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Questa domenica si potrebbe registrare la fine del dominio monetario occidentale. Simon Black

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Il dominio occidentale nacque dalla sfiducia nella valuta di riserva dominante bizantina. Il suo declino sarà per la stessa ragione.

Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico

Camminando per le strade di Costantinopoli nel Medioevo, si sarebbe subito sentita l'energia e la prosperità, scrive Simon Black su SovereignMan.

Costantinopoli era una delle città più ricche e più avanzate del mondo, e alcuni storici stimano che la popolazione avrebbe potuto essere di almeno 500.000 persone.

L’Architettura bizantina di Costantinopoli era famosa in tutto il mondo, e artisti locali hanno prodotto mosaici che sono ancora considerati come i migliori mai realizzati.

A quel punto della storia, ricchezza e potere nel mondo erano chiaramente concentrati in Oriente.

L'Europa non era altro che una terra arretrata infestata dalla peste. Costantinopoli fioriva. E ancora più a est, la Cina esibiva alcune delle tecnologie più avanzate al mondo.

Ma i tempi cambiarono.

Con il 13° secolo, l'impero bizantino era in evidente declino. I suoi confini si stavano riducendo e l'impero era in preda ad una guerra quasi costante.

E ancora più importante, aveva cominciato a svilire la sua moneta. Ancora una volta.

Per secoli, il Solido bizantino aveva agito come una sorta di moneta di riserva internazionale de facto. Conteneva circa 4,5 grammi di oro puro ed è stato usato per il commercio in tutto il mondo per quasi sette secoli.

Il problema della guerra è che è terribilmente costosa. E il suo costo è stata l’eliminazione delle basi per la valuta. Con 11° secolo, il contenuto di oro nel solido è stato ridotto al punto che non valeva nulla.

Così hanno fatto un altro tentativo.

Il successore del solido è stato chiamato hyperon a 20,5 carati di oro (circa l'85% di purezza). Ma questo è stato rapidamente ridotto a 18 carati, poi 15, poi 12.

Le potenze emergenti in Europa hanno chiesto un'alternativa.

Sono stati gli italiani (la potenza più avanzata in Europa, all’epoca) che hanno risolto il problema.

A partire dal 13° secolo, Firenze, Genova e Venezia hanno coniato le proprie monete d'oro e il fiorino fiorentino presto è diventato il nuovo standard di riserva internazionale utilizzato in tutta Europa.

In molti modi, questo segna l'inizio del dominio dell'Occidente: tutto è iniziato con il dichiarare l’indipendenza monetaria da una potenza in declino e da una moneta nella quale non avevano più fiducia

Un salto in avanti di diversi secoli mostra quanto le cose siano cambiate.

L'Occidente è la superpotenza dominante da secoli. Ma come i bizantini, l'Occidente è in evidente declino.

Oggi debiti e deficit insormontabili affliggono quasi tutti i governi occidentali.

Questo ha creato enorme diffidenza, soprattutto nella valuta di riserva dominante di oggi, il dollaro USA.

Come i Veneziani e Fiorentini prima di loro, i poteri emergenti in Asia stanno iniziando a prendere il controllo della situazione.

Il renminbi cinesi è in crescita a livello internazionale. E la Cina è al centro di un nuovo sistema finanziario globale emergente in fase di realizzazione in partnership con la Russia, l'India, il Brasile.

Il dominio occidentale nacque dalla sfiducia nella valuta di riserva dominante dell’epoca. Il suo declino sarà per la stessa ragione.

E il canarino nella miniera di carbone è quello che è successo in Svizzera questo fine settimana.

Domenica la popolazione della Svizzera è andata alle urne per votare su un ritorno al gold standard.

Solo 14 anni fa, il franco svizzero, tradizionalmente visto come valuta di rifugio per la reputazione di stabilità della Svizzera, era ancora un regime di gold standard.

In realtà, di tutte le principali valute, il franco svizzero è stato l'ultimo ad abbandonare gli standard monetarie prudenti.

Da allora, il bilancio della Banca nazionale svizzera è esploso.

Domenica si è tenuto un referendum nazionale per tornare al gold standard e ad una politica monetaria conservatrice.

Gli svizzeri hanno votato 'NO', vale a dire che vogliono continuare ad abbandonare le pratiche prudenti e lasciare il controllo totale della massa monetaria a banchieri centrali non eletti.

Se il paese che ha una forte tradizione in tutto il mondo per la sua stabilità finanziaria sceglie di voltare le spalle alla moneta solida, che speranza c'è per il resto dell'Occidente?

È un importante momento di svolta nel segnalare l'inizio della fine del dominio monetario occidentale.

Possiamo già vedere i segni ovunque.

In tutta Europa, i rendimenti dei titoli di Stato sono negativi e, come ha detto il direttore del FMI Christine Lagarde la scorsa settimana, una dieta ad alto debito, bassa crescita e alta disoccupazione potrebbe ancora diventare "la nuova normalità in Europa".

Ma ecco la buona notizia: nessuno di queste necessità vi riguarda. Il potere è nelle vostre mani.

Potete scegliere di mantenere una parte dei vostri risparmi in valute forti in una banca ben capitalizzata all'estero

Potete scegliere di tenere alcuni metalli preziosi (o anche Criptovaluta) all'estero in un luogo sicuro dove non possono essere confiscati da un governo in bancarotta.
Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico





Notizia del: 01/12/2014​
 
DA EURO E UE VA A GONFIE VELE: PIL 2014 +2,7% (+3,3% NEL 2015) TAGLIATI INTERESSI SUI MUTUI E DEBITImartedì 2 dicembre 2014
LONDRA - A sentire i parassiti di Bruxelles la decisione dell'Islanda di rimanere fuori dall'Unione Europea sarebbe un errore colossale visto che tale rifiuto condannerebbe i cittadini islandesi a decenni di povertà, declino e bassissima crescita economica, ma per loro sfortuna la matematica non è un'opinione e i dati recentemente rilasciati dall'istituto di statistica islandese
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Ora Sappiamo Dove è L’Oro della Banca d’Italia (Grazie all’M5S)

