Overfitting (2 lettori)

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Beh, se proprio vogliamo escludere il 2) :D:D:D... il tertium te l'ho già spiegato, non si ragiona con un fondamentalista......:lol::lol::lol: ci deve pensare il mercato a farlo rinsavire .... :bow::-o(Value Investing: Digging Manager Graveyards Since 1900. - Alpha Architect)

Mi ero perso il link, letto solo ora. :bow:
Spiega perché (la maggioranza de)i fund manager non adottano un approccio value: troppo tracking error rispetto ai benchmark, molto più comodo un portafoglio che segue lo S&P così se va male si può dare la colpa al mercato.
E' un comportamento perfettamente razionale per un fund manager (fatto anch'io, controvoglia ma i paletti sono paletti), meno razionale affidar loro i propri soldi (a quel punto meglio minimizzare il ter, tipo future sull'indice + t-bond).

Scegliete voi cos v'aggrada, io sono per il blu:
2014-11-24-14_48_09-Microsoft-Excel-Product-Activation-Failed-Book1.png
 

GiuliaP

The Dark Side
... certo, oppure di non comprarle.... è il mantra del value investing, un pò più di rispetto per altri campi di azione che le sono estranei, Her Majesty... :lol::lol::lol:
E come si fa a non rispettarlo con religiosità? :bow:

Era un "OR": per ipotesi di partenza, eri obbligata a scegliere se fare uno O l’altro

E questo ovviamente cambia tutto!!! :-o :lol:

(e non è un esempio totalmente campato in aria, ripropone, estremizzandole, alcune dinamiche di scambi OTC).

Ora ho capito! :V Era market making!!! :V :V :V

Ed era solo un piccolo paradosso per farti capire che non si può sempre e comunque escludere qualunque collegamento tra rischio e convenienza.

Ma è normale che la convenienza finale la valuti dopo aver calcolato il rischio: non ci piove. Ma è semantica, perché la convenienza di cui parli tu quando citi paper vari e SSRN, quella che ti fa pensare di poter decidere se è meglio long o short strangle in base agli storici, quella NON è rischio! :)

...Beh, se proprio vogliamo escludere il 2)...

Ma neanche per sogno!!! :-o

...GML praticamente sovrappone i concetti di rischio e convenienza (al punto che verrebbe da chiedergli, ma se sono la stessa cosa perché gli studiosi ne hanno elaborati due distinti)…

:clap: :bow:

Eppure sovrapporre rischio e convenienza è esattamente quello che hai fatto tu quando hai cercato di sostenere, sempre attraverso paper e SSRN, ovvero gli storici, che:

1) short strangle meno rischioso di short put (o call)

2) covered call meno rischiosa di long

3) short strangle "possibilisticamente" meno rischioso di long strangle

Per questo siete arrivati entrambi all'assurdo finale di proporre più prezzi fuori mercato dello stesso bene e contemporaneamente per dimostrare l'indimostrabile :)

Per esempio qui lo fai ancora:

...le risultanze di mercato sono a disposizione di tutti, perlomeno di chi vuol trovarle.
Esempio: trovate un CTA, fondo o gestione che compri serialmente opzioni ed abbia l'anzianità di Bayou o LJM...... e poi ne riparliamo, ok?

Lo vedi? :)

Tu sei convinto che io voglia sostenere che comprare opzioni sia più conveniente che venderle, ed invece non è assolutamente così!!! Io semplicemente separo i concetti di rischio e convenienza e affermo senza alcun dubbio che comprare opzioni è meno rischioso, ma non necessariamente più conveniente, che venderle! :)

La convenienza dipende dal tuo modello: se il tuo modello, attraverso gli storici, i fondamentali, le stelle o i fondi di caffè, ti dice che vendere opzioni è vantaggioso, molto bene: il risk manager ti dirà comunque che dovrai accettare un rischio maggiore, e quindi modulare di conseguenza il tuo money management. Poi tu potrai decidere se ti "conviene" o meno accettare le condizioni.

