il rilancio delle banche. E già si sta lavorando alla definizione di uno strumento simile al warrant da proporre ulteriormente ai risparmiatori. Mentre, per quanto riguarda la Popolare di Vicenza, vanno avanti le trattative con le imprese coinvolte in contenziosi relativi alle operazioni baciate e le procedure di risarcimento dei soci, circa 500, scavalcati nella vendita delle azioni.
L’appuntamento con la fusione, e l’aumento di capitale, è previsto entro settembre, ha annunciato l’ad della Vicenza Fabrizio Viola; subito dopo si procederà alla cessione degli Npl. Nel frattempo si procederà anche con la vendita di asset come Bim, le quote di Arca sgr, Sec.
 

varoon

Nuovo forumer
Parte domani l’operazione di collocamento sul mercato istituzionale delle obbligazioni di Banca Popolare di Vicenza garantite dallo Stato ed emesse lo scorso 3 febbraio – per ora sottoscritte interamente dalla banca. L’istituto veneto ha dato mandato a Banca Imi e Morgan Stanley. Si tratta di 3 miliardi di euro nominali, cedola 0,5%, con scadenza al 3 febbraio 2020 (IT0005238859). In considerazione della garanzia diretta dello Stato, il giudizio di rating all’emissione obbligazionaria è allineato a quello della Repubblica Italiana (BBB+). Presumibilmente, tra qualche giorno scatterà il collocamento anche per i bond emessi da Veneto Banca: due distinti prodotti, per un importo complessivo di 3,5 miliardi di euro, il primo a scadenza 2 febbraio 2019, cedola 0,4%, nominale per 1,75 miliardi (IT0005239527); il secondo a scadenza 2 febbraio 2020, cedola 0,5%, per altri 1,75 miliardi (IT0005239535).
Il collocamento dei bond, reso possibile dopo che a gennaio le due banche venete hanno ricevuto il via libera dalla Commissione europea alla richiesta di accedere alle misure di sostegno della liquidità e ottenere così la possibilità di emettere ulteriori passività garantite dallo Stato, è un importante banco di prova: si vedrà subito se il mercato risponde bene e se, quindi, mostrerà fiducia nella Popolare di Vicenza e nel progetto di risanamento che sta portando avanti, in parallelo all’istituto di Montebelluna e in vista della fusione con la stessa. Sulla bontà dello strumento interviene il sottosegretario all’Economia, tra i padri del decreto Salvarisparmio appena trasformato in legge, Pier Paolo Baretta: «Se il risparmiatore non risponde bene perde una occasione - dice - perché si tratta di un bond garantito dallo Stato, quindi il rischio è condiviso».
Il collocamento obbligazionario apre un’altra settimana importante per le due banche venete, in attesa del responso della Bce sul piano di fusione che è stato inviato a Francoforte alcuni giorni fa e da cui dovrebbe emergere l’indicazione del reale fabbisogno di capitale necessario al rilancio degli istituti - si parla di circa 5 miliardi dieuro. Dopo l’indicazione della Bce, si valuterà se chiedere o meno - e in che misura - l’ingresso dello Stato, che, dopo l’intervento di garanzia, potrebbe entrare anche nella ricapitalizzazione: o con due interventi distinti prima della fusione, oppure dopo la fusione, come strumento per attuare gli obiettivi del piano industriale. Ci sono le condizioni perché lo Stato non entri in maggioranza, Baretta ne è convinto: «La crisi di queste due banche è soprattutto reputazionale, di fiducia. Sono banche che possono essere rilanciate ma ci vuole un intervento deciso del mondo imprenditoriale veneto, che ha delle responsabilità». L’appello è ai capitali del territorio: «Il fatto che lo Stato sia disposto a intervenire non sia un alibi - ancora Baretta -. Quando lo Stato cesserà la sua funzione temporanea e precauzionale, è auspicabile una compresenza di capitalismo, anche per impedire l’ingresso di fondi esteri e mantenere la nuova banca sul territorio».
Intanto, in attesa, a marzo, dell’approvazione dei bilanci 2016 (si parla di un rosso complessivo attorno ai 2 miliardi), va avanti l’altro grande banco di prova per le due ex popolari, ovvero la partita dei rimborsi ai vecchi soci. L’offerta transattiva, che risarcisce, in parte, gli azionisti azzerati in cambio della rinuncia ai contenziosi con la banca, ha raccolto finora circa il 30% delle adesioni, sia a Vicenza che a Montebelluna. Percentuale ancora lontana da quell’80% del totale risparmiatori individuati, cioé 169mila, definito come target ineludibile per allontanare il rischio contenziosi e per il rilancio delle banche. E già si sta lavorando alla definizione di uno strumento simile al warrant da proporre ulteriormente ai risparmiatori. Mentre, per quanto riguarda la Popolare di Vicenza, vanno avanti le trattative con le imprese coinvolte in contenziosi relativi alle operazioni baciate e le procedure di risarcimento dei soci, circa 500, scavalcati nella vendita delle azioni.
L’appuntamento con la fusione, e l’aumento di capitale, è previsto entro settembre, ha annunciato l’ad della Vicenza Fabrizio Viola; subito dopo si procederà alla cessione degli Npl. Nel frattempo si procederà anche con la vendita di asset come Bim, le quote di Arca sgr, Sec.

