ballanelvento
casalinga di voghera...
io non vedo le code in fila per il pasto caldo.........sta crisi per il 90% è solo na bufala
già ... sarà come dici tu intanto Mario Draghi ha detto:
Nel 2009 caduta del 5% del Pil. Pesanti le ripercussioni della crisi in Italia: la crisi mondiale, secondo le previsioni del governatore, determinerà nel 2009 una caduta del Pil del 5%, dopo la diminuzione di un punto nel 2008. Il crollo della domanda estera, ha ricordato un numero uno di Palazzo Koch, ha provocato una forte contrazione della produzione industriale e degli investimenti. Con una reazione delle imprese che ha determinato la provvisoria chiusura di interi stabilimenti o linee produttive, con una riduzione temporanea o permanente della manodopera, rinvio di acquisti di semilavorati e beni capitali e dilazioni lunghe nei pagamenti ai fornitori. Nei 6 mesi da ottobre 2008 a marzo 2009 il Pil è caduto in ragione d'anno di oltre 7 punti percentuali. Draghi ha puntato l'obiettivo sulla crescita del debito e ha invitato a interventi rapidi, con tagli di spesa da fare «subito» e contrasto all'evasione fiscale che «consentirebbero di ridurre aliquote legali», far calare le tasse, «diminuendo distorsioni e ingiustizie».
È allarme consumi e disoccupazione. Il governatore nel suo intervento ha lanciato l'allarme sui consumi, legandolo alle stime sulla disoccupazione. Il primo rischio «per la fase ciclica che attraversiamo é una forte riduzione dei consumi interni, a cui le imprese potrebbero reagire restringendo ancora i loro acquisti di beni e capitali e di input produttivi». I lavoratori in cassa integrazione e coloro che cercano una occupazione sono già oggi intorno all'8,5% della forza lavoro, una quota che potrebbe salire oltre il 10%: proseguirebbe la decurtazione del reddito disponibile delle famiglie e dei loro consumi, nonostante la forte riduzione dell'inflazione. Nelle Considerazioni Draghi ha ricordato anche che «gli interventi governativi a supporto delle famiglie meno abbienti e gli incentivi all'acquisto di beni durevoli stanno fornendo un temporaneo ausilio».
Ripresa nel 2010, ma ci attendono ancora mesi duri. Per Draghi non é ancora possibile individuare con certezza una definitiva inversione ciclica, anche se si prevede che la crescita riprenderà nel 2010». Purtroppo, però, «l'attesa generale per i prossimi mesi é di riduzioni di occupazione, di reddito, accompagnate dal permanere di volatilità sui mercati finanziari, con riflessi negativi sui consumi e sugli investimenti».
Combattere l'evasione per abbassare le tasse. «Semplificazione normativa ed efficacia dell'azione pubblica sono condizioni necessarie per ridurre il peso dell'economia irregolare, stimato in più del 15 per cento dell'attività economica». Secondo il governatore di Bankitalia «progressi nel contrasto alle attività irregolari consentirebbero di ridurre le aliquote legali, diminuendo distorsioni e ingiustizie».
Allarme chiusura per le piccole imprese. Rischiano la chiusura le piccole imprese con meno di 20 addetti, duramente colpite dalla crisi economica. Mario Draghi ha, infatti, sottolineato che «a risentire della crisi sono soprattutto le imprese piccole, sotto i 20 addetti; nella sola manifattura se ne contano in tutto quasi 500.000, con poco meno di due milioni di occupati. Per quelle che operano in qualità di sub-fornitrici di imprese maggiori, da cui subiscono tagli degli ordinativi e dilazioni nei pagamenti, è a volte a rischio la stessa sopravvivenza». Per il governatore «il passaggio dei prossimi mesi sarà decisivo: una mortalità eccessiva che colpisca per asfissia finanziaria anche aziende che avrebbero il potenziale per tornare a prosperare dopo la crisi è un secondo, grave rischio per la nostra economia». In generale le imprese si attendono un calo del fatturato oltre il 20% e la grande incertezza sulla durata della crisi spinge a piani di riduzione dgeli investimenti del 12% nell'industria e nei servizi e di oltre il 20% nel manifatturiero.