6 aprile 2014Di FunnyKing



Voglio ringraziare pubblicamente 3 Senatori apparteneti al MoVimento 5 Stelle:
Francesco Molinari
Giuseppe Vacciano
Andrea Cioffi
I quali grazie alle prerogative di Senatore sono riuscite ad ispezionere l’Oro della Banca d’Italia (in teoria 2451 tonelate) scoprendo le seguenti cose:
Circa 1200 tonnelate di Oro Fisico Italiano sono custodite nella “sagrestia” di Banca d’Italia in via Nazionale
le restanti 1200 tonnelate “sarebbero” conservate da qualche parte fra Svizzera, Stati Uniti e Inghilterra
dal Profilo Facebook di Giuseppe Vacciano
Oggi ho finalmente un po’ di tempo per proporvi una breve relazione sulla visita che con i colleghi Andrea Cioffi e Francesco Molinari abbiamo effettuato nella giornata di lunedì 31 marzo presso i locali della Banca d’Italia che ospitano la Riserva Aurea nazionale. Putroppo le domande che avremmo voluto fare erano molte, ma il tempo a disposizione poco, dato che l’apertura di locali di sicurezza così delicati avviene entro una finestra temporale molto ristretta, per un periodo non superiore ai 15 minuti e dopo l’espletamento di una serie complessa di procedure di sicurezza (che non possono essere in alcun modo derogate, anche in presenza di rappresentanti delle istituzioni) che coinvolgono un numero consistente di persone.
UN PO’ DI STORIA
Inizialmente ci sono stati forniti alcuni dati riguardanti la genesi della Riserva. In sintesi, ad un iniziale conferimento dell’oro alla neonata Banca d’Italia (1893) da parte della Banca del Regno (78 tonnellate) seguirono quelli del Banco di Napoli e di quello di Sicilia (ulteriori 70 tonnellate). Fino al 1943 la Riserva subi una serie di variazioni che ne portarono la consistenza poco al di sotto delle 120 tonnellate. Nel corso del secondo conflitto mondiale l’oro fu soggetto ad una serie di trasferimenti (Milano, Fortezza) sino ad essere definitivamente trasportato a Berlino. Alla fine della guerra, al momento della restituzione del metallo prezioso alla nostra nazione, risultarono mancanti 25 tonnellate.
Negli anni 50 e 60 la Riserva subi rilevanti movimentazioni che ne portarono la consistenza ai livelli attuali, ovvero 2452 tonnellate complessive, suddivise in lingotti d’oro di peso e forma differenti (il classico lingotto trapezioidale, ma anche dalla forma di mattoncino più o meno stondato) e monete (circa 4 tonnellate).
DOV’È L’ORO (e perché)
Ho già precisato che la Riserva consta di oltre 2.400 tonnellate di metallo prezioso (circa 80.000 lingotti), che la rendono (escludendo il Fondo Monetario Internazionale) la terza riserva al mondo per importanza. Tradotto in Euro, parliamo di un valore di mercato alla fine del 2013 pari a circa 69 miliardi, ma a tale riguardo mensilmente viene pubblicato un documento riassuntivo aggiornato che potete trovare a questo indirizzo: http://www.bancaditalia.it/statistiche/SDDS/stat_rapp_est/ris_liq (a breve saranno disponibili i dati di marzo, mentre a febbraio il controvalore dell’oro si è attestato a circa 75 miliardi).
Come noto, non tutto l’oro è custodito presso la sede di Via Nazionale della Banca d’Italia.
Presso le sacrestie di Palazzo Koch è detenuta circa la metà della Riserva per un peso di 1.199,4 tonnellate, il restante è depositato per la maggior parte presso la Federal Reserve, ma anche presso la Banca d’Inghilterra e la Banca Centrale Svizzera. Per motivi di riservatezza non ci è stata comunicata l’esatta consistenza dei depositi nei diversi Paesi.
La motivazione sottostante a tale suddivisione (operata peraltro da tutte le Banche Centrali Nazionali) è di mera “suddivisione del rischio”. Una dislocazione fisica distribuita della Riserva dovrebbe garantire, in caso di instabilità socio-politica nazionale e internazionale, preservarla almeno in parte. Può sembrare una estrema semplificazione, ma non siamo molto lontani dal concetto che andando in viaggio si cerca di suddividere il contante che ci si porta appresso in più borse o “nascondigli”. A titolo di curiosità: nessun Paese straniero ha deciso di depositare presso di noi parte della propria riserva.
La Banca d’Italia ha inoltre depositato presso la BCE 100 tonnellate d’oro in virtù dell’ appartenenza al sistema delle Banche Centrali. Si tratta tuttavia di un deposito contabile dato che gli 8.000 lingotti di “proprietà BCE” sono fisicamente rimasti nei locali del nostro Istituto. Proprio a tale proposito occorre specificare che anche il metallo depositato presso altre banche in base ad accordi di Safe Keeping Deposit (quindi improduttivo di interessi, si potrebbe fare un paragone con una immensa cassetta di sicurezza), non ha in realtà subito spostamenti “fisici”: è rimasto dove è stato acquisito.
LA DOMANDA DELLE DOMANDE: DI CHI È L’ORO
La risposta a questa domanda è stata netta, senza esitazioni e lo confesso, ci ha lasciato in parte perplessi, perchè avremmo voluto approfondire alcuni scenari che la risposta stessa apre.
L’oro è della Banca d’Italia. Non è dello Stato (e quindi dei cittadini) e tantomeno dei partecipanti privati al capitale, che sulle riserve non possono vantare alcun diritto (cosa che, unico elemento positivo, è stata specificata anche nel discusso decreto IMU – Bankitalia).
