SE SIAMO TUTTI D'ACCORDO IO PASSEREI DIRETTAMENTE AL 2022 PER ESSERE PIU' SICURI

Questo è uno dei casi che ci fa pensare sul livello di deficienti che abbiamo in giro per il paese.

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Il signor Mosconi Giuseppe aveva 68 anni quando il 14 settembre è uscito dalla sua casa
nel piccolo paesino lodigiano di Fombio per recarsi all’ospedale di Piacenza, da dove purtroppo non è più uscito.


Dopo essere risultato positivo al Covid è stato ricoverato in medicina d’urgenza
ma le sue condizioni si sono aggravate tanto da portarlo, come succede alla morte.
Pochi mesi prima era toccato a uno dei fratelli e alla moglie: una famiglia straziata dal Coronavirus.


Mosconi era ormai in pensione e viveva solo, motivo che lo ha spinto a recarsi al pronto soccorso più vicino
in totale solitudine e senza che nessuno si occupasse di lui.


La storia del signor Mosconi, però, è emblematica a causa della sua automobile,
una mercedes parcheggiata da due mesi fuori dall’ospedale dove il pensionato è deceduto.

Qualcuno, sapendo che l’automobile apparteneva a Mosconi, ha voluto “aggiornare” la Polizia locale
della situazione del proprietario indicando dapprima che il 68enne si trovava ricoverato e, poi, che purtroppo era morto.

I messaggi però non sono arrivati a toccare i destinatari,
che hanno comunque tappezzato l’automobile di multe per il parcheggio non pagato e il divieto di sosta.



Il comandante della polizia Municipale però ha voluto soprattutto specificare che
le multe sono state erogate dagli ausiliari del traffico e non direttamente dagli Agenti
della polizia municipale cittadina.
 
Esaurite sin dal mattino: anche nel nostro territorio le sneaker Lidl sono andate letteralmente a ruba.

Quello che in questi giorni è diventato un vero e proprio fenomeno commerciale
che ha coinvolto la maggior parte dei Paesi europei si è “abbattuto” anche sul punto vendita di Calusco d’Adda,
l’unico della nota catena di supermercati presenti nella Brianza meratese e nella vicina Isola Bergamasca.


“Esaurite sin da questa mattina”.

Così ci hanno risposto i dipendenti del punto vendita di Calusco, dove la nostra giornalista si è recata
nel tentativo di acquistare almeno uno dei pezzi “pregiati” (le virgolette sono d’obbligo, le sneaker costano 12,99 euro…)
che su internet sono stati rivenduti a cifre folli (si parla di oltre mille euro al paio).

Un fenomeno inspiegabile, favorito sicuramente dal prezzo stracciato delle scarpe
ma soprattutto da un tam tam social che ha letteralmente contagiato i giovani consumatori di tutta Europa.


Le sneaker color giallo-rosso-blu (ovvero i colori del brand tedesco della grande distribuzione)
sono state messe in vendita in Italia da oggi, lunedì 16 novembre 2020, e nelle grandi città
si sono registrate addirittura code di clienti smaniosi di accaparrarsi almeno un paio dell’accessorio più ambito del momento.

In barba alle leggi anti assembramento e alle restrizioni delle varie zone rosse e arancioni.

Per la serie, esaurite le scarpe, ma anche le persone…


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Completo il livello di deficienza acquisita, sia da chi ha chiamato la polizia
sia dai poliziotti stessi.


Nel pomeriggio di ieri, sabato 14 novembre, la Polizia di Stato è stata chiamata
per intervenire in via Aristide Gilardi di Lecco dopo la segnalazione di due ragazzi
che avevano scavalcato la recinzione della scuola dell’infanzia ivi presente,
per introdursi abusivamente nel giardino della scuola stessa.


Giunti sul posto, i poliziotti della Volante hanno riscontrato l’effettiva presenza dei due ragazzi,
i quali hanno riferito loro di essersi introdotti nella scuola per recuperare il pallone
con il quale stavano giocando nel parco limitrofo e che poi sono rimasti all’interno del giardino per parlare.

I due ragazzi sono stati quindi accompagnati negli uffici della Questura e successivamente riaffidati ai rispettivi genitori.


Alla luce di quanto sopra P.M., classe 2003 e R.S. 15enne, entrambi italiani,
sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di invasione di terreni o edifici,
nonché sanzionati per inottemperanza alle prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico da Covid-19,
essendo usciti senza un giustificato motivo dalla propria abitazione.
 
