Claire
ἰοίην
Prima rileggete queste due domande fatte a Isoke Aikpitanyi, una delle poche vittime di tratta che è riuscita a ribellarsi alla mafia nigeriana ed ha deciso di non rimanere in silenzio, nonostante le intimidazioni. E’ autrice del libro “Le ragazze di Benin City”, in cui racconta il proprio percorso di fuoriuscita dalla schiavitù, e di “500 storie vere”, frutto di una lunga indagine sul campo tra le ragazze nigeriane vittime della tratta, che racconta di violenze fisiche e psicologiche, riti voodoo, aborti clandestini e moderne forme di controllo. Inoltre Isoke ha fondato un’associazione per le vittime ed ex vittime della tratta, per aiutare altre ragazze che come lei sono finite nella rete dei trafficanti, grazie ad un progetto di mutuo aiuto.
....
Eccole:
Quali effetti avrebbero, secondo te, un’eventuale “regolamentazione” o normalizzazione o tutela della prostituzione sulle vittime della schiavitù sessuale?
Sarebbero effetti devastanti; dimostrerebbero che hanno ragione la maman che dicono loro che la prostituzione è un lavoro e che tutti i lavori comportano rischi. In pratica una ragazza dovrebbe prendere atto che non ha senso ribellarsi e che se ci si adatta tutto va meglio o va bene. Meglio e bene per chi? Questa è una devastazione vera e propria, non è una questione di moralità o immoralità; su questo piano io non critico, non condanno, non giudico nessuna ragazza che si prostituisce. Non lo farei mai perché so il dramma di molte, so che molte finiscono lì: ma so che se si vuole che finiscano per forza lì e si fa addirittura una legge che le regolarizza in quanto prostitute invece che in quanto vittime della tratta, vuol dire che avremo comunque donne che non saranno illegali, clandestine e perseguibili perché saranno in qualche modo in regola con le norme burocratiche della immigrazione e del lavoro, ma queste saranno sempre schiave, cioè legate allo stesso meccanismo del debito e dello sfruttamento e alla reiterazione della schiavitù ai danni di ragazze sempre nuove che continueranno ad arrivare.
Affermare che “prostituirsi è un lavoro” e che è “una strada per guadagnare bene in poco tempo”, può danneggiare le vittime della tratta?
Assolutamente SI.
Poi leggete questa inchiesta di Repubblica:
Le schiave della strada - Inchieste - la Repubblica
Poi mettetevi una mano sul cuore e chiedetevi: "Ma DAVVERO i bordelli legalizzati in Italia (e mi raccomando IN ITALIA, l'Italia di oggi, non quella che pensate di poter sognare) risolverebbero il problema della tratta?
E se ancora pensate di sì, vorrei chiedervi, per favore COME. Non "secondo me".
Eccole le bellezze della prostituzione.
Ecco cosa continuerebbe ad alimentare la riapertura dei bordelli.
in Germania, nei bordelli legali e puliti, tratta e illegalità persistono.
E sulle strade, le schiave, perderebbero ogni residuo barlume di speranza
Nessuna differenza per me tra lo stronzo che va con queste ragazze e lo stronzo che va nei bordelli.
E rivendico con orgoglio la definizione che ho appena dato al cliente.
Prostituzione: schiavitù e tortura