Overfitting (4 lettori)

C'è da considerare qualche piccolissimo, insignificante, insulso, trascurabile bias, come ad esempio il "survivorship", ma per il resto ti permettiamo, come sempre, tutte le eresie che vuoi!!! :up: :lol:

Ciao.

Volevo inviarti un messaggio privato, ma non riesco: forse hai la cartell apiena, o li hai bloccati.

Un abbraccio.
 
Carissimo! :bow:

Puoi scrivere qui? :-?
(in questo thread il pyrla è bannato, tranquillo)



:lol:

"...
Del resto io lo dico e lo ripeto da sempre che la risorsa più importante non sono i soldi, ma il tempo; soprattutto a tutte le volpi che credono siano indispensabili grossi capitali per fare trading!"

Ciao cara, carissima, carissimissimaaaa!!!

Copio incollo il messaggio che ti ho inviato sull'altro forum.

Prima di tutto, lascia che ti ricordi l'immensa stima che provo per te; ormai, pur di leggerti, vado spulciando il web in cerca anche solo di puntini sospensivi che, ad esempio, potresti aver lasciato come commento ad un post di ernesto (a proposito: ma un cuore ce l'hai? :down: almeno una gliela lasci vincere? :D ... fantastica la "cazziata" che s'è beccato da Boldrin :lol:).
Detto questo, e sperando che non mi denuncerai per stalking, mi hanno un po' stupito le parole che ho sopra riportato.
Da un po' ho ripreso a fare trading: come passatempo, più che altro, con molto distacco, certo, senza dogmi, usando size adeguate, molta, moltissima automazione e leva pressoché nulla, ma... "capitale poco adeguato", almeno poco adeguato rispetto alla convinzione che ho che un conto dedicato al trading debba essere tale da farmi restare solvibile sempre, qualora decidessi di mantenere le mie posizioni.

Poi leggo le tue parole (inutile ripeterlo, per me sono vangelo) e mi è passata la voglia di rimpinguare il conto.
Ecco, alla fine della fiera, mi spieghi perché "grossi capitali", tutto sommato non sono necessari?

Grazie.
 

GiuliaP

The Dark Side
"...
Del resto io lo dico e lo ripeto da sempre che la risorsa più importante non sono i soldi, ma il tempo; soprattutto a tutte le volpi che credono siano indispensabili grossi capitali per fare trading!"

Ciao cara, carissima, carissimissimaaaa!!!

Copio incollo il messaggio che ti ho inviato sull'altro forum.

Prima di tutto, lascia che ti ricordi l'immensa stima che provo per te; ormai, pur di leggerti, vado spulciando il web in cerca anche solo di puntini sospensivi che, ad esempio, potresti aver lasciato come commento ad un post di ernesto (a proposito: ma un cuore ce l'hai? :down: almeno una gliela lasci vincere? :D ... fantastica la "cazziata" che s'è beccato da Boldrin :lol:).
Detto questo, e sperando che non mi denuncerai per stalking, mi hanno un po' stupito le parole che ho sopra riportato.
Da un po' ho ripreso a fare trading: come passatempo, più che altro, con molto distacco, certo, senza dogmi, usando size adeguate, molta, moltissima automazione e leva pressoché nulla, ma... "capitale poco adeguato", almeno poco adeguato rispetto alla convinzione che ho che un conto dedicato al trading debba essere tale da farmi restare solvibile sempre, qualora decidessi di mantenere le mie posizioni.

Poi leggo le tue parole (inutile ripeterlo, per me sono vangelo) e mi è passata la voglia di rimpinguare il conto.
Ecco, alla fine della fiera, mi spieghi perché "grossi capitali", tutto sommato non sono necessari?

Grazie.

Non capisco i tuoi dubbi.

I grossi capitali sono indispensabili per campare di rendita, non certo per fare trading! :)

P.S. Come sempre lusingata, e come sempre immeritevole! ;)
 

Cren

Forumer storico
Una domanda per GiveMeLeverage per soddisfare una mia curiosità in merito all'uso dell'approccio "fondamentale" nel caso dell'equity (premesso che nemmeno mi piace distinguere tra "fondamentale" e "non" ma che preferisco pensare che più in generale si cerchi un modo per attribuire un prezzo 'fair' a strumenti di qualsivoglia genere).

Non penso sia peregrino affermare che uno strumento fondante del tuo approccio, così come di quello di alcuni dei tuoi "maestri" in letteratura, può essere schematizzato in un metodo DCF - e ne abbiamo accennato anche in passato senza particolari incomprensioni.

