Riapertura bordelli

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Riapertura Bordelli

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Quale lavoro ha un tasso di mortalita' piu' alto della prostituta ?????? (viene chiesto nell'articolo) Il muratore sicuro......quindi tutti voi che abitate in una CASA vergognatevi.....siete complici di un grave crimine....tra l'altro un buon numero di muratori sono albanesi , molti di loro vittime della tratta della immigrazione clandestina.....vergognaaaa !!!!!

Ma che caz.zo si puo' rispondere a un post cosi'? :D

Andy, aripijate, su...;)
 
Qualcuno ha mai visto di recente un film hard ?? I film di oggi sono molto piu' estremi rispetto al passato , spesso viene esaltato un atteggiamento violento verso le donne . Perche' allora accanirsi contro olanda e germania perche' hanno legalizzato la ptostituzione ? Invece mai nessuna delle esperte che hanno scritto quell'articolo no n dicono che debbono essete proibiti i film hard ? Se intervistate le pornostar sicuro che si si vuole (apposta) si trovano le stesse risposte delle prostitute ( la tratta ...la violenza ecc...). Non fatevi fregare......non c'entra nulla la dignita' della donna ( molto piu' oltraggioso un film hard che gli fkk). Le pornostar non costituiscono problemi perche' nessuna donna teme che il proprio marito o moroso vada a trombare con una pornostar.

c'e' tanta ipocrisia negli italiani di oggi e lo vedi nel parlamento

il rimbambimento forse e' causa di 25 anni di bombardamenti mediatici psicotici specialmente dalla informazione dei vari TG

oggi dopo aver sentito un po di cazzate di zoo 105 :up: , per caso mi ero messo ad ascoltare il tg radio e credo di essermi divertito piu' con le cazzate che dicevano al TG rispetto a quelle dello zoo :D

perche' non dicono le notizie ma le caricano di ipocrisia e falsita' a un tal punto da cambiare la notizia e modificare la capacita' di far interpretare correttamente l'informazione ...

peraltro si parlava della legge salva Silvio :eeh:
 
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non si legalizza la protituzione ma va bene la pedoprostituzione per gli italiani?

"La situazione è sotto gli occhi di tutti" si dice chi tace acconsente

azzz... ipocriti e pure pedofili magari contrari alla legalizzazione dei bordelli controllati ma favorevoli all'immigrazione clandestina, eccoli qui i carnefici buonisti


"Hanno in media 14 o 15 anni ma alcuni sembrano non averne più di 10: africani, romeni, bulgari o di etnia rom, per lo più maschi. Le ragazzine a stento dissimulano una maturità apparente con l’aiuto di trucchi e abiti succinti che danno il voltastomaco. "

"L’ennesimo stereotipo degradante della nostra identità nazionale. Dopo pizza, mafia e mandolino, da oggi potremo fregiarci del più infamante degli attributi che si possa riconoscere a una società civile."



Napoli: ragazzini di 11 anni si prostituiscono in strada
 
Non tutte si divertono | Lunanuvola's Blog


Angela, “escort” sino al 2010:
A me uccide sentir parlare di prostituzione come “scelta”, o come qualcosa che dà potere, o come innocuo divertimento per le donne. Per quel che mi riguarda la prostituzione è stata il risultato di odio per me stessa e di anni di abusi fisici e sessuali da parte del mio ex compagno. Alla fine ho pensato che non meritavo niente di meglio. La vita di una escort non è quella che leggete sui giornali, fatta di feste favolose e accessori costosi e un mucchio di soldi. Per dirla chiara, il tuo lavoro è farti scopare, e poiché ti pagano per questo i tuoi clienti intendono avere ciò per cui hanno pagato, qualsiasi cosa venga loro in mente: si aspettano che tu faccia di tutto, tutto quel che loro vogliono. Era spaventoso. Per me essere una prostituta è stato essere ferita, e ferita, e ferita di nuovo mentre mi si diceva “te lo meriti” e “impara a godertela”.