Ci è stato specificato che è impossibile per la stessa Banca disporre liberamente della Riserva dato che la stessa costituisce un presidio fondamentale di garanzia per la fiducia nel sistema Paese. Considerando però che la Banca Nazionale fa parte dell’Eurosistema, anche le riserve ne fanno parte e contemporaneamente garantiscono insieme a quelle degli altri Paesi europei il sistema stesso.
Ci è stato quindi detto che allo stato attuale la Riserva è INTOCCABILE e INUTILIZZABILE, quindi le ipotesi di vendita o quelle di utilizzo a garanzia di prestiti pubblici sono semplici speculazioni inattuabili.
La domanda che è rimasta senza risposta (anche se francamente non so se avrebbero potuto risponderci su due piedi) è stata: cosa accadrebbe al nostro oro se l’Italia uscisse dall’Euro? Saremmo costretti a “condividerlo” (anche solo contabilmente, dato che spostamenti fisici come già detto non se ne fanno) con l’Eurosistema? Rientrerebbe totalmente nella nostra disponibilità?
ALTRE NOTIZIE E CURIOSITÀ
– L’oro contenuto nei lingotti ha un tenore estremamente elevato che va da un minimo di 996,2/1.000 a 999,99/1000
– La Riserva è periodicamente sottoposta a verifiche da parte del servizio Revisione Interna e da una società di revisione esterna che le effettua anche nell’interesse della BCE.
– Le verifiche sono effettuate anche con riferimento alla qualità del materiale. Fino ad alcuni anni fa veniva prelevata la cosiddetta “unghiata” da alcuni lingotti che presentano effettivamente degli incavi che sembrano effettivamente scavati con una grossa unghia. Attualmente si utilizza un sistema molto meno invasivo, tramite fori realizzati con un piccolo trapano che preleva minime quntità di metallo per sottoporle ad analisi.
– Tutti i lingotti presentano un marchio che ne identifica la provenienza e un codice di fusione. Ne abbiamo visti alcuni sudafricani, molti americani, ma ce ne sono diversi che recano l’aquila nazista.
Questi gli elementi principali che hanno caratterizzato la nostra visita. Qualcuno l’ha definita “irruzione” ( ESCLUSIVO – i portavoce M5S irrompono all’interno…: http://youtu.be/RNbGc2P677s) , ma naturalmente si è trattato di un evento che ha comportato evidenti problemi di sicurezza e che quindi doveva obbligatoriamente essere concordato nei tempi e nelle modalità di svolgimento. Siamo stati comunque in grado di acquisire elementi conoscitivi che sono spesso ignoti alla cittadinanza e che probabilmente possono fugare dubbi che leggittimamente possono sorgere in assenza di informazioni diffuse.
Sotto l’aspetto puramente “umano” abbiamo potuto vedere con i nostri occhi (e con le dovute cautele abbiamo toccare con mano) una quantità tale di metallo prezioso che sfugge ad una percezione ordinaria... Devo dire che suscita sensazioni difficilmente spiegabili… (ohhhh come ti capisco, in Svizzera ho visto cose che voi umani… n.d. fk)
Purtroppo non è stato in alcun modo possibile effettuare foto o riprese all’interno dei locali di sicurezza e in effetti prima di entrarvi ci è stato chiesto di depositare borse, cellulari e cappotti, tuttavia posso testimoniare che quanto visibile in questo filmato di alcuni anni fa: “Passaggio a Nord Ovest – La riserva aurea italiana: http://youtu.be/4u4iSEQOxyk” corrisponde a realtà.
Spero di aver riferito in maniera più completa possibile, se ho dimenticato qualcosa integrerò sicuramente, così come invito a fare i compartecipanti alla visita. Se avete domande, nei limiti di quanto appreso e delle mie competenze proverò a rispondere.
Vorrei soffermarmi sul fatto più importante:
Metà dell’oro fisico italiano, ovvero 1200 tonnelate NON è custodito in Italia. Perchè?
Davvero ci voglimo bere la storiella dell’instabilità socio economica? Ma per favore.
Mi chiedo se quell’oro esista effettivamente da qualche parte nel mondo (ne dubito) e nel caso sotto quali condizioni potrebbe essere rimpatriato.
E se detto oro fisicio, esiste ed è libero da vincoli (cosa che dubito ancora di più) per quale CRIMINALE disegno rimane custodito in mani straniere. Ne parlo anche a uso e consumo di coloro che vorrebbero il ritorno dell’Italia alla sovranità monetaria (come noto sapete che non appartengo a quel gruppo).
Chiedo quindi al MoVimento 5 Stelle di continuare questa opera ispettiva ( la famosa apertura della scatola di sradine ) per fare luce su questi interrogativi:
Dove è esattamente l’Oro Italiano all’Estero
L’oro Italiano all’estero è LIBERO da vincoli e può essere rimpatriato in qualsiasi momento?
Vi dico già quale è il mio “cattivo pensiero”, io sospetto che l’Oro Fisico dell’Italia NON sia custodito presso le banche straniere ma sia stato prestato e riprestato nel tempo generando un interesse (gold lease), capite bene che per quanto basso 0.3-1% parliamo sempre di un montante di 80mld.
Il motivo del prestito sarebbe duplice:
Guadaganre un interesse (sottratto all’Italia che deposita l’oro in maniera infruttifera)
sopprimere il prezzo dell’oro
Grazie M5s.
 
