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E questo poveretto ? Ma dai. Che pena.

Gli Stati Uniti sono in grado di sostenere sia l’Ucraina che Israele, con rifornimento militari,
ha dichiarato il Presidente Joe Biden in una intervista che Cbs trasmetterà questa sera.

“Siamo il Paese più potente del mondo, più potente della storia del mondo.
Possiamo seguire entrambe queste crisi e continuare a mantenere la nostra difesa complessiva internazionale.
Abbiamo la capacità e l’obbligo di farlo. Se non lo facciamo noi, chi altro lo farà?”.
 
Ecco, per completare il trittico, mancavano solo i "derelitti d'europa".

La Commissione Ue “triplicherà immediatamente gli aiuti umanitari a Gaza”
portandoli a “oltre 75 milioni di euro”.

Lo annuncia in una nota la presidente Ursula von der Leyen,
dopo un colloquio con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

“La Commissione aumenterà immediatamente di 50 milioni di euro
l’attuale dotazione di aiuti umanitari prevista per Gaza.
Questo porterà il totale a oltre 75 milioni di euro, indicando la volontà di mantenere
una stretta collaborazione con le Nazioni Unite per garantire che questi aiuti
raggiungano coloro che ne hanno bisogno nella Striscia di Gaza”. (ANSA).


Così potranno comprare altri missili e droni ....hahahahahah. Dementi.
 
La neve - al sole - .....si scioglie.

"I numeri ottenuti all'esordio sono quindi inferiori a quelli registrati nelle scorse edizioni".
 
Fatti....non parole.

E M A N A

il seguente decreto legislativo:



Articolo 1

(Revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche)​

1. Per l’anno 2024, nella determinazione dell’imposta sul reddito sulle persone fisiche, l'imposta lorda è calcolata applicando, in luogo delle aliquote previste dall’articolo 11, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le seguenti aliquote per scaglioni di reddito:

a) fino a 28.000 euro, 23 per cento;

b) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35 per cento;

c) oltre 50.000 euro, 43 per cento.

2. Per l’anno 2024, la detrazione prevista dall’articolo 13, comma 1, lettera a), primo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è innalzata a 1.955 euro.

3. Per l’anno 2024 la somma a titolo di trattamento integrativo, di cui all’articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, è riconosciuta a favore dei contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro qualora l'imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del citato testo unico delle imposte sui redditi diminuita dell’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell'anno.
 
E' un po' palloso da leggere tutto, ma ..........rende bene l'idea.

Aveva ragione un secolo fa Oswald Spengler,
quando scriveva nel suo celebre Il tramonto dell’Occidente
che già a quel tempo la nostra civiltà aveva imboccato la via di un declino inarrestabile.


Infatti, ormai da diversi anni, l’intero Occidente non fa che rinnegare nei fatti
ciò che predica a parole e particolarmente il principio democratico del quale si proclama alfiere:

intende esportare ovunque la democrazia – con quali esiti si è visto – ma la umilia,
fino ad avvilirla, in casa propria, sotto la specie della libertà di pensiero.


Siamo già infatti alla terza ondata

dopo il pensiero unico pandemico che bollava come “terrapiattista” ogni portatore di dissenso

dopo quello bellico fra Ucraina e Russia che stigmatizzava come “amico di Putin” chiunque osasse avanzare una critica


di quella forma di pseudo-pensiero che in realtà nasconde un non-pensiero
e che non tollera in alcun modo un benché minimo dissenso,
riuscendo spesso a tacitarlo o ad ostacolarlo:


il pensiero monologante, che ha i suoi sacerdoti pronti ad officiarne i riti e le funzioni.
 
È sotto gli occhi di tutto ciò che accade in Medio Oriente.

