Recessione futura? sì-no? (3 lettori)

lobotomy

Forumer attivo
Le cose verranno sistemate dall'alto, fra 2 mesi ci sono le elezioni in America, per allora tutti dovranno trovare il sorriso e la tranquillità per fare il loro dovere ai seggi del voto.

Mantenete la calma, non svendete quello che avete in mano ora, ci si pente sempre dopo, gli squali che sanno come vanno queste cose, vi aspettano al varco per succhiarvi la linfa a prezzi da mercatino delle pulci.
 

lobotomy

Forumer attivo
Cari Amici ieri a -4,8% SPMIB ho incrementato...........

Oggi a -2,4% ho incrementato.........

Dalla cupezza dei forum leggo pensieri corti in attesa di livelli estremamente inferiori e di un trend di medio profondamente a ribasso..................

Che errore.
 

lobotomy

Forumer attivo
Ragazzi cari se si vuole guadagnare in borsa, bisogna rischiare e guardare verso il futuro, fare solo dell'intraday e rischiare cifrette ridicole sul breve con decine di operazioni settimanali , da solo il via a pesanti commissioni e a rischi di inversioni veloci con mangia stop loss.
Si perde poco daccordo, ma in continuazione e quando si guadagna si guadagna poco, un arrotondamento , ma per arrotondare si presuppone che molti di voi abbiano un occupazione a tempo pieno fuori dal trader, ma se il trader prende + di 8 ore di tempo della propria giornata mi pare cosa difficile.
Si daccordo, non c'è il collega stronzo e il capoufficio schiavista che vi prendon per la giacchetta e vi offendono quotidianamente, ma il futuro si crea in 2 modi.
O si sgobba o si rischia.


Per me molti individui non fanno ne l'una ne l'altra cosa, sbagliando evidentemente.

Bisogna mettere in conto pesanti perdite daccordo...........Ma l'esperienza può anche farti decidere di incrementare in giornate come queste e certo non dilapidare tutto sotto emotività.
Le notizie borsistiche si susseguono incalzanti a manovrare un mercato che altrimenti non avrebbe ragion d'essere, si specula sull'economia reale, si da la colpa al petrolio al dollaro, poi si cambia target dal dollaro e petrolio si passa alle crisi bancarie, poi tutto d'un tratto termina tutto, tutto è sistemato ( vedi grosso rialzo da marzo a maggio, per molti non giustificato) e poi ci si ripresenta il dramma sotto forma di altro.

Avete mesi e mesi di splendido rialzo davanti a voi, ma dovete sfruttarlo almeno fino alla prossima estate coerentemente , senza disperdere inutili forze ed inutili risorse inseguendo una Babilonia che non c'è.

Questo post sarà ripresentato al momentio opportuno, intanto fa fede nero su bianco che alcune notizie da me sono state distrinuite nel momento peggiore , stiamo perdendo il 6% sul SPMIB in due giorni, una banca centenaria è fallita, notizie di altri fallimenti sono in agguato, tutto ècupo, tutto rema contro............E' il 9 settembre del 2008, sono le ore 14:35, perdiamo il 2,75% sul spmib , ieri il 3,66% , il nikkei stanotte ha chiuso a -5%.
L'orizzonte è nero.............Ma dietro c'è sempre una nuova alba che sta per nascere.
 

tontolina

Forumer storico
tratto da
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5212


PIU' DI 1000 MILIARDI DI DOLLARI SCOMMESSI SUL FALLIMENTO DI SINGOLI STATI

DAL GEORGE WASHINGTON'S BLOG

Il Depository Trust and Clearing Corporation ha rilasciato oggi al pubblico alcune informazioni sui Credit Default Swaps.

Ci sono ancora in sospeso $33000 miliardi di dollari in CDS, persino dopo il saldo dei CDS della Lehman CDS.

