Overfitting

Perché il segnale e' maggiore del rumore, solo che l'informazione contenuta dal segnale temo sia annullata dai costi di transazione.
e no, i costi di transazione sono il rumore se pochi spicci di slippage cambiano la profittabilità da positiva a negativa...

E tu davvero pensi che sia impossibile simulare un test scientifico con tutti i crismi del caso per dimostrare l'esosita' delle opzioni rispetto al buy and hold ?
un passo avanti lo facciamo? stiamo dicendo che le opzioni sono care rispetto al B&H (e non più in assoluto)?
Però allora dovresti specificare l''"H" quanto dura.

C
 
e no, i costi di transazione sono il rumore se pochi spicci di slippage cambiano la profittabilità da positiva a negativa...

I costi di transazione non sono il rumore: sono certi ed identificabili.

Sul trading del FIB sugli ultimi 10 minuti pochi spicci di slippage possono effettivamente rovesciare la profittabilita' da positiva a negativa, mentre i costi di transazione sono di buon grado assorbiti dalla ACF(1) inversa attuale di -0,2 presente nell'ultimo anno di rilevazione.
 
Ho letto adesso.

Ma allora giochi sporco.

Nella frase di Attilio Ventura non si fa riferimento al fatto che uno deve comprare un'opzione per tenerla fino a scadenza.

Quello di cui scrivi è un caso particolarissimo dell'operatività in opzioni, per altro a mio avviso molto poco rappresentativo di come opera la maggioranza dei trader.

Dal punto di vista teorico, inoltre, l'affermazione riferita al solo B&H si scontra comunque con questo:


Ti passero' un paper di Bill Ziemba apparso in un numero della rivista di Wilmott, nel quale lo scienziato calcola l'edge su un vasto campionario di giochi: dalla roulette ai cavalli, dal black and jack (edge pero' positivo a favore del giocatore in taluni contesti !) alla borsa e ai future.

Sui future l'edge e' del 5-10%, scritto bello in chiaro.

Potresti allora affermare che un'affermazione teorica, anche se prob. empirica, sperimentale, e non ricavata deduttivamente, viene invalidata dal fatto che nessuno si sognerebbe di attuare una gestione statica dei future, perché tutti li tradano e vincono in questo modo l'edge ?
 
I costi di transazione non sono il rumore: sono certi ed identificabili.

Sul trading del FIB sugli ultimi 10 minuti pochi spicci di slippage possono effettivamente rovesciare la profittabilita' da positiva a negativa, mentre i costi di transazione sono di buon grado assorbiti dalla ACF(1) inversa attuale di -0,2 presente nell'ultimo anno di rilevazione.
mi sa che per "costi di transazione" io intendo non solo i 2/5/10 euri da dare alla banca ma anche lo slippage "costo da dare al mercato", nell'ottica di "quanto mi costa aprire/ chiudere".

C
 
Tuttavia il nostro terzo assente (che secondo me starà soffrendo forti dolori addominali in questi istanti) non ha considerato quanto piangano i MM quando il mercato diventa frenetico!!! :lol:

I forum sono belli, non solo perché sono vari ma anche perché si scoprono continuamente delle cose nuove da imparare.

Ad esempio, io pensavo erroneamente che i MM si interessassero alle opzioni per venderle care attraverso un colossale cartello che nessuno denuncia all'Antitrust, ma invece oggi sorprendentemente apprendo che lo fanno solo perché gratificati dalla frenesia che procura loro grandi emozioni :)
 
Potresti allora affermare che un'affermazione teorica, anche se prob. empirica, sperimentale, e non ricavata deduttivamente, viene invalidata dal fatto che nessuno si sognerebbe di attuare una gestione statica dei future, perché tutti li tradano e vincono in questo modo l'edge ?
Io sto affermando che una frase buttata lì così non è uno studio empirico sull'edge di una o più scommesse, bensì un dogma indimostrabile (o, se dimostrabile, tutto da studiare!).

La frase «Il problema e' che le opzioni sono carissime» non dice niente di niente, solo che nel momento esatto in cui compro un'opzione sto regalando soldi al venditore: siamo molto, molto distanti dalle casistiche di uno studio sperimentale in cui è ben esplicitato il test condotto.