Dando per scontata l’ovvia complessità di questa (come altre di altre) crisi,
ciò che davvero preoccupa è il riproporsi nelle identiche forme di una serie di blocchi comunicativi
che subito si mettono in opera da parte dei monologanti del pensiero unico,
allo scopo di impedire che altro pensiero possa farsi strada o, peggio,
allo scopo di screditarne o ridicolizzarne il portatore:


il pensiero monologante esige si dica che Israele ha subito un vile e devastante attacco terroristico
e che Hamas non può essere giustificato in alcun modo: perciò Israele ha diritto di vendicarsi. Punto.

Vediamo alcuni preoccupanti esempi di intolleranza messa in opera dal pensiero monologante.

Alcune sere fa, nel corso della trasmissione di Corrado Formigli – Piazza Pulita
era ospite, insieme ad altri, tutti monologanti, una ex diplomatica italiana, Elena Basile,
la quale, nel tentativo disperato di ragionare in mezzo alla caciara dei monologanti che volevano impedirlo,
stava ricordando che Hamas è strettamente legata ai Fratelli Musulmani,
per anni foraggiati dall’Occidente contro le celebri Primavere arabe
.

Nel bel mezzo di questa importante spiegazione, utile per capire quello che succede oggi,
altri la interrompevano e Formigli – da saggio officiante il rito monologante
le toglieva addirittura la parola d’autorità televisiva.

Sicché, assediata dai monologanti e tacitata da chi avrebbe dovuto invece tutelarla – cioè Formigli –
la Basile ha preferito abbandonare la trasmissione,
il che, detto per inciso, era proprio ciò che i monologanti si auguravano.
 
In altra trasmissione, quella condotta da Lilli Gruber – anch’essa impavida sacerdotessa monologante
giungeva un’agenzia che rivelava che gli ostaggi americani non erano – come si era detto e temuto –
alcune decine, ma soltanto uno o due.


La Basile notava trattarsi di una cattiva notizia, perché...

Ebbene, non ha avuto il tempo di completare il suo pensiero
– molto corretto in chiave di realpolitik – perché Aldo Cazzullo – celebre sacerdote televisivo del pensiero monologante
l’ha zittita, accusandola di fare differenze di nazionalità
e invitandola perciò a vergognarsi per aver detto ciò che aveva detto:

ovviamente la Gruber le ha tolto la parola, mentre cercava di replicare, dando la pubblicità.

Ma cosa intendeva dire la Basile?

Una cosa molto semplice e vera: e cioè che se gli ostaggi americani fossero stati molti,
gli Stati Uniti si sarebbero certo molto adoperati per la loro tutela e liberazione,
mentre c’era da dubitare lo facessero in questo caso.


Ma il monologante Cazzullo
– uno che sostiene che l’Impero romano non è mai caduto in un libro che va a ruba,
come capita a tutti i libri culturalmente poveri e populisti,
così come io potrei scriverne un altro per sostenere che Atene non ha mai perso la guerra del Peloponneso –
non giunge alla raffinatezza del pensiero che pensa che se gli uomini son tutti uguali dal punto di vista ontologico,
non lo sono affatto da quello diplomatico,
perché un americano da questo punto di vista vale di più di un italiano:

può non piacere e non piace, ma le cose stanno così.


Per questo
la presenza di molti ostaggi americani avrebbe propiziato un impegno molto intenso degli Stati Uniti per la loro liberazione,
che inevitabilmente si sarebbe riverberato anche sugli ostaggi di altre nazionalità.

Ma il pensiero monologante non consente tali ragionamenti, troppo complessi e pericolosi.
 
Questo pensiero che la Basile è stata impedita ad enunciare
– talmente ovvio da essere perfino scontato –
è risultato incomprensibile per un altro sacerdote monologante, Massimo Gramellini,
il quale, dal taglio basso quotidiano che firma sul Corriere della Sera,
accusa la Basile di cinismo e di schierarsi pregiudizialmente contro gli “odiati anglosassoni”.

Gramellini ha così dato prova di essere inconsapevole preda di un profondo sonno della ragione,
dal quale non sarà facile risvegliarlo anche perché i suoi colleghi monologanti
si ergerebbero subito a difenderlo pur di lasciarlo addormentato come essi stessi sono.