:eek::eek::eek::eek: :mmmm::mmmm::mmmm::mmmm:

Inutile chiedere dettagli, I suppose... :help::help::help::help::D:D:D:D

Quando avete iniziato a parlare di analisi quantitativa sugli storici, avevo anticipato dall'inizio che avreste finito per sostenere l'assurdo che vendere opzioni poteva "addirittura" essere meno rischioso che comprarle.

Per me totale follia esattamente come sostenere i suddetti punti 1, 2 e 3.

Ed il tuo subconscio, per fortuna, se ne è reso conto, altrimenti avresti accettato la mia supposizione senza tremarella ai polsi e/o accuse di disonestà!!! :prr:

C'è una terza ipotesi, cioè che tu non legga attentamento ciò che scrivo.

Credimi, per il bene che ti voglio ho fatto il possibile! :bow:

Sono convinta di aver capito perfettamente quello che intendi, anche perché dal 1999 al 2005 ho osservato veramente tantissimo il mercato obbligazionario.

Quindi ti prego di credermi quando ti dico che, se ancora ritieni che io non abbia compreso e/o debba comprendere, dovresti valutare seriamente la mia ipotesi numero 2, e senza remore!!! :up:

Permettimi: quando parlavi del rischioPGP, io ho cercato di leggere attentamente i tuoi messaggi, usando senso critico sì ma anche una certa apertura mentale.

Lo riconosco, e in questo hai sicuramente superato tutti gli altri, anche se paolino, quando ti ha buttato la cima mi ha dato l'idea, stranamente :eek: :prr:, di aver compreso ancora meglio: purtroppo però non è intervenuto più.

...Insomma, pensa per un momento che potrei anche non essere totalmente stupido, ma solo mediamente stupido come gran parte degli esseri umani. ;)...

Nell'ambito della teoria della relatività generale applicata ai forum finanziari, non ti riterrei ne totalmente ne tantomeno mediamente stupido: anzi direi di parecchie misure sotto la media!!! :bow: (come anche Imar, tocca ammettere! :sad:)

Ti regalo anche io una bella citazione, da ascoltare con attenzione:

https://www.youtube.com/watch?v=3XAxsS3IwXY
 

aldiladellaldiqua

THE REAL MATRIX is ECONOMIC
E come si fa a non rispettarlo con religiosità? :bow:



E questo ovviamente cambia tutto!!! :-o :lol:



Ora ho capito! :V Era market making!!! :V :V :V



Ma è normale che la convenienza finale la valuti dopo aver calcolato il rischio: non ci piove. Ma è semantica, perché la convenienza di cui parli tu quando citi paper vari e SSRN, quella che ti fa pensare di poter decidere se è meglio long o short strangle in base agli storici, quella NON è rischio! :)



Ma neanche per sogno!!! :-o



:clap: :bow:

Eppure sovrapporre rischio e convenienza è esattamente quello che hai fatto tu quando hai cercato di sostenere, sempre attraverso paper e SSRN, ovvero gli storici, che:

1) short strangle meno rischioso di short put (o call)

2) covered call meno rischiosa di long

3) short strangle "possibilisticamente" meno rischioso di long strangle

Per questo siete arrivati entrambi all'assurdo finale di proporre più prezzi fuori mercato dello stesso bene e contemporaneamente per dimostrare l'indimostrabile :)

Per esempio qui lo fai ancora:



Lo vedi? :)

Tu sei convinto che io voglia sostenere che comprare opzioni sia più conveniente che venderle, ed invece non è assolutamente così!!! Io semplicemente separo i concetti di rischio e convenienza e affermo senza alcun dubbio che comprare opzioni è meno rischioso, ma non necessariamente più conveniente, che venderle! :)

La convenienza dipende dal tuo modello: se il tuo modello, attraverso gli storici, i fondamentali, le stelle o i fondi di caffè, ti dice che vendere opzioni è vantaggioso, molto bene: il risk manager ti dirà comunque che dovrai accettare un rischio maggiore, e quindi modulare di conseguenza il tuo money management. Poi tu potrai decidere se ti "conviene" o meno accettare le condizioni.