Via libera agli spostamenti per le centinaia di valtellinesi e chiavennaschi che, pur senza svolgere l’attività professionale di agricoltore,
possono recarsi a curare gli orti ed appezzamenti di competenza.


Una notizia attesa da chi è “agricoltore solo per passione” e – in pensione o dopo il lavoro –
si diletta nella cura degli appezzamenti di terreno (in molti casi è una tradizione di famiglia, consolidata da generazioni)
per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.


La faq pubblicata sul sito del Governo, chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni

“è consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole,
anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”.



Inutile specificare che la libertà di movimento è ovviamente assicurata a chi fa dell’agricoltura la propria attività professionale e d’impresa.


La cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale,
integra il presupposto delle esigenze lavorative, quindi la coltivazione del terreno per uso agricolo
e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo
(quale ad esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura)
sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti,
con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica,
il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini,
con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.
 
Ne avrei di zecche ............da eliminare.

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Venerdì 20 e sabato 21 novembre si terrà un convegno in forma telematica
per divulgare informazioni relative alle malattie che le zecche possono trasmettere alle persone.


Alto Lario, Valsassina e Valtellina sono zone in cui le zecche sono presenti in numero elevato.

Divulgare maggiori informazioni sulle patologie che tali insetti possono trasmettere
e diagnosticarle in modo tempestivo e corretto può salvare la vita ed evitare sofferenze alle persone.


Le iscrizioni possono essere effettuate tramite i siti www.associazionelymeitialia.org
oppure www.rosadeiventi.com oppure per via telefonica al numero della segreteria (338-1843725) il lunedì e il mercoledì dalle 19 alle 20.


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È un dato che il Paese si aspettava da tempo, pertanto nulla di nuovo sotto il sole della pandemia.

Parliamo dell’ennesimo nuovo record per il debito pubblico italiano.

Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, a fine settembre
il debito delle amministrazioni pubbliche era pari a 2.582,6 miliardi di euro,
in aumento di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente.


Il fabbisogno del mese (20,9 miliardi) è stato solo parzialmente compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (-16,3 miliardi, a 84,5)
e dall’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio
(che hanno complessivamente ridotto il debito di 0,8 miliardi).

In particolare, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 4,4 miliardi,
mentre quello delle amministrazioni locali è sceso di 0,6 miliardi;
il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.

Rispetto ad agosto, la vita media residua del debito è rimasta sostanzialmente stabile, risultando pari a 7,2 anni.

La quota del debito detenuta da Bankitalia è aumentata di 0,4 punti percentuali, al 20,5 per cento.
 
I cattocomunistalle sono abbonati al bla bla bla del loro governo.
Qui invece ci si dà da fare.......per dare una mano.
Certo, a pagamento. E' un servizio di gestione privata.


Della serie ogni pretesto è buono...
Succede che un ospedale privato decida di offrire un servizio a domicilio, a pagamento.

E se lo fa è perché ritiene che ci sia una domanda, un vuoto che possa essere colmato nelle logiche del libero mercato.

Lo ripetiamo: si tratta di una prestazione erogata indipendentemente e liberamente in solvenza e che nulla toglie al sistema sanitario nazionale.

L'impressione è che chi si scaglia contro il servizio di visite Covid a domicilio organizzato dal San Raffaele
voglia solo attaccare per l'ennesima volta la governance di regione Lombardia.

In maniera pretestuosa, anche perché, semmai, un servizio privato in aggiunta a quello pubblico aiuta a snellire liste, attese,
mole di pazienti che richiedono una visita, un tampone, un consulto e che facendolo a casa propria lasciano posti liberi a chi ne ha più bisogno.


«L'ospedale San Raffaele partecipa al SSNN insieme alle altre 13 strutture private accreditate,
ma può erogare anche prestazioni in regime solvenza - spiega l'assessore al Welfare Giulio Gallera -.
Non è certo il primo ospedale che organizza privatamente esami o visite a pagamento,
così ci sono laboratori privati che eseguono tamponi a domicilio.
Il sistema sanitario regionale offre tamponi gratuiti e visite a domicilio gratis ai malati Covid in isolamento tramite le Usca,
ma dal momento che siamo in un paese libero si dà la possibilità a tutti di scegliere».


Di cosa si tratta?

Di un servizio di assistenza sanitaria e diagnostica domiciliare per i pazienti positivi al Covid che ricorre alla Telemedicina.

Il servizio garantisce un supporto completo ai soggetti in isolamento domiciliare obbligatorio tramite video visita (90 euro)
ed esami diagnostici (450 euro) da eseguire a seguito della videovisita presso la propria abitazione, in caso di necessità.

