dopo aver destabilizzato l'europa e non aver imparato la lezione....
bisogna essere scellerati a sostenere l' imperialismo americano
Manovre aeronavali cinesi nello Stretto di Taiwan. «È la risposta al segnale sbagliato degli Stati Uniti sulla questione taiwanese», ha detto un portavoce del Comando del Teatro orientale delle forze armate di Pechino.
È un segnale politico quello che ha spinto la Cina a mostrare i muscoli: ieri a Taipei è arrivata una delegazione di sei senatori americani che hanno incontrato oggi, venerdì 15 aprile, la presidente taiwanese Tsai Ing-wen.
«
Sono giochi pericolosi e chi scherza con il fuoco si brucerà», ha concluso il portavoce militare cinese ripetendo la posizione del governo e annunciando che l’Esercito popolare di liberazione ha coordinato un’operazione dimostrativa di pattugliamento condotta da navi, aerei da caccia e bombardieri nello Stretto che divide la Cina da Taiwan e intorno alla zona orientale dell’isola.
Niente di nuovo per Taipei, che è abituata a veder sfilare di fronte alle sue coste le unità della Marina cinese (l’ultima volta lo scorso novembre per la visita a Taipei di un’altra delegazione del Congresso Usa).
Da tempo l’isola fa i conti con le incursioni continue dell’Aeronautica di Pechino nella sua «zona di identificazione aerea»: l’anno scorso sono state segnalate circa 900 intrusioni nei cieli intorno a Taiwan.
Anche Taipei sta accelerando i preparativi per l’eventuale difesa. Il governo sta richiamando i riservisti per periodi di aggiornamento più lunghi rispetto al passato. La Difesa ha diffuso un libretto di 28 pagine con istruzioni per la popolazione in caso di attacco cinese. Questa settimana nel cielo sopra Taipei si sono visti caccia taiwanesi che simulavano una reazione a un’aggressione: l’esercitazione si è svolta tra le cinque del mattino e le sette, senza preavviso per la popolazione, per abituarla a tempi difficili.
Gli Stati Uniti
trattano la sicurezza di Taiwan con la dottrina della «ambiguità strategica» : formalmente riconoscono solo la Repubblica popolare cinese, ma una legge del 1979 impone all’Amministrazione americana di fornire all’isola i mezzi militari per la propria difesa.
Nessun presidente ha mai chiarito se l’America si batterebbe contro la Cina per soccorrere Taiwan, ma recentemente Joe Biden ha detto più volte che l’impegno per la democrazia taiwanese «è solido come la roccia». Il consigliere per la Sicurezza nazionale,
Jake Sullivan (scuola clinton), ha detto oggi che gli Stati Uniti faranno di tutto perché un’invasione di Taiwan da parte della Cina «non possa mai accadere».
Il segnale non è piaciuto a Pechino. Come non sono piaciute le parole dei senatori arrivati a Taipei. «Gli Stati Uniti sono al vostro fianco e non vi lasceranno soli, perché abbandonare Taiwan
sarebbe abbandonare democrazia e libertà», (
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) ha detto il senatore repubblicano Lindsey Graham a Tsai. Il senatore Bob Menendez, che è presidente della Commissione esteri, ha osservato che l’isola è anche un polo tecnologico di importanza globale, perché produce il 90% dei semiconduttori utilizzati nel mondo (
falso, circa meta' ma molto meno in futuro) ; è «un Paese» che non può essere perso, ha concluso il democratico Menendez.
Chiamare Taiwan «un Paese» è una provocazione, secondo Pechino, perché l’isola è considerata una provincia che fa parte di quell’Unica Cina che anche gli Stati Uniti riconoscono formalmente.
La stampa cinese questa mattina scrive che la Repubblica popolare non cederà alle pressioni americane
né sul fronte di Taiwan né su quelle delle relazioni amichevoli con la Russia.
A Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri nel briefing quotidiano per la stampa ha ribadito che «Taiwan è parte inalienabile della Cina, la riunificazione ci sarà; quella dell’isola è una questione interna e non è assolutamente paragonabile alla situazione dell’Ucraina»
Pechino ha mosso navi e aerei dopo che sei senatori statunitensi sono andati in visita sull’isola: «L’America vi difende, faremo di tutto perché un’invasione cinese non possa mai accadere». E Taipei accelera i preparativi per contrastare un eventuale attacco
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