Quando avete iniziato a parlare di analisi quantitativa sugli storici, avevo anticipato dall'inizio che avreste finito per sostenere l'assurdo che vendere opzioni poteva "addirittura" essere meno rischioso che comprarle.

Per me totale follia esattamente come sostenere i suddetti punti 1, 2 e 3.

Ed il tuo subconscio, per fortuna, se ne è reso conto, altrimenti avresti accettato la mia supposizione senza tremarella ai polsi e/o accuse di disonestà!!! :prr:



Credimi, per il bene che ti voglio ho fatto il possibile! :bow:

Sono convinta di aver capito perfettamente quello che intendi, anche perché dal 1999 al 2005 ho osservato veramente tantissimo il mercato obbligazionario.

Quindi ti prego di credermi quando ti dico che, se ancora ritieni che io non abbia compreso e/o debba comprendere, dovresti valutare seriamente la mia ipotesi numero 2, e senza remore!!! :up:



Lo riconosco, e in questo hai sicuramente superato tutti gli altri, anche se paolino, quando ti ha buttato la cima mi ha dato l'idea, stranamente :eek: :prr:, di aver compreso ancora meglio: purtroppo però non è intervenuto più.



Nell'ambito della teoria della relatività generale applicata ai forum finanziari, non ti riterrei ne totalmente ne tantomeno mediamente stupido: anzi direi di parecchie misure sotto la media!!! :bow: (come anche Imar, tocca ammettere! :sad:)

Ti regalo anche io una bella citazione, da ascoltare con attenzione:

https://www.youtube.com/watch?v=3XAxsS3IwXY


:eek:
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Per questo siete arrivati entrambi all'assurdo finale di proporre più prezzi fuori mercato dello stesso bene e contemporaneamente per dimostrare l'indimostrabile :)
No.
Nel mio esempio sono prezzi di mercato presi in tempi diversi ma con V costante.

Credimi, per il bene che ti voglio ho fatto il possibile! :bow:
Credimi, per il bene che ti voglio ma il possibile non è stato sufficiente. ;)
Sono convinta di aver capito perfettamente quello che intendi, anche perché dal 1999 al 2005 ho osservato veramente tantissimo il mercato obbligazionario.
Sono felice per te, ma mi pare un non sequitur, visto che parlavamo di azioni.

Quindi ti prego di credermi quando ti dico che, se ancora ritieni che io non abbia compreso e/o debba comprendere, dovresti valutare seriamente la mia ipotesi numero 2, e senza remore!!! :up:
La mia perplessità nasce dal fatto che le tue obiezioni spesso non le giudico errate, ma criticano cose che io non ho detto.
:ciao:
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Beh, se proprio vogliamo escludere il 2) :D:D:D... il tertium te l'ho già spiegato, non si ragiona con un fondamentalista......:lol::lol::lol: ci deve pensare il mercato a farlo rinsavire .... :bow::-o(Value Investing: Digging Manager Graveyards Since 1900. - Alpha Architect)

Mi ero perso il link, letto solo ora. :bow:
Spiega perché (la maggioranza de)i fund manager non adottano un approccio value: troppo tracking error rispetto ai benchmark, molto più comodo un portafoglio che segue lo S&P così se va male si può dare la colpa al mercato.
E' un comportamento perfettamente razionale per un fund manager (fatto anch'io, controvoglia ma i paletti sono paletti), meno razionale affidar loro i propri soldi (a quel punto meglio minimizzare il ter, tipo future sull'indice + t-bond).