Di questi, circa 1500 miliardi di dollari riguardano "Stati/Organismi Sovrani", in altre parole, nazioni. Ecco alcuni degli stati contro cui sono stati scommessi i CDS e l'ammontare delle scommesse:

Nazione
Valore Lordo Nominale (dollari USA)
ARGENTINE REPUBLIC
$54,898,977,416
BOLIVARIAN REPUBLIC OF VENEZUELA
50,229,525,972
CZECH REPUBLIC
4,667,167,370
FEDERAL REPUBLIC OF GERMANY
37,704,802,794
FEDERATIVE REPUBLIC OF BRAZIL
147,282,298,727
FRENCH REPUBLIC
21,294,685,660
HELLENIC REPUBLIC
34,412,341,491
PEOPLE'S REPUBLIC OF CHINA
18,734,303,665
KINGDOM OF BELGIUM
12,370,019,800
KINGDOM OF DENMARK
4,158,419,764
KINGDOM OF NORWAY
2,152,552,000
KINGDOM OF SPAIN
61,362,202,916
KINGDOM OF SWEDEN
5,238,151,800
KINGDOM OF THAILAND
16,449,099,545
KINGDOM OF THE NETHERLANDS
4,473,401,700
REPUBLIC OF AUSTRIA
15,107,279,147
REPUBLIC OF BULGARIA
15,755,279,062
REPUBLIC OF CHILE
2,876,548,199
REPUBLIC OF COLOMBIA
30,514,869,250
REPUBLIC OF CROATIA
4,119,321,657
REPUBLIC OF ECUADOR
5,800,607,000
REPUBLIC OF ESTONIA
2,177,002,324
REPUBLIC OF FINLAND
3,696,135,200
REPUBLIC OF HUNGARY
32,763,644,099
REPUBLIC OF ICELAND
8,808,204,575
REPUBLIC OF INDONESIA
30,459,955,229
REPUBLIC OF ITALY
148,617,213,985
REPUBLIC OF KAZAKHSTAN
23,182,954,247
REPUBLIC OF KOREA
49,254,188,100
REPUBLIC OF LATVIA
6,281,734,552
REPUBLIC OF LITHUANIA
3,216,066,342
REPUBLIC OF PANAMA
6,554,952,966
REPUBLIC OF PERU
19,660,717,899
REPUBLIC OF POLAND
16,450,839,456
REPUBLIC OF PORTUGAL
24,272,147,229
REPUBLIC OF SOUTH AFRICA
31,489,780,165
REPUBLIC OF THE PHILIPPINES
66,218,347,379
REPUBLIC OF TURKEY
188,628,684,750
SLOVAK REPUBLIC
5,346,498,565
SOCIALIST REPUBLIC OF VIETNAM
5,967,756,774
UNITED KINGDOM OF GREAT BRITAIN AND NORTHERN IRELAND
12,130,975,680
UNITED MEXICAN STATES
74,941,756,398
UNITED STATES OF AMERICA
4,759,492,270


Nota: nella tabella le virgole sono usate nella consuetudine inglese per separare le migliaia. Dunque la cifra investita in CDS relativi al 'default' dell'Italia è piu' di 148 miliardi di dollari.

Titolo originale: "Over 1 Trillion Dollars Worth of Credit Default Swaps Against Governments"

Fonte: http://georgewashington2.blogspot.com/
Link
04.11.2008

Articoli scelti e tradotti per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO





 

tontolina

Forumer storico
Dalle ultime informazioni statistiche diffuse dall'organismo che segue il mercato dei Credit Default Swaps, abbiamo, peraltro, ricavato la spiacevolissima notizia che l'Italia fa la parte del leone nella torta complessiva dei CDS, notizia probabilmente già nota o semplicemente supposta da quanti hanno spinto in poche settimane il differenziale tra il BTP ed il Bund tedesco da poche decine di punti base a 132 punti base, notizia che ha provocato più di uno strapazzamento in quel di Via XX Settembre, sede del dicastero italiano dell'economia e delle finanze e che certo non depone bene per il futuro prossimo venturo del nostro servizio del debito che si ostina a rimanere stabilmente ai piani alti della classifica mondiale, ove espressa in percentuale di quel prodotto interno lordo che proprio oggi l'FMI prevede si deprima dello 0,6 per cento nel corso del 2009.

