Obbligazioni bancarie Obbligazioni Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (14 lettori)

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Intesa al lavoro sulle banche venete. Bene la “good bank” a prezzi bassi

gianluca paolucci
torino
Al momento al tavolo c’è solo Intesa», spiega una fonte coinvolta nella vicenda del salvataggio delle banche venete. Solo che 1,2 miliardi - che è quanto la commissione Ue richiede come intervento ai privati prima di autorizzare la ricapitalizzazione pubblica - sono tanti soldi anche per la banca più solida del sistema, quella con i parametri patrimoniali migliori e con 30 miliardi di riserve distribuibili. E’ per questo che da qualche giorno alcuni top manager dell’istituto sono al lavoro «pancia a terra» per cercare la quadratura del cerchio.




A tirare le fila è Paolo Maria Grandi, segretario del cda con deleghe pesanti che vanno dai rapporti con i regolatori alle partecipazioni fino alle acquisizioni. Fonti dell’istituto spiegano che sarebbe previsto un incontro del top management per mercoledì prossimo per fare il punto sulla fattibilità dell’operazione, anche se al momento non risultano convocazioni.



Tutte le strade passano dal «burden sharing»: azzeramento delle azioni e dei bond subordinati. Cambia però, anche in maniera considerevole, la dimensione dell’intervento pubblico. Le opzioni a disposizione di Intesa Sanpaolo sono più d’una, ma nessuna al momento sembra facilmente percorribile. Anche perché i paletti entro i quali l’istituto è disponibile a farsi carico delle due banche sono stretti. Minimizzare gli impatti sul capitale e non intaccare la politica di dividendi che finora ha caratterizzato la gestione dell’Ad Carlo Messina.



Esclusa da subito un’operazione «modello spagnolo» - l’acquisto del Banco Popular da parte di Santander - perché troppo onerosa. Per coprire il deficit di capitale delle due banche - 6,4 miliardi secondo la Bce - servirebbe un aumento di capitale ingente, che Messina non ha nessuna intenzione di chiedere ai suoi soci. Un’altra strada è quella di separare i destini dei due istituti e prendere solo Veneto Banca. Ma anche questa opzione, oltre a lasciare irrisolto il problema di Popolare di Vicenza, sarebbe ritenuta troppo onerosa dal management di Intesa Sanpaolo.

Resta la strada dell’ingresso nel capitale accanto allo Stato.



Ma anche questa via sarebbe ritenuta non priva di rischi. Servono almeno 1,2 miliardi. Senza la garanzia che l’intervento sia risolutivo e con un socio di maggioranza, per quanto a tempo, come lo Stato. Di qui l’idea della risoluzione «morbida»: la creazione di una good bank e una bad bank, con Intesa che prende le «nuove» banche da fondere ripulite dalle sofferenze e delle cause legali. Resterebbe da gestire il nodo degli esuberi, ma su questo è al lavoro il governo e non è escluso un decreto ad hoc per incrementare la dotazione pubblica del fondo esuberi del sistema bancario (già incrementato con 800 milioni per tre anni, dei quali 600 milioni per il solo 2017).



Questa soluzione, gradita a Bruxelles perché minimizzerebbe l’intervento pubblico, passerebbe dall’intervento del fondo di risoluzione, alimentato dai contributi obbligatori di tutto il sistema bancario. Ma su questo punto sarebbe arrivata la ferma opposizione dell’Abi, che si sarebbe fatta voce dei numerosi malumori e dinieghi già arrivati a mezzo stampa al ministero dell’Economia.



La soluzione sarebbe allora un acquirente da subito anche per la bad bank, che avrebbe il compito di gestire le sofferenze dei due gruppi. Su questo sarebbero già stati avviati contatti con alcuni operatori specializzati come Fortress, che peraltro si è appena ritirato dalla partita delle sofferenze Mps. Per trovare la quadratura del cerchio serve ancora tempo. L’obiettivo di una chiusura entro la settimana sembra ancora alla portata, si spiega, con Rothschild al lavoro per conto del Tesoro. Ma prima, devono andare a posto tutti i pezzi.
 