Aggiungo:
Wesley R. Gray, autore dell'articolo linkato da Imar, ha scritto un libro che consiglio caldamente (lo sto finendo): Quantitative Value
Quantitative-Value-Gray-Carlisle.png


Da poco c'è anche un ETF basato sui risultati delle ricerche di Gray (non ce l'ho in portafoglio):

ValueShares US Quantitative Value (QVAL) has an unusual history. Its creator, Drexel University finance professor Wesley Gray, began his career as a money manager while studying for his Ph.D. at the University of Chicago under Eugene Fama. Friends and family gave Gray around $3 million to run in a systematic value strategy. Gray also wrote the Empirical Finance Research blog. Eventually, he began providing free stock screeners based on academic research. He graduated to publishing his own research on stock-picking rules. It culminated in a brick of a book fittingly called Quantitative Value, coauthored with value investor Tobias Carlisle and published in late 2012. In it, the two survey the literature on stock-picking signals and synthesize their own strategy. Around the time the book was published, Gray's firm began offering tax-managed separate accounts implementing the strategy. Gray soon realized there was an even more tax-efficient vehicle: the exchange-traded fund.

Many ETFs make heavy use of a tax arbitrage enabled by the in-kind creation/redemption mechanism. When an authorized participant redeems a basket of ETF shares for the underlying securities, the ETF sponsor can select shares with the highest tax liabilities (that is, the lowest cost bases). The transaction is done "in-kind" and so is not considered a taxable event by the IRS. A clever ETF sponsor can reduce or even eliminate year-end capital gains distributions to investors. Many high-turnover ETFs have never distributed capital gains.

At least one quantitative hedge fund noticed and briefly contemplated launching high-turnover ETFs itself. However, doing so would have required daily portfolio transparency. Gray's firm made the plunge when it launched QVAL on Oct. 22, 2014.

Few funds come with expository tomes. Fewer still are comprehensive and reveal a penetrating mind. Quantitative Value demonstrates a common-sense understanding of what academics call anomalies. Academics still puzzle over how the historical outperformance of value stocks can be reconciled with asset-pricing models grounded in efficient markets. (Contrary to what some would have you believe, the notion that value stocks outperform solely because they are riskier is not the academic consensus.) Gray believes value strategies exploit behavioral biases. His true mentor is not Fama, but Benjamin Graham.
[..]

1) Start with large- and mid-cap stocks listed on the NYSE, Nasdaq, and AMEX. Exclude stocks with market caps below the 40th percentile of the NYSE. Exclude mortgage REITs, royalty trusts, ETFs, ETNs, CEFs, ADRs, and SPACs. Exclude financials.

2) Attempt to clean the universe of frauds, manipulators, and bankrupt companies. This includes stocks with operating cash flows that persistently lag net income, rapidly changing financial statement ratios, lots of leverage, and rapid sales growth.

3) Sort the remaining stocks by earnings before interest and taxes (EBIT) over total enterprise value (TEV), or EBIT/TEV, where TEV = market cap + debt - excess cash + preferreds + minority interests. Pick the top decile.

4) Assign economic moat and financial strength scores. The economic moat score is determined by long-term measures of free cash flow, return on capital, and margin. The financial strength score is a modified Piotroski F score, composed of 10 items: current profitability (3), stability (3), and recent operational improvements (4). Average the two. Pick the stocks scoring in the top half.

In back-tests, much of the strategy's value comes down to its use of EBIT/TEV, a measure popularized by investor Joel Greenblatt as a component of his "magic formula" in his 2005 The Little Book That Beats the Market. (Look beyond Greenblatt's knack for picking cringeworthy names; his book You Can Be a Stock Market Genius is lauded by many hedge fund managers as the bible on special-situations investing.) EBIT/TEV has in back-tests more discriminatory power than traditional valuation ratios like price/earnings and price/book. EBIT/TEV and its cousin EBITDA/TEV (earnings before interest, taxes, depreciation, and amortization) indicate the yield you'd get from acquiring all the equity and liabilities of a firm, or the yield you'd get if you took the firm private. EBIT/TEV is a clear improvement on P/E in that it adjusts for distortions caused by different capital structures and tax regimes.