Continua, nel frattempo, l'inerzia del governo italiano che, in pressoché totale solitudine tra i maggiori partners europei, continua a non muovere foglia e ad essere del tutto renitente rispetto all'emanazione di quel famoso decreto che prevederebbe interventi in favore del sistema bancario italiano, ma che il per la terza volta ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, continua a rinviare, manifestando così la sua opposizione ad un provvedimento che non preveda, come è suo espresso desiderio, serie conseguenze per i banchieri, rei, a suo avviso, di aver coinvolto anche le banche italiane, in particolare quelle di maggiori dimensioni, nell'attuale meltdown finanziario, ad onta delle reiterate ed alquanto superstiziose attribuzioni di patenti di estraneità delle nostre banche ai comportamenti in voga negli ultimi decenni a Londra ed a New York.
Non vorrei, tuttavia, che dietro questo mostruoso, e temo non definitivo, ampliamento del differenziale di rendimento tra il nostro decennale e quello tedesco non vi fossero soltanto ragioni squisitamente tecniche, ma che lo stesso sia in realtà determinato anche dalla volontà di alcuni tra i maggiori partners europei di lanciare un segnale chiaro e forte all'Italia, un segnale che tenderebbe a favorire l'ingresso nell'euro della sterlina, della corona svedese e della valuta danese tramite una "lezione" a quello che sembrerebbe essere considerato un paese poco disciplinato agli occhi delle opinioni pubbliche degli eventuali new comers, anche perché una lettura di questo tipo renderebbe più comprensibile l'evidente divario tra il taglio dei tassi di interesse britannici (dal 4,5 al 3,0 per cento), rispetto a quella decisa, sempre in data odierna, dalla Banca Centrale Europea!

tratto da
http://diariodellacrisi.blogspot.com/2008/11/ma-non-che-in-qualche-cancelleria-si.html
 

tontolina

Forumer storico
qualcuno sottolinea che i CDS sono però diminuiti a livello globale


Derivati: cala l’ammontare dei CDS ma la preoccupazione resta - 07/11/2008

I derivati anti-fallimento conosciuti come Credit Default Swaps continuano a destare preoccupazione anche se il loro mercato si starebbe ridimensionando...

I derivati anti-fallimento conosciuti come Credit Default Swaps continuano a destare preoccupazione anche se il loro mercato si starebbe ridimensionando. Lo riferisce l'Associated Press evidenziando come le maggiori preoccupazioni riguardino quella parte di titoli non coperti dalla cassa di compensazione. Secondo quanto riferito dalla Depository Trust & Clearing Co.'s (DTTC), l'ammontare complessivo dei prodotti CDS registrati elettronicamente dalla banche nei loro depositi si è attestato a quota 33.600 miliardi di dollari. Un calo evidente rispetto alla fine di aprile quando la cifra totale risultava pari a 44mila miliardi.
Stando agli ultimi dati disponibili, i primi 1.000 operatori tra quelli presi in esami avrebbero un'esposizione lorda pari a 15,38 trilioni con un nozionale netto di 1.760 miliardi. Secondo la DTCC, dall'indagine sarebbero rimasti fuori i CDS sulle cosiddette collateralized debt obligations.
Il mercato mondiale dei Credit Default Swaps a giugno misurava 54,6 trilioni di dollari contro i 62 di inizio anno.



http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=571


 

tontolina

Forumer storico
Fitch, sarà una recessione globale. Come in tempo di guerra - 05/11/2008

Stati Uniti, Gran Bretagna, Europa continentale e Giappone subiranno nel 2009 una contrazione del prodotto interno lordo dello 0,8%

Stiamo andando incontro alla peggiore recessione globale dai tempi della seconda Guerra Mondiale. La previsione a tinte fosche è firmata dall'agenzia Fitch, che in uno studio spiega che Stati Uniti, Gran Bretagna, Europa continentale e Giappone subiranno nel 2009 una contrazione del prodotto interno lordo dello 0,8% (contro una crescita dell'1,1% registrata nel 2008). L'agenzia di rating - riporta l'agenzia Agi - si aspetta «condizioni del credito più rigide, una riduzione della spesa al consumo e un calo degli investimenti aziendali».
Anche considerando il resto del mondo, il Pil crescerà solo dell'1% il prossimo anno: il dato più basso dai primi anni 90. Ciò perché la recessione nei Paesi sviluppati e la contrazione dei flussi di capitale internazionali provocheranno un forte rallentamento della crescita nei mercati emergenti. Non fa eccezione la Cina, la cui crescita sarà di poco superiore al 7%, ai minimi da quasi due decenni.

