Rapisarda
Forumer storico
Case, Bot, fondi: l'idea di Prodi
di Renzo Rosati
23/3/2006
La campagna elettorale affronta un argomento concreto e cruciale: un diverso prelievo fiscale sui rendimenti di immobili e titoli posseduti dai risparmiatori. Perché il centrosinistra vuole aumentarlo? Per finanziare la riduzione del costo del lavoro. Ecco il progetto, gli effetti, i dubbi.
Unione e Casa delle libertà si accapigliano sulle tasse: il centrodestra accusa Romano Prodi e i suoi alleati di volerle aumentare e di aver già causato una mezza fuga di capitali all'estero; i prodiani ribattono tacciando la Cdl di allarmismo e demagogia. Quantomeno c'è un aspetto positivo: dopo tanti veleni ideologici la campagna elettorale affronta un argomento concreto.
CHE COSA C'È NEL MERITO?
Al centro di tutto il cavallo di battaglia scelto dal Professore, riassunto nello slogan: "Spostare le tasse dal lavoro alle rendite". Tradotto significa: vogliamo ridurre di 5 punti il cuneo fiscale, cioè il costo del lavoro a carico delle imprese.
Problema: come trovare le risorse per questo obiettivo? Per la copertura, il centrosinistra pensa a un innalzamento al 20% delle tasse sui rendimenti finanziari, oggi al 12,5%.
QUALI FORME DI RISPARMIO SONO INTERESSATE
Si tratta di ciò che investitori e risparmiatori, grandi e piccoli, pagano sui rendimenti di titoli di stato e azioni, sulle plusvalenze di borsa (differenza tra prezzo pagato all'acquisto e somma incassata alla vendita di un titolo), sulle cedole e sui guadagni con quote di fondi.
CONTI CORRENTI
Per quanto riguarda gli interessi sui soldi tenuti liquidi sui conti correnti, tassati attualmente al 27%, ci sarebbe un alleggerimento di 7 punti percentuali.
INCASSO
L'operazione dovrebbe fruttare, secondo i calcoli prodiani, 2,5 miliardi di euro, da utilizzare per il taglio del costo del lavoro.
DIFFICOLTÀ
Enunciato il progetto, ecco sorgere le prime difficoltà. Tralasciando la polemica politica, andiamo anche qui sul concreto.
CHI DETIENE I TITOLI DI STATO
I titoli di stato, Bot, Cct, Ctp e simili, sono per il 55,5% in mano a investitori esteri (persone, banche, fondi d'investimento). Questi pagano le imposte secondo i sistemi in vigore dei rispettivi paesi.
Un altro 22,4% è in mano a investitori istituzionali italiani (fondi, finanziarie) che compensano imposte e crediti fiscali.
Il restante 22,1% è posseduto da altri soggetti italiani che pagano appunto l'aliquota del 12,5%. E' qui che agirebbe la manovra del centrosinistra. Di questa catergoria di soggetti, i privati e le famiglie sono buona parte (16%).
PRECISAZIONI
L'Unione, anche in seguito alle accuse del centrodestra e alle sollecitazioni dei mercati finanziari, ha precisato due cose.
Primo: la nuova tassazione non riguarderebbe i titoli già in circolazione ma solo quelli di futura emissione.
Secondo, verrebbero esentati i "piccoli patrimoni". Quanto piccoli? Dal centrosinistra filtra una cifra orientativa di 50-100.000 euro.
CONSEGUENZE
A questo punto le conseguenze sarebbero inevitabilmente due.
Intanto si crererebbe un doppio mercato dei titoli, quelli attuali e quelli futuri. Seconda e più importante conseguenza, l'introito della manovra potrebbe ridursi di parecchio.
Colpendo una minoranza dei titoli e solo quelli futuri, secondo i calcoli del Sole-24 Ore (dopo le polemiche tra il vertice della Confindustria e Silvio Berlusconi certo non sospettabile di partigianeria), la nuova aliquota produrrebbe assai meno dei 2,5 miliardi previsti tagliare il cuneo fiscale sul lavoro: saremmo intorno ai 600 milioni di euro. Che salirebbero quando le future emissioni di titoli rimpiazzassero quelli odierni.
Ma anche in questo caso con un rischio: lo Stato, per rendere Bot e Cct appetibili dopo l'aumento del prelievo fiscale, dovrebbe aumentarne il rendimento.
Così accadde quando si introdusse la tassa del 12,5%. Solo che allora i rendimenti erano oltre il 10% e l'operazione fu tutto sommato indolore; oggi i rendimenti sono esigui e si fanno i conti al centesimo.
RENDITE CATASTALI
Non è tutto. Il programma di Prodi prevede anche la rivalutazione degli estimi catastali.
Si tratta del valore convenzionale degli immobili in base al quale si calcola la rendita catastale. Sulla rendita ogni anno si pagano tasse: sia l'Ici sia l'imposta sul reddito, Irpef (la rendita di un immobile non prima casa concorre all'imponibile).
