SE TI LASCI ANDARE, LE COSE ANDANO...

Salvini interviene al Senato. Ad Arcuri è stato affidata:

  • la gestione dei dpi e delle strutture per la rianimazione, ed ha fallito (ed è sotto indagine..) ;

  • la gestione dell’emergenza della scuola , ed ha fallito;

  • la gestione del’Ilva, ed in bocca al lupo ai lavoratori;

ora, dato che ha fallito un po’ su tutto , per la più giusta delle meritocrazie,

gli viene affidata la gestione dell’emergenza nella distribuzione dei vaccini.

Da metà dicembre il Regno Unito inizierà a vaccinare su base volontaria con il vaccino Pfizer.

Qui non si sono neanche sentiti i responsabili delle catene logistiche per la sua distribuzione.


Arriveremo con mesi di ritardi, ma c’è Arcuri!


Poi bisogna lasciare che i genitori separati e divorziati si uniscano ai figli,
ed i nonni ai nipoti, non feste, ma che le riunioni famigliari siano permesse.

Poi i problemi dei malati, dei disabili, delle aree montane senza sci…
 
Joe Biden disse, prima delle elezioni, che mai come nelle precedenti elezioni, avevano messo in campo una massiccia frode elettorale. I più pensavano ad un lapsus e che volesse dire "antifrode", invece no devono sempre dirci cosa fanno che ottenere il nostro "tacito" consenso
 
PROPOSTA. NON ANCORA APPROVATA.

Rottamazione ter e saldo e stralcio prorogate al 1° marzo 2021

i termini delle definizione agevolate, precedentemente estesi dal Decreto “Cura Italia” al 10 dicembre 2020


La proroga non comporta applicazioni di sanzioni e di interessi.


Inoltre, non sono previsti i cinque giorni di tolleranza dalla scadenza.


Il contribuente che non effettua il pagamento in questa data, o paga in ritardo,
decade dal beneficio e le somme precedentemente versate sono considerate come acconto sul debito totale.


L’Agenzia delle Entrate procederà alle azioni di recupero e il contribuente dovrà pagare l’importo del debito gravato di interessi e sanzioni.



Il Decreto Ristori quater (in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) contiene importanti novità anche in merito alla rateizzazione delle cartelle esattoriali.


La novità riguarda l’introduzione di modifiche per rendere funzionale la rateizzazione concessa.
Infatti, il decreto prevede che la sola domanda di dilazione comporti la sospensione dei termini di decadenza e prescrizione.


Inoltre, prevede lo stop l’iscrizione di nuove ipoteche e fermi amministrativi, o l’avvio di nuove procedure esecutive.


Alzata anche la soglia di rateizzazione, per le richieste formulate nel 2021 la soglia massima passa a 100mila euro.


Inoltre, le rate non pagate che fanno decadere dalla rateizzazione passano da cinque a dieci rate (anche non consecutive).


Un’altra novità importante riguarda i contribuenti decaduti da precedenti rottamazione o rateizzazioni,
possono presentare domanda di una nuova richiesta di rateizzazione entro la fine dell’anno 2021.
 
Senza arte nè parte....nè cervello. Poveri noi.



Il dpcm di Natale di Giuseppe Conte dev'essere ancora firmato ma sono già scoppiate le polemiche sulle nuove misure per il contenimento del coronavirus.


Tra i più critici c'è Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria,
che intervenuto a Stasera Italia su Rete 4 ha mostrato scetticismo attorno alle misure decise dal governo
per impedire una nuova impennata dei contagi dopo le feste.

Tra le decisioni che secondo lui andrebbero riviste c'è il divieto di spostamento tra comuni nelle regioni gialle, ossia quelle con minor rischio.

Nel programma di Barbara Palombelli, Giovanni Toti si è fatto portavoce delle regioni:

"Abbiamo chiesto diverse cose: la principale è equilibrio, e che le misure siano calibrate a seconda delle diverse fasce di rischio.
Nessuna regione è una scriteriata, non esiste una narrazione di un governo formica e delle regioni cicale che vorrebbero aprire tutto.
Ma occorre tenere conto di tutte le esigenze e le difficoltà del Paese".