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blackmac

Forumer storico
Crisi bancarie: punto di svolta | pane-e-finanza, il sito di Luca Erzegovesi

Che cosa accadrà adesso? Il problema è costruire una soluzione, passo dopo passo. È iniziata la ricerca di compratori per gli asset sani delle due banche. Dovrebbe essere matura la soluzione per il portafoglio di crediti deteriorati. Per il personale, purtroppo, le prospettive sono plumbee. Ma questo non è soltanto un problema veneto, lo devono affrontare tutte le banche italiane (pensiamo al gruppo UBI dopo l’acquisizione di tre delle "quattro banche"). Speriamo che almeno il trauma di migliaia di esuberi concentrati in poco tempo su due banche faccia riflettere sulla necessità di un piano di sistema per i lavoratori bancari da congedare, da ricollocare, da riqualificare.

Lo confesso, mi sento smarrito anch’io. Pensavo che si fosse ormai lanciato il cuore oltre l’ostacolo sul dossier veneto, avendoci messo la faccia in tanti, oltre ai capitali ormai persi. L’opzione A (Banco Veneto) era pericolante, ma non pensavo che sarebbe caduto così presto il piano B del salvataggio per mano forte. Ora siamo alle prese col piano C. Tutto da tessere e stendere sul tavolo.


Aspettiamo di conoscere i contenuti del piano. Ci sarà un conto da pagare, non conosciamo ancora il totale e la sua suddivisione. Sarà salvato il debito senior? Speriamo. Non diamolo per scontato: lo Stato non ha più la leva della ricapitalizzazione per riempire la vasca e far galleggiare i valori di bilancio. Ogni posta sarà pesata e spostata. Potrebbero rimanere dei buchi. I soldi pubblici risparmiati andranno sugli ammortizzatori sociali e (forse) la sistemazione degli NPL.

Una cosa è certa: è finita l’era della gestione all’italiana delle crisi bancarie. Risposte precoci dalla solidarietà del sistema e, quando non basta (casi eccezionalissimi), supporto pubblico. Non ne parlo con disprezzo. Negli ultimi giorni, i massimi esponenti della Banca d’Italia ne hanno ricordato i meriti, come in un elogio funebre. Sì, perché parliamo di un passato che non c’è più. Al di là del fatto che fosse un sistema giusto o iniquo, efficace o distorsivo, è un sistema che non può funzionare, oggi. I fondi solidali si sono esauriti, quelli statali non si possono spendere, di fatto. Ancor più decisiva è stata la caduta del valore di avviamento di una banca "laqualunque", per cui i soldi messi per la continuità senza uno sbocco di business preciso vanno persi, irrimediabilmente. Autorità e Istituzioni italiane possono fare appelli per pubblica utilità, ma la loro voce è coperta da quella più imperiosa delle Autorità europee e dei mercati.

Non si intristiscano i nostalgici, ma nemmeno esultino i paladini del progresso. Perché non è finita. Vediamo che impatto ci sarà sul Monte dei Paschi, che si dava già approdato in un porto sicuro. Vediamo che cosa succede negli altri istituti gravati da NPL. Prepariamoci al repricing del costo del debito delle banche italiane.

(Sig. Ernesto un saluto).

p.s.
spero non sia stato postato in precedenza.
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Il conto è piegarsi alle regle di mercato. Fortress (o chi per lei) acquista una Bad Bank(diluizone ulteriore?). Fortess deve guadagnarci e deve essere "il primo" a guadagnarci.. Quell che tentavo d spegare ieri..non vedo come lo Stato(se non in forma di garante per tranches di buona qualità) possa entrarci. E questo spiega perchè ABI è terrorizzata..o perde una barca di soldi o fa la parte della cattiva.

Cmq.. tutto assolutamente aleatorio..