EBIT/TEV is very hard to improve upon on paper. Standard practice for testing a valuation signal is to sort all the stocks in a universe, bucket them into deciles (lowest 10%, the next 10%, and so on), weight the stocks by market value (or equal-weight them), and repeat the procedure each year. A signal will ideally show two characteristics: 1) a wide spread in returns between the highest and lowest deciles, and 2) monotonicity, or steadily increasing returns as you move from the low to high buckets. EBIT/TEV beats signals like price/book and price/earnings in both respects, and handily.

I am less concerned about EBIT/TEV's historical results being a statistical fluke because it has logical appeal (but it's not clear to me why it should be better than EBITDA/TEV), has been identified by multiple independent researchers, and has been found in various markets and over long periods.

As far as I know, no ETF uses EBIT/TEV as a trading signal. Greenblatt launched mutual funds in 2009 that followed his "magic formula," but he merged those funds into the the new long-short funds under the Gotham name that charge 2% expense ratios. Live performance of both the Formula Investing and Gotham funds has been promising. The Gotham funds have posted stunning results over their short histories. However, if I had to choose between Greenblatt's Gotham funds and QVAL, I'd pick QVAL hands down for its 1) greater transparency, 2) lower fees, and 3) crushingly superior tax efficiency.
[..]

So, should you invest in QVAL? For investors who believe markets aren't efficient, find Gray's view of the world persuasive, and can tolerate tracking error, by all means jump in--but please read his book first. However, most investors should at most begin with a modest starter allocation until they truly believe in the process and have high confidence in Gray and his team.
 
Ultima modifica:

GiuliaP

The Dark Side
No.
Nel mio esempio sono prezzi di mercato presi in tempi diversi ma con V costante.

E che differenza fa? :)

Chiedere a posteriori cosa sia più "conveniente" e/o meno "rischioso" è assolutamente la stessa cosa!

Del resto il tuo esempio è praticamente lo stesso delle penny stock.
In pratica stai dicendo che durante il loro crollo, prima di diventare penny stock, è sempre più conveniente comprarle!!! :D

E il V costante, noto, e pari a "circa" 0 è una favoletta che puoi raccontare solo a te stesso, e soprattutto solo a posteriori! ;)

Sono felice per te, ma mi pare un non sequitur, visto che parlavamo di azioni.

Certo, ma conosco bene il tuo modo di ragionare, tipico di un obbligazionista :)

Buon anno!!! :V


Questa non mi sembra propriamente una cima! :(

La 2! La 2! :V
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
E che differenza fa? :)

Chiedere a posteriori cosa sia più "conveniente" e/o meno "rischioso" è assolutamente la stessa cosa!

Del resto il tuo esempio è praticamente lo stesso delle penny stock.
In pratica stai dicendo che durante il loro crollo, prima di diventare penny stock, è sempre più conveniente comprarle!!! :D

E il V costante, noto, e pari a "circa" 0 è una favoletta che puoi raccontare solo a te stesso, e soprattutto solo a posteriori! ;)
Ma quale a posteriori, ti dico tutto ad anteriori, ti dico oggi quale sarà il rischio domani al prezzo di domani.
Finché V non varia, il rischioGML è proporzionale al prezzo indipendentemente che il prezzo sia quello di ieri, oggi o domani.
Come anticipato una decina di post fa, puoi dirmi "non credo che tu sia capace di calcolare V".
Benissimo, io credo il contrario ma ovviamente non posso dimostratelo (quando EEMS andrà a 0,006 immagino dirai che ho solo tirato ad indovinare).

