volto a non rimanere rigidamente fisso in una realtà che cambia continuamente
attento xè seguire il cambiamento fa perdere il proprio centro.
Aristotele ti suggerisce una bellissima immagine:
il motore immoto.
Facciamo un ex più concreto. Mangi una ciliegia. Buonissima. Sconvolgente. Ti strappa delle lacrime per la sua bontà. Estasi pura. Ma è una. Piccolina. Sola soletta. E te la sei pappata tutta xè non ti aspettavi tanta grazia.
Che fai?
Ti butti a capofitto sul sacchetto e le divori avidamente tutte.
Ma niente da fare.
Nessuna è più come la prima
2 kg di ciliegie mangiate in 20 minuti.
Niente più estasi.
Che fai, ti accontenti?
Certo che no. Corri dalla moglie, la distrai con un diamantino (funziona sempre, meglio di vetro costa meno e non si accorgono della differenza...a loro basta che luccichi) e gli prendi il suo 1\2 hg di ciliegie (la dieta anche nella frutta...mah).
Niente da fare.
Che fai?
Vai dal vicino e baratti il miglior vino della tua cantina con i suoi due kg di ciliegie. Ma quello è un osso duro. Ha capito che sei in difficoltà. E ne aproffitta. Di mestiere organizza scommesse truccate sul posto di lavoro (lavora in banca, quando entra un cliente lui vede solo dei polli che camminano) e ti prende per sfinimento: gli concedi il rarissimo Sassichiaia del '73. Un pezzo da collezione.
Torni a casa e divori tutte le ciliegie.
Ma ancora niente.
Che fai?
Corri dritto in bagno xè un attacco di dissenteria ti ha colto all'improvviso. E mentre sudi freddo mediti che hai perso i vini piùà pregiati e tua mglie di là sta inveendo contro la tua furbizia xè si è accorta subito che non era diamante ma vetro (già, si sono strasforamte tutte in piccoli orefici, viaggiano con la lente sempre in borsetta...).
Se le cose cambiano continuamente, come puoi afferarle?
E se dall'afferarle o meno dipende la tua felicità, come puoi essere felice?