Da IlGiornale.it di 1 ora fa :
Ergo: lo Stato, già azionista con il 4%, dovrà mettere i soldi mancanti. Non solo aderendo pro quota all'aumento (gli costerebbe solo 200 milioni) ma salendo ancora con un intervento più massiccio che farebbe scattare le regole Ue sul cosiddetto burden sharing (condivisione del rischio). Ovvero la conversione forzosa delle obbligazioni a un valore più basso rispetto a quello previsto dall'operazione conclusa ieri (fra l'85% e il 100% del valore) e quindi una perdita per gli obbligazionisti, evitando però il ben più gravoso bail in. In cambio del valore perso nella conversione forzosa dei bond subordinati, verrebbero date azioni Mps. Potrebbe essere messo in campo anche un meccanismo complesso in più fasi per evitare che la tutela dei piccoli risparmiatori venga vanificata dalla volatilità dei mercati. Si tratterebbe, di un ristoro più generoso rispetto a quello dei risparmiatori delle quattro banche (Etruria&C), che sono però in risoluzione. In quel caso furono assegnati rimborsi forfettari dell'80% dell'investimento a chi poteva dimostrare un reddito Isee inferiore a 35 mila euro e un patrimonio mobiliare non superiore a 100 mila euro. Nel caso di Mps si tratterebbe invece di un intervento precauzionale su una banca solvibile. Ci sarebbe così una «presunzione» di vendita scorretta sui bond senesi avvenuta in blocco nel 2008 per finanziare l'acquisto di Antonveneta, che comporterebbe quindi un trattamento, anche presso le autorità Ue, più morbido. Il ristoro sarà solo per il retail e non per gli investitori istituzionali.