Certo, ma conosco bene il tuo modo di ragionare, tipico di un obbligazionista :)
Come no.
Immagino tu abbia capito dal mio modo di ragionare che sono un obbligazionista e dal fatto che sono un obbligazionista hai dedotto il mio modo di ragionare. :-o
Disclosure: non sono un obbligazionista, il peso delle obbligazioni nel mio portafoglio è davvero limitato, il numero di operazioni sulle stesse è ancora più limitato e il tempo che dedico al loro studio è trascurabile.


Anche a te e agli altri amici di IO
:ciao:
 

GiuliaP

The Dark Side
Ma quale a posteriori, ti dico tutto ad anteriori, ti dico oggi quale sarà il rischio domani al prezzo di domani.

Ma allora potevi dirlo subito!!! :bow:

In pratica qui ...

...è più rischioso acquistare azioni EEMS a:
1) 0,245 (max dd 19/11) ?
2) 0,182 (ultima chiusura) ?
3) 0,006 (prezzo offerto da Gala) ?

... sono tutti prezzi "ad anteriori"! :V

0.245 sarà riferito al 19/11 del 2015 (o 2016? :mumble:), e 0.182 alla chiusura di oggi!!! :bow:

Ma che sciocchina, e dire che c'era pure il grafico!!! :(

A parte gli scherzi, se tu mi proponi di scegliere tra prezzi passati, "secondo me" ragioni "a posteriori" :)

E' come se mi dicessi di scegliere a quale prezzo preferirei, o sarebbe meglio dire "avrei preferito", comprare un titolo di cui mostri il grafico passato, e ti aspettassi che ti indicassi il suo minimo! Peccato che qualunque minimo (e massimo) possa essere identificato solo ... a posteriori! :)

Da questo primo errore logico scaturisce il tuo secondo errore: ovvero quello di considerare il rischio minimo corrispondente al minor prezzo, ovvero confondere rischio e convenienza.

Eppure l'assurdo è evidente quando rifletti sul fatto che le azioni più rischiose sono quelle che valgono meno: viceversa le più care. Ed è talmente evidente che tu stesso hai tentennato quando ti ho fatto l'esempio lampante delle penny stock e delle BRK (e ti prego non mi rispondere ancora "P-V con V costante", perché in qualche modo quelle azioni ci sono pur arrivate dove sono!).

Finché V non varia, il rischioGML è proporzionale al prezzo indipendentemente che il prezzo sia quello di ieri, oggi o domani.

Ripeto ancora e ancora: finché V non varia, non esiste rischio: esiste sono convenienza, ovviamente inversamente proporzionale al prezzo, e completamente indipendente da V (ma che super fatica :().

Tuttavia in realtà mio nonno non aveva le ruote! Se EEMS prima quotava x e poi è scesa a x-y, vuol dire che prima il mercato vedeva una speranza in più, e poi l'ha persa.
V è talmente volatile da dipendere in maniera massiccia anche dalla semplice intenzione di una singola persona. Con un'idea si cambia la storia, figuriamoci una miserissima azione.

Insomma, V è talmente volatile da non poter essere mai e poi mai considerato ... una carriola! :)

...Come anticipato una decina di post fa, puoi dirmi "non credo che tu sia capace di calcolare V"...

Io sono assolutamente convinta che tu possa essere più bravo del mercato nel valutare un titolo: ma sono altrettanto convinta che non puoi valutare nessun rischio se consideri "certa" questa capacità.

Come ti ho già detto, in tal caso non avrai alcun bisogno di valutare il rischio: potrai bellamente ignorarlo, salvo poi chiamare "rischio" la "convenienza" e arrivare all'ovvio dell'ovvio che meno paghi un bene più ti conviene! :)

Del resto, come magistralmente ha fatto notare Imar, che senso ha parlare di rischio se lo si associa direttamente alla convenienza? :)

Benissimo, io credo il contrario ma ovviamente non posso dimostratelo (quando EEMS andrà a 0,006 immagino dirai che ho solo tirato ad indovinare).