Su questo ragionamento, il governatore della Regione Liguria si interroga sui motivi per i quali anche nelle regioni gialle,
e non solo in quelle arancioni e rosse, vengano vietati gli spostamenti tra i comuni nei giorni di festa:

"Non capisco per quale motivo un cittadino di una regione gialla non possa andare a passare il Natale con la sorella o il fratello che vive nel comune accanto".

Giovanni Toti fa riferimento all'indicazione per la quale sia il 25 che il 26 dicembre, ma anche il 1 gennaio 2021,
a prescindere dalla fascia di rischio nella quale è collcata la regione, verranno bloccati gli spostamenti tra comuni.


Il dpcm è ancora in bozza, nulla è deciso finché Giuseppe Conte non firma
e ci sono numerosi precedenti che dimostrano come tutto possa cambiare in poche ore fino alla stesura definitiva.

Ai governatori il dpcm dovrebbe arrivare entro stanotte, visto che domani è attesa la firma del presidente del Consiglio.

"Domani mattina io sto convocando la Conferenza delle regioni, perché il presidente Bonaccini è ancora convalescente, e ne discuteremo", ha detto Giovanni Toti.
 
La pandemia ha messo in ginocchio soprattutto due categorie: le cosiddette “partite Iva” e la piccola-media impresa.

In altre parole il motore del miracolo italiano, il tessuto produttivo e artigianale
su cui l’Italia ha fondato per decenni il suo sviluppo economico.

Può piacere o meno ma è così.



La crisi della PMI non è avvenuta solo a causa dell’assenza di provvedimenti economici strutturali a favore di artigiani e negozianti
, ma anche attraverso la concorrenza sleale e l‘ingiustizia fiscale – che il governo continua a consentire – dei colossi del commercio on-line.

Uno su tutti Amazon, multinazionale americana del magnate Jeffrey Bezos.

Costringendo milioni di persone a stare a casa o a lavorare in smart-working,
il governo ha di fatto mandato in fallimento le piccole e medie imprese italiane a vantaggio del colosso americano,
che, guarda caso, durante il primo lockdown ha guadagnato 96 miliardi in più rispetto all’anno precedente.

Cresce anche il bilancio di Amazon Web Services, che ha raggiunto i 10,8 miliardi di dollari di fatturato nel secondo trimestre 2020, un balzo del 29% rispetto all’anno precedente.


Si pensi ora al mercato dei libri e all’intero comparto dell’informatica.

Con librerie e negozi chiusi dai primi di marzo alla metà maggio, il commercio on-line l’ha fatta da padrona
e il problema si è ripresentato anche in autunno, con alcuni negozi e librerie che hanno potuto rimanere aperti
ma con gli italiani chiusi in casa, quindi incentivati ad acquistare on-line.

Ciò sta causando lo smantellamento del commercio tradizionale a vantaggio del commercio digitale delle piattaforme straniere.


E non si tratta solo del commercio, si pensi alla giustizia, alla scuola e all’università.

Le udienze da remoto e la didattica a distanza avvengono principalmente tramite Teams, che è un’applicazione di Microsoft,
multinazionale di Washington creata da Bill Gates e Paul Allen, oppure utilizzando, soprattutto nelle scuole, G Suites for Education di Google.


L’Italia è il Paese che sembra soffrire più di tutti lo tsunami di questa nuova economia digitale,
mentre la vicina Svizzera ha reagito diversamente.

Già dal 2018 gli elvetici, allo scopo di aiutare i commercianti locali, hanno previsto una tassazione per tutte le società straniere
che si occupano di vendite per corrispondenza e che generano più di 100mila franchi l’anno in spedizioni.


Ciò ha fatto sì che dal 2019 Amazon, trovando sconveniente il commercio in Svizzera,
abbia consigliato ai propri clienti di effettuare ordini presso le filiali europee, spedizioni sulle quali Berna applica comunque una tassazione.

