Riflessione molto bella e sensata, la condivido anche qui sopra
Oggi la politica può cambiare la storia: lo farà? « Obbligazionisti Deiulemar
L’orizzonte geografico della vicenda Deiulemar non è Torre del Greco ma l’Italia.
Sono anni che si susseguono scandali economici, bancarotte fraudolente e truffe ai danni dei risparmiatori.
Gli scandali dei prodotti finanziari “avvelenati” delle banche (come nei casi di Banca 121 e MPS con i prodotti MyWay/4YouLa tanto per citarne alcune) hanno provocato la fuga dei risparmiatori da tali prodotti.
I risparmiatori si siano orientati, sempre in maggior numero, non più verso prodotti poco controllabili ma su obbligazioni prevalentemente di aziende.
Le aziende sembravano avere il vantaggio, rispetto alle opzioni finanziarie, di essere “visibili” ai risparmiatori: tutti possono vedere come sono investiti i propri soldi e capire dai bilanci aziendali se l’investimento va bene oppure no.
Ma anche il mondo delle aziende ha riservato amare sorprese: nomi come Cirio e Parmalat sono diventati simboli di un sistema economico marcio senza controlli ne regole. In entrambi i casi aziende floride, guidate da amministratori senza scrupoli, sono fallite.
Gli amministratori falsificavano i bilanci, intascavano i soldi dei risparmiatori, li trasferivano in dei paradisi fiscali e lasciavano morire aziende produttive.
Sullo sfondo un sistema di controlli assente, distratto, senza alcuna reale capacità di verifica e intervento.
Nel contempo, nel 2005, il reato di bancarotta fraudolenta è stato depenalizzato dal governo da 10 anni di reclusione a 4.
La stessa filigrana si intravede nel caso Deiulemar, dove l’azienda, e forse l’holding, sarà portata al fallimento da amministratori che hanno pensato solo ai propri interessi, disinteressandosi di risparmiatori, di dipendenti e della ricaduta economica delle loro azioni sul territorio.
L’effetto che si sta ottenendo, non solo a Torre, è una generalizzata paura ad investire i propri risparmi, con la conseguenza che il sistema virtuoso risparmio-investimento-ricchezza si interrompe, lasciano a secco, senza liquidità molte aziende anche virtuose per questa paura diffusa, alimentando la crisi e provocando una reazione a catena che porta all’implosione dell’economia nazionale.
Questa situazione richiede interventi decisi e duri da parte di tutte le autorità pubbliche coinvolte nella faccenda, ovvero l’autorità giudiziaria, le autorità di controllo e l’autorità legislativa.
Il primo fronte è quello legislativo: si elimini la depenalizzazione dei reati fiscali. Chi mette in atto truffe fraudolente dovrebbe poter accedere a pene più miti solo se si impegna a risarcire i truffati.
La politica deve anche fare la sua parte nel ridefinire in senso più restrittivo i controlli a società che gestiscono ingenti patrimoni legati al risparmio.
In secondo luogo i controlli. L’inutilità degli organi di controllo italiani è lì, sotto gli occhi di tutti, dimostrata a chiare lettere da tutti gli scandali sopra citati. Bisogna dotare tali organi di persone competenti e soprattutto indipendenti. Inoltre prevedere il licenziamento in tronco per i dipendenti di tali organi che per negligenza o dolo non evitano fatti del genere.
L’ultimo fronte è quello giudiziario. L’Italia non può permettersi di limitare le risorse alla magistratura soprattutto in casi come questi. La ricerca delle strade che i capitali percorrono è lunga e richiede risorse umane, economiche e attrezzature specifiche.
Ecco spiegato perché in questo frangente il ruolo del Tribunale di Torre Annunziata è fondamentale: l’autorità giudiziaria ha il grave compito di smontare tutto il mondo Deiulemar per poter recuperare quanto più capitale possibile ai truffati.
Ciò che chiedono i risparmiatori della Deiulemar alla politica, in particolare, è dunque una immediata revisione dell’apparato normativo vigente per reati del genere, una rifondazione degli organi di controllo eliminando le numerose zone d’ombra che si intravedono in questi scandali e una maggiore certezza e durezza nelle pene per coloro che non collaborano.
In gioco non è solo il destino degli obbligazionisti Deiulemar,
in gioco è l’intero equilibrio economico del paese che in questi mesi sta già scricchiolando sotto i colpi di una crisi che è, ricordo e sottolineo, una crisi di fiducia in un sistema malato e truffaldino: così non si andrà da nessuna parte se non verso la rovina.
A. Romano