Ultima modifica:
Gangster al governo, brogli d’oro per salvare il dollaro fonte libre idee


Scritto il 01/12/14 • nella Categoria: segnalazioni



Truccano il prezzo dell’oro, giocando al ribasso e colpendo l’economia e i risparmiatori, solo per proteggere il dollaro, cioè la grande speculazione finanziaria. Peggio ancora: controllati e controllori sono le stesse persone. In un sistema sano, dovrebbero finire in galera. Lo affermano Paul Craig Roberts e Dave Kranzler: la finanza americana è un colossale imbroglio, scrivono, e cospira contro l’economia reale, a cominciare da quella degli Stati Uniti, aziende e famiglie. Sono accusa i “bankster” delle famigerate “bullion bank”, soprattutto Jp Morgan, Hsbc, ScotiaMocatta, Barclays, Ubs e Deutsche Bank: «Agendo probabilmente per conto della Federal Reserve, hanno sistematicamente spinto al ribasso il prezzo dell’oro», dal settembre del 2011. «Tenere basso il prezzo dell’oro serve a proteggere il dollaro Usa da una esplosione incontrollata dell’aumento del valore del dollaro e dei debiti in dollari». Certo, la domanda di oro continua a salire. Ma il prezzo viene tenuto basso col trucco dei “futures”: il prezzo dell’oro non è determinato dal mercato fisico, ma dalle scommesse speculative sul prezzo che si vuole stabilire.
«Praticamente tutte le scommesse effettuate sul mercato dei “futures” sono pagate in contanti, in moneta e non in oro», spiegano Craig Roberts e Krnzler. Così, «il pagamento in contanti dei contratti serve a spostare dal mercato fisico al mercato monetario il luogo in cui si determina il prezzo dell’oro». E’ il terreno perfetto per manpolazoni d’ogni genere.
L’ultima macchinazione orchestrata? E’ legata alla Fed, per esempio, che ha deciso di far salire il picco del tasso di cambio del dollaro dopo aver annunciato la fine del “quantitative easing”. Appena la banca centrale Usa ha dichiarato che avrebbe smesso di stampare dollari per sostenere il prezzo delle obbligazioni, ha dato mandato alle banche di far scendere il prezzo dell’oro con nuove vendite “naked”, cioè “allo scoperto”. Funziona così: enormi quantità di contratti a termine “scoperti”, cioè solo di carta, vengono stampati per essere buttati, tutti in una volta, sul mercato dei “futures” nei momenti in cui il mercato tende a salire. «Aumentando l’offerta di “oro di carta”, le vendite di enormi quantità servono a far scendere il prezzo dei “futures”, ed è il prezzo del “future” che determina il prezzo a cui le quantità fisiche dei lingotti possono essere acquistate».
Stesso schema in Giappone, dove il prezzo dell’oro – su pressione di Washington – è stato fatto crollare per compensare l’effetto del nuovo massiccio programma di “Qe”. Obiettivo: impedire che l’oro si valorizzasse come bene-rifugio, a scapito della speculazione finanziaria. «L’annuncio del Giappone di voler creare moneta all’infinito avrebbe dovuto provocare un rialzo del prezzo dell’oro. Quindi, per evitare questa prevedibile risalita, alle 3 di notte – ora occidentale – mentre era in corso un intenso scambio di “futures” dell’oro, il mercato dei “futures” elettronico (Globex) è stato investito da una improvvisa vendita di 25 tonnellate di contratti Comex di “oro di carta”, allo scoperto, facendo scendere immediatamente il prezzo dell’oro a 20 dollari. «Nessun venditore onesto avrebbe buttato via il proprio capitale con una vendita di quel genere, in quel modo». Il prezzo dell’oro si è stabilizzato con un lieve rialzo, ma alle 8 del mattino – ora della costa orientale Usa – 20 minuti prima della apertura del New York Futures Market (Comex), sono state messe in vendita altre 38 tonnellate di oro in “futures di carta e allo scoperto”, sempre per far scendere il prezzo del lingotto. «Anche in questo caso, nessun investitore onesto si sarebbe liberato di una quantità tanto enorme di suoi beni personali, cancellando così improvvisamente la sua propria ricchezza».
Il fatto che il prezzo dell’oro sia determinato in un mercato di carta – in cui non c’è nessun limite di quantità nel creare la carta su cui scrivere i contratti – produce lo strano risultato che la domanda di lingotti di oro fisico si trovi in un mondo fuori dal tempo, senza rapporti con la produzione reale, e quindi il prezzo può continuare a scendere, annotano Craig Roberts e Kranzler. «La domanda asiatica è pesante, in particolare quella dalla Cina, e le aquile d’argento e d’oro stanno volando via dagli scaffali della zecca degli Stati Uniti in quantità da record. Le scorte dei lingotti si stanno esaurendo, ma i prezzi dell’oro e dell’argento continuano a scendere giorno dopo giorno». Spiegazione: «Il prezzo del lingotto non è determinato in un mercato reale, ma in un mercato truccato, fatto solo di carta, in cui non c’è nessun limite alla quantità e alla possibilità di creare “oro di carta”». Cinesi, russi e indiani «sono ben lieti che autorità americane corrotte, con questo sistema, rendano loro possibile acquistare sempre maggiori quantità di oro a prezzi sempre più bassi». Infatti, «un mercato truccato è proprio quello che ci vuole per gli acquirenti di lingotti, così come è proprio quello che ci vuole per le autorità Usa che si sono impegnate a proteggere il dollaro da un aumento del prezzo dell’oro».
Certo, «una persona onesta potrebbe pensare che esista una incompatibilità tra una forte domanda per un bene che può essere fornito solo in quantità vincolata e un contemporaneo calo del suo prezzo». Il fenomeno è più che anomalo: «Una situazione del genere dovrebbe suscitare l’interesse degli economisti, dei media finanziari, delle autorità finanziarie e delle commissioni del Congresso». Tutto tace, invece. «Dove sono le class action delle compagnie delle miniere d’oro contro la Federal Reserve, e contro le banche che custodiscono i lingotti, e contro tutti quelli che stanno danneggiando gli interessi delle società minerarie con contratti di vendita “allo scoperto” a breve?». Sottolineano Craig Roberts e Kranzler: «La manipolazione dei mercati, soprattutto sulla base di informazioni privilegiate, è illegale e altamente immorale. La vendita allo scoperto – “naked” – sta causando danni agli interessi delle miniere. Una volta che il prezzo dell’oro sarà portato sotto i 200 dollari l’oncia, molte miniere diventeranno antieconomiche. Dovranno chiudere. I minatori diventeranno disoccupati. Gli azionisti perderanno soldi. Come si può continuare a mantenere un prezzo a questo livello, ovviamente truccato, e continuare a manipolarlo?».