BENE PRIMARIO
Oggi, in effetti, gli estimi e quindi le rendite catastali sono assai inferiori ai prezzi di mercato. Ma anche qui i rischi non mancano. Allineare le rendite catastali al valore di mercato significherebbe aumentarle, imponendo più tasse, ma anche dover essere pronti ad abbassarle se i prezzi di mercato degli immobili scendessero.
Inoltre, a ben vedere, per i tanti italiani che possiedono la casa dove abitano la revisione degli estimi significherebbe solo un aggravio fiscale: che rendita è l'uso di un bene primario?
SECONDE CASE
Il centrosinistra conosce questa obiezione, infatti i suoi esponenti fanno dei distinguo: parlano di aumentare le tasse sulle seconde case, oppure sulle case sfitte, oppure sugli immobili acquistati e rivenduti dopo poco tempo a puro fine speculativo.
COMPRAVENDITE
Anche il centrodestra sta del resto tenendo d'occhio la situazione.
In passato nelle compravendite spesso veniva indicato il valore catastale, o poco di più, per alleggerire l'onere fiscale; e l'esperienza mostrava che gli accertmenti raramente riguardavano questo tipo di rogiti. Ma dal 2006 è richiesto di dichiarare anche il valore reale, fermo rimanendo che le tasse si pagano sul valore catastale. Obiettivo: il fisco cerca così una sorta di redditometro per stanare evasori. Dunque, prima o poi una rivalutazione degli estimi comunque finirà per essere fatta, da sinistra o da destra.
PIUTTOSTO, TAGLIARE LE SPESE
Ma discorso diverso è rivalutare le rendite senza gradualità e non per fini di armonizzazione (ad esempio con gli altri paesi), bensì per trovare soldi di copertura per altre manovre.
Si tratterebbe in questo caso di una tipica operazione congiunturale. E, come afferma un'altra fonte non sospetta, l'ex sottosegretario all'Economia Vito Tanzi, che vive negli Usa e si è dimesso dal governo di centrodestra accusandolo di scarso rigore, "la manovre congiunturali si fanno tagliando la spesa, non aumentando le imposte. Soprattutto se si vogliono abolire altre imposte".
«PARTITO DELLE TASSE»
Considerando che l'Unione ha già annunciato il ripristino della tassa di successione, su patrimoni e con modalità da definire, ce n'è quanto basta per dare argomenti alle accuse del centrodestra, che definisce l'Unione "il partito delle tasse".
Vedremo con quali argomenti concreti risponderanno Prodi ed alleati.
http://www.panorama.it/economia/capire_economia/articolo/ix1-A020001035446
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di Renzo Rosati
23/3/2006
La campagna elettorale affronta un argomento concreto e cruciale: un diverso prelievo fiscale sui rendimenti di immobili e titoli posseduti dai risparmiatori. Perché il centrosinistra vuole aumentarlo? Per finanziare la riduzione del costo del lavoro. Ecco il progetto, gli effetti, i dubbi.
Unione e Casa delle libertà si accapigliano sulle tasse: il centrodestra accusa Romano Prodi e i suoi alleati di volerle aumentare e di aver già causato una mezza fuga di capitali all'estero; i prodiani ribattono tacciando la Cdl di allarmismo e demagogia. Quantomeno c'è un aspetto positivo: dopo tanti veleni ideologici la campagna elettorale affronta un argomento concreto.
CHE COSA C'È NEL MERITO?
Al centro di tutto il cavallo di battaglia scelto dal Professore, riassunto nello slogan: "Spostare le tasse dal lavoro alle rendite". Tradotto significa: vogliamo ridurre di 5 punti il cuneo fiscale, cioè il costo del lavoro a carico delle imprese.
Problema: come trovare le risorse per questo obiettivo? Per la copertura, il centrosinistra pensa a un innalzamento al 20% delle tasse sui rendimenti finanziari, oggi al 12,5%.
QUALI FORME DI RISPARMIO SONO INTERESSATE
Si tratta di ciò che investitori e risparmiatori, grandi e piccoli, pagano sui rendimenti di titoli di stato e azioni, sulle plusvalenze di borsa (differenza tra prezzo pagato all'acquisto e somma incassata alla vendita di un titolo), sulle cedole e sui guadagni con quote di fondi.
CONTI CORRENTI
Per quanto riguarda gli interessi sui soldi tenuti liquidi sui conti correnti, tassati attualmente al 27%, ci sarebbe un alleggerimento di 7 punti percentuali.
INCASSO
L'operazione dovrebbe fruttare, secondo i calcoli prodiani, 2,5 miliardi di euro, da utilizzare per il taglio del costo del lavoro.
DIFFICOLTÀ
Enunciato il progetto, ecco sorgere le prime difficoltà. Tralasciando la polemica politica, andiamo anche qui sul concreto.
CHI DETIENE I TITOLI DI STATO
I titoli di stato, Bot, Cct, Ctp e simili, sono per il 55,5% in mano a investitori esteri (persone, banche, fondi d'investimento). Questi pagano le imposte secondo i sistemi in vigore dei rispettivi paesi.