Katie, sex worker sino al 2011:
Non è facile e non è divertente. E’ duro, degradante e a volte orribile. Non consiglierei questa strada a nessuna. Lo odio ancora. E’ stato l’errore più grande della mia vita e ci penso di continuo. Nella mia testa gira e gira quel che ho dovuto fare per avere del denaro. Le auto, i vecchi – sessantenni, settantenni – e le cose che chiedono, la sporca manciata dei loro soldi… Chiunque pensi sia una vita lussuosa e gratificante si sbaglia. Ed è una vita pericolosa, molto. Se state pensando di farlo ascoltate me: per favore, no, non fatelo.

Lucia, lap dancer sino al 2012:
La lap dance è stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. Era un lavoro duro, disgustoso, mi distruggeva emotivamente, mi sentivo spogliata della mia umanità. Le altre ragazze pensavano che la lap dance sarebbe stata il primo gradino per diventare modelle, celebrità, o trovare un uomo ricco. Dicevano che lo facevano per questi motivi. Ma come si cominciava a parlare un poco, saltavano fuori relazioni violente, uomini che le controllavano, problemi con l’alcool e altre sostanze. Parlando con loro capivi che sarebbero state in grado di fare molte cose diverse, ma non si stimavano abbastanza neppure per provarci. Credo che questo fosse il problema principale per noi tutte e credo sia la nostra cultura ad averlo creato.

Stephanie, sex worker:
Quel che penso del mio lavoro è che sono sfruttata quanto chiunque altro. Sono nel giro perché ho bisogno di soldi, tutto qua. Se volete farlo, sappiate che è pericoloso. E toglietevi dalla testa lo sfarzo e l’incontro con il principe azzurro che poi vi sposa e vi porta a vivere nella sua grande villa. Non va così. Gli uomini ti dicono quel che tu vuoi sentirti dire da loro, poi non li vedi più e quindi scordati che questo mestiere farà di te una principessa. Un mucchio di gente pensa che far la prostituta siano “soldi facili”. Neppure questo è vero. Io sono stata aggredita fisicamente quattro volte e stuprata due. Ogni ragazza nel giro subisce violenza. Un bel po’ di amiche mie se la sono passata molto peggio di me. Non è buffo? Ho passato quel che ho passato e mi considero fortunata!
(Fonti: Zero Tolerance, Object, Engender – trad. Maria G. Di Rienzo)

Che siano di più quelli che rivogliono i bordelli "legalizzati" di quelli che non li vogliono non mi stupisce affatto, visto in che razza di società misogina e maschilista viviamo. La prostituzione è figlia, la PRIMA figlia del patriarcato, e in Italia siamo ben lontani da essercene sbarazzati.

Quello che mi colpisce è vedere che le numerose testimonianze, anche quelle frutto di ricerche ufficiali, come quella che ho pubblicato sulla situazione in Germania, non producano nessuna riflessione, nessuna revisione, nessun cambiamento di opinione.

Leggere di donne che soffrono, che stanno male, di guasti del sistema che incrementano sfruttamento e crimine, non smuove le vostre coscienze?
O vi interessa solo che le puttane siano nascoste e sane, in modo da vergognarvi di meno, nel caso vi venisse in mente di frequentarle?
 
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Angela, “escort” sino al 2010:


Katie, sex worker sino al 2011:


Lucia, lap dancer sino al 2012:


Stephanie, sex worker:

(mi riferisco alla categoria professional non quelle "schiave")

porelle, mi viene da piangere :D

chissa' il fessacchiotto che lavora in catena di montaggio cosa pensa! 50 euro al giorno contro 500 euro a botta, gia' le escort un lavoraccio adesso che c'e' crisi poi :D

capisco le poverette costrette sotto ricatti vari della famiglia, del first man da mantenere con relativa prole ma le escort quelle che vedi nei siti tutte tirate e con prezzi da "milionari" esentasse suvvia ma chi volete prendere per il c..

ragazze non ve l'ha detto il dottore di fare le prostitute per i soldi

e poi che eleganza si definiscono "escort" perche' sa piu' di professional che poi di professional non c'e' un gran che, anche perche' le tasse in genere non le pagano sono tutte con assegno di famiglia e casa popolare

poi ovviamente il ticket sanitario gli viene pagato dal dipendente da 1000 euro ma loro con 1000 euro ci fanno si e no 10 giorni, una vitaccia

come si dice "piagni e fotti"
 