La risposta, scrivono Craig Roberts e Kranzler, è che «il sistema politico e finanziario degli Stati Uniti è stato inghiottito da un sistema di corruzione e criminalità», nientemeno. «La politica della Federal Reserve di brogli sui prezzi delle obbligazioni e dell’oro per dare liquidità alla speculazione del mercato azionario ha danneggiato l’economia e decine di milioni di cittadini americani, solo per proteggere le quattro mega-banche dai loro errori e dai loro crimini». Attenzione: «Questo uso privato della politica pubblica non ha precedenti nella storia». E’ puro banditismo. «I responsabili devono essere arrestati e mandati sotto processo e dovrebbero contemporaneamente essere citati per danni». Il guaio è che, accanto alle mega-banche, sono implicate le stesse autorità Usa, che «pagano S&P per mantenere un valore artificiale del cambio del dollaro e per trovare la liquidità necessaria per sostenere i titoli azionari e obbligazionari, particolarmente quest’ultimo tanto artificiosamente alto che i risparmiatori ricevono dalle banche un interesse reale negativo sui loro risparmi investiti in obbligazioni». Tutto abusivo, e pericoloso, perché il sistema finanziario è fuori dalla realtà dell’economia: «Quando le autorità non riusciranno più a tenere in piedi il castello di carte, il crollo del castello sarà completo».
«La costruzione di questo castello di carta – accusano Craig Roberts e Kranzler – è la prova della complicità degli economisti, dell’incompetenza dei mezzi finanziari e della corruzione delle autorità pubbliche e delle istituzioni private. I capi di una manciata di mega-banche responsabili di tutto questo problema sono le stesse persone che siedono al Tesoro degli Stati Uniti, alla Fed di New York e nelle agenzie che controllano la finanza degli Stati Uniti. Stanno usando il loro potere di controllo sulla politica pubblica per proteggersi e per proteggere le loro imprese dai loro stessi comportamenti insensati». Dettaglio: «Il prezzo di questa protezione è tutto sulle spalle dell’economia e degli americani che pagano le tasse, e il prezzo da pagare sta continuando a salire». Ok, l’America sarà anche la patria dell’economia, vista la quantità di Premi Nobel. Questo però non spiega «come gli economisti americani non abbiano notato che il prezzo dell’oro, dell’argento, delle azioni e delle obbligazioni emesse negli Stati Uniti non abbiano nessun rapporto con la realtà economica del paese. L’incompatibilità tra mercati e realtà economica non disturba, comunque, né i politici né gli economisti, che fanno solo gli interessi del governo e dei gruppi di interesse loro alleati». Il risultato? «E’ un’economia ridotta a un castello di carte», gestita da personaggi che «dovrebbero stare in galera, anziché al governo».
Truccano il prezzo dell’oro, giocando al ribasso e colpendo l’economia e i risparmiatori, solo per proteggere il dollaro, cioè la grande speculazione finanziaria. Peggio ancora: controllati e controllori sono le stesse persone. In un sistema sano, dovrebbero finire in galera. Lo affermano Paul Craig Roberts e Dave Kranzler: la finanza americana è un colossale imbroglio, scrivono, e cospira contro l’economia reale, a cominciare da quella degli Stati Uniti, aziende e famiglie. Sono accusa i “bankster” delle famigerate “bullion bank”, soprattutto Jp Morgan, Hsbc, ScotiaMocatta, Barclays, Ubs e Deutsche Bank: «Agendo probabilmente per conto della Federal Reserve, hanno sistematicamente spinto al ribasso il prezzo dell’oro», dal settembre del 2011. «Tenere basso il prezzo dell’oro serve a proteggere il dollaro Usa da una esplosione incontrollata dell’aumento del valore del dollaro e dei debiti in dollari». Certo, la domanda di oro continua a salire. Ma il prezzo viene tenuto basso col trucco dei “futures”: il prezzo dell’oro non è determinato dal mercato fisico, ma dalle scommesse speculative sul prezzo che si vuole stabilire.
«Praticamente tutte le scommesse effettuate sul mercato dei “futures” sono pagate in contanti, in moneta e non in oro», spiegano Craig Roberts e Krnzler. Così, «il pagamento in contanti dei contratti serve a spostare dal mercato fisico al mercato monetario il luogo in cui si determina il prezzo dell’oro». E’ il terreno perfetto per manpolazoni d’ogni genere. L’ultima macchinazione orchestrata? E’ legata alla Fed, per esempio, che ha deciso di far salire il picco del tasso di cambio del dollaro dopo aver annunciato la fine del “quantitative easing”. Appena la banca centrale Usa ha dichiarato che avrebbe smesso di stampare dollari per sostenere il prezzo delle obbligazioni, ha dato mandato alle banche di far scendere il prezzo dell’oro con nuove vendite “naked”, cioè “allo scoperto”. Funziona così: enormi quantità di contratti a termine “scoperti”, cioè solo di carta, vengono stampati per essere buttati, tutti in una volta, sul mercato dei “futures” nei momenti in cui il mercato tende a salire. «Aumentando l’offerta di “oro di carta”, le vendite di enormi quantità servono a far scendere il prezzo dei “futures”, ed è il prezzo del “future” che determina il prezzo a cui le quantità fisiche dei lingotti possono essere acquistate».
