Luciom
Nuovo forumer
Inizio dicendo che a mio avviso la dicotomia value investing / risk management mi parte forzata e artificiale.
Come accennava Cren un buon risk management applicato al value non è altro che vedere cosa direbbe il modello se (a braccio) rendiamo molto prudenziali le stime di tutto ciò che abbiamo infilato nel modello per scontare i flussi di cassa futuri.
Non credo che un value investor si arrabbierebbe di fronte all'evidenza che, in alcuni casi, basta ridurre per esempio di poco il tasso di crescita finale degli utili "all'infinito" per rendere -EV il suo ingresso. Anzi ringrazierebbe.
O anche, se viene aggiunto al modello uno "sconto rischio politico" quando si fa notare che l'organismo di controllo relativo a quella società potrebbe "impazzire" (vedi caso SNAM recentissimo).
Come accennava Cren un buon risk management applicato al value non è altro che vedere cosa direbbe il modello se (a braccio) rendiamo molto prudenziali le stime di tutto ciò che abbiamo infilato nel modello per scontare i flussi di cassa futuri.
Non credo che un value investor si arrabbierebbe di fronte all'evidenza che, in alcuni casi, basta ridurre per esempio di poco il tasso di crescita finale degli utili "all'infinito" per rendere -EV il suo ingresso. Anzi ringrazierebbe.
O anche, se viene aggiunto al modello uno "sconto rischio politico" quando si fa notare che l'organismo di controllo relativo a quella società potrebbe "impazzire" (vedi caso SNAM recentissimo).