male male male male...ma dove li trovate i voti per arrivare al 25% ?
La finta dell’arrivo trafelata in Comune, il prevedibile scorno dell’umiliato e offeso Malagò, la conferenza stampa con la claque grillina (in prima fila ad applaudire Paola Muraro),
fanno parte di una messinscena preparata a tavolino, di una precisa strategia comunicativa e politica imposta da Beppe Grillo.
Jacopo Jacoboni de La Stampa, fra i più informati di cose grilline, la spiega così.
È così che si è giunti a un evento per dire no al grande evento: questo è stata la buca di Virginia Raggi a Giovanni Malagò.
Una messinscena, questa o un’altra, era stata del resto studiata (era da giorni che si organizzava qualcosa di «mediaticamente eclatante»), e serviva a due cose.
Uno, dare ai fan l’immagine della sindaca che si erge contro i poteri forti e impone loro umiliante anticamera (in altre parole, un’arma di distrazione di massa).
Due, a farsi vedere di nuovo originari e puri.
Detto in altre parole, Grillo è una specie di ago della bilancia di una partita cruciale in corso, che non è la Raggi in sé, ma è:
che tipo di Movimento deve tentare la corsa al potere, un Movimento-più-Movimento o il Movimento-partito?
Dire no alle Olimpiadi, al momento, era l’unica strada per tenere insieme questa sfida in corso senza che si sfasciasse tutto ancora prima della kermesse di Palermo, Italia 5 stelle.