Opere d'arte fragili

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Esistono sul "mercato" molte opere d'arte anche assai costose, che però sono destinate a deteriorarsi irrimediabilmente entro un tempo relativamente breve. In questo caso l'investimento va praticamente in fumo.
Alla mostra di Manzoni a >MIlano dell'anno scorso ho visto dei mucchietti di plastica rinsecchita, che a loro tempo erano stati venduti come palloncini gonfiati con aria d'artista, o qualcosa del genere - ora non ricordo bene.
Ma anche i manifesti strappadi di Villeglè o Rotella sono destinati ad una brutta fine, magari un po' più lontano nel tempo. Ancora peggiore il destino per quei collages che hanno usato inserti cartacei di pessima qualità (carta da giornale, carta dei tempi di guerra ...), si tratti pure di Picasso, Braque o Mirò :-o
La carta da giornale ingiallisce comunque in tempi brevi e si secca sino a polverizzarsi. Una protezione adeguata dalla luce e un costoso sistema climatico artificiale possono solo rallentare di poco la fine già scritta.

Qui sotto un collage di Braque e uno di Picasso contenenti pezzi di giornale: va considerato che inizialmente il loro colore era il bianco, o quasi. Poi normalmente si passa all'avana, al marroncino, al marrone, al quasi nero ... :wall:
 

Allegati

  • 4789581_b86c833caa_m.jpg
    4789581_b86c833caa_m.jpg
    52,9 KB · Visite: 578
  • glass-carafe-and-newspapers-1914.jpg
    glass-carafe-and-newspapers-1914.jpg
    297,3 KB · Visite: 419
Nello spirito di quanto detto sopra, trovo esecrabile l'abitudine di esporre e vendere opere su "carta intelata".
Intanto, di solito la carta non è stata assolutamente incollata dall'autore: cioè, il lavoro era nato per restare un lavoro su carta, e fu intelato da un successivo proprietario. Perché? Evidentemente allo scopo di rendere l'opera più appetibile come "quadro su tela", breve, ricavarci più quattrini.
Senonché: l'opera rimane su carta, quindi da esporre (eventualmente) con le mille precauzioni che la carta richiede. Proprio come un disegno o una grafica.
Ma qui è peggio, perché:
1) chissà che colla fu usata per incollare, e dunque chissà quali danni occorre attendersi con il tempo
2) Poiché l'estensibilità, la deformabilità, la reazione all'umidità dei due materiali sono diverse, e la tela è più solida, è chiaro che la carta verrà sottoposta a tensioni e rotture, molto più che se non fosse stata incollata.

Io non acquisto mai opere su carta intelata (salvo che me le regalino o quasi, vabbè). E ne sconsiglio l'acquisto. Trattasi di barbarie attualmente in uso, ma assai deprecabile.
 
Diversamente dal caso sopra descritto, un'opera su tela incollata su legno, o anche cartone, se non enorme, non rischia nulla, anzi, magari risulterà più solida.
 
Attenzione che il degrado del materiale tocca anche le opere su cartoncino (scuriscono, si sfaldano se esposte a luce).
Non molto meglio i lavori su compensato leggero (pioppo) che l'umidità danneggia, che si sfaldano facilmente, e cui il sole provoca danni agendo sulla struttura (per es. incurvandole: comunque tutto il legno mostra questo tipo di debolezza).
Una volta ho preso un bel lavoro su compensato duro, tutto incurvato per essere stato esposto al sole durante i mercatini :wall:
Ho dovuto lasciarlo a lungo in ambiente umido con un paio di mattoni sopra e, una volra quasi raddrizzato, bloccarlo con l'aiuto di una cornice.
 
Quanto alle grafiche che presentino bordi bianchi un poco rovinati, se si protesterà per questo con il venditore, costui non farà altro che rifilarle in seguito col taglierino bestemmiando il vostro nome sinché il difetto non appaia. La grafica avrà allora un aspetto migliore, ma il danno sarà più grande. Infatti, ciò che occorre fare è bloccare i danni dei bordi affinché non avanzino. Ma sarà sempre meglio avere 6 cm intonsi + 4 danneggiati piuttosto che solo sei intonsi, no?
Perciò, meglio non esagerare con questo tipo di osservazioni ai mercatini ...
 
Affondi in una piaga ancora fresca. Da poco mi sono separato da un sale di Calzolari e l'aspetto economico non riesce a consolarmi :cry:. Mi spaventava :brr:la sua conservazione e la possibilità che un colpo maldestro potesse danneggiarlo. Spero di poter trovare ad un prezzo umano un piombo (con candela magari) per consolarmi.
 
Affondi in una piaga ancora fresca. Da poco mi sono separato da un sale di Calzolari e l'aspetto economico non riesce a consolarmi :cry:. Mi spaventava :brr:la sua conservazione e la possibilità che un colpo maldestro potesse danneggiarlo. Spero di poter trovare ad un prezzo umano un piombo (con candela magari) per consolarmi.

Non ti biasimo.
Durante un incontro con Calzolari organizzato alla GAM di Torino,
casualmente mi trovai seduto accanto ad un responsabile della manutenzione di non so cosa e di dove,
il quale, ad un mio commento /accenno al problema,
mi confidò che per lor oè un vero incubo e che pur prendendo tutte le accortezze del caso, termometri, umidità controllata, luce diffusa, ecc...,
nessuno potrà mai scommettere un euro sulla reale durata di quelle opere e che le stesse assicurazioni fanno problemi.

Magari l'intento di Calzolari è proprio quello e lui stesso definisce i materiali che utilizza "... dispositivi in movimento, performativi".
 
Voci torinesi raccontano che con il tempo l'olio si stacchi dal linoleum, che l'eraclite si sfaldi, che le "gomme" delle bici si secchino, che il poliuretano si indurisca e vengano colonizzato da batteri, che molte cromature di opere minimal richiedano costosi restauri...insomma alcune volte ti vien da pensarci prima di investire denaro
 
Voci torinesi raccontano che con il tempo l'olio si stacchi dal linoleum, che l'eraclite si sfaldi, che le "gomme" delle bici si secchino, che il poliuretano si indurisca e vengano colonizzato da batteri, che molte cromature di opere minimal richiedano costosi restauri...insomma alcune volte ti vien da pensarci prima di investire denaro

Ti DEVE venir voglia di pensarci prima .... e molto bene. E' un attimo e la principessa si trasforma in rospo !!!
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto