Da qualche giorno, infatti,
la posizione di Zelensky “appare sempre più oltranzista sulla pelle dei propri cittadini”. Secondo Carnelos è ormai evidente che Crimea e Donbass sono perdute, così come “probabilmente anche il Sud del Paese”. Perché allora non accettare la realtà dei fatti e firmare un armistizio? “
Che senso ha prolungare l’agonia?“, insiste l’ambasciatore in una lettera a
Dagospia. “É Zelensky che ha subito una metamorfosi? È condizionato (minacciato) da oltranzisti interni? Oppure è etero-diretto da Washington e Londra che hanno interesse – adesso che hanno visto le debolezze russe – che Mosca sanguini e si impantani il più possibile in Ucraina”. In fondo solo un giorno fa
il Times è arrivato a chiedere ai governi di Usa e Gran Bretagna di armare ancora Kiev affinché “finisca il lavoro” e magari provochi
quel “regime change” al Cremlino invocato da Biden.
“Ho la sensazione che qualcuno voglia combattere la Russia fino all’ultimo ucraino o, addirittura, fino all’ultimo europeo”, dice Carnelos. Un allarme già lanciato da
Toni Capuozzo e da altri, subito però additati come “putinisti”. Occhio però a non tirare troppo la corda: “Zelensky – conclude l’ambasciatore – sta, forse inconsapevolmente, dirigendosi verso un autodistruttivo punto di non ritorno”.
La guerra in fase di stallo, avanzano i negoziati. Marco Carnelos sulla posizione di Kiev: "Che senso ha prolungare l'agonia?"
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