Obbligazioni in default Obbligazioni DEIULEMAR

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Gli armatori avrebbero proseguito a incassare i soldi degli ignari obbligazionisti sapendo che non avrebbero mai potuto restituire né il capitale né gli interessi garantiti in calce alle cedole. Secondo le stime della procura di Torre Annunziata, sarebbero circa 80 le querele presentate da investitori «truffati» dai vertici della Deiulemar compagnia di navigazione tra il dicembre del 2011 e il gennaio del 2012: a stupire, in particolare, la maxi-raccolta del risparmio organizzata alla vigilia dell’ufficializzazione del dissesto.
Tredici furono i risparmiatori che in tre giorni versarono nelle casse della sede distaccata della società armatoriale circa 400.000 euro: R.F. il 9 gennaio consegnò 90.000 euro nelle mani dei «fedelissimi» , A.P. verso nelle casse della compagnia di navigazione 70.000 euro e i restanti obbligazionisti contribuirono alla «causa» con depositi tra i 35.000 euro e i 15.000 euro. «Dalle dichiarazioni delle querele raccolte dalla procura di Torre Annunziata - si legge nell’ordinanza di custodia cautelare - si evince che gli indagati hanno agito senza rispetto della vita altrui poiché hanno continuato a raccogliere ingentissime somme di denaro, sottraendolo al patrimonio societario della fallita compagnia di navigazione e facendolo confluire sui conti personali di Michele Iuliano, in un periodo in cui era chiaro che la società versava in uno stato di dissesto finanziario irreversibile».

«Con riguardo alla personalità degli indagati - conclude il gip Giovanni De Angelis - va tenuto conto che anche dell’inquietante capacità pervasiva che hanno in tutti i settori della società che possono essere loro utili».


Deiulemar, i «vampiri» spillarono 400.000 euro ai risparmiatori a sette giorni dall'incubo crac - Cronaca - TORRE DEL GRECO - MetropolisWeb
 
Deiulemar, il processo finisce a Roma Accolta la richiesta della compagnia - Il Mattino
Sarà il tribunale di Roma ad occuparsi dell'inchiesta sul fallimento della compagnia di navigazione Deiulemar.
Lo ha deciso oggi il tribunale del riesame di Napoli che ha accolto la richiesta dell'avvocato Alfonso Stile, legale dei titolari della compagnia.
Il procedimento viene trasmesso all'autorità giudiziaria della capitale perchè tra gli obbligazionisti danneggiati figura anche un magistrato in servizio presso il distretto della Corte d'Appello di Napoli.
 
Pure un magistrato c'è dentro? :lol::lol::lol: Non ci posso credere. Un giudice ha prestato soldi alla c. di cane a questi ladroni? Ma vi rendete conto a chi affidiamo la gestione della giustizia in Italia?
 
vi prego di non sottovalutare quanto ho scritto prima:
non c'è alcuna ingenuità nei risparmiatori che, come qualcuno ha ricordato, erano militari (molti della gdf), bancari, funzionari
a questo punto aggiungerei anche "magistrati"...


Questo il pezzo di Metropolis Web (con i relativi commenti) Crac Deiulemar, l'inchiesta passa al Tribunale di Roma - Cronaca - MetropolisWeb


e questo il servizio che ha appena mandato in onda il tg regionale della Campania [ame="http://www.youtube.com/watch?v=WrOw3oAxONU"]Fallimento Deiulemar: L'inchiesta si sposta al Tribunale di Roma - YouTube[/ame]
 
vi prego di non sottovalutare quanto ho scritto prima:
a questo punto aggiungerei anche "magistrati"...


Questo il pezzo di Metropolis Web (con i relativi commenti) Crac Deiulemar, l'inchiesta passa al Tribunale di Roma - Cronaca - MetropolisWeb


e questo il servizio che ha appena mandato in onda il tg regionale della Campania Fallimento Deiulemar: L'inchiesta si sposta al Tribunale di Roma - YouTube


I magistrati non li metterei insieme agli altri, con tutto il rispetto parlando. Questi la legge la devono conoscere benissimo e l'esperienza li dovrebbe porre al riparo da truffe del genere. Se non altro dovrebbero dare il giusto esempio. A questo punto i casi sono due: o certi magistrati non conoscono la legge e mi domando come abbiano fatto ad accedere alla carriera in magistratura, oppure la conoscono ma non l'hanno osservata con i dovuti crismi, dando un cattivo esempio. In entrambi i casi, dovrebbero lasciare l'incarico e dedicarsi ad altro.
 
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Riflessione molto bella e sensata, la condivido anche qui sopra

Oggi la politica può cambiare la storia: lo farà? « Obbligazionisti Deiulemar

L’orizzonte geografico della vicenda Deiulemar non è Torre del Greco ma l’Italia.