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=559&start=0
 

tontolina

Forumer storico
Con Obama presidente ci attende un futuro veramente nero Novembre 8, 2008 at 10:09 am · Filed under Attualità

di
Marco Pizzuti

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L'elezione di Obama presidente è stata accolta dai media mondiali con una benefica ondata di ottimismo. E sotto certi aspetti questo atteggiamento è perfettamente condivisibile, Obama è certamente molto più simpatico e intelligente del suo predecessore Bush, un burattino talmente poco brillante che non riusciva neppure a nascondere di esserlo. Ciò premesso però è proprio questo il punto su cui dovrebbe riflettere chiunque conosca il modus operandi degli strateghi del nuovo ordine mondiale. Ai poteri forti serviva infatti un presidente particolarmente gradito alle masse, ovvero un personaggio popolare in grado di far "digerire" alle nazioni i loro progetti in agenda per il nostro futuro prossimo venturo. Il fatto quindi che l'alta finanza abbia scelto di sponsorizzare Obama con molti più soldi di quanto non abbia fatto con il suo rivale MacCaine, la dice lunga sui loro programmi a breve scadenza.
Molto probabilmente infatti, per arrivare ad una nuova Bretton Woods dove l'intero controllo dei mercati e delle economie verrà unificato sotto la direzione della cupola dei banchieri, ci dovrà essere un'altro terrificante crollo di borsa. Forse non sarà necessario ma meglio prepararsi a tutto. Senza contare che i piani di guerra contro l'Iran sono già da tempo pronti nel cassetto del presidente. Per farli diventare esecutivi manca solo un attentato terroristico…
Insomma, se l'elite ha scelto di dare al popolo la "caramella" Obama, un motivo c'è eccome. Sono quindi certo che per scoprire di cosa si tratta mancano solo pochi mesi.

http://altrainformazione.it/wp/2008/11/08/con-obama-presidente-ci-attende-un-futuro-veramente-nero/
 

tontolina

Forumer storico
a cosa ricorda infatti la situazione degli anni '30, tipo l'IRI da noi che prese il controllo delle maggiori banche italiane

da
http://cobraf.wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=2012&reply_id=123670
Il fascismo italiano come nuovo modello economico

Ieri Darling, il ministro delle finanze inglese, ha convocato tutti i banchieri e gli ha ordinato di fare prestiti, visto che lo stato ha iniettato miliardi nelle loro banche. In Germania lo stato ha offerto miliardi ponendo condizioni molto pesanti e quando Deutsche Bank ha detto che "si vergognerebbe" di accettare è stata messa sotto accusa. In USA Paulson ha convocato due settimane fa tutte le maggiori banche e ha dato ai loro capi un ora di tempo (letteralmente) per firmare una ricapitalizzazione da parte del tesoro con varie condizioni, hanno discusso un ora e poi tutti hanno dovuto firmare.

Questa non è però una svolta, ma un accellerazione di un processo in corso da anni verso una forma di fascismo economico. Come mostra Niall Ferguson in "Planet Finance" qui questa settimana (Ferguson è il top storico inglese del momento ad Harvard) in America ad esempio lo stato era già coinvolto a tutti i livelli nei mutui con una dozzina di agenzie grandi e piccole, molte create appunto negli anni '30 e potenziate negli anni '90 e in questo momento come noto quasi tutti i mutui in America li fanno società che sono state nazionalizzate. Le proposte sia di McCain che di Obama sono di sospendere i pignoramenti per mesi e/o sospendere i pagamenti e di sovvenzionare a suon di miliardi i mutuatari che non pagano le rate, deprimendo ovviamente il valore dei mutui in essere...

La fila delle notizie di interventi statali sarebbe molto lunga: ad es. Sarkozi ha approfittato per spingere per un "fondo sovrano" coi soldi pubblici che entri nel capitale di grandi aziende sul modello della Cina e Arabia saudita, in Argentina hanno nazionalizzato le pensioni, in USA oggi propongono di nazionalizzare i piani pensionistici 401k e se guardi il programma di Obama lo stato si espande ovunque ecc...