Baretta spinge molto perchè lo Stato sia in minoranza (quindi affinchè Atlante ci metta l'1,8MLD, oltre allo 0,9 già messo). Inoltre ha più volte chiamato alle armi i capitali veneti, intesi come imprenditori. Dopo tutto lui è veneto, eletto in veneto, attivo in veneto. Stiamo a vedere.
 
Ultima modifica:

russiabond

Il mito, la leggenda.
Baretta spinge molto perchè lo Stato sia in minoranza (quindi affinchè Atlante ci metta l'1,8MLD, oltre allo 0,9 già messo). Inoltre ha più volte chiamato alle armi i capitali veneti, intesi come imprenditori. Dopo tutto lui è veneto, eletto in veneto, attivo in veneto. Stiamo a vedere.

...quelli che contano " Benetton" si erano già defilati sul 1adk ...troppo personale ancora...hanno stanno tagliando troppo poco...
 

Jurij Gagarin

Forumer attivo
io personalmente sui capitali privati non farei conto a questo giro. magari in futuro sì. a questo giro no.

altro discorso è sperare che lo stato entri solo in minoranza quindi senza bs. questo a mio avviso è ancora possibile, anche se sinceramente io spero di svangarla e basta visto che possiedo venetina e tempi cominciano a farsi veramente stretti. oggi sono 120 giorni esatti all'alba, alla mezzanotte di oggi sfondiamo il muro dei meno quattro mesi alla scadenza.

tenete conto che la data tagliola è, a mio avviso, la data di effettiva conversione. lo dico è perchè per i bond subordianti mps è così: continuano a maturare cedole e ad essere rimborsati fino alla conversione. ne avremo una ulteriore conferma il prossimo 28 febbraio quando verrà accreditata la cedola del 30 novembre.
 

Leberna

Forumer storico
Ieri sono passato davanti piazza Venezia e guardando la sede ENORME della Vicenza fronte piazza, mi è salita la bile in bocca.. se mi segano le sub mi vado a prendere 1mq di pavimento col piede di porco per rifarmi!!

vicenza.jpeg
 

Jurij Gagarin

Forumer attivo
A quale ISIN ti riferisci?

a questa qui. 23.1X48032 - Mps-Tv Call Sub 30Nv17 - Obbligazioni EuroTLX - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

vedrete che il prossimo 28 febbraio avremo questa ulteriore conferma. questo è il motivo per cui sono ottimista sulla venetina.

segnalo che il 28 dicembre è stato regolarmente rimborsato un sub mps e il 15 gennaio un altro sub ha pagato regolarmente la sua cedola. se vai qualche pagina indietro o sul thread di sub mps qualcuno te lo conferma. (fra41 mi pare di ricordare).

in sostanza la richiesta di aiuto di stato non blocca cedole e rimborsi, la conversione sì. tra richiesta e conversione i tempi non sono poi così brevi, per lo meno rispetto ad un bond che è a meno di 4 mesi dalla scadenza. ;)

è un aspetto frustrante perchè in pochi danno peso a ciò ma per noi è vitale!

oggi di la c'era ale78 che sparava cazzate sul fatto che il conto alla rovescia è una minchiata perchè basta che atlante faccia richiesta per essere inchiappettati.

spiace ma non è così. prima di tutto deve chiedere aiuto e penso che ci vorrà comunque del tempo, poi le obbligazioni devono essere convertite e il periodo potrebbe durare anche qualche mese.
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Alto