Uno di questi – guarda caso ancora sul Corriere, ma poteva ben essere qualunque altro quotidiano italiano –
Aldo Grasso, noto critico televisivo e credo ormai assurto, per autorevolezza, al rango vescovile del pensiero monologante.

Questi, nel desiderio di censurare il grave comportamento di chi osi pensare con la propria testa
– a prescindere dal fatto che ci si possa sbagliare o no –
ricorre ad un termine poco usato, quello di “postillatore”,
accomunando in questa odiosa categoria la Basile, Michele Santoro, Moni Ovadia e, “last but not least”, Alessandro Orsini.

Chi sarebbe questo postillatore?

Sarebbe nientemeno colui che ricorre ad una sorta di espediente retorico
– quello di introdurre postille, cioè argomenti speciosi –
in ogni discorso sulla guerra in Medio Oriente
al solo scopo di impedire una discussione corretta,
la quale sarebbe perciò quella priva di codeste pericolose postille.

Peccato però che tali postille altro non siano che gli argomenti di un sano pensiero critico

che, invece di assopirsi sui binari preconfezionati dai monologanti,
pretenda di far transitare le affermazioni correnti al setaccio della comune razionalità:

pericolo grandissimo, questo, per i monologanti come Grasso,
perché potrebbero essere indotti a revisionare le proprie granitiche certezze sul tema della guerra in Medio Oriente,
senza le quali si perderebbero nelle nebbie dell’indeterminato
e potrebbero anche veder svanire la posizione di privilegio data dal poter a lor piacere scrivere
dal più diffuso quotidiano nazionale, collaborando a spingere i lettori a non pensare,
cosa notoriamente più difficile e più comoda del suo contrario:
pensare.
 
Per quello che ne so, mai Santoro, Ovadia, Basile, Orsini o altri (per far piacere a Grasso) “postillatori”
hanno cercato di giustificare il terribile attacco operato da Hamas:
hanno tentato invece di spiegarlo, perché, come ogni altro problema,
finché esso rimarrà “piegato”, cioè chiuso in se stesso, sarà inaccessibile per la ragione.


Ma forse Galli della Loggia quando frequentava il liceo, attentissimo durante la lezione di storia
– alla quale ha poi dedicato la sua vita di studioso –
durante quella di filosofia era stanco e si assopiva: altrimenti non avrebbe confuso giustificare e spiegare.

Sacerdote pare anche Enrico Mentana
,
il quale sere fa in tutta serietà ha sentito il bisogno di precisare durante il telegiornale
che lo Stato di Israele non fu installato con la violenza,
ma dopo una regolare votazione a maggioranza dell’Onu. Applausi.



Ecco allora lo scopo del pensiero critico,
l’esatto opposto del monologante,
in quanto per suo statuto dialogante:

fornire spiegazioni in grado di far capire ciò che accade oltre le semplificazioni “inculturali”
(che volete ? Mi sono ingelosito di Aldo Grasso) – se così posso dire – e banalizzanti del pensiero monologante,
allo scopo di affrontare i problemi con un corredo di maggiore e necessaria consapevolezza.


Anche quelli nati dall’attuale guerra in Medio Oriente.

Il problema vero tuttavia sta nel fatto che il pensiero monologante
oggi gode di molta fortuna perché esenta dalla fatica del pensare
e perciò molti sono i seminari (redazioni dei giornali, studi televisivi, università,
case editrici, scuole, partiti, sindacati, istituti di cultura...)
ove si formano sempre nuovi sacerdoti che a schiere corrono a dare i voti.



Al contrario, il pensiero dialogante pericolosamente arretra
perché pensare richiede fatica e coraggio
e perciò i luoghi del suo esercizio,
sempre personale e pericoloso, svaniscono come neve al sole.

L’Occidente riuscirà a invertire la rotta?
 

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