Puoi spacchettare il rischio in tutti i pezzettini che preferisci (anche se sa tanto di arrampicata sugli specchi

): sarà sempre la somma a fare il totale. Un po' come con le strategie!!!
Il mio problema è che la somma non me la dice nessuno, se non analizzo i singoli addendi alla somma non ci arriverò mai.
Inoltre non reputo tutti i rischi sommabili, perché purtroppo non tutti i rischi sono quantificabili.
Non posso permettermi il lusso di ignorare un rischio non quantificabile, d'altra parte ho già detto cosa faccio quando ne incontro uno.
Lo so, e ti faccio semplicemente notare che quello che tu chiami rischio (ora "fondamentale"

), lo scegli minimo esattamente sul prezzo a cui preferisci comprare. Ovvero non è rischio, ma banalmente convenienza!
(nel caso ancora non fosse chiaro, ripeto che quando scrivo "convenienza" intendo sempre e solo quella ipotizzata dal nostro modello!)
E' una maniera involuta di dire che quando compro cerco di minimizzare il rischio?
In tal caso confermo.
Della convenienza abbiamo già parlato: ti ho detto che se la definisci come P-V (o V-P se preferisci) allora è quella che io chiamavo opportunità e avevo detto fin dall'inizio essere inversamente proporzionale al rischio, per cui a maggior convenienza o sconto o opportunità corrisponde minor rischio fondamentale.
Ma ti ho fatto anche notare che proporre prezzi passati a posteriori equivale a proporre prezzi fantasia!
Sei esigente.
I prezzi passati non vanno bene.
I prezzi futuri non vanno bene (cosa c'è di più fantasioso?)
I prezzi presenti, appena li scrivo sono già passati.
Se vuoi un ticker dillo.

(se invece vuoi i prezzi passati ma ad anterori: spiacente)
Peccato però che tu abbia "aggiunto" anche "V noto e costante"!!!
Perché se V non è noto o costante, allora siamo tutti d'accordo che il rischio non è proporzionale al prezzo, giusto?
Il rischio è proporzionale a P-V
E' una relazione semplice, ma intendersi sul suo significato risultava (e risulta) stranamente complesso, per cui ho scelto di semplificarla ulteriormente proponendoti un esempio (EEMS) in cui V era costante e noto (approssimativamente), in modo che la proporzionalità si riducesse al solo prezzo.
Ma se invece assumi V noto e costante (ovvero se mio nonno ha le ruote), allora il rischio non esiste: è nullo!!! Ti resta solo la convenienza (quella che tu ti ostini a chiamare rischio)! (e 103)
Per usare i vostri "paradossi", nel disperato tentativo di essere ancora più chiara

(), vi faccio osservare che comprare a 5 qualcosa che vale 10 non significa rischiare di meno. Significa semplicemente ricevere in regalo 5!

E se te la offrono a 4, allora fa 6!
Non sono d'accordo, magari fosse così semplice.
Comprare a 5 qualcosa che
contemporaneamente puoi rivendere a 10 significa ricevere in regalo 5 (e rischiare 0).
Belli gli arbitraggi, anche meglio del value investing. Peccato che piacciano a tutti e arrivare in tempo sia difficile.
Inoltre, essendo a rischio molto ridotto (teoricamente nullo, ma nella pratica un po' di rischio c'è sempre, p.e. execution risk), anche il guadagno % solitamente è ridotto, quindi è particolarmente importante avere una struttura dei costi competitiva e (indovina) purtroppo io non ce l'ho

P.e. a volte si offrono opportunità sul long warrant short stock, ma a me lo short stock costa parecchio, non posso permettermi di tenerlo aperto per mesi volendo lucrare qlc punto % di disallineamento.
Ricordo ancora TIP mesi fa, c'era il warrant che gridava "comprami" e l'azione "vendimi", ma ho potuto dare ascolto solo al warrant, lasciando l'arbitraggio ad una certa
ABC Arbitrage (puntualmente eseguito, bravi!

)
Cosa ben diversa è comprare a 5 qlc che vale 10 con la ragionevole speranza di rivenderlo ad un prezzo più alto quando il mercato rinsavirà.
Chi scambia una ragionevole speranza per certezza verrà disilluso dalle docce fredde che gli servirà il mercato (dai che forse su questo concordiamo

).
Quindi il rischio (fondamentale) resta, ma è inferiore del rischio di comprare a 6 o addirittura a 12.
Naturalmente può essere perfettamente razionale anche comprare a 12, penso p.e. ad un market maker che ha il compito di generare liquidità su un titolo: per questo agente, il rischio fondamentale ha un ruolo molto subordinato, visto che la durata della sua esposizione è mediamente molto più breve del time frame sul quale è possibile osservare una convergenza del prezzo al valore.
Quindi se Buffett manifesta l'intenzione di ristrutturare EEMS, anche solo a se stesso, tu dici che V non cambia?
Eh sì, cambia eccome (appena lo rende noto, essendo V la
mia stima del valore e non conoscendo io le intenzioni che Buffett manifesta solo a se stesso).
Guarda, te la servo su un piatto d'argento:
V è costante finché non cambia.
Finché non sono in possesso di nuove informazioni (specifiche sul titolo oppure di carattere generale che incidono anche sul titolo), non ho elementi per dire che V sia cambiato.
Per fortuna, nella maggior parte dei titoli le informazioni necessarie a stimare V variano più lentamente del prezzo P.
Poi la fortuna va aiutata, concentrandosi su un universo investibile dove V sia "robusto" (cioè a piccole variazioni degli input corrispondono piccole variazioni degli output e la volatilità storica degli input più importanti è bassa).
Allarme, allarme!!! Disonestà intellettuale!!!
Dovrei farti eliminare dal NOM, ma per questa volta ti perdono!
Mai detto ne creduto minimamente che ad ogni variazione di P corrisponda un'identica variazione di V
Bene, siamo in due.
Prova ne è il fatto che tu sia "certo" che EEMS valga 0.006. O meno.
Ragionevolmente certo, finché non passa Buffett o un suo amico ad offrire di più.
Tu puoi anche ragionare sulla convenienza ed illuderti di poterla chiamare "rischio", ma così facendo ignorerai completamente il "vero" rischio, ovvero quello che sale quando il mercato ti viene contro: quello che potrebbe aiutarti nel caso in cui il tuo modello, ovvero la tua previsione, stesse "sbagliando"!
Stiamo parlando del rischio specifico di un singolo titolo, indipendente dal fatto che ce l'abbia o meno in portafoglio, quindi volendo essere precisino potrei dirti che qui il mercato non mi può "venire contro".
Cmq capisco il punto (don't catch a falling knife ecc.), ma ti assicuro (non per la prima volta) che del market risk ne tengo conto. Attenzionare un rischio (p.e. quello fondamentale) non significa automaticamente ignorare tutti gli altri.
Perché così facendo, come si è arrivati a ipotizzare che comprare possa essere più rischioso che vendere opzioni, si potrebbe anche arrivare a dire che incrementare al ribasso possa essere meno rischioso che incrementare al rialzo!
Assurdo, non ti pare!!!
No.