Sono anni che si susseguono scandali economici, bancarotte fraudolente e truffe ai danni dei risparmiatori.

Gli scandali dei prodotti finanziari “avvelenati” delle banche (come nei casi di Banca 121 e MPS con i prodotti MyWay/4YouLa tanto per citarne alcune) hanno provocato la fuga dei risparmiatori da tali prodotti.

I risparmiatori si siano orientati, sempre in maggior numero, non più verso prodotti poco controllabili ma su obbligazioni prevalentemente di aziende.

Le aziende sembravano avere il vantaggio, rispetto alle opzioni finanziarie, di essere “visibili” ai risparmiatori: tutti possono vedere come sono investiti i propri soldi e capire dai bilanci aziendali se l’investimento va bene oppure no.

Ma anche il mondo delle aziende ha riservato amare sorprese: nomi come Cirio e Parmalat sono diventati simboli di un sistema economico marcio senza controlli ne regole. In entrambi i casi aziende floride, guidate da amministratori senza scrupoli, sono fallite.

Gli amministratori falsificavano i bilanci, intascavano i soldi dei risparmiatori, li trasferivano in dei paradisi fiscali e lasciavano morire aziende produttive.

Sullo sfondo un sistema di controlli assente, distratto, senza alcuna reale capacità di verifica e intervento.

Nel contempo, nel 2005, il reato di bancarotta fraudolenta è stato depenalizzato dal governo da 10 anni di reclusione a 4.

La stessa filigrana si intravede nel caso Deiulemar, dove l’azienda, e forse l’holding, sarà portata al fallimento da amministratori che hanno pensato solo ai propri interessi, disinteressandosi di risparmiatori, di dipendenti e della ricaduta economica delle loro azioni sul territorio.

L’effetto che si sta ottenendo, non solo a Torre, è una generalizzata paura ad investire i propri risparmi, con la conseguenza che il sistema virtuoso risparmio-investimento-ricchezza si interrompe, lasciano a secco, senza liquidità molte aziende anche virtuose per questa paura diffusa, alimentando la crisi e provocando una reazione a catena che porta all’implosione dell’economia nazionale.

Questa situazione richiede interventi decisi e duri da parte di tutte le autorità pubbliche coinvolte nella faccenda, ovvero l’autorità giudiziaria, le autorità di controllo e l’autorità legislativa.

Il primo fronte è quello legislativo: si elimini la depenalizzazione dei reati fiscali. Chi mette in atto truffe fraudolente dovrebbe poter accedere a pene più miti solo se si impegna a risarcire i truffati.

La politica deve anche fare la sua parte nel ridefinire in senso più restrittivo i controlli a società che gestiscono ingenti patrimoni legati al risparmio.

In secondo luogo i controlli. L’inutilità degli organi di controllo italiani è lì, sotto gli occhi di tutti, dimostrata a chiare lettere da tutti gli scandali sopra citati. Bisogna dotare tali organi di persone competenti e soprattutto indipendenti. Inoltre prevedere il licenziamento in tronco per i dipendenti di tali organi che per negligenza o dolo non evitano fatti del genere.

L’ultimo fronte è quello giudiziario. L’Italia non può permettersi di limitare le risorse alla magistratura soprattutto in casi come questi. La ricerca delle strade che i capitali percorrono è lunga e richiede risorse umane, economiche e attrezzature specifiche.

Ecco spiegato perché in questo frangente il ruolo del Tribunale di Torre Annunziata è fondamentale: l’autorità giudiziaria ha il grave compito di smontare tutto il mondo Deiulemar per poter recuperare quanto più capitale possibile ai truffati.

Ciò che chiedono i risparmiatori della Deiulemar alla politica, in particolare, è dunque una immediata revisione dell’apparato normativo vigente per reati del genere, una rifondazione degli organi di controllo eliminando le numerose zone d’ombra che si intravedono in questi scandali e una maggiore certezza e durezza nelle pene per coloro che non collaborano.

In gioco non è solo il destino degli obbligazionisti Deiulemar,

in gioco è l’intero equilibrio economico del paese che in questi mesi sta già scricchiolando sotto i colpi di una crisi che è, ricordo e sottolineo, una crisi di fiducia in un sistema malato e truffaldino: così non si andrà da nessuna parte se non verso la rovina.

A. Romano
 
Sarei curioso di vedere le implicazioni fiscali della vicenda per i portatori delle obbligazioni: sottoscrizioni in contanti di titoli cartacei? e le norme antiriciclaggio? E il pagamento degli interessi? in mancanza di un depositario bancario che faceva da sostituto di imposta la ritenuta fiscale sugli interessi chi la tratteneva e la versava al fisco?
 

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