Se ne sei convinto, non la compri, oppure la vendi. In tal caso puoi ignorare il rischio (che nella pratica assumi inconsciamente nullo) e chiederti semplicemente dove sarà più "conveniente" venderla: peccato però non conoscere il massimo in anticipo! :)

Insomma (e 102 :prr:): rischio e convenienza sono due cose distinte, e tu banalmente ed evidentemente le fai coincidere :)

Immagino tu abbia capito dal mio modo di ragionare che sono un obbligazionista e dal fatto che sono un obbligazionista hai dedotto il mio modo di ragionare.

Cos'è, di nuovo la proprietà commutativa del principio di causa ed effetto? :lol:

Disclosure: non sono un obbligazionista, il peso delle obbligazioni nel mio portafoglio è davvero limitato, il numero di operazioni sulle stesse è ancora più limitato e il tempo che dedico al loro studio è trascurabile.

Sinceramente non pensavo che chiamarti "obbligazionista" potesse offenderti, e se ho sbagliato chiedo venia :bow:

Semplicemente mi hai dato quell'idea :)

P.S. Olè, anche il 2015 è iniziato bene!!! :V
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Ma allora potevi dirlo subito!!! :bow:
In pratica qui ...
... sono tutti prezzi "ad anteriori"! :V

0.245 sarà riferito al 19/11 del 2015 (o 2016? :mumble:), e 0.182 alla chiusura di oggi!!! :bow:

Ma che sciocchina, e dire che c'era pure il grafico!!! :(

A parte gli scherzi, se tu mi proponi di scegliere tra prezzi passati, "secondo me" ragioni "a posteriori" :)
Ingrata, ti ho messo anche un prezzo futuro (0.006), uno sforzo di chiaroveggenza in cui raramente mi produco. :D
Ma non è questo il punto, stiamo parlando del rischio non del prezzo ed è il rischio che è determinabile ad anteriori per ogni livello di prezzo.
Altra ovvietà: non lo aggiungo ogni volta ma quando qui parlo di rischio intendo la sola componente fondamentale, che non è l'unica.

E' come se mi dicessi di scegliere a quale prezzo preferirei, o sarebbe meglio dire "avrei preferito", comprare un titolo di cui mostri il grafico passato, e ti aspettassi che ti indicassi il suo minimo! Peccato che qualunque minimo (e massimo) possa essere identificato solo ... a posteriori! :)
Assolutamente no, non ti chiedo a quale livello tu preferisca acquistare, non stiamo parlando di questo.
Mi chiedo invece quale livello di rischio fondamentale associare a ciascun livello di prezzo.
Ti ho allegato il grafico e scelto tre livelli perché mi avevi accusato di scegliere prezzi fantasia.
Ma ripeto: la funzione rischio fondamentale è definita su tutto l'intervallo dei prezzi (proprio come la funzione rischioPGP).


Da questo primo errore logico scaturisce il tuo secondo errore: ovvero quello di considerare il rischio minimo corrispondente al minor prezzo, ovvero confondere rischio e convenienza.

Eppure l'assurdo è evidente quando rifletti sul fatto che le azioni più rischiose sono quelle che valgono meno: viceversa le più care. Ed è talmente evidente che tu stesso hai tentennato quando ti ho fatto l'esempio lampante delle penny stock e delle BRK (e ti prego non mi rispondere ancora "P-V con V costante", perché in qualche modo quelle azioni ci sono pur arrivate dove sono!).
E come faccio a non ripeterti per l'ennesima volta che la funzione rischio è proporzionale a P-V ?
E' così, non puoi ignorare il termine più importante di una funzione e pretendere che continui a mantenere lo stesso significato.
L'affermazione che il rischio sia proporzionale al prezzo (senza aggiungere altro) è talmente ridicola che provo un certo stupore a dover dire per l'ennesima volta che:
1) non è così;
2) non ho mai pensato che fosse così;
3) non ho mai detto che fosse così.