Stesso schema in Giappone, dove il prezzo dell’oro – su pressione di Washington – è stato fatto crollare per compensare l’effetto del nuovo massiccio programma di “Qe”. Obiettivo: impedire che l’oro si valorizzasse come bene-rifugio, a scapito della speculazione finanziaria. «L’annuncio del Giappone di voler creare moneta all’infinito avrebbe dovuto provocare un rialzo del prezzo dell’oro. Quindi, per evitare questa prevedibile risalita, alle 3 di notte – ora occidentale – mentre era in corso un intenso scambio di “futures” dell’oro, il mercato dei “futures” elettronico (Globex) è stato investito da una improvvisa vendita di 25 tonnellate di contratti Comex di “oro di carta”, allo scoperto, facendo scendere immediatamente il prezzo dell’oro a 20 dollari. «Nessun venditore onesto avrebbe buttato via il proprio capitale con una vendita di quel genere, in quel modo». Il prezzo dell’oro si è stabilizzato con un lieve rialzo, ma alle 8 del mattino – ora della costa orientale Usa – 20 minuti prima della apertura del New York Futures Market (Comex), sono state messe in vendita altre 38 tonnellate di oro in “futures di carta e allo scoperto”, sempre per far scendere il prezzo del lingotto. «Anche in questo caso, nessun investitore onesto si sarebbe liberato di una quantità tanto enorme di suoi beni personali, cancellando così improvvisamente la sua propria ricchezza».
Il fatto che il prezzo dell’oro sia determinato in un mercato di carta – in cui non c’è nessun limite di quantità nel creare la carta su cui scrivere i contratti – produce lo strano risultato che la domanda di lingotti di oro fisico si trovi in un mondo fuori dal tempo, senza rapporti con la produzione reale, e quindi il prezzo può continuare a scendere, annotano Craig Roberts e Kranzler. «La domanda asiatica è pesante, in particolare quella dalla Cina, e le aquile d’argento e d’oro stanno volando via dagli scaffali della zecca degli Stati Uniti in quantità da record. Le scorte dei lingotti si stanno esaurendo, ma i prezzi dell’oro e dell’argento continuano a scendere giorno dopo giorno». Spiegazione: «Il prezzo del lingotto non è determinato in un mercato reale, ma in un mercato truccato, fatto solo di carta, in cui non c’è nessun limite alla quantità e alla possibilità di creare “oro di carta”». Cinesi, russi e indiani «sono ben lieti che autorità americane corrotte, con questo sistema, rendano loro possibile acquistare sempre maggiori quantità di oro a prezzi sempre più bassi». Infatti, «un mercato truccato è proprio quello che ci vuole per gli acquirenti di lingotti, così come è proprio quello che ci vuole per le autorità Usa che si sono impegnate a proteggere il dollaro da un aumento del prezzo dell’oro».
Certo, «una persona onesta potrebbe pensare che esista una incompatibilità tra una forte domanda per un bene che può essere fornito solo in quantità vincolata e un contemporaneo calo del suo prezzo». Il fenomeno è più che anomalo: «Una situazione del genere dovrebbe suscitare l’interesse degli economisti, dei media finanziari, delle autorità finanziarie e delle commissioni del Congresso». Tutto tace, invece. «Dove sono le class action delle compagnie delle miniere d’oro contro la Federal Reserve, e contro le banche che custodiscono i lingotti, e contro tutti quelli che stanno danneggiando gli interessi delle società minerarie con contratti di vendita “allo scoperto” a breve?». Sottolineano Craig Roberts e Kranzler: «La manipolazione dei mercati, soprattutto sulla base di informazioni privilegiate, è illegale e altamente immorale. La vendita allo scoperto – “naked” – sta causando danni agli interessi delle miniere. Una volta che il prezzo dell’oro sarà portato sotto i 200 dollari l’oncia, molte miniere diventeranno antieconomiche. Dovranno chiudere. I minatori diventeranno disoccupati. Gli azionisti perderanno soldi. Come si può continuare a mantenere un prezzo a questo livello, ovviamente truccato, e continuare a manipolarlo?».
La risposta, scrivono Craig Roberts e Kranzler, è che «il sistema politico e finanziario degli Stati Uniti è stato inghiottito da un sistema di corruzione e criminalità», nientemeno. «La politica della Federal Reserve di brogli sui prezzi delle obbligazioni e dell’oro per dare liquidità alla speculazione del mercato azionario ha danneggiato l’economia e decine di milioni di cittadini americani, solo per proteggere le quattro mega-banche dai loro errori e dai loro crimini». Attenzione: «Questo uso privato della politica pubblica non ha precedenti nella storia». E’ puro banditismo. «I responsabili devono essere arrestati e mandati sotto processo e dovrebbero contemporaneamente essere citati per danni». Il guaio è che, accanto alle mega-banche, sono implicate le stesse autorità Usa, che «pagano S&P per mantenere un valore artificiale del cambio del dollaro e per trovare la liquidità necessaria per sostenere i titoli azionari e obbligazionari, particolarmente quest’ultimo tanto artificiosamente alto che i risparmiatori ricevono dalle banche un interesse reale negativo sui loro risparmi investiti in obbligazioni». Tutto abusivo, e pericoloso, perché il sistema finanziario è fuori dalla realtà dell’economia: «Quando le autorità non riusciranno più a tenere in piedi il castello di carte, il crollo del castello sarà completo».
«La costruzione di questo castello di carta – accusano Craig Roberts e Kranzler – è la prova della complicità degli economisti, dell’incompetenza dei mezzi finanziari e della corruzione delle autorità pubbliche e delle istituzioni private. I capi di una manciata di mega-banche responsabili di tutto questo problema sono le stesse persone che siedono al Tesoro degli Stati Uniti, alla Fed di New York e nelle agenzie che controllano la finanza degli Stati Uniti. Stanno usando il loro potere di controllo sulla politica pubblica per proteggersi e per proteggere le loro imprese dai loro stessi comportamenti insensati». Dettaglio: «Il prezzo di questa protezione è tutto sulle spalle dell’economia e degli americani che pagano le tasse, e il prezzo da pagare sta continuando a salire». Ok, l’America sarà anche la patria dell’economia, vista la quantità di Premi Nobel. Questo però non spiega «come gli economisti americani non abbiano notato che il prezzo dell’oro, dell’argento, delle azioni e delle obbligazioni emesse negli Stati Uniti non abbiano nessun rapporto con la realtà economica del paese. L’incompatibilità tra mercati e realtà economica non disturba, comunque, né i politici né gli economisti, che fanno solo gli interessi del governo e dei gruppi di interesse loro alleati». Il risultato? «E’ un’economia ridotta a un castello di carte», gestita da personaggi che «dovrebbero stare in galera, anziché al governo».
 
