FTSE Mib Futures solo fib fatto bene 2009

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
forse sono un pò in ritardo...:D

ma auguro anche io buone vacanze a maya....:up:

e buon w-e a tutti...;)

e complimenti per le foto...:D
 
ormai mi prendono in giro tutti.... ebbene si è la riprova che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo:D

ciao belli mi vado a ciuffare.....
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ci si becca pomeriggio:up:

Ovviamente scherzavo ma credo molto in questi "trading system". Io sono peggio di te. Mi allontano mezz'ora e succede il quarantotto (negli ultimi giorni 4 volte su 4).

Buone vacanze.

P.S.: spero che oggi abbiano fatto le prove generali per la discesa. Non volermene. A proposito ma quando torni?
 
MANCANO 13 GIORNI ALLA DATA....

ECCO LA DEFINIZIONE DI 3 STREGHE
CHE NEL CALENDARIO E' VENERDI 19 GIUGNO

Attenzione: ogni terzo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre c’è la scadenza di opzioni e futures sugli indici azionari. Questa giornata caratterizzata dalle scadenze tecniche si chiama “le tre streghe”.

Attenzione quindi a questa scadenza tecnica importante: i volumi negoziati tendono ad essere elevati anche qualche giorno prima della scadenza di venerdì.

Chi opera sui mercati finanziari conosce questa scadenza e di solito opera con ancora maggiore cautela, ben conoscendo i rischi finanziari e la volatilità che il mercato azionario potrebbe avere a causa di importanti sistemazioni tecniche di portafogli azionari.
 
Facevo delle riflessioni macro e vorrei confrontarmi con chi avesse la bontà di leggere questo mio post. Le analogie con la crisi del 29 ci sono per le cause ma non per gli effetti. All'epoca però non c'era la possibilità di concordare politicamente tra tutti gli stati la mano di bianco che si sta dando a dati ed eventi al fine di scongiurare il PANICO. Ma il panico è una delle componenti dei cicli macro e che deve esserci periodicamente. Premesso che i volumi non confortano l'entusiasmo che i politici sbandierano a destra e a manca ma sembrano piuttosto derivanti da forzature fatte dagli operatori economici ( non vedo altrimenti il motivo per cui un dealer comperi azioni in ipercomprato e non aspetti una salutare correzione ), va comunque e sicuramente dato per acquisito che il panico sia stato messo alla porta e la fiducia sia aumentata (cfr il VIX). Ma gli imprenditori i soldi dalle banche non li prendono e forse neanche li chiedono, i consumi sono sempre e comunque in calo, ma sale solo la fiducia dei consumatori che guarda caso è rilevata con i sondaggi. Bene, le materie prime aumentano e con esse aumenterà l'inflazione, i consumi non salgono e gli ordinativi crollano. Ma non è che i politici stanno facendo l'ennesima cavolata ? non è che magari per allontanare il panico, se tra qualche mese la gente continua ad essere in difficoltà nonostante l’ottimismo sbandierato, subentrerà la DELUSIONE? Elliot ci ha insegnato ad analizzare i cicli a suon di panico ed euforia, e i governanti hanno imparato a “pilotarne” le cause ( chissà gli effetti) . Io ho però forti dubbi sul fatto che politici e quanti altri seduti in un congresso di G8 G12 G20 o G40 riusciranno a governare la DELUSIONE. Perché se la depressione scaturisce da panico o da delusione gli effetti non credo siano tanto diversi. Quindi chiedo conforto anche a qualcuno che sappia di sociologia, non sarebbe stato meglio far chiudere qualche altra Lehman e purificare l’aria piuttosto che non drogare l'economia con false promesse e infondato ottimismo? magari riusciranno a tirare avanti fino ad una stabilizzazione del ciclo economico e quindi a fare anche bella figura. Il rischio è però enorme. Perché se questo non riesce, e nonostante tutto viene fuori qualche brutto scheletro dall'armadio, la delusione lo fermerà davvero il mondo. Mi auguro chiaramente che ciò non accada, ma anche che lascino fare il naturale corso alle borse e al sottostante economico, tanto il conto da pagare prima o poi arriverà comunque. Pensavo, che se fosse fallita AIG sarebbe stato un disastro, va bene; ma adesso AIG sta molto peggio di prima ( cfr CDS della GM ) solo che è nazionalizzata. quindi? sono spariti i buchi di bilancio? no, sono solo nascosti. E gli aumenti di capitale? Magari sottoscritti dalle stesse istituzioni cui dovranno restituire i capitali prestati. Perché io che sono l’ultimo degli stupidi non sottoscriverei neanche 1 USD di aumento di un istituto di credito che non ha saputo gestire 10 anni di economia fiorente, figuriamoci le decine di miliardi vantati finora. Sarei curioso di vedere l’elenco nominativo dei sottoscrittori. In Italia è bastato un decreto col quale si è garantito il capitale delle banche e si sono stanziati sulla carta miliardi di euro che non esistono per fermare l'emorragia delle banche stesse. Ma state pur tranquilli che se tutto insieme già solo il 10% dei correntisti di Unicredit o di qualsiasi altro grosso istituto di credito dovesse chiedere il rimborso dei soldi depositati , non li avrebbero e sarebbero in bancarotta. Infatti i grossi istituti hanno impieghi anche oltre il 150% della raccolta. E quindi, tra cds, obbligazioni, azioni e default vari, non avrebbero i soldi da restituire ai correntisti (numeri alla mano) . Concludo: ho il timore che non siano in grado gestire una grande delusione. Nel caso, il prezzo sarebbe enorme. Forse troppo.
 
