SENZA EMOZIONI... E' SOLO TEMPO CHE PASSA.

Buongiorno. Oh, noi siamo esperti nel prenderle fuori dal mazzo .....questa poi...è al top.

Ieri, nell’attesa di avere i dati definitivi sull’arrivo del lander Schiaparelli sulla superficie di Marte,
il ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Stefania Giannini, aveva cantato vittoria, con sorrisi e foto di gruppo
all’evento organizzato a Roma per seguire l’arrivo su Marte della missione dalle agenzia spaziali europea (Esa) e russa (Roscomos).

«Nell’attesa di avere ulteriori informazioni sul lander della missione ExoMars – ha detto il ministro –
dobbiamo essere orgogliosi per la missione». «È comunque successo – ha aggiunto – ed è stato possibile grazie alla persone che vi lavorano,
ricercatrici e ricercatori italiani, e all’intera filiera che va dal mondo della ricerca a quello dell’industria.
Il nostro Paese ha creduto nello spazio da sempre, ora ci troviamo ad avere un ruolo da protagonista di cui dobbiamo essere orgogliosi».

Contenta lei…
 
«Era il centro di una margherita» fatta di «rapporti esclusivi» con
«professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti dai quali traeva vantaggi e utilità di varia natura».

Così uno degli amministratori giudiziari esclusi dal cerchio magico dell’ex-presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, indagata per corruzione,
descrive agli inquirenti la gestione degli incarichi affidati dal magistrato alla quale, ieri, i pm nisseni, nell’ambito della inchiesta, hanno fatto notificare un sequestro preventivo d’urgenza di beni
finalizzato alla confisca che, complessivamente, ammonta, per sette dei 20 indagati, a 900 mila euro e che riguarda ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie.

Nel provvedimento, notificato dalla Finanza, si parla di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio
a carico dell’ex-presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
«Silvana Saguto intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano e agiva – ha raccontato ai magistrati che hanno indagato sulla vicenda –
secondo un modulo a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei.
Lei era al centro dei rapporti e da lei si dipartivano petali e raggi, non comunicanti tra loro».
 
All’origine dell’aggressione ci sarebbe una foto pubblicata sempre su Facebook.
La “bulletta” l’ha attesa fuori dall’istituto per chiarire e l’ha aggredita schiaffeggiandola.

«Ho sopportato gli schiaffi, anche se erano forti – racconta la ragazzina vittima della “bulletta” all’Unione Sarda
ho trattenuto le lacrime per non farmi vedere piangere ma non mi sono inginocchiata, come lei mi ordinava.
Le ho detto al telefono quando mi ha chiamata per chiedere scusa: poteva picchiarmi, farmi di tutto, ma in ginocchio no, mai l’avrei fatto».

Dopo l’aggressione è tornata a casa.
«Ero veramente distrutta, pensavo di non uscire più», poi lancia un appello:
«Ritornerò a scuola, a testa alta. Sto raccontando tutto per far capire che le vittime di bullismo stanno molto male:
chiunque patisca questa sofferenza parli, dica tutto ai genitori e alle forze dell’ordine:
c’è chi si uccide, e invece bisogna denunciare perché c’è chi ci aiuta».
 
Il sostegno di Barack Obama e del Partito socialista europeo per il Sì al referendum sono arrivati perché all’estero
si è preoccupati per la stabilità del paese a causa di un “errore” del presidente del Consiglio, che non ha spiegato che

“il referendum non ha nulla a che fare con la stabilità del paese”.

E’ l’estrema sintesi del ragionamento fatto da Massimo D’Alema a margine del lancio della campagna Together del gruppo S&D al Parlamento europeo
per dare “una nuova direzione all’Europa” ed accompagnare le campagne elettorali dei prossimi 18 mesi.

“Credo che nel momento in cui si sostiene, da parte del presidente del Consiglio, che il successo nel referendum è la condizione per la stabilità
è chiaro che da più parti si auspica la stabilità nel nostro paese. Anch’io auspico la stabilità nel nostro paese – dice D’Alema –
solo che vorrei chiarire a tutti i nostri interlocutori quello che forse Renzi non spiega. Cioè che il referendum non ha nulla a che vedere con la stabilità.
Questo è il punto”. “E’ stato il Presidente del Consiglio – continua D’Alema – ad aver detto ‘se non vince il sì io mi dimetto’.

Ma poi lui stesso ha detto che è un errore. Ora ho l’impressione che il presidente del Consiglio persista nell’errore.
Perché io non credo che il presidente degli Stati Uniti abbia studiato i 47 articoli della Costituzione italiana ed abbia voluto esprimere un giudizio di merito.
Evidentemente è un giudizio politico”.

Il referendum – insiste D’Alema – “riguarda alcune delicate regole della nostra Costituzione e della nostra democrazia, che,
come tali, non possono che riguardare in modo esclusivo la sovranità degli italiani”.
 

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