Tanto più che, se anche fosse sottinteso il riferimento al B&H e confermato l'edge a favore del venditore (cosa che, a scanso di equivoci, per lunghi periodi di tempo è stata vera), verrebbe da chiedersi se questa semplice caratteristica è sufficiente ad escludere completamente uno strumento dal ventaglio delle possibilità operative.
 
Io sto affermando che una frase buttata lì così non è uno studio empirico sull'edge di una o più scommesse, bensì un dogma indimostrabile (o, se dimostrabile, tutto da studiare!).

La frase «Il problema e' che le opzioni sono carissime» non dice niente di niente, solo che nel momento esatto in cui compro un'opzione sto regalando soldi al venditore: siamo molto, molto distanti dalle casistiche di uno studio sperimentale in cui è ben esplicitato il test condotto.

Tanto più che, se anche fosse sottinteso il riferimento al B&H e confermato l'edge a favore del venditore (cosa che, a scanso di equivoci, per lunghi periodi di tempo è stata vera), verrebbe da chiedersi se questa semplice caratteristica è sufficiente ad escludere completamente uno strumento dal ventaglio delle possibilità operative.

All'ultima domanda rispondo certamente no, ma il valore atteso negativo e' una buona ipoteca per discriminare la strategia dalle strategie a valore atteso positivo per definizione, come gli arbitraggi.

Alle prime considerazioni, rispondo che la persona citata e per l'incarico er per il ruolo era probabilmente al corrente delle practice abituali dei market maker negli anni 90, per cui se qualcuno oggi mi dicesse che i tempi son cambiati (aah..quante canzoni agli inizi del 900 del secolo scorso su questo tema, quante osterie in piena epoca Marinetti si aprivano con ragione sociale il Progresso, La Speranza, ) rispetto ad allora, varrebbe a dire che i MM non quoterebbero ricarichi apprezzabili sul CCR, perché il loro unico scopo sarebbe quello di farsi venire la frenesia nelle fasi di mercato individuate da PgP.
 
Io sto affermando che una frase buttata lì così non è uno studio empirico sull'edge di una o più scommesse, bensì un dogma indimostrabile (o, se dimostrabile, tutto da studiare!).

La frase «Il problema e' che le opzioni sono carissime» non dice niente di niente, solo che nel momento esatto in cui compro un'opzione sto regalando soldi al venditore: siamo molto, molto distanti dalle casistiche di uno studio sperimentale in cui è ben esplicitato il test condotto.

Caspita, vi lascio soli mezza giornata e ..... sembra la scena dei capponi di Renzo mentre si reca da Azzeccagarbugli ....:D:D.

Sarebbe bastato costestualizzare la frase, in un mercato alle grida in cui (a quesi tempi si) il privato era essenzialmente compratore ed alcuni studi di agenti di cambio erano i MM dell'epoca (ma nessuno degli studi principali era specializzato in opzioni, ricordo tra i punti di riferimento lo studio Pirovano e pochi altri...), per capire che non ha alcuna attinenza con la realtà di oggi.

@PAT: tenderei anche a non mitizzare e/o a considerare allo stesso modo le capacità di analisi degli operatori del passato: accanto ad un Abbondio che ho avuto il piacere di conoscere ( e che in taluni casi non considerava del tutto stupido quanto avevo da dire :eek::eek:) e che era un attento e fine conoscitore dei fondamentali..... vi erano altri nomi molto noti che avevano "doti diplomatiche" e navigavano più sulle conoscenze e sui sussurri giusti (quello che oggi chiameremmo insider) che su bravura effettiva.

Comunque, che PGP non sappia chi fosse Attilio Ventura è assolutamente gustosa... :eek::eek: meriterebbe ringraziare l'off topic di PAT solo per questo... :D:D.

A Cren invece consigliamo un paio di libri di storia della Borsa, per esempio molto sintetici e veloci da leggere sono:

Affari in Piazza. La storia della borsa nel racconto dei suoi protagonisti - Tamburini Fabio - Libro - IBS - Longanesi - Il Cammeo

Piazza Affari, libro di Nino Sunseri su laFeltrinelli.it 9788830415119


giacchè essere giovani non è una colpa.... ma neppure una scusa per non studiare il passato ;):D
 
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