ROMA (MF-DJ)--"L'addendum riguarda solo i crediti che diventeranno Npl nel futuro, dal 2018 in avanti, non le consistenze".
Lo ha detto a Il Sole 24 ore Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza della Bce, aggiungendo che "lo spirito della proposta è evitare che le banche, l'economia, i cittadini, si trovino a pagare i costi di nuovi accumuli di crediti deteriorati. Sembra ci si stia dimenticando troppo in fretta dei problemi che abbiamo avuto in questi anni a causa della mole di crediti deteriorati nei portafogli delle banche".
Inoltre, ha proseguito, "giova ricordare che i tempi del recupero degli Npl spesso si allungano perché le banche non sono sufficientemente attive fin dall'inizio nell'avviare procedure di recupero e nel valutarne realisticamente le potenzialità. L'indicazione di coprire in modo graduale in 2 anni i crediti non garantiti e in 7 quelli garantiti crea degli incentivi affinché le banche si attivino tempestivamente".
"Non escludo anche la possibilità che i Paesi più interessati si adoperino per introdurre o facilitare procedure giudiziali ed extra-giudiziali più efficaci e tempestive per la riscossione del credito e la liquidazione delle garanzie. Questa azione -ha messo in evidenza- esula dalle nostre competenze, ma sarebbe un passo nella giusta direzione".
Quanto alle polemiche provocate in Italia dall'Addendum sono dovute anche ai timori che quanto proposto per i nuovi Npl venga poi applicato anche alle consistenze, che per le banche italiane sono pesanti, Angeloni ha precisato che "c'è una chiara distinzione fra flussi e consistenze. Sugli stock non abbiamo ancora deciso niente. Entro il primo trimestre faremo una valutazione, che si baserà sull'analisi, non ancora conclusa, dei piani individuali della riduzione degli stock esentati dalle singole banche. E' possibile che alcuni di questi piani non siano soddisfacenti".
"Nelle prossime settimane invieremo lettere alle banche con le nostre valutazioni, e la questione sarà oggetto di dialogo con le banche stesse, caso per caso. Si vedrà solo alla fine di questo processo se, per avere un trattamento omogeneo, sia opportuno chiarire le nostre aspettative anche sullo smaltimento delle consistenze", ha proseguito.
Alla domanda se non ci sia il rischio di far cadere di nuovo le banche in un'emergenza, "proprio perché questa fase è meno critica e le fragilità si alleviano, è il momento di fare dei passi avanti. C'è da aspettarsi che, nella fase di ripresa, si generino meno crediti deteriorati e che si creino le risorse per coprirli in modo appropriato", ha spiegato.
"Più in generale -ha aggiunto Angeloni- vorrei ricordare che l'azione della vigilanza europea in questi anni è stata volta non solo a ridurre gli Npl, ma anche a rafforzare la solidità patrimoniale delle banche. Lo abbiamo fatto per puntare ad avere banche sane, con bilanci puliti e trasparenti, in grado di finanziare imprese sane e promettenti".
In merito al fatto che qualcuno in Italia ritiene che gli interessi italiani non siano difesi con sufficiente forza in Europa, "è una questione che ho sentito sollevare recentemente con riguardo alla vigilanza, e mi sorprende il modo a volte errato con cui la viene affrontata. Nella Bce -ha continuato- tutti i componenti degli organi decisionali - il consiglio di vigilanza e il consiglio direttivo- sono tenuti per mandato a perseguire obiettivi e interessi europei. Quindi, se per ipotesi qualcuno difendesse interessi nazionali in quelle sedi, andrebbe contro la legge".
"Diversa questione è invece assicurare che gli interessi di tutti gli aderenti alla vigilanza unica (Paesi partecipanti, banche) siano tenuti in giusta considerazione, contrastando ogni rischio di parzialità. Questo è un dovere a cui siamo tutti tenuti. II modo migliore per arrivare a quest'obiettivo -ha concluso Angeloni- è evitare posizioni nazionalistiche o antagonistiche di principio, che fanno perdere credibilità, e insistere invece su decisioni e regole trasparenti ed equilibrate per tutti".
(END) Dow Jones Newswires
November 03, 2017 03:51 ET (07:51 GMT)