«Il servizio di telemedicina dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, è stato implementato ben prima dell'emergenza sanitaria
e nasce con l'obiettivo di portare l'ospedale a casa dei pazienti per mantenere la continuità di cura e dare l'opportunità a chi non può spostarsi
di chiedere un consulto con gli specialisti dell'Ospedale» spiegano dal Gruppo San Donato.

«Nato come servizio dedicato inizialmente all'attività di solvenza, oggi la telemedicina è in fase di test per quanto riguarda l'integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale».


A portare la questione in Regione è M5S Lombardia, con Luigi Piccirillo, componente della Commissione sanità che firma un'interrogazione urgente.

«Non si faccia business sul Covid. L'iniziativa del San Raffaele evidenzia il livello patologico raggiunto dall'offerta sanitaria regionale. Io sono per invertire la rotta».

Parole che sanno tanto di pretesto e che poco hanno a che vedere con il sistema sanitario lombardo.

Ancora peggio il Pd che la mette sulla questione sociale:

«Dalle politiche disastrose di questa giunta - e da quelle precedenti - emerge una profonda spaccatura nel sistema sanitario lombardo,
fra chi può permettersi le cure necessarie e chi è costretto a rinunciarvi».
 
Loro , invece, sono culo e camicia così.

Calabria, Eugenio Gaudio, ha rinunciato al suo incarico.

Lo ha detto a Repubblica lo stesso ex rettore de La Sapienza a Repubblica.it spiegando che alla base di questa decisione ci sono "motivi personali".

"Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare".
 
Ma come ? Ma non erano loro che volevano "tutto in diretta" ?

Botta e risposta nel corso della videoconferenza tra governo, Cgil, Cisl e Uil sulla legge di bilancio .

A scontrarsi sono stati il premier Giuseppe Conte e Pierpaolo Bombardieri:
il segretario dell'Unione italiana del lavoro ha trasmesso l'incontro in diretta sulla pagina Facebook per una questione di trasparenza.

E la cosa non è andata giù al premier, che improvvisamente ha interrotto il discorso del sindacalista e si è indispettito:

"Scusi se la interrompo. Lei è in diretta sulla sua pagina Facebook?".

"Sì, l'ho chiarito all'inizio", è stata la risposta di Bombardieri.

Il presidente del Consiglio ha fatto sapere di non aver sentito l'annuncio, sottolineando comunque che l'esecutivo giallorosso non ha "nulla da nascondere" (guarda il video).


"L'importante è saperlo, e saperlo d'ora in poi, perché lo facciamo anche noi, possiamo fare in Presidenza una diretta streaming", ha aggiunto l'avvocato.

Il segretario della Uil si è lamentato per essere stato invitato alla discussione della manovra solo dopo l'approvazione del Cdm
e dopo che i ministri l'hanno illustrata sui vari social network.

Anche su questo fronte c'è stato un battibecco, con il premier che ha rivolto una domanda retorica per lavarsi le mani interrompendo il discorso di Bombardieri:

"Posso farle una domanda? La Uil in passato ha mai scritto una manovra con il governo?
Lei con me, è da poco che ci conosciamo... Voglio dire, io ho chiarito ai suoi colleghi da sempre.
Non ho mai parlato di concertazione, ha capito?".
 
Il berlusca ha smesso di parlare dimes....chissà come mai ?


David Sassoli e Enrico Letta non sono solo due importanti esponenti del centrosinistra italiano,
ma anche figure la cui opinione è considerata nelle sfere del potere europee.

L’ex giornalista e attuale presidente del Parlamento europeo in quota Pd
e l’ex premier italiano divenuto direttore Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi hanno, di recente,
animato il dibattito con considerazioni interessanti sul tema del futuro della politica e dell’economia dell’Unione europea.

Sassoli nelle scorse ore ha rotto gli indugi su due fronti:
il debito creato dalla crisi pandemica e il futuro del Meccanismo europeo di stabilità.

Sul fronte del debito, Sassoli ha proposto di cancellare, a fine pandemia, il debito creato dagli Stati per arginare e tamponare le conseguenze economiche del Covid-19.
“Una grande riforma per dare più governo e più sovranità all’Unione”, ha spiegato nella sua intervista a Repubblica,
è l’unica via per uscire dalla crisi innescata dal coronavirus e combattere “disperazione e miseria”.

Secondo Sassoli, “nella riforma del patto di stabilità dovremo concentrarci sull’evoluzione a medio termine
di deficit e spesa pubblica in condizioni di crisi e non solo ossessivamente sul debito”,
considerazione che deriva dal fatto che in buona parte d’Europa l’extra-deficit creato dai governi ha un unico finanziatore principale,
la Banca centrale europea con il suo Pandemic Emergence Purchase Plan (Pepp) sommato al Public Sector Purchase Plan.