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chissa' il fessacchiotto che lavora in catena di montaggio cosa pensa! 50 euro al giorno contro 500 euro a botta, gia' le escort un lavoraccio adesso che c'e' crisi poi :D

capisco le poverette costrette sotto ricatti vari della famiglia, del first man da mantenere con relativa prole ma le escort quelle che vedi nei siti tutte tirate e con prezzi da "milionari" esentasse suvvia ma chi volete prendere per il c..

ragazze non ve l'ha detto il dottore di fare le prostitute per i soldi


poi ovviamente il ticket sanitario gli viene pagato dal dipendente da 1000 euro ma loro con 1000 euro ci fanno si e no 10 giorni, una vitaccia

come si dice "piagni e fotti"

:rolleyes::rolleyes::rolleyes:

Mi rendo conto che è difficile leggere qualcosa che superi le due o tre righe, specie per chi non VUOLE farlo.
Ma mi tocca quotarmi e ripetermi, anche se, per facilitare la lettura ho cancellato alcuni paragrafi.:-o

Dall'articolo

Inoltre, la legalizzazione della prostituzione, incentivando la domanda locale e straniera (turismo sessuale), produce anche un incremento dell'offerta legale ed illegale, tratta inclusa. Lo conferma uno studio recente che giunge a questa conclusione attraverso l'analisi dei dati quantitativi di 150 Stati. In Germania, in particolare, il numero delle vittime di tratta, decresciuto dal 1996-1997 al 2001, quando raggiunse una cifra oscillante tra 9870 e 19740, ha subito un considerevole incremento dopo la promulgazione della legge sulla regolamentazione della prostituzione, passando a 11.080 (cifra minima) -22.160 (dato massimo) nel 2002 e a 12.350-24.700 nel 2003. Nel 2004 si è assistito a un' ulteriore espansione del fenomeno, che concerneva ormai 32.800 persone .
Numerose ricerche mostrano l'elevato tasso di violenze subite dalle donne prima del loro ingresso nella prostituzione: il 59% è stata maltrattata e dal 55% al 90% di loro ha subito abusi sessuali durante l'infanzia. Nello studio condotto nel 2003 da Melissa Farley e dalle sue collaboratrici in 9 Paesi, il 63% delle 854 prostitute intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di incesti o aggressioni sessuali nel periodo prepuberale, percentuale che sale al 75% in una ricerca svolta in Australia nel 2008 . E' evidente come tali abusi abbiano esercitato un'influenza profonda sul destino di queste bambine e ragazze.

Infine, vorrei far notare come l'89% delle prostitute intervistate da Melissa Farley ha espresso la volontà di abbandonare la pratica dei rapporti mercenari, ma ha affermato di non avere la possibilità di farlo. Del resto, ad esempio, soltanto il 6% dei comuni olandesi ha approntato servizi di sostegno all'uscita dalla prostituzione per chi lo desideri

(...)

Osservo, in primo luogo, in accordo con l'anarcofemminista Irène Pereira e con la filosofa Rhéa Jean, come la sussunzione della sessualità nella sfera del lavoro comporti la perpetuazione dell'asimmetria delle relazioni sessuali, che per gli uomini costituirebbero sempre occasioni di godimento e per le donne anche un'attività di sussistenza caratterizzata dall'asservimento alle istanze di piacere maschili (la prostituzione è in grande prevalenza femminile) o comunque uno strumento di appagamento dei desideri degli uomini che asseconda e riproduce il fallocentrismo. Sono convinta, invece, che noi femministe dovremmo rivendicare la sottrazione della sessualità femminile alla sfera mercantile e la sua assegnazione a quella del piacere, favorendo anche in questo modo il raggiungimento della parità tra uomini e donne e l'abbattimento del patriarcato.

