Obbligazioni MPS

8.5;)

prima di quella data ci sarà l'assemblea del 20.4 ... dalla quale uscirà il nuovo cda, Ceo, presidente, e vice.

A tal proposito i candidati per queste due cariche sono due pezzi da 90 in ambito legale, sopratutto il vice designato dal Tesoro, ha un curriculum di tutto rispetto. Prevedibile una svolta nella gestione del contezioso.
 
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ma i mercati regolamentati non dovrebbero avere anche delle limitazioni dello spread per i MM?
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in Italia non c'è niente che non passi per qualche TAR o tribunale, dall'orso trentino a Bastianini
 

a me sembra davvero fantafinanza, comunque è di qualche ora fa e lo posto
 

a me sembra davvero fantafinanza, comunque è di qualche ora fa e lo posto
Anche a me, comunque in fase nettamente positiva.
Meglio di qualche mese fa.
Ricordi tutti i nostri dubbi?
 

Mps, per il ceo Luigi Lovaglio non c’è fretta per le nozze. Il focus è sul piano​

di Luca Gualtieri
tempo di lettura 2 min

Il ceo Lovaglio premiato banchiere dell’anno per ristrutturazione e aumento. Per il numero uno la priorità della banca rimane il piano industriale: siamo concentrati nel condurlo in porto. L’exploit del titolo in borsa? La percezione del potenziale dell’istituto è stata immediata​


L’aumento di capitale da 2,5 miliardi chiuso nell’autunno scorso è stata probabilmente l’operazione straordinaria più impegnativa per una banca italiana nel corso del 2022. Rimasta in bilico fino all’ultimo, l’offerta è arrivata in porto grazie alla fiducia che gli investitori hanno riposto nel recupero di efficienza e nel rilancio commerciale dell’istituto senese. Proprio per questa ragione nell’ambito degli Mf Banking Awards 2023 il ceo Luigi Lovaglio è stato premiato come banchiere dell’anno «per la ristrutturazione del gruppo e la ricapitalizzazione raggiunta in un momento particolarmente complicato dei mercati».

Le ipotesi di m&a

Nel ricevere il premio Lovaglio (arrivato a Siena nella primavera scorsa dopo una carriera spesa all’interno di Unicredit e un periodo al vertice del Credito Valtellinese) ha glissato sugli insistenti rumor di m&a che interessano il Monte, suggerendo così che le priorità del top management sono altre. «La Rocca è ben presidiata. Abbiamo delle sentinelle che controllano per vedere chi arriva», ha scherzato Lovaglio, spiegando che oggi la banca è concentrata a «sviluppare il business. Abbiamo anche cambiato la nostra organizzazione, siamo molto vicini al territorio, vogliamo concentrarci sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese, particolarmente nelle filiere industriali, artigianali e agricole». Nel suo intervento il ceo ha insistito sul legame tra il Monte e il territorio di appartenenza: «non dobbiamo dimenticarci che il Monte dei Paschi ha da 550 anni una vocazione per la terra e gli agricoltori. Come tutti i grandi vini, anche questa banca è riuscita a migliorare invecchiando».

I rialzi del titolo

Lovaglio ha scherzato anche sui recenti rialzi del titolo Montepaschi e dalle notizie che lo avrebbero innescato: «Qualche volta il mercato è distratto, perché le notizie che oggi hanno infiammato il titolo le abbiamo già annunciate tanto tempo fa. Mps è una banca che guarda al futuro con serenità e che continuerà a migliorare e a produrre risultati che sono sempre molto buoni». Il riferimento era alle risposte date agli azionisti in vista dell’assemblea per cui la banca è avviata verso il raggiungimento dell'obiettivo previsto dal piano, di generare oltre 700 milioni di utili nel 2024. Il documento spiegava anche che l’istituto è nelle condizioni di guardare a tutte le opportunità che si dovessero presentarsi in chiave di consolidamento del settore bancario italiano.

L’esecuzione del piano

Nel suo intervento Lovaglio si è soffermato anche sulla convinzione nella riuscita del piano. «Mi sono convinto che ce l'avremmo fatta quando sono entrato per la prima volta nella sede della banca. Quando uno entra in Rocca Salimbeni, improvvisamente viene ispirato. In quel luogo ci sono 550 anni di storia e di cultura della banca. La percezione del potenziale è stata immediata. La banca del resto ha una forte, fortissima caratterizzazione territoriale. È quello che io chiamo il vero brand. In giro per la Toscana dipendenti e clienti dicono spesso di dovere tutto al Monte. Nel mio ruolo è stato sufficiente fare quello che avrebbe fatto un imprenditore che vuole bene alla propria azienda: fissare un po’ di priorità, declinarlo in un piano chiaro e semplice e cercare poi di essere molto concentrati su quello che si chiama execution», ha concluso il banchiere per cui la velocità di esecuzione è stato un elemento molto importante: «l'idea era di andare sul mercato con un piano che avesse già buona parte dei principali pilastri fissati. Oggi io posso dire veramente che la banca guarda al futuro con molta con molta serenità». (riproduzione riservata)
MF - Numero 077 pag. 5 del 20/04/2023
 

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