Podemos: "l'euro è una trappola per topi"


"Non ha più senso parlare delle istituzioni se non abbiamo più la sovranità". Jacques Sapir

Pubblicato il: 03/12/2014
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"Il pericolo di una rottura è ormai enorme e il rischio concreto è quello di passare rapidamente da una guerra civile fredda ad una calda"

La Francia e l'Unione Europea soffrono oggi di un deficit democratico. E' ormai largamente riconosciuto, scrive Jacques Sapir nel suo ultimo post su RussEurope, anche se si differisce sull'analisi delle cause di questa situazione. C'è ad esempio un ex presidente della...




11 immagini che vi danno l'idea di quali siano le priorità per la politica

Pubblicato il: 03/12/2014
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11 foto, 11 immagini che vi spiegano meglio di ogni editoriale o approfondimento quelli che sono gli interessi principali per la politica oggi: Fonte: Grant Williams @TTMYGH



Dopo la scomparsa dell'oro, un tribunale di Kiev apre un procedimento penale contro il Governatore della Banca Nazionale

Pubblicato il: 03/12/2014
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Che sia la scintilla per una controrivoluzione?

Due settimane fa, il capo della banca centrale ucraina, Valeriya Gontareva, in televisione in prima serata, ammetteva che (quasi) tutto d'oro dell'Ucraina era sparito, “nelle casse della banca centrale non c'è rimasto quasi più oro. C'è solo una piccola...




Reddito di cittadinanza: il M5S colma il gap dell'Italia. Ddl in Senato

Pubblicato il: 03/12/2014
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La proposta dei 5 Stelle sarà discussa in Parlamento

Il reddito di cittadinanza: un sostegno economico per chi si trova sotto la soglia di povertà. Uno strumento concreto per combattere l’esclusione sociale, sempre più estesa nel nostro Paese. Se ne parla da tempo. Oggi, uno dei punti forti della campagna elettorale del M5S approda...




L'Unione eurasiatica rinuncerà presto al dollaro e all'euro

Pubblicato il: 03/12/2014
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Le transizioni si realizzeranno solo in valuta nazionale

Le transazioni in dollari e in euro potrebbero presto essere vietate nel territorio dell'Unione economica eurasiatica, che comprende Russia, Bielorussia, Kazakistan e Armenia. Secondo il quotidiano russo "Izvestia", l'Unione economica eurasiatica potrebbe presto abbandonare il...




Il congelamento del South Stream farà perdere alle aziende europee 2,5 miliardi di euro

Pubblicato il: 03/12/2014
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La società South Stream Transport aveva firmato contratti per diversi milioni di euro anche con l'italiana Saipem

Le imprese europee subiranno perdite dirette di almeno 2, 5 miliardi di euro a causa del congelamento del progetto di gasdotto South Stream, secondo i dati della società South Stream Transport. Le aziende giapponesi perderanno una commissione di 320 milioni di euro. Pertanto, le perdite...


"E' la Germania a non essere degna dell'euro". Paul Krugman

Pubblicato il: 03/12/2014
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Il premio Nobel: "esporta deflazione al resto dell’Europa. Al contrario, la Francia, la Spagna e anche l’Italia hanno giocato secondo le regole"

In uno dei suoi ultimi post sul suo blog sul NYT, Paul Krugman pubblica un grafico che considera emblematico per spiegare un aspetto fondamentale della crisi della zona euro che i media italiani tralsciano in modo sistematico: qualsiasi squilibrio a livello europeo associato all’anomalo flusso...




C'è una foto migliore di questa per spiegare la degenerazione oligarchica in corso negli Usa?

Pubblicato il: 03/12/2014​
 
operazioni TLTRO della BCE… Capiamole bene!
Pubblicato da wonderwall il 3 dicembre 2014


[URL="http://blog.wallstreetitalia.com/thefinancialsundaypost/2014/12/03/le-operazioni-tltro-della-bce-capiamole-bene/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews#"][/URL]

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Oggi proviamo a riaffrontare il tema delle operazioni TLTRO della BCE, riprendendo quanto già detto in altri post precedenti (vedi post: QE, LTRO, T-LTRO, etc… Che cosa sono?), ma cercando di approfondire con maggiore chiarezza il concetto e le modalità del TLTRO.

Ricordiamo che il TLTRO è una concessione alle banche europee di una serie di finanziamenti a lungo termine finalizzati a “migliorare l’erogazione di prestiti a favore del settore privato non finanziario”.

E scendiamo nel dettaglio di queste Targeted Longer-Term Refinancing Operations…

In particolare nel giugno ’14 la BCE ha deciso di “condurre per un periodo di due anni una serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine” (TLTRO, Targeted Longer-Term Refinancing Operations), con l’obiettivo di “migliorare l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario”.

Nel luglio’14 la BCE ha, poi, pubblicato i dettagli delle 8 operazioni TLTRO, le prime due a settembre e dicembre 2014 e le successive a distanza di tre mesi l’una dall’altra a partire da marzo 2015.

Si noti, che sono ammessi alle operazioni TLTRO sia banche che altri enti creditizi “eleggibili” per l’Eurosistema (eligible Eurosystem counterparties), sia su base individuale che in gruppi (nel caso di gruppi, il gruppo partecipa all’operazione tramite un membro del gruppo, detto “lead institution”).

La BCE ha fissato dei limiti alla capacità delle banche di rifinanziarsi tramite le TLTRO, limiti che sono differenziati per le prime due operazioni e per le successive. Nelle prime due operazioni le banche potranno chiedere complessivamente massimo il 7% del totale dei finanziamenti in essere al 30 aprile 2014 concessi al settore non finanziario (famiglie e imprese non finanziarie), escludendo i mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni…

Il rimborso dei finanziamenti derivanti da tutte le operazioni TLTRO avverrà a partire dal settembre 2018, ma le banche hanno l’opzione di rimborsare con frequenza semestrale qualsiasi quota degli importi ottenuti in una operazione TLTRO dopo due anni dalla prima operazione…

Il tasso di interesse applicato sulle operazioni TLTRO sarà pari a quello delle operazioni di rifinanziamento principali in essere al momento dell’operazione più uno spread di 10 punti base…

Si noti, infine, che la prima tranche di fondi (finanziamenti) erogata alle banche italiane (nel Sett. ’14), è stata pari a circa 23 miliardi di euro (su un totale concesso dalla BCE di 82,6 miliardi). Le maggiori beneficiarie sono state: Unicredit (7,75 mld), Intesa S. Paolo (4 mld), Monte Fiaschi di Siena (3 mld), etc…

Bene, ora proviamo a riepilogare (anche graficamente) la cronistoria di questo, ormai celebre, TLTRO:

