"[...] un tempo vi fu un frate novizio che sapeva leggere il salterio [...] lo chiese al ministro generale e il ministro glielo concesse. Ma non lo voleva tenere senza il benestare di Francesco, perché aveva sentito dire che Francesco non voleva che i frati fossero smaniosi della scienze dei libri [...]. Non che tenesse in poco conto ed avesse in disprezzo la scienza [...], anzi [...]. Ma guardando in prospettiva [...] conosceva che per molti, col pretesto di far del bene agli altri avrebbero trascurato la propria vocazione: la pura e santa semplicità, l'orazione santa e madonna povertà. Accadrà loro che mentre dall'approffondimento delle scritture credetetro di ricavare maggiore spirito di devozione e maggior amore di Dio, proprio da quelle fatalmente si sentiranno come raggelati di dentro e quasi vuoti. Non sapranno tornare alla loro primitiva vocazione, perché hanno perduto il senso del vivere secondo la loro vocazione. Temo che quanto s'illudevano di possedere verrà loro tolto, per essersi allontanati dalla loro vocazione [...]