Cia blackmac :)
 

Near

Forumer storico
Se però ci accapigliamo tra noi va in vacca anche questo forum. Poi dove andiamo?
Se viene caldo meglio sventolare. :)
Mi fa piacere ritrovare tanti "vecchi" utenti che sull'altro forum sono o scomparsi o compaiono molto più di rado.
Un caro saluto a tutti e, in particolare, al "mago" sandrino che ci ha accompagnato nei giorni difficili di MPS (vicenda tra l'altro ancora non conclusa).
Auguro a tutti il meglio.
 

Near

Forumer storico
Dai Sandrino resta tra noi. Alla fine dove migri? Ti resta io sito del top oppure bondbord ma è in tedesco! :nero:
Purtroppo cambi il forum ma gli utenti più o meno sono gli stessi.
Mentre è un piacere rileggere quelli come te (ricambio il saluto) trovo poco gradevole scontrarsi con professori maestri auto-referenziali che sono buoni soltanto a dire "lo avevo detto io"

A differenza di approcci passati più irruenti ho riportato un qualcosa con tutte le doverose premesse del caso.
Con umiltà ed educazione e profonda misura nell'uso delle parole.

In virtù del fatto che ho altro da fare nella vita che star qui a prendere gli insulti e la protervia di individui come Ernesto, nella speranza di aver comunque fornito uno spunto di riflessione saluto nuovamente tutti ed anche la mia esperienza su questo forum si conclude.

Sono fatto così: porto rispetto a tutti ma a chi offende di continuo o gli metto le mani addosso o evito di frequentare i suoi lidi.

Buona fortuna a tutti i venetisti.
Tifo per voi
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Quello che ai subisti fatica ad entrare in testa è il rischio che assumono quando comprano junk bonds. Il futuro rendimento che sperano di ottere viene traslato, aumentatato, sul soggetto che interviene quando la banca non è più in grado di proseguire la normale attività aziendale. Ed è il rischio implicito che si sono assunti quando hanno comprato titoli subordinati. Titoli subordinati che sono, teoricamente, assimilabili a derivati..a delle opzioni.

Saluti,
 

tommy271

Forumer storico
Dai Sandrino resta tra noi. Alla fine dove migri? Ti resta io sito del top oppure bondbord ma è in tedesco! :nero:

La discussione sul nostro forum prosegue nell'assoluta correttezza degli interventi... sia pro che contro.
La moderazione è attenta ad intervenire, nel caso di post offensivi e ingiuriosi.
Sandrino non deve ergersi a maestro nell'uso "misurato" delle parole, a questo ci pensano i moderatori.

Un grazie a tutti per la partecipazione e buon proseguimento.
 

gionmorg

low cost high value
Membro dello Staff
La discussione sul nostro forum prosegue nell'assoluta correttezza degli interventi... sia pro che contro.
La moderazione è attenta ad intervenire, nel caso di post offensivi e ingiuriosi.
Sandrino non deve ergersi a maestro nell'uso "misurato" delle parole, a questo ci pensano i moderatori.

Un grazie a tutti per la partecipazione e buon proseguimento.
confermo quanto sopra
 

tommy271

Forumer storico
Intesa Sanpaolo, il Cda esamina ipotesi su crisi Bpvi e Veneto Banca

Elena Lenza 19 Giugno 2017, 01:58


Intesa Sanpaolo, il Cda esamina ipotesi su crisi Bpvi e Veneto Banca” "Non credo che le risorse per salvarle arriveranno dal territorio, penso che la soluzione si troverà ma non so quale, è il governo che deve trovarla".
Non proprio un bail in, ma poco ci manca.
"Quindi al momento non si può dire", ha aggiunto spiegando che al momento le condizioni non sono note e quindi non si possono conoscere dettagli e tempistiche.

Con la differenza che in Italia a guidare l'operazione sarebbe il tandem Unicredit-Intesa Sanpaolo che si spartirebbero poi la torta mandando in soffitta i progetti di fusione delle due venete.
Lo ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine dell'assemblea generale di Assolombarda, aggiungendo che il tema sarà probabilmente discusso nel Cda di domani della banca anche se non è all'ordine del giorno.
La "colletta" per i due istituti veneti in crisi sarà volontaria.

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