Dato che qui hai lo stato che nazionalizza diverse banche ed entra nel capitale di tante altre in tutti i paesi del mondo la cosa ricorda infatti la situazione degli anni '30, tipo l'IRI da noi che prese il controllo delle maggiori banche italiane

Questo non è socialismo perchè le elites che allargano a macchia d'olio lo stato sono legate strettamente non ai sindacati e a partiti comunisti vari come una volta, ma ai banchieri, managers, hedge funds e industriali. Ieri Obama ha tenuto la prima conferenza stampa sull'economia dopo essersi consultato con Bob Rubin ex-capo di Goldman Sachs e poi chairman di Citigroup (quindi uno dei colpevoli della crisi se vogliamo) e Warren Buffett che è sostanzialmente un investitore e speculatore, nemmeno un un industriale. Come ho sottolineato i maggiori hedge funds e le maggiori banche di Wall Street hanno contribuito non il solito 50 e 50% come facevano sempre per tenere i piedi in due scarpe, ma per il 70% ad Obama e tutti i distretti più ricchi da Manhattan a Beverly Hills a S. Francisco ai quartieri ricchi di washington e chicago se guardi hanno votati compatti democratico. In Inghilterra Blair e Brown hanno puntato sulla finanza della City per dieci anni come volano dell'economia inglese

Marc Chandler l'esperto di cambi e macroeconomia su http://www.thestreet.com oggi fa un discorso di prospettiva per inquadrare quello che succede con tutti questi salvataggi e interventi degli stati e dice che in sostanza stiamo andando verso una forma economica simile al fascismo italiano

Si socializzano ora le banche e si aumenta il controllo dello stato sul sistema finanziario, in generale lo stato entra sempre più pesantemente in ogni aspetto economico già da decenni, lo stato occupa già il 50% del PIL in paesi come l'italia o la francia o l'inghilterra) e le elites specie quelle di sinistra lo fanno in comunione ed accordo con la finanza di wall street e della city.

Bene, se uno ricorda che il fascismo era composto da gente che veniva da sinistra, si alleava alla grande finanza e imponeva il controllo dello stato sull'economia senza eliminare la proprietà privata.... beh... questi sono esattamente gli ingredienti del Fascismo in materia di economia ed è esattamente quello che succede in modo "soft" (senza manganellare) ora

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..About That Word 'Socialism'
By Marc Chandler
RealMoney.com
11/7/2008

Governments in numerous countries, especially in the high-income countries, have responded to the current acute financial crisis by extending their role in the economy in ways that have not been seen in at least a couple of generations and in magnitude that appears unprecedented. Many observers, and not just unrepentant ideologues, are worried that capitalist practices and institutions are being abandoned in favor of socialism.

Two types of socialism appeared early in the 20th century. There was the socialist revolution in Russia in 1914. Russia was primarily an agricultural, quasi-feudal society of mostly peasants. Lenin and Stalin's violent, oppressive, totalitarian, statist regime is what many associate with socialism. But there was another type of socialism that was being articulated and implemented in the early 1920s. It was called fascism in Italy and was later called National Socialism in Germany.

Could it be that the second form of socialism is a greater threat than the first? In World War II, the Allies joined forces the first type of socialism to defeat the second type. Although we often think of fascism with racism and genocide, it need not be. In fact, Mussolini's fascism was totalitarian and fiercely nationalistic, but it did not generally share Germany's racism. Fascism opposed liberalism, individualism and socialism. The objectives and interests of the state were supreme, and everything was subservient to it.

The U.S. and Western Europe's response to the current crisis has been to tighten their embrace of two economists of that period: Irving Fisher, who tended to emphasize a monetary response, and John Maynard Keynes, who advocated complementing the monetary moves with fiscal policy, to bolster aggregate demand.

Many pundits and bloggers confuse the Fisher/Keynes program with left-wing socialism. But as John Barnes, who studied fascism in the 1920s, wrote:
Fascism entirely agrees with Mr. Maynard Keynes, despite his prominent position as a Liberal. In fact, Mr. Keynes' excellent little book, The End of Laissez Faire might, so far as it goes, serve as a useful introduction to Fascist economics. There is scarcely anything to object to and there is much to applaud.