In questo modo la Svizzera ha protetto con successo il commercio interno.

Non le manda a dire neppure la Francia, dove parecchi sindaci stanno facendo cordata per lanciare una petizione contro Amazon,
e altre iniziative che vanno nella stessa direzione coinvolgono librai, editori, uomini di cultura, politici e commercianti.


L’Italia invece subisce senza reagire.

Salvini ha tentato, a nostro avviso un po’ ingenuamente, un primo confronto diretto con Amazon,
ma nella sostanza non ha ottenuto un granché, al di là di una generica disponibilità a valorizzare i prodotti made in Italy sulla piattaforma
e ha suscitato l’irritazione degli alleati che vi hanno visto una mancanza di fermezza nei confronti della multinazionale americana
che tra l’altro dequalifica il lavoratore, aumenta di fatto il lavoro precario sfruttando quello interinale con manodopera in prevalenza di immigrati
e presenta condizioni di lavoro con ritmi elevati e con sorveglianza dei lavoratori difficilmente compatibili con quanto previsto dalla nostra Costituzione.


Per il governo invece il problema non esiste, sono sufficienti le “mancette” ai negozianti e la “patrimoniale” che certo non riguarda Amazon.

Eppure almeno una bella “patrimoniale” in questo caso non gusterebbe.

Una soluzione immediata, soprattutto in occasione del commercio natalizio, potrebbe infatti essere quella adottata dalla vicina Svizzera:
imporre una importante tassazione sulle spedizioni on-line per tutte quelle società straniere che fatturino oltre una certa cifra.

In tal modo agli italiani converrebbe comprare i regali di Natale nei negozi di quartiere, aiutando così l’economia domestica.


Lo fanno in Svizzera non si vede perché non lo si possa fare in Italia.


Questa come misura di corto respiro, mentre come intervento strutturale occorrerebbe investire sulla economia digitale.

Piattaforme on-line di imprese italiane – con lavoratori italiani – sia per il commercio che per l’amministrazione pubblica, la giustizia, la scuola, l’università.

È in questo settore che il governo dovrebbe investire il denaro pubblico, non nei monopattini o nei banchi a rotelle cinesi.


Se per i libri esiste già nel milanese, Ibs, una società a responsabilità limitata di Assago, su tutto il resto dipendiamo completamente dall’estero.


Sulla moneta ci siamo fatti fregare dai banchieri, quantomeno sul digitale cerchiamo di non restare a guardare e di ritagliarci almeno una fetta di sovranità.
 
Una formula magica… Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica,
virologia e diagnostica delle bioemergenze del Polo Universitario Ospedale Sacco (Milano)
ha le idee chiare in merito alle questione del vaccino e ha un’opinione ben precisa sulle dichiarazioni del ministro dell Salute.


“Vaccino da gennaio e gratis”, ha dichiarato Roberto Speranza.

La Gismondo stupita da tali parole in un’intervista concessa ad affaritaliani.it espone le sue considerazioni
e sottolinea come sia fondametale seguire le procedure in maniera rigorosa e scientifica,
come sia importante badare all’aspetto pratico della conservazione del vaccino
(cosa che attualmente sembra impossibile per molte Regioni)
e soprattutto come sia necessario tenere a mente quello che il vaccino della Pfizer di fatto fa,
in base a quanto dichiarato dalla stessa azienda farmaceutica.



Ecco quindi che la Gismondo spiega perchè l’affermazione del ministro della Salute risulti fuori luogo,
e, più che derivante dai datti di fatto e dai dati scientifici, si presti bene come “formula magica”:


“Non riesco a commentare queste parole in quanto mi mancano tantissimi elementi.
Immagino che il ministro avrà dati solidi per dire queste cose,
d’altronde abbiamo letto le raccomandazioni del comitato di bioetica della presidenza del Consiglio
che afferma di non avere fretta nella sperimentazione del vaccino, che servono dati precisi,
mettendo in guardia da una distribuzione affrettata”.


