SE CONTINUA A PIOVERE, DOVRO' SPRUZZARMI LO SVITOL AL POSTO DEL PROFUMO

Praticamente il popolo deve essere "bue".
E lo stesso stanno facendo con il MES.
Basterebbe prendere il provvedimento e dargli una lettura a reti unificate - non un commento -
una semplice lettura per far capire al popolo "bue" il problema reale alla base di questo
"ente" e quale problema sorgerebbe contro il popolo Italiano - "bue".

La cosa davvero incredibile, ripensando agli ultimi mesi di dibattito politico nel cortiletto della repubblica delle banane,
è che l’unico ad aver detto la cosa giusta è stato Achille Occhetto.

Durante un’intervista su La7 di qualche tempo fa, l’ex segretario del Pci aveva scolpito nella pietra il seguente aforisma:

«Il popolo senza mediazione è una brutta bestia: bisogna che cominciamo a educare la gente contro questa idea del popolo.
Ci sono le classi, ci sono i ceti intermedi, ci sono le associazioni, c’è la consapevolezza culturale a tutti i livelli: il popolo invece è una cosa grave».

Potete immaginare cosa successe il giorno dopo al malcapitato autore della svolta della Bolognina:
insulti, sputacchi, pernacchie, schiaffi del soldato, ceffoni, manrovesci, pedate negli zebedei
da parte di tutta la gamma dei giovani statisti di destra-centro-sinistra, ai quali non sembrava vero
di poter immortalare la distanza siderale tra gli eroi dei tempi nuovi e lo strabolso, stracotto e strabollito reduce della prima Repubblica.
Un massacro. Mancava solo che arrivasse lo scemo del villaggio con la maschera di Brighella a prenderlo a gatti morti in faccia e saremmo stati al completo.

E invece aveva ragione lui.
Basta vedere il livello delle polemiche sul finanziamento dei partiti, scoppiate dopo la retata alla Fondazione Open di Matteo Renzi,
per capire che l’analisi occhettiana - che non fa altro che ribadire una linea connaturata alla cultura profonda del partito comunista italiano,
che ha sempre diffidato delle piazze non mediate e non incanalate dentro alvei strutturati e governabili
-
 
Comincia a tremargli il kulo.

Giuseppe Conte è sicuro: l'Italia sul Mes troverà una soluzione.

"Io credo che la loro volontà sarà assolutamente rispettata, ma anche quella delle altre forze politiche.
Per andare avanti serve l’accordo tra tutte le forze che sostengono il governo.
Lavoriamo in un percorso che è collettivo e le riforme che adotteremo saranno sempre nell’interesse dei cittadini".

"È giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco".

"Non faremo una figuraccia. ci sono 19 Paesi che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea. State sicuri che non ci faremo fregare".

"Non sono vicino a nessuno, sono un capo di governo che sta portando un programma di 29 punti,
ho un rapporto più facile, per ragioni storiche, con il Movimento, ma non si può fare una comparazione.
Il Pd lo sto conoscendo ora, è una stupidaggine dire che sul Mes sono più vicino al Pd, il Pd è arrivato adesso".
 
E di là si comprende bene che gli trema 2 volte.

"Vedo minacce del tipo 'senza di me questo non passa' oppure 'noi siamo l’ago della bilancia'.
Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza,
a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle.
Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo".

"Non abbiamo paura delle elezioni. Non l’avevamo neanche la scorsa estate quando ancora
non si erano verificate due scissioni (Renzi e Calenda ndr) e avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne".
 
Prima uno che era un "camamela", ora questo .....e tenetevi da parte questa dichiarazione :

"Non capisco la drammatizzazione. Non ho mai sentito spiegare da Di Maio dove va cambiato e perché.
Ho invece ascoltato solo avvertimenti e dichiarazioni di principio.
Spero che il capo politico dei 5 Stelle ne abbia parlato con Gualtieri e abbia detto a lui dove occorre intervenire".

"Il vero problema come ho detto alla Camera è la valutazione del rischio dei titoli di Stato come vorrebbero i tedeschi non il Mes che non riguarderà noi, no".
 
Non hanno paura delle elezioni ? ?