Ironically, it was the fascists who proposed a "third way" 75 years before former U.S. President Bill Clinton and former U.K. Prime Minister Tony Blair. For the fascists, the way was between capitalism and socialism. Even Hitler apparently recognized the similarities between socialism and fascism. In 1942, he said, "There is not much difference between the basic economic techniques of socialism and fascism."

If observers are correct and the U.S. and other high-income countries are becoming socialist, is it the socialist or fascist variety? A key difference between the two is the type of institutional alliance that is the driving force. Under socialism, the state is ostensibly is allied with workers, though in practice as in Soviet Union, China and Cuba, workers were miserably poor. Under fascism, the state is often more aligned with businesses, though the rights of property were conditional on its use and closely regulated.

Since World War II, the high-income countries, including of course the U.S., have seen a permanent and significant increase of the role of the state in various aspects of the economy. In fact, to the extent that Keynes is associated with the use of fiscal policy to bolster aggregate demand, Nixon was right: We all have become Keynesians. However, in fairness, Keynes anticipated that after an economy entered a self-sustaining upswing, the state-sponsored boost to demand would cease.

The permanent and ubiquitous state in the U.S. and Europe seems like such a natural state of affairs that the editor of the Financial Times said that the forced marriage of Bear Stearns to JPMorgan Chase in March and the large role that U.S. Treasury and Federal Reserve played in protecting Bear Stearns' counterparties marked an end to the laissez-faire capitalism that Keynes himself had declared was over 85 years earlier.

The size and role of the U.S. government have increased regardless of the party affiliation of the governing party. It is true that in some areas, the government has tried outsourcing some of its functions, such as operating prisons, schools and some military activities. But generally speaking, the government's growth has kept pace with the growth of the economy, and expenditures as a percentage of GDP have been fairly stable at a little above 35%. In continental Europe, the governments' expenditures are closer to 50% of GDP.

Out of the current financial crisis, it does seem likely that the permanent role of the state is increased, even if, as should be expected, the governments re-privatize parts of the banking system at some juncture.

Two main forces encourage a larger role for the state. The first is related to citizenship. Over time, people want to increase the basket of goods and services they receive from the state. Perhaps in days of yore, the farmer or peasant would part with a substantial fraction of his produce to the sovereign or feudal lord, muttering under his breath that he was getting nothing for his hard work. But in the age of democracy, people expect the government to provide a range of goods and services that has generally increased over time.

The force has been fed by another since the Great Depression, and it helps explain the Keynesian revolution. The modern economy can produce far more goods and services than it can consume. This is a function of excess investment and under-consumption. During this crisis, we often hear that central banks are the lender of last resort. The permanent substantial role of the government mirrors its role as the consumer of last resort. Of course, officials may rarely think in such terms, let alone talk about this, but in effect, this is what is going on.

There are some notable exceptions, but generally after deep economic downturns, the government's role incrementally increases. It is the go-to-strategy to end the business cycle downturns. Modern governments, even non-representative governments such as China, want to deliver rising living standards to their people. Contrary to their ideological leanings, neither Reagan nor Thatcher managed to break that pattern. Critics of the larger role of government have not proposed a viable alternative to maintaining adequate aggregate demand. The government ensures sufficiently high utilization rates for capital and labor that allows for social stability.

A fascist from the 1920s would find much of modern society that would be agreeable. The role of government would not be objectionable. The corporatist structures, in which functional groups such as business, workers (or consumers) and the state are represented, would be recognizable and perfectly consistent with their vision.

Even some of the most cherished American sayings, such as John F. Kennedy's admonishment to "Ask not what your country can do for you, but what you can do for your country" could have easily been uttered in a fascist country. Or Bill Clinton's admission that "I don't understand how someone can say they love their country but hate their government" also expresses a sentiment that fascists could identify with.

Perhaps the key difference between the two types of socialism is in whose interest are things being decided. The growing disparity of wealth in the U.S. is a fundamental problem. The American dream of a car, a house and college education for one's children is increasingly out of reach for many American families on the basis of current income. This problem is being addressed by the debt and the government. Debt is out. The government is in. This might not be socialism as the right decries, but fascism, and none dare speak its name.
 

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