Ovviamente a fare la differenza tra gli investitori che usano questo approccio sarà il modo di gestire tutte le variabili aleatorie coinvolte nel processo: per arrivare a dei flussi di cassa un fatturato va previsto, l'evoluzione dei costi va prevista, i bilanci in generale vanno previsti... e questo solo per il "numeratore" dell'equazione; perché poi, anche a parità di previsioni, il costo del capitale non è deterministico e può influenzare pesantemente ogni prospettiva di redditività futura, così come la scelta del valore terminale e tanto altro che riguarda anche la distribuzione finale dei flussi di cassa agli azionisti (FCFE) impatta pesantemente sul risultato finale.

Però diciamo che, anche senza impazzire con SQL e/o fogli Excel e/o altro, tutto questo nella tua testa si forma quantomeno a livello qualitativo quando ti si accende la lampadina che una Società merita un occhio di riguardo (questo immagino accada anche nella testa di Buffet che se ne torna a casa su un aereo privato dopo la famosa chiacchierata di sei ore col management della sua nuova osservata speciale).

Veniamo alla mia domanda.

Premessa: poiché tu non hai nessun benchmark da seguire istituzionalmente (e sperabilmente battere) come può avere un gestore "value" professionista, nessuno ti obbliga a startene investito e quindi puoi stare liquido quanto tempo ti pare in attesa di qualsiasi cosa reputi una occasione.

Fatta la premessa, per quale motivo il tuo approccio non dovrebbe esaurirsi in:
- valutare il più elevato numero possibile di Società mediante DCF sotto worst case scenario;
- determinare un FV in detto scenario per ogni Società;
- fare bid in leva a quel prezzo su tutti quei titoli per i quali il mercato accetta l'inserimento di ordini così distanti dal prezzo di riferimento (o vendita di Put sintetiche su quello strike, in effetti entrare secco solo sullo strike è solo un caso particolare di Delta).
Se poi ti senti particolarmente fiducioso nei tuoi strumenti previsionali, puoi anche scegliere uno scenario 'probabile' rispetto al peggiore possibile, no? Però non mi pare che tu faccia questo tutti i giorni: segno che inconsciamente percepisci dei rischi che non riusciresti a quantificare in quel modo, pigrizia (spero di no!), difficoltà organizzative o..? :D
 
Ultima modifica:

GiveMeLeverage

& I will remove the world
Una domanda per GiveMeLeverage per soddisfare una mia curiosità in merito all'uso dell'approccio "fondamentale" nel caso dell'equity (premesso che nemmeno mi piace distinguere tra "fondamentale" e "non" ma che preferisco pensare che più in generale si cerchi un modo per attribuire un prezzo 'fair' a strumenti di qualsivoglia genere).

Non penso sia peregrino affermare che uno strumento fondante del tuo approccio, così come di quello di alcuni dei tuoi "maestri" in letteratura, può essere schematizzato in un metodo DCF - e ne abbiamo accennato anche in passato senza particolari incomprensioni.

Ovviamente a fare la differenza tra gli investitori che usano questo approccio sarà il modo di gestire tutte le variabili aleatorie coinvolte nel processo: per arrivare a dei flussi di cassa un fatturato va previsto, l'evoluzione dei costi va prevista, i bilanci in generale vanno previsti... e questo solo per il "numeratore" dell'equazione; perché poi, anche a parità di previsioni, il costo del capitale non è deterministico e può influenzare pesantemente ogni prospettiva di redditività futura, così come la scelta del valore terminale e tanto altro che riguarda anche la distribuzione finale dei flussi di cassa agli azionisti (FCFE) impatta pesantemente sul risultato finale.

Però diciamo che, anche senza impazzire con SQL e/o fogli Excel e/o altro, tutto questo nella tua testa si forma quantomeno a livello qualitativo quando ti si accende la lampadina che una Società merita un occhio di riguardo (questo immagino accada anche nella testa di Buffet che se ne torna a casa su un aereo privato dopo la famosa chiacchierata di sei ore col management della sua nuova osservata speciale).

Veniamo alla mia domanda.

Premessa: poiché tu non hai nessun benchmark da seguire istituzionalmente (e sperabilmente battere) come può avere un gestore "value" professionista, nessuno ti obbliga a startene investito e quindi puoi stare liquido quanto tempo ti pare in attesa di qualsiasi cosa reputi una occasione.