La proposta ha trovato la risposta critica dell’economista pro-austerità Veronica de Romanis,
per la quale “cancellare debito di qualcuno significa cancellare credito di qualcun altro”:
ma la Bce, essendo istituto centrale di emissione dell’Unione, non potrà mai fallire per insolvenza dei creditori, specie se decretata da essa stessa.

Ma non solo. Sassoli ha approfondito il futuro del “fondo salva-Stati” che, in tutta Europa,
piuttosto che essere considerato come una panacea o, sul fronte opposto, una sciagura è stato, semplicemente, considerato superfluo.

La varietà di strumenti messi in campo (dai prestiti Sure al futuro Recovery Fund) consente di differenziare
le fonti di finanziamento rispetto a una linea di credito sanitaria che – è bene ricordarlo –
fa riferimento a uno strumento esterno ai trattati Ue e, d’altro canto, i Paesi come l’Italia, la Grecia, la Spagna e il Portogallo
che hanno avuto più difficoltà in passato con debito e finanziamenti possono, grazie al sostegno dell’Eurotower, muoversi sui mercati a tassi favorevoli.

Non si può, di conseguenza, avere nulla da eccepire su quanto Sassoli ha dichiarato al quotidiano diretto da Maurizio Molinari affermando che
“dobbiamo essere pragmatici, lasciare nel congelatore 400 miliardi sarebbe intollerabile.
Per rendere utile il Mes è necessario riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo”.


Enrico Letta ha sostenuto la sortita del compagno del Partito Democratico sul Mes trovandosi, in questo contesto,
concorde con il leader della sinistra sovranista Stefano Fassina, entrambi critici dell’attuale struttura del Mes.


Fassina ha dichiarato, in particolare, di sperare che “almeno ora il Pd corregga rotta
e costruisca un minimo di autonomia culturale nell’interpretazione del vincolo esterno”.


Per arrivare a tanto ci vorrà tempo, ma il pragmatismo perlomeno è un passo avanti rispetto all’europeismo acritico.

E con ogni probabilità l’appoggio tempestivo di Letta e Sassoli potrebbe essere legato al fatto
che il cambio di opinione del presidente dell’Europarlamento sia stato influenzato
da una pubblicazione dell’Istituto Jacques Delors di Berlino, presieduto dall’ex premier italiano.

Lo scorso 11 novembre il think tank “ha pubblicato un paper ad opera del vice direttore, il giurista Lucas Guttenberg,
che prende atto dell’’impraticabilità politica’ del Mes così com’è ora, suggerisce di mettere da parte la proposta di riforma tuttora in discussione
e propone di reinventarlo del tutto all’interno del perimetro legale della Ue”.


Grande sponsor di queste misure, in ogni caso, rimane la Francia, che nella negoziazione alla base del duopolio in Europa
mira a guadagnare terreno sulla Germania divenuta capace di dettare tempi e modi dell’azione in Europa.

Trasformare il Mes in un’organizzazione capace di muoversi e intervenire sotto il cappello Ue
e azzerare i debiti pandemici favorirebbe la centralità della Bce, guidata dalla francese Christine Lagarde,
e darebbe credito alla posizione del Paese di Emmanuel Macron in un’Europa che troppo spesso
l’ha visto junior partner della Cancelliera di Berlino e della sua Germania.

Non a caso, la cancellazione dei debiti sarebbe anche un vero e proprio arrocco per prevenire le conseguenze di lungo termine
di una destabilizzazione della Bce ad opera della sentenza della Corte costituzionale tedesca del maggio scorso,
che nei prossimi anni metterà l’Eurotower perennemente sotto la lente dell’adempimento degli obblighi normativi tedeschi su debito e solidarietà europea.


L’input, dunque, non è certamente italiano nè si pretende che il governo di Roma
partecipi attivamente a discussioni ai tavoli più alti dell’Unione Europea:

Conte e Gualtieri,a Roma, sognano nuove “potenze di fuoco” attendendo Godot (il Recovery Fund),

ma sono occupati da problemi di breve periodo ben più impellenti, come trovare i fondi per coprire una manovra che,

fino a poche settimane fa, pretendevano di caricare unicamente su fondi comunitari ancora ben lontani dall’essere approvati.

Il pur minimo accenno di pragmatismo di Letta e Sassoli è altra cosa rispetto all’europeismo ingenuo della coalizione M5S-Pd.
 

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