La prostituzione rappresenta una forma di mercificazione del corpo e di subordinazione molto diversa dalle altre per molteplici ragioni. In primo luogo, come mi ha fatto acutamente notare Massimo Lizzi, formulando un concetto per certi versi simile a quello elaborato da Carole Pateman, la mercificazione non è necessariamente costitutiva di attività come il lavoro operaio che potrebbe essere organizzato secondo un modo di produzione non capitalista e, quindi, in forma diversa dal rapporto salariato (caratterizzato dalla vendita della forza lavoro a un dominante: il padrone). Al contrario, la mercificazione è connaturata alla prostituzione che si sostanzia, appunto, in un atto di compravendita del corpo delle donne, senza del quale essa non esisterebbe.

Il capitalista - aggiunge Pateman - è interessato non tanto al corpo dell'operaio, quanto piuttosto al conseguimento del profitto attraverso l'appropriazione dei prodotti del suo lavoro. Viceversa, nella prostituzione l'oggetto del contratto è il corpo della donna e l'accesso sessuale ad esso.

(...)

Nella prostituzione, istituzione cruciale del sistema patriarcale, il rapporto di subordinazione agli uomini e la mercificazione del corpo delle donne si dispiegano all'ennesima potenza, in quanto le prostitute, oltre ad essere assoggettate ai magnaccia (circa il 90% di loro), costituiscono oggetto di consumo e possesso sessuale temporaneo di tutti gli uomini che le desiderano.

Quando i corpi delle donne vengono messi in vendita come merci sul mercato capitalistico, [..] la legge del diritto sessuale maschile viene affermata pubblicamente e gli uomini vengono pubblicamente riconosciuti come padroni sessuali delle donne - ecco cosa c'è che non va nella prostituzione .


Ora: la natura di questo rapporto è perfettamente chiara ai clienti. «Io vado a puttane perché è chiaro da subito il sinallagma. Io ti pago perché voglio godere, tu ti pieghi perché ti do dei soldi!!», osserva un utente del sito Gnocca Travels. La mediazione del denaro conferisce ai clienti lo status di padroni sessuali temporanei della donna-merce acquistata. E che le prostitute costituiscano un prodotto merceologico lo affermano loro stessi, disquisendo, appunto, di "qualità del prodotto", lamentandosi del fatto che in Italia sia ormai difficile " scopare merce buona" o parlando di "usato sicuro" o, al contrario, di "spazzatura" . I clienti si percepiscono come "tecnici" che sperimentano l'efficacia e le prestazioni di un prodotto, di una macchina da sesso e, pertanto, impiegano verbi come "provare", "periziare", "testare", effettuare un "controllo di qualità". In altri casi, invece, concepiscono il rapporto mercenario come l'impressione del proprio marchio sulla donna-merce, per cui parlano di "mettere una tacca" o di "timbrare" una prostituta o una sua parte del corpo (le natiche, ad esempio).



Inoltre, la violenza è intrinsecamente connessa all'esercizio della prostituzione, quali che siano le norme giuridiche che la regolano e le prassi che la caratterizzano. Lo dimostra uno studio di Melissa Farley e colleghe che hanno rilevato, anche in Stati come la Germania, l'elevata frequenza di stupri (63% del totale, il 50% ne ha subiti più di 5), aggressioni fisiche (61%), minacce con le armi (52%) nei confronti delle prostitute.

Si aggiunga, infine, l'elevato tasso di mortalità associato all'esercizio della prostituzione.

(...)

Se si concepisce la prostituzione come una professione identica alle altre, mi si spieghi quale altra occupazione presenta un grado di nocività altrettanto elevato, quale altra attività espone a rischi di "infortuni" e a tassi di violenza così massicci. Mi si chiarisca anche perché nessuno si oppone alla chiusura di una fabbrica che produce amianto, reclamando, invece, giustamente la riassunzione degli operai in uno stabilimento che non comporti pericoli per la salute o l'occupazione in altri settori, mentre si accetta tranquillamente un "mestiere" collegato a un così elevato tasso di malattie fisiche e psichiche, di violenza, di stupri, di mortalità. E' accettabile che in Germania, Paese assunto come modello da molti sostenitori della legalizzazione, il 63% delle prostitute intervistate da Farley abbia subito uno o più stupri?

(...)