Davvero puoi pensare che io ritenga un titolo, p.e. AAPL, molto meno rischioso il giorno dopo lo split rispetto al giorno prima?
Il rischio sarebbe diminuito di 7 volte perché uso cifre diverse per rappresentare la stessa cosa?
Suvvia...
Devo anche specificare che lo stesso titolo non ha un rischio maggiore se il suo prezzo lo esprimo in yen invece che in dollari? :-o

Ripeto ancora e ancora: finché V non varia, non esiste rischio: esiste sono convenienza, ovviamente inversamente proporzionale al prezzo, e completamente indipendente da V (ma che super fatica :().

Tuttavia in realtà mio nonno non aveva le ruote! Se EEMS prima quotava x e poi è scesa a x-y, vuol dire che prima il mercato vedeva una speranza in più, e poi l'ha persa.
V è talmente volatile da dipendere in maniera massiccia anche dalla semplice intenzione di una singola persona. Con un'idea si cambia la storia, figuriamoci una miserissima azione.

Insomma, V è talmente volatile da non poter essere mai e poi mai considerato ... una carriola! :)
E' il prezzo P ad essere volatile, V lo è molto meno e non dipende dalle intenzioni delle persone bensì dall'attualizzazione dei flussi futuri (DCF).
Cmq liberissima di credere che ad ogni variazione di P corrisponda un'identica variazione di V.

Io sono assolutamente convinta che tu possa essere più bravo del mercato nel valutare un titolo: ma sono altrettanto convinta che non puoi valutare nessun rischio se consideri "certa" questa capacità.
Infatti non la considero certa e non ho mai detto di considerarla certa (per favore non muovere critiche del tutto legittime a cose che non ho mai detto, la comunicazione è già abbastanza difficile senza questo ulteriore scoglio)
Come ti ho già detto, in tal caso non avrai alcun bisogno di valutare il rischio: potrai bellamente ignorarlo, salvo poi chiamare "rischio" la "convenienza" e arrivare all'ovvio dell'ovvio che meno paghi un bene più ti conviene! :)
Che fosse ovvio l'ho detto fin da subito, infatti per me era un argomento da aprire e chiudere in due righe, invece è pagine e pagine che ne parliamo perché non c'è ovvio che sia abbastanza ovvio da non sollevare nugoli di obiezioni.

Del resto, come magistralmente ha fatto notare Imar, che senso ha parlare di rischio se lo si associa direttamente alla convenienza? :)
Se ti rendo più felice chiamare "convenienza" quello che io chiamo rischio fondamentale allora sono più che felice di associarmi e chiudere l'argomento.

Se ne sei convinto, non la compri, oppure la vendi. In tal caso puoi ignorare il rischio (che nella pratica assumi inconsciamente nullo) e chiederti semplicemente dove sarà più "conveniente" venderla: peccato però non conoscere il massimo in anticipo! :)

Insomma (e 102 :prr:): rischio e convenienza sono due cose distinte, e tu banalmente ed evidentemente le fai coincidere :)
Se tu chiami convenienza (P-V) allora effettivamente assomiglia molto al mio concetto di rischio fondamentale, visto che avevo detto che quest'ultimo è proporzionale a (P-V). :up:
Avevo anche detto che in questa istanza rischio e opportunità si muovono all'unisono, ma se al posto della parola opportunità preferisci usarne un'altra (in passato era upside risk, ora è convenienza), che tu sia la benvenuta.
Per me è indifferente, cercavo di chiarire un processo di investimento, non di compilare un vocabolario.

Sinceramente non pensavo che chiamarti "obbligazionista" potesse offenderti, e se ho sbagliato chiedo venia :bow:

Semplicemente mi hai dato quell'idea :)
Nessuna offesa, semplicemente a volte perfino le Sue idee Maestà trovano un riscontro solo parziale nella realtà dei fatti. ;)
P.S. Olè, anche il 2015 è iniziato bene!!! :V
Ottimamente :eeh:
 

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