Obbligazioni MPS

B.Mps: Maione (pres), conti frutto lavoro management e dipendenti
15/11/2023 13:10 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--"Gli ottimi risultati" ottenuti dal Monte al 30 settembre "sono il frutto del lavoro fatto dal management. Ma un plauso va anche a tutti i dipendenti che hanno dimostrato un grande attaccamento alla banca" che e'' "un patrimonio del Paese". Lo ha detto il presidente del Monte Paschi, Nicola Maione, al termine del comitato esecutivo dell''Abi.
liv
e un cenno ai clienti no?
 

Mps, il Tesoro colloca il 25%: per il Mef incasso di 920 milioni​

Doppia mossa con una procedura accelerata al prezzo di 2,92 euro, pari a uno sconto del 4,9%​

di Rosario Dimito
4 Minuti di Lettura
Martedì 21 Novembre 2023, 01:17
Articolo riservato agli abbonati
Il Tesoro mantiene fede alle aspettative degli ultimi mesi e ieri, a borsa chiusa, ha comunicato di aver avviato una procedura accelerata per la cessione presso investitori italiani ed esteri, prima di una quota pari al 20% di Mps e poi di un altro 5% vista la forte domanda da parte del mercato. Un’operazione che ha permesso al Mef di portare la sua quota dal 64,2% al 39,2% del capitale.

Le azioni dell’istituto senese, per un lunghi periodi in anni passati ripudiate dal mercato, ieri sono andate pare a ruba, al punto che il Mef, dopo aver registrato una domanda cinque volte superiore all’offerta, ha deciso di aumentare il quantitativo messo in vendita, inizialmente pari solo al 20% del capitale.

La forte domanda ha permesso al Tesoro di ridurre dal 6% al 4,9% lo sconto sulle quotazioni di Borsa a cui i titoli sono stati offerti. Rispetto a una guidance di 2,89 euro ad azione, le azioni sono state collocate a 2,92 euro permettendo al Mef di incassare 920 milioni, con una plusvalenza del 46% rispetto ai 2 euro a cui ha sottoscritto l’aumento da 2,5 miliardi. Cresce così il peso degli investitori istituzionali e dei grandi fondi. La vendita rappresenta anche un segnale forte all’indirizzo di Bruxelles sulla determinazione del Tesoro a rispettare l’impegno a privatizzare Siena entro la fine del 2024, termine entro il quale dovrebbe scadere la proroga concessa dall’Ue per dismettere la quota. Ma potrebbe anche servire da arma negoziale nel caso in cui il Mef avesse bisogno di più tempo per trovare un partner, considerato che al momento i candidati più quotati - Banco Bpm, Bper e Unicredit - sembrano tutti, per una ragione o per l’altra, non volersi accasare a Siena.

L’operazione di vendita di una quota di Mps, apre la nuova stagione delle privatizzazioni, con una mossa a sorpresa, visto che il 10 ottobre Giancarlo Giorgetti alla stampa, durante la presentazione della manovra, alla domanda se le privatizzazioni dovessero partire con autostrade, banche, ferrovie, rispose: «L’inversione dei fattori potrebbe aiutarvi a capire». Ma rispetto a quella indicazione, Giorgetti ha ritenuto di cambiare strategia.
Scendendo sotto il 50% in Mps, il Mef potrà avere le mani più libere per trovare la soluzione futura, rispetto agli obblighi rinegoziati con la Dg Comp a fine 2021, di trovare un partner entro giugno 2024. I conti della “novestrale” con il risultato operativo balzato a 1,14 miliardi e la possibilità di anticipare il dividendo ai soci, hanno confermato lo stato di salute della banca grazie alla gestione del presidente Nicola Maione e dell’ad Luigi Lovaglio: la performance dimostra che l’istituto può proseguire da solo, anche perchè i potenziali cavalieri bianchi, Unicredit, Banco Bpm, Bper non sarebbero disponibili a convolare a nozze con Siena.

Tornando alla vendita, via XX Settembre ha confermato l’aspettativa che era in piedi da dopo l’estate e rivelata dal Messaggero del 27 settembre. Nella nota di ieri sera, il Mef ha comunicato «la procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di n. 314.922.429 azioni ordinarie di Banca Montepaschi, attraverso un consorzio di banche costituito da BofA Securities Europe SA, Jefferies GmbH e UBS Europe SE in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle suddette azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri». La nota si chiude spiegando che nell’ambito dell’operazione è previsto che «il Mef si impegni con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della Banca per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato». Si tratta della solita accortezza formale per tranquillizzare gli acquirenti che il prezzo dei titoli non scenda ancora.