5 giugno 2014: il board della BCE decide il TLTRO (rifinanziamento banche area euro per favorire prestiti a famiglie e privati).
29 luglio 2014: la BCE definisce modalità e dettagli dell’TLTRO:
quale tasso?: tasso BCE (che a sett. ’14 è 0,05) + 0,10 di spread. (nota: a sett. ’14 il tasso di questo rifinanziamento per le banche è dunque 0,15%! Mentre quello dei nostri mutui/finanziamenti?… Lasciamo stare!);
quali prestiti?: prestiti a famiglie (no mutui) e a imprese (escluse le banche, assicurazioni, etc. ovviamente).
I tempi e i limiti delle 8 operazioni di finanziamento delle banche (da Sett. ’14 a Giu. ’16).
Sett. (op. 1) e Dic. (op. 2) 2014 (limite delle richieste delle banche: 7% dei prestiti esistenti al 30 Apr. ’14).
Mar. (op. 3), Giu. (op. 4), Sett. (op. 5) e Dic. (op. 6) 2015, Mar. (op. 7), Giu. (op.8) 2016 (STOP!) (limite delle richieste delle banche: 3 volte i prestiti degli ultimi 12 mesi, calcolati al mese di riferimento, che è due mesi precedente. Ad esempio per l’op. 4 (del Giu. 2015) il limite si calcola come 3 volte i prestiti del periodo Apr. ’14-Apr. ’15).
Il rimborso dei finanziamenti (Sett. ’18)
Sett. 2018 (rimborso): scadenza limite di tutte le precedenti 8 operazioni. (le banche hanno però l’opzione di rimborsare, con frequenza semestrale, qualsiasi quota degli importi ottenuti in una operazione, passati almeno due anni da ogni operazione).
Dunque, per adesso siamo ancora all’op. 1… E potremmo vedere solo nei prossimi mesi “in che modo” le banche faranno confluire questi fondi alle famiglie e alle imprese… Siamo fiduciosi?! Lascio a voi riflettere su questo punto…



A proposito, per approfondire, rileggi:


 
martes, 2 de diciembre de 2014

Ingegnere della NASA ammette che l’uomo non è mai andato sulla Luna?

Attilio Folliero, Caracas 02/12/2014
Mentire è manipolare, veritare è rivoluzionare
Vedasi anche: El hombre nunca fue a la luna y nunca salió de la atmósfera terrestre - Primera parte

In un video della NASA (1) dove si illustrano le caratteristiche della nuova nave spaziale “Orion”, l’ingegenre Kelly Smith parlando dell’attraversamento delle Fasce di Van Allen, attraversamento necessario per uscire dall'atmosfera terrestre, dice (testuali parole, nel video a partir del minuto 3): “Nell’allontanarci dalla Terra, passeremo attraverso le Fasce di Van Allen, un’area di pericolose radiazioni. Radiazioni come queste possono danneggiare i sistemi di guida, i computer di bordo, o gli altri dispositivi elettronici presenti sulla nave spaziale Orion. Naturalmente, dobbiamo passare attraverso questa zona pericolosa due volte, una volta all’andata ed un’altra al ritorno. Orion però ha una protezione, la schermatura sarà messa alla prova quando il veicolo attraverserà la zona delle radiazioni. I sensori di bordo registreranno i livelli di radiazione per gli studi degli scienziati. Dobbiamo risolvere questi problemi prima di inviare le persone attraverso questa regione dello spazio” (2).

Questo ingegnere della NASA, in poche parole sta dicendo che considerata la pericolosità delle radiazioni presenti nella zona delle Fasce di Van Allen, prima di far passare la nave spaziale Orion con persone a bordo attraverso questa zona dello spazio, saranno effettuati test di prova senza persone.
Le radiazioni presenti nelle Fasce di Van Allen sono mortali per l’uomo e pericolose per gli strumenti a bordo. Per questo motivo la nuova nave Orion è stata provvista di una protezione, di una schermatura che inizialmente sarà testata senza persone a bordo: Orion passerà attraverso le Fasce ed i sensori di bordo misureranno le radiazioni.
Si presume, che la NASA abbia mandato il primo uomo sulla Luna oltre 45 anni fa, il 20/07/1969 ed oggi a quasi mezzo secolo di distanza ci viene a dire che attraversare le Fasce di Van Allen è pericoloso per l’uomo e per gli strumenti di bordo; ci viene a dire che per poter attraversare quelle fasce con una navicella con uomini a bordo bisogna prima risolvere i problema della schermatura! Proprio in vista della risoluzione di questi problemi, la nuova navicella spaziale “Orion” è provvista di protezione e schermature adeguate; inoltre trattandosi dei primi test, attraverserà le Fasce di Van Allen senza uomini a bordo.
Dopo averci mentito per quasi mezzo secolo che almeno una quindicina di uomini abbiano attraversato le Fasce di Van Allen durante i presunti viaggi alla Luna delle missioni Apollo, adesso la NASA comincia a parlare della pericolosità di tali fasce.
Per la prima volta un ingegnere della NASA sta veritando circa i viaggi alla Luna? Noi riteniamo che i viaggi alla Luna siano stati solamente una messa in scena e come spiegavamo in un nostro articolo “l’uomo non è mai andato sulla Luna e non è mai uscito dall’atmosfera terrestre” (3) propio per l’invalicabile (con la tecnologia attuale o di quando 45 anni fa pretesero andare sulla Luna) presenza delle Fasce di Van Allen, altamente radiattive. Tra l’altro, stiamo preparando il seguito di quell’articolo, in cui apporteremo altri dati, prove di altri scienziati che confermano la messa in scena della NASA circa i viaggi spaziali. I Viaggi alla Luna non sono mai avvenuti.
Attilio Folliero, Caracas 2/12/2014
(1) Video della NASA pubblicato in Youtube l’8 di ottobre del 2014, “Orion: Trial By Fire”, Url: https://www.youtube.com/watch?v=KyZqSWWKmHQ; (2) Riportiamo il testo in inglese che si ascolta nel video, a partire del minuto 3: “As we get further away from Earth, we will pass through the Vann Allan Belts, an area of dangerous radiation. Radiation like this can harm the guidance systems, onboard computers, or other electronics on Orion. Naturally, we have to pass through this danger zone twice, once up and once back. But Orion has protection, shielding will be put to the test as the vehicle cuts through the waves of radiation. Sensors aboard will record radiation levels for scientists to study. We must solve these challenges before we send people through this region of Space. (3) Attilio Folliero, “El hombre nunca fue a la luna y nunca salió de la atmósfera terrestre. Primera parte”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/10/el-hombre-nunca-fue-la-luna-y-nunca.html

Publicado por Prof.................................................:D:up::V:D
 

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