Chi acquista i ribassi? Chi ha cavalcato poco o nulla il rialzo


Di Massimo Brambilla
06/06/2009 6.00
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Le ragioni che spingono gli investitori a incrementare le posizioni in borsa sono attualmente più di ordine emotivo che oggettivo, visto che il recupero delle quotazioni ha risollevato il rapporto con gli utili attesi (p/e, o price/earning) dalla zona di sensibile sottovalutazione in cui era caduto nell’autunno-inverno scorso verso il valore medio mantenuto dall’estate del 2006 a quella del 2008 (attualmente il p/e atteso per l’S&P500 è pari infatti a 15,88 rispetto al valore medio di 16,8 registrato nel periodo indicato): l’attuale spinta emotiva deriva quindi dal fatto che nessuno vuole perdersi ulteriori rialzi dopo aver assistito al prodigioso rally primaverile; e siccome non passa giorno senza sentire che il peggio della crisi economico-finanziaria è alle spalle ognuno approfitta delle discese all’interno di ogni seduta per passare all’acquisto, disposto a sopportare eventuali correzioni che possono intervenire nel breve termine impedendo di fatto l’inserirsi della correzione stessa, per altro opportuna.

Il forte recupero di borsa, che come tutti sanno anticipa di almeno sei mesi la ripresa del ciclo economico, sta poi alimentando la convinzione dei consumatori e delle aziende (già beneficiate dagli ordini relativi al ripristino delle scorte) che il peggio sia alle spalle, sostenendo i miglioramenti degli indici di fiducia macroeconomici che guardano al futuro. Tutto ciò ha favorito il rapido rientro della percezione del rischio da parte degli investitori (ben sottolineata dal ridimensionamento del Vix per quanto riguarda Wall Street e dei Credit default swap per quanto riguarda le obbligazioni societarie, nonché dalla protratta debolezza del dollaro dopo aver svolto il solito ruolo di moneta rifugio nella fasi più incerte), facendo progressivamente ritorno sui mercati azionari e su quelli delle materie prime (veri protagonisti della settimana appena conclusa) contenti di abbandonare i miseri ritorni offerti dagli strumenti di liquidità e parzialmente di quelli un po’ meno miseri, ma pur sempre bassissimi, corrisposti dai titoli di stato a più lunga scadenza. Su questi ultimi incombe tra l’altro un maggior rischio di discesa dei prezzi, dove le obbligazioni governative europee e soprattutto i T-Bond americani ne hanno già avuto un chiaro assaggio a partire da metà maggio, a causa sia dei debiti pubblici ben più elevati rispetto al 2008 e sia delle possibili spinte inflative causate dall’eccezionale dose di liquidità introdotta dalle banche centrali per fronteggiare la crisi creditizia, anche se Fed e Bce tendono a escludere questa possibilità sentendosi perfettamente in grado di ritirarla prontamente dal mercato ai primi segnali di ripresa.

Circolo virtuoso?
La speranza è naturalmente che questo circolo virtuoso capace di autoalimentarsi non venga smentito da una falsa partenza nell’uscita dalla crisi economico-finanziaria, visto che attualmente i mercati azionari scontano una figura a V o al massimo a U nel processo di ripresa: nel primo caso i listini entro breve tempo sarebbero pronti a ripartire, magari dopo una veloce correzione o un andamento laterale attorno ai livelli di oggi; le prospettive degli utili aziendali si adeguerebbero rapidamente verso l’alto seguite dalle quotazioni borsistiche, mantenendo quindi il rapporto prezzo/utili non lontano dai valori medi sostenibili nel lungo periodo (rilavabili attorno a 16-18 e suscettibili di aumento in presenza di spinte dell’inflazione).

Nel secondo caso l’andamento contrastante degli indicatori macroeconomici e dei bilanci aziendali dei prossimi mesi imporrebbe una correzione più incisiva, senza che gli indici cedano oltre la metà della strada recuperata dal minimo di marzo: in questo scenario la situazione si fa più delicata, perché man mano che si dovesse avvicinare la metà strada di ritracciamento del recupero primaverile le vendite si farebbero più copiose (inizialmente i listini scenderebbero infatti a fatica, per allungare progressivamente il passo) rischiando di infrangere la fiducia dei numerosi investitori che hanno acquistato in prossimità dei massimi di periodo o qualche punto percentuale più in basso; quest’altra faccia dell’emotività potrebbe arrivare a sancire un’estensione della discesa i cui effetti sarebbero analoghi a quella di una ripresa a W dell’economia, che contempla una falsa partenza prima di trovare la giusta strada. (riproduzione riservata)

Logico e molto interessante
 
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