CHI HA COMPRATO
Ora inizia la caccia a chi può aver acquistato le azioni. Da fonti vicine al consorzio bancario trapelano alcuni nomi di investitori esteri molto probabili per quote di circa l’1-1,5% a testa: BlackRock, Vanguard, State Street, Fidelity and Capital Group, Legal & General, Wellington Mgmt, Amundi, quindi Credit Agricole. Tra gli investitori italiani, non dovrebbero esserci le fondazioni bancarie che già un anno fa consentirono la riuscita della ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di Mps. In questo periodo gli enti sono impegnati a rastrellare soldi per partecipare alla cordata di F2i per la rete Tim. Più probabile invece che qualche cassa di previdenza possa essere interessata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Mps, il Tesoro colloca il 25%: per il Mef incasso di 920 milioni​

Doppia mossa con una procedura accelerata al prezzo di 2,92 euro, pari a uno sconto del 4,9%​

di Rosario Dimito
4 Minuti di Lettura
Martedì 21 Novembre 2023, 01:17
Articolo riservato agli abbonati
Il Tesoro mantiene fede alle aspettative degli ultimi mesi e ieri, a borsa chiusa, ha comunicato di aver avviato una procedura accelerata per la cessione presso investitori italiani ed esteri, prima di una quota pari al 20% di Mps e poi di un altro 5% vista la forte domanda da parte del mercato. Un’operazione che ha permesso al Mef di portare la sua quota dal 64,2% al 39,2% del capitale.

Le azioni dell’istituto senese, per un lunghi periodi in anni passati ripudiate dal mercato, ieri sono andate pare a ruba, al punto che il Mef, dopo aver registrato una domanda cinque volte superiore all’offerta, ha deciso di aumentare il quantitativo messo in vendita, inizialmente pari solo al 20% del capitale.

La forte domanda ha permesso al Tesoro di ridurre dal 6% al 4,9% lo sconto sulle quotazioni di Borsa a cui i titoli sono stati offerti. Rispetto a una guidance di 2,89 euro ad azione, le azioni sono state collocate a 2,92 euro permettendo al Mef di incassare 920 milioni, con una plusvalenza del 46% rispetto ai 2 euro a cui ha sottoscritto l’aumento da 2,5 miliardi. Cresce così il peso degli investitori istituzionali e dei grandi fondi. La vendita rappresenta anche un segnale forte all’indirizzo di Bruxelles sulla determinazione del Tesoro a rispettare l’impegno a privatizzare Siena entro la fine del 2024, termine entro il quale dovrebbe scadere la proroga concessa dall’Ue per dismettere la quota. Ma potrebbe anche servire da arma negoziale nel caso in cui il Mef avesse bisogno di più tempo per trovare un partner, considerato che al momento i candidati più quotati - Banco Bpm, Bper e Unicredit - sembrano tutti, per una ragione o per l’altra, non volersi accasare a Siena.

L’operazione di vendita di una quota di Mps, apre la nuova stagione delle privatizzazioni, con una mossa a sorpresa, visto che il 10 ottobre Giancarlo Giorgetti alla stampa, durante la presentazione della manovra, alla domanda se le privatizzazioni dovessero partire con autostrade, banche, ferrovie, rispose: «L’inversione dei fattori potrebbe aiutarvi a capire». Ma rispetto a quella indicazione, Giorgetti ha ritenuto di cambiare strategia.
Scendendo sotto il 50% in Mps, il Mef potrà avere le mani più libere per trovare la soluzione futura, rispetto agli obblighi rinegoziati con la Dg Comp a fine 2021, di trovare un partner entro giugno 2024. I conti della “novestrale” con il risultato operativo balzato a 1,14 miliardi e la possibilità di anticipare il dividendo ai soci, hanno confermato lo stato di salute della banca grazie alla gestione del presidente Nicola Maione e dell’ad Luigi Lovaglio: la performance dimostra che l’istituto può proseguire da solo, anche perchè i potenziali cavalieri bianchi, Unicredit, Banco Bpm, Bper non sarebbero disponibili a convolare a nozze con Siena.

Tornando alla vendita, via XX Settembre ha confermato l’aspettativa che era in piedi da dopo l’estate e rivelata dal Messaggero del 27 settembre. Nella nota di ieri sera, il Mef ha comunicato «la procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di n. 314.922.429 azioni ordinarie di Banca Montepaschi, attraverso un consorzio di banche costituito da BofA Securities Europe SA, Jefferies GmbH e UBS Europe SE in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle suddette azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri». La nota si chiude spiegando che nell’ambito dell’operazione è previsto che «il Mef si impegni con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della Banca per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato». Si tratta della solita accortezza formale per tranquillizzare gli acquirenti che il prezzo dei titoli non scenda ancora.