Fatta la premessa, per quale motivo il tuo approccio non dovrebbe esaurirsi in:
- valutare il più elevato numero possibile di Società mediante DCF sotto worst case scenario;
- determinare un FV in detto scenario per ogni Società;
- fare bid in leva a quel prezzo su tutti quei titoli per i quali il mercato accetta l'inserimento di ordini così distanti dal prezzo di riferimento (o vendita di Put sintetiche su quello strike, in effetti entrare secco solo sullo strike è solo un caso particolare di Delta).
Se poi ti senti particolarmente fiducioso nei tuoi strumenti previsionali, puoi anche scegliere uno scenario 'probabile' rispetto al peggiore possibile, no? Però non mi pare che tu faccia questo tutti i giorni: segno che inconsciamente percepisci dei rischi che non riusciresti a quantificare in quel modo, pigrizia (spero di no!), difficoltà organizzative o..? :D

La maggior parte delle società che seguo non hanno opzioni con spread ragionevolmente stretti (qlc ha dei warrant, ma qui l'argomento cambia).
Potrei inserire ordini condizionati al prezzo da me reputato interessante, ma preferisco farlo quando il prezzo di mercato si avvicina al prezzo fair.
Imho l'obiettivo non dovrebbe essere riempire il mondo di ordini ma individuare quelle 2-3 (10-15, dipende dai gusti) realtà interessanti e seguirle bene, a quel punto poco importa se non ho l'ordine inserito perché se non la compro oggi posso farlo benissimo domani.
 
Ultima modifica:

Cren

Forumer storico
La maggior parte delle società che seguo non hanno opzioni con spread ragionevolmente stretti (qlc ha dei warrant, ma qui l'argomento cambia).
Infatti ho scritto «sintetiche», quindi in soldoni si può anche iniziare un prudenziale accumulo su discesoni pur se non esattamente sullo strike :)= FV) visto che il Delta sarà comunque maggiore di zero.

Vabbè, comunque non è questo che è importante, andiamo oltre.
Potrei inserire ordini condizionati al prezzo da me reputato interessante, ma preferisco farlo quando il prezzo di mercato si avvicina al prezzo fair.
Imho l'obiettivo non dovrebbe essere riempire il mondo di ordini ma individuare quelle 2-3 (10-15, dipende dai gusti) realtà interessanti e seguirle bene, a quel punto poco importa se non ho l'ordine inserito perché se non la compro oggi posso farlo benissimo domani.
Non hai però risposto alla domanda principale: si esaurisce o non si esaurisce il tuo approccio in un DCF? E come gestisci il rischio legato all'aleatorietà delle tue valutazioni? Worst case o..? :)

In fondo, se ci pensi bene, io posso attribuire a tutte le Società di questo mondo un FV assumendo che da oggi in avanti tutti i FCFE siano sempre nulli, ma questo non significa necessariamente che io abbia individuato un 'floor' naturale al prezzo (sottoscrivere un a.d.c. pena diluizione di ricchezza è ad esempio il caso in cui il CF per un azionista diventa... negativo!).
 
Ultima modifica:

hunsen

Nuovo forumer
Il problema non è catturare proprietà: il problema è isolarle dal rumore.
premetto che c'è un alto rischio che io dica delle sciocchezze, e mi scuso nel caso..ma mi ci butto uguale:

per rumore si intende un comportamento completamente random?
non è possibile che il rumore abbia anch'esso proprietà(essere random) in qualche modo modellabili?
a questo proposito mi è venuto in mente un parallelo con le leggi fisiche, cioè statistiche, relative ad esempio al principio di diffusione dove il comportamento di ogni singolo atomo è completamente casuale e percio' si deduce tale principio :pozione::pozione:
 
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GiveMeLeverage

& I will remove the world
Infatti ho scritto «sintetiche», quindi in soldoni si può anche iniziare un prudenziale accumulo su discesoni pur se non esattamente sullo strike :)= FV) visto che il Delta sarà comunque maggiore di zero.

Vabbè, comunque non è questo che è importante, andiamo oltre.

Non hai però risposto alla domanda principale: si esaurisce o non si esaurisce il tuo approccio in un DCF? E come gestisci il rischio legato all'aleatorietà delle tue valutazioni? Worst case o..? :)

In fondo, se ci pensi bene, io posso attribuire a tutte le Società di questo mondo un FV assumendo che da oggi in avanti tutti i FCFE siano sempre nulli, ma questo non significa necessariamente che io abbia individuato un 'floor' naturale al prezzo (sottoscrivere un a.d.c. perna diluizione di ricchezza è ad esempio il caso in cui il CF per un azionista diventa... negativo!).

Il DCF teoricamente è perfetto ma nella pratica non mi piace perché richiede troppe ipotesi sul futuro (notoriamente incerto).
Preferisco basarmi sul passato (multipli).
 

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