Cosa osterebbe alla definizione della prostituzione come stupro a pagamento? Il consenso, si potrebbe rispondere, ma riferito a che cosa? Le condizioni del rapporto, il tipo di atti sessuali previsti vengono concordati dettagliatamente nel contratto di prostituzione? E tali condizioni vengono rispettate? Teniamo presente che la dazione di denaro non è ininfluente nel determinare la configurazione della relazione, giacché il cliente ritiene di acquistare non solo una prestazione, ma il potere sulla donna e il diritto di farle ciò che è stato pattuito, che lei voglia o no. «Io ti pago, tu ti pieghi» osserva appunto l'utente del sito Gnocca Travels sopra citato. Alcuni studi recenti confermano l'esistenza piuttosto diffusa di queste convinzioni tra i consumatori di rapporti mercenari. Il 27% di 103 clienti londinesi ha spiegato chiaramente che, dopo aver pagato, "il cliente ha diritto di fare qualsiasi cosa desideri", il 47% ha espresso in modo più o meno chiaro l'idea che "le donne non possiedono sempre certi diritti mentre si prostituiscono" . Il 43% dei 113 clienti intervistati a Chicago ha dichiarato che la donna che si prostituisce "dovrebbe fare qualsiasi cosa le si richieda", dopo essere stata pagata.

Come definire gli atti sessuali compiuti da uomini che nutrono queste convinzioni?

STUPRO
 
cara Claire,
io penso che tu stia facendo confusione
il titolo di questo threat è "riapertura dei bordelli"
per quel che mi riguarda io sono favorevole a regolamentare la professione di "prostituta" o " prostituto" purchè sia controllata, sorvergliata e svolta da gente adulta e responsabile in possesso di regolari permessi con l'obbligo per i lavoratori e le lavoratrici dei bordelli di emettere scontrini fiscali o fatture che poi il cliente o la cliente possa dedurre dalla sua dichiarazione dei redditi......... che è poi l'unico modo per combattere efficacemente l'evasione fiscale...... e naturalmente verificare la forza dell'eventuale legame coniugale nei casi di dichiarazione congiunta
ciao :up:
 
Cleeer. Io le leggo le cose che postiiii !!! La tratta in
aumento in germania .... da quando la germania ha
legalizzato tutti i tipi possibili di forme di
prostituzione le prostitute sono aumentate fino a ,
dicono , 500 mila , piu' aumentano e piu' aumenta la
tratta , anche se sono una minoranza , sono sempre
migliaia , certamente in percentuale meno che in itaglia
pero'. Resta il fatto che se vengono scoperti i magnaccia
violenti in germania finiscono in galera . Il fatto che
molte prostitute sono state violentate PRIMA di fare le
prostitute , da ragazzine , è un ALTRO PROBLEMA , che non
ha nulla a che vedere con la prostituzione.....L'89% delle
prostitute vorrebbe cambiare lavoro ma non puo'
farlo .....penso che anche l'89% delle maestre vorrebbe
cambiare lavoro e diventare onorevole (come cecile kienge o
iosefa idem ) ma non puo' farlo .Le interviste ai clienti
violenti che hai postato si riferiscono a stati (italia ,
chicago , inghilterra ) dove la prostituzione NON E'
REGOLAMENTATA in modo chiaro , quindi conferma il fatto che
NON legalizzare peggiora le cose......quale lavoro è piu'
pericoloso della prostituzione (morti piu'
infortuni) ...gia' scritto , il muratore . Resta il fatto
che è quasi impossibile che una prostituta venga uccisa in
un FKK legale , piu' probabile sulla strada o in
casa........Concludendo ritengo che sia impossibile
proibire una cosa a pagamento quando quella cosa è legale
gratis , sarebbe l'unico caso al mondo......Gli unici stati
d'europa che hanno proibito la prostituzione sono islanda ,
norvegia e svezia , pero' i clienti di tali stati
semplicemente si spostano in germania , thailandia , santo
domingo , fortaleza .....cosa facciamo ??? Proibito
viaggiare a tutti gli uomini di eta' compresa tra 18 e 80
anni ???
 

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