La virologa prosegue dicendo:

“Mi auguro che Speranza sia consapevole di che cosa significhi una vaccinazione gestita a livello regionale,

che tenga presente che avendo scelto la Pfizer, che oltre ad essere l’azienda più costosa, ma questo è un problema diverso,

il vaccino deve essere mantenuto a meno 70 gradi e solo qualche giorno fa molte regioni hanno dichiarato di non avere abbastanza freezer”.



Inoltre, sottolinea:


“Mi auguro che il ministro sia consapevole che la Pfizer afferma che il suo vaccino non previene l’infezione da Covid-19 ma ne attenua i sintomi.

Non metto in dubbio le sue parole, ma fatte tutte queste considerazioni quella del ministro della Salute mi sembra una soluzione magica”.


"Le comunicazioni delle case farmaceutiche sono insufficienti, solo comunicati stampa abbiamo letto finora, aspettiamo altro.

Ben altro.”



Per tale motivo la Gismondo ritiene che sia davvero prematuro parlare di vaccinazioni a gennaio.


Insiste e ripete:

”Mi vaccinerò sicuramente ma quando ci sarà un vaccino che riterrò sicuro.

Assolutamente non a gennaio, a meno che in venti giorni venga fuori il mondo in termini di dati scientifici.

Ma dubito fortemente che ciò possa accadere, visto che si parla di sperimentazioni e valutazioni fatte in tre settimane.

Gennaio è davvero prematuro”.
 
EoS_NFYXUAQH650.jpg
 
Ahahahahahahahah questo è il livello di chi dirige da dietro le quinte forzacoglioni

A domanda, risponde.

Renato Brunetta, deputato azzurro di matrice socialista, berlusconiano di tendenza craxiana, forzista della seconda ora,
ha destato una certa attenzione per una sproloquiante intervista nella quale ha infilato una perla inaspettata:

Luigi Di Maio? Sembra uno dei miei studenti più preparati, uno di quelli di cui volentieri avresti fatto il relatore alla tesi di Laurea…
Di Maio è un leader, non si discute. In lui ho visto la fatica che fanno i veri leader, la più gravosa,
quella di rendersi protagonisti della necessaria metamorfosi delle forze politiche che guidano”.


Brunetta, benché professore universitario (aspirante o candidato al premio Nobel non si sa bene da chi),
è stato tuttavia così condiscendente verso il pupillo napoletano da non guardarlo dall’alto in basso come avrebbe potuto salendo in cattedra.

I maligni hanno letto la dichiarazione come voce dal sen fuggita ma riferita a se stesso.

Brunetta, pare evidente, si percepisce come un leader mancato perché incompreso, come capita a certi geni.

Infatti solo un genio scientifico poteva scorgere a occhio nudo il sudore sulla fronte di Di Maio.

E solo un accademico distratto e sregolato poteva annoverare un Di Maio tra i suoi allievi più preparati.

Le cronache sembrano suggerire che Di Maio abbia sfiorato le aule universitarie di alcune facoltà ma non vi sia stato trattenuto.

Irrefrenabilmente ne è stato trascinato fuori dal fuoco della politica, il quale però in gioventù usa scaldare
i cuori degl’impazienti di fare perché inconsapevoli d’essere impreparati a fare.
“Temperamenti improvvisatori” li definiva Luigi Einaudi.


Gl’Italiani, dalla storica intervista del professore Brunetta prestato alla politica a interessi zero,
hanno ricavato due angosciose domande sulle sorti dell’insegnamento accademico.

“Se gli allievi più preparati, da 30 e lode, sono come Di Maio, quelli meno preparati, da 18, come saranno mai?” è la prima domanda.

E la seconda è:

“Sono così gli allievi di Brunetta oppure l’università alleva studenti alla Di Maio nel giudizio di Brunetta?”
.


Il popolo dev’essere grato all’onorevole Brunetta per aver portato alla luce della discussione politica una questione fondamentale finora ignorata.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto