Mps potrebbe dunque giocare ancora una carta per schivare l'intervento dello Stato. Tra le ipotesi che l'ad Marco Morelli starebbe discutendo con il cda c'è quella di lanciare comunque l'aumento la prossima settimana riaprendo la conversione per i bond subordinati retail. L'aumento andrebbe inoltre sul mercato senza un consorzio di garanzia, con le banche che assistono Mps impegnate nel ruolo di collocamento delle azioni. Ciò offrirebbe agli obbligazionisti retail la possibilità di convertire i titoli in azioni a condizioni più convenienti di quelle che potrebbero essere offerte loro nel caso della ricapitalizzazione statale. Prima, si dice fra chi ha lavorato all'operazione, andrebbero però rimossi i paletti posti da Consob sulle modalità di adesione. La Commissione guidata da Giuseppe Vegas è stata molto fiscale nell'applicare le norme della Mifid sul profilo di rischio adeguato. Come riportato nel prospetto informativo, infatti, un responso negativo alla valutazione di adeguatezza del profilo del cliente avrebbe «bloccato» l'accesso all'operazione. Il risultato? Dai piccoli risparmiatori il Monte ha raccolto solo 98 milioni sui 2,06 miliardi oggetto dell'offerta. L'obiettivo ora è alzare l'asticella.
Mps si salverà? «Sicuramente», ha risposto ieri il presidente Alessandro Falciai. Capiremo presto se i soldi arriveranno dal mercato o dallo Stato, ovvero dagli italiani.
(IlGiornale.it 10/12/2016)