Allora stacchino la spina e andiamo a votare.

Ma non lo fanno perchè non solo hanno paura ma al solo pensiero si cagano sotto.
 
E poi c'è il "potere occulto" ma sempre di sinistra.........toccasse a loro ....le risate.

A gettare il sasso era stato domenica scorsa Edmondo Bruti Liberati, leader storico di Magistratura democratica,
con una intervista a Repubblica in cui teorizzava la necessità assoluta di una nuova legge sulla prescrizione,
accusando gli avvocati di utilizzare le norme attuali per «impugnazioni puramente dilatorie»
causando l'«ingorgo dei giudizi in appello» e «ricadute di lungaggini su tutta la durata del processo».


Tempo quarantott'ore, e a raccogliere l'assist è un vecchio compagno di battaglia e di corrente di Bruti, l'ex procuratore di Palermo e di Torino Giancarlo Caselli.
Che se ne esce sul suo blog sull'Huffington Post rincarando la dose fino al punto che pareva irraggiungibile:
l'abolizione del processo d'appello. Prima condanna e carcere, senza passare dal via.

Inevitabile notare che tra le due uscite è avvenuto un fatto nuovo: la saldatura tra il Movimento 5 Stelle e l'Associazione nazionale magistrati,
che nel suo congresso genovese ha sposato in pieno la linea grillina sulla prescrizione.

Come la pensino i pentastellati sul processo d'appello è noto, visto che nel loro programma sulla giustizia avevano proposto
- per disincentivare i ricorsi - di consentire che il processo d'appello aggravi, anziché ridurre, la condanna.

Ma nemmeno questo a Caselli pare sufficiente.

«Basta con i palliativi», scrive. «Si valuti anche l'ipotesi dell'abolizione del grado d'appello, in modo da uniformare il nostro agli altri paesi di rito accusatorio. I vantaggi sarebbero strepitosi».

Addirittura strepitosi? Sì:

«Si potrebbe cancellare l'arretrato, circa un milione e mezzo di processi».

Per accelerare la giustizia basta abolire i processi, insomma.

E giù con un po' di insulti agli avvocati: il processo è «pieno di ostacoli e trappole, infarcito di regole travestite da garanzie che in realtà sono insidie o cavilli:
un brodo di coltura ideale per gli avvocati agguerriti, spregiudicati e costosi».

Nel motivare la sua rivoluzionaria proposta, Caselli fa - a dire il vero - un po' di confusione,
arrivando a sostenere che in Italia esiste «una pletora» di gradi di giudizio,
in cui inserisce anche i provvedimenti del tribunale del Riesame
(che in realtà non si occupa di colpevolezze e innocenze ma solo di esigenze cautelari)
e non meglio precisati «interventi del gip» e «giudizi incidentali».

«Siamo di fronte ad una grave anomalia rispetto agli altri paesi di democrazia occidentale che va corretta riducendo drasticamente i gradi di giudizio», scrive l'ex magistrato.

Curiosa la spiegazione che Caselli dà di questo eccesso di garanzie:
«La moltiplicazione dei gradi di giudizio si spiega con la radicata convinzione che la magistratura e il diritto fossero ostili alle classi sociali subalterne.
Per arginare i misfatti che conseguentemente la cultura popolare riteneva perpetrati nei secoli ecco l'idea dei più gradi di giudizio».

È appena il caso di ricordare che il codice di procedura penale attualmente in vigore è del 1988,
quando di misfatti ai danni delle classe subalterne i giudici avevano smesso di compierne da un bel pezzo.
 
Strano però. Io non la uso ........ma sono "normale".

Dalle carte emerge che anche Luca, come Anastasiya, usava la app Signal,
il sistema di messaggistica criptato per cellulari che permette di mandare sms istantanei che si autoeliminano, dunque difficilmente intercettabili.
 
Quest'Italia, strano Paese.

C'è chi non sa di avere 70.000 euro nel proprio zaino.

C'è chi non sa chi gli ha comprato un appartamento e

chi non sa di avere le corna, ma solo una bella moglie.

C'è pure chi non sa che votare per la sinistra porta all'autodistruzione.

Che strano Paese.
 

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