Un altro 22,4% è in mano a investitori istituzionali italiani (fondi, finanziarie) che compensano imposte e crediti fiscali.
Il restante 22,1% è posseduto da altri soggetti italiani che pagano appunto l'aliquota del 12,5%. E' qui che agirebbe la manovra del centrosinistra. Di questa catergoria di soggetti, i privati e le famiglie sono buona parte (16%).
PRECISAZIONI
L'Unione, anche in seguito alle accuse del centrodestra e alle sollecitazioni dei mercati finanziari, ha precisato due cose.
Primo: la nuova tassazione non riguarderebbe i titoli già in circolazione ma solo quelli di futura emissione.
Secondo, verrebbero esentati i "piccoli patrimoni". Quanto piccoli? Dal centrosinistra filtra una cifra orientativa di 50-100.000 euro.
CONSEGUENZE
A questo punto le conseguenze sarebbero inevitabilmente due.
Intanto si crererebbe un doppio mercato dei titoli, quelli attuali e quelli futuri. Seconda e più importante conseguenza, l'introito della manovra potrebbe ridursi di parecchio.
Colpendo una minoranza dei titoli e solo quelli futuri, secondo i calcoli del Sole-24 Ore (dopo le polemiche tra il vertice della Confindustria e Silvio Berlusconi certo non sospettabile di partigianeria), la nuova aliquota produrrebbe assai meno dei 2,5 miliardi previsti tagliare il cuneo fiscale sul lavoro: saremmo intorno ai 600 milioni di euro. Che salirebbero quando le future emissioni di titoli rimpiazzassero quelli odierni.
Ma anche in questo caso con un rischio: lo Stato, per rendere Bot e Cct appetibili dopo l'aumento del prelievo fiscale, dovrebbe aumentarne il rendimento.
Così accadde quando si introdusse la tassa del 12,5%. Solo che allora i rendimenti erano oltre il 10% e l'operazione fu tutto sommato indolore; oggi i rendimenti sono esigui e si fanno i conti al centesimo.
RENDITE CATASTALI
Non è tutto. Il programma di Prodi prevede anche la rivalutazione degli estimi catastali.
Si tratta del valore convenzionale degli immobili in base al quale si calcola la rendita catastale. Sulla rendita ogni anno si pagano tasse: sia l'Ici sia l'imposta sul reddito, Irpef (la rendita di un immobile non prima casa concorre all'imponibile).
BENE PRIMARIO
Oggi, in effetti, gli estimi e quindi le rendite catastali sono assai inferiori ai prezzi di mercato. Ma anche qui i rischi non mancano. Allineare le rendite catastali al valore di mercato significherebbe aumentarle, imponendo più tasse, ma anche dover essere pronti ad abbassarle se i prezzi di mercato degli immobili scendessero.
Inoltre, a ben vedere, per i tanti italiani che possiedono la casa dove abitano la revisione degli estimi significherebbe solo un aggravio fiscale: che rendita è l'uso di un bene primario?
SECONDE CASE
Il centrosinistra conosce questa obiezione, infatti i suoi esponenti fanno dei distinguo: parlano di aumentare le tasse sulle seconde case, oppure sulle case sfitte, oppure sugli immobili acquistati e rivenduti dopo poco tempo a puro fine speculativo.
COMPRAVENDITE
Anche il centrodestra sta del resto tenendo d'occhio la situazione.
In passato nelle compravendite spesso veniva indicato il valore catastale, o poco di più, per alleggerire l'onere fiscale; e l'esperienza mostrava che gli accertmenti raramente riguardavano questo tipo di rogiti. Ma dal 2006 è richiesto di dichiarare anche il valore reale, fermo rimanendo che le tasse si pagano sul valore catastale. Obiettivo: il fisco cerca così una sorta di redditometro per stanare evasori. Dunque, prima o poi una rivalutazione degli estimi comunque finirà per essere fatta, da sinistra o da destra.
PIUTTOSTO, TAGLIARE LE SPESE
Ma discorso diverso è rivalutare le rendite senza gradualità e non per fini di armonizzazione (ad esempio con gli altri paesi), bensì per trovare soldi di copertura per altre manovre.
Si tratterebbe in questo caso di una tipica operazione congiunturale. E, come afferma un'altra fonte non sospetta, l'ex sottosegretario all'Economia Vito Tanzi, che vive negli Usa e si è dimesso dal governo di centrodestra accusandolo di scarso rigore, "la manovre congiunturali si fanno tagliando la spesa, non aumentando le imposte. Soprattutto se si vogliono abolire altre imposte".
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Considerando che l'Unione ha già annunciato il ripristino della tassa di successione, su patrimoni e con modalità da definire, ce n'è quanto basta per dare argomenti alle accuse del centrodestra, che definisce l'Unione "il partito delle tasse".
Vedremo con quali argomenti concreti risponderanno Prodi ed alleati.
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