CHI HA COMPRATO
Ora inizia la caccia a chi può aver acquistato le azioni. Da fonti vicine al consorzio bancario trapelano alcuni nomi di investitori esteri molto probabili per quote di circa l’1-1,5% a testa: BlackRock, Vanguard, State Street, Fidelity and Capital Group, Legal & General, Wellington Mgmt, Amundi, quindi Credit Agricole. Tra gli investitori italiani, non dovrebbero esserci le fondazioni bancarie che già un anno fa consentirono la riuscita della ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di Mps. In questo periodo gli enti sono impegnati a rastrellare soldi per partecipare alla cordata di F2i per la rete Tim. Più probabile invece che qualche cassa di previdenza possa essere interessata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
direi che il successo delle azioni dovreebbe essere ancora più terapeutico per i ns. bond
 

Mps, in porto l'operazione Mef: ora parte il risiko sul riassetto. Collocato con successo il 25%, incassati 920 milioni​

Il Tesoro ha assunto l'impegno di lock up di 90 giorni e comunque almeno per ora non procederà ad altre vendite​



di Rosario Dimito
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Novembre 2023, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 06:33
logo_messaggero_premium.png
Articolo riservato agli abbonati
Eurizon, Fideuram, Anima, Mediolanum, poi Algebris Capital, Capula Investment Management, Brevan Howard, Marshall Wace, Man group, Egerton Capita: sono i nomi di alcuni degli investitori italiani e hedge fund internazionali, molti dei quali sconosciuti al grande pubblico ma non al mercato finanziario che l'altra sera hanno partecipato al collocamento di una quota di Mpsda parte del Tesoro facendo sì che dall'iniziale 20%, la procedura accelerata di raccolta ordini si fermasse al 25% grazie a una domanda di cinque volte superiore all'offerta. E la loro voracità assieme a quella di altri investitori ha permesso di abbassare dal 6 al 4,9% lo sconto sulle azioni vendute a 2,92 euro permettendo allo stato di incassare 920 milioni. In un contesto favorito dalla promozione dell'outlook da parte di Moody's, il Mef è sceso dal 64,2 al 39,2% facendo diventare meno ingombrante la sua presenza con effetti ad ampio raggio: dare un segnale preciso all'Europa che il piano privatizzazioni da 22 miliardi, è partito con il piede giusto e contribuisce al contenimento del debito pubblico in una fase in cui si discute con le altre Cancellerie di Mes e di patto di stabilità, senza tralasciare la scadenza di giugno 2024 entro la quale, per gli accordi con Dg Comp.

Con questa mossa azzeccata Giancarlo Giorgetti ha centrato vari obiettivi scegliendo il momento propizio per cedere un pacchetto più corposo di quello che da un paio di mesi alimentava l'aspettativa generale (8-10%). Chiaramente l'offerta sul mercato di oltre 314 milioni di azioni hanno provocato la reazione negativa della Borsa dove il titolo al termine della seduta all'insegna dell'incertezza (Ftse Mib - 1,32%), ha perso il 7,94% chiudendo a 2,82 euro, meno del valore del piazzamento e comunque sempre di oltre il 40% più del prezzo di emissione dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi di un anno fa.
Tra tutti gli acquirenti con quote minime, si distinguono le due ammiraglie di Intesa Sp nel risparmio, Anima e la banca di Doris. Poi Algebris, il fondo guidato da Davide Serra che è un azionista fedele di Mps, visto che aveva preso parte alla precedente ricapitalizzazione e al collocamento accelerato, a febbraio, del 7,94% detenuto da Axa.
Nel libro, oltre a BlackRock, Vanguard, State Street, Fidelity e Amundi (noto in Italia visto che è di proprietà del Credit Agricole), ci sono alcuni dei fondi speculativi più aggressivi come Citadel, Bridgewater Associates, AQR Capital Management, D.E. Shaw, MAN Group, Egerton Capital. Essi vorranno beneficiare di un nuovo apprezzamento del titolo per effetto della gestione Maione-Lovaglio ma anche dei nuovi scenari che si riapriranno nel risiko. Senza considerare il giudizio di appello del 27 novembre su Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, condannati da una sentenza assurda e priva di fondamento che con la loro auspicata assoluzione potrebbe rasserenare ancora di più il clima riducendo il petitum.

STATO MENO INGOMBRANTE​

Il Tesoro ha assunto l'impegno di lock up di 90 giorni e comunque almeno per ora non procederà ad altre vendite, da una posizione di maggiore tranquillità che non dovrebbe condizionare una eventuale richiesta allaUe di andare oltre il prossimo anno per uscire dal capitale.
Ieri chi ha parlato con Giuseppe Castagna l'ha trovato compiaciuto per il successo dell'operazione per l'Italia e perchè a questo punto, secondo lui, dovrebbe allentarsi la pressione speculativa che indicano in Bpm il partner per le nozze. Andrea Orcel fa sapere che a questi prezzi, Mps è fuori dal radar, lo stesso Carlo Cimbri per Bper. Eppure gli esperti ritengono che una fusione sarebbe allettante perchè il peso del Mef sarebbe marginale: ai tempi di Unicredit, il Tesoro avrebbe avuto l'8% con diritti di voto sterilizzati. Adesso, potrebbe avere meno della metà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto