Non posso però non ricordare che a sostenere l’opera si è stati in pochi
e non posso non ricordare che l’opera si è realizzata grazie alla Legge Obiettivo
varata nel 2001 dal Governo Berlusconi, all’interno del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti
diretto dal ministro Lunardi; sì abbiamo oggi il Mose grazie a una legge che per alcuni fu ritenuta “criminogena”.
Insisto nel ricordare che si è stati in pochi ad apprezzare l’intervento
e che anche a valle della messa in funzione dell’opera nel 2014
abbiamo assistito a critiche e a diffuse denunce sulla sua inutilità e sulla sua falsa funzione.
Oggi, di colpo, tale approccio è cambiato
ed è rimasta sola la inesauribile critica di quel gruppo di soggetti definiti “ambientalisti”
(i veri ambientalisti sono completamente diversi) che
di fronte alla evidenza,
di fronte alla misurabile sconfitta delle loro supposizioni, delle loro gratuite analisi,
non dico delle loro idee perché a mio avviso difficilmente in loro albergano idee, hanno dichiarato:
“Chi conosce la Laguna sa che il Mose è già vecchio e che gli studiosi stanno cercando altre soluzioni.
La laguna non è una vasca che si apre e si chiude ma è un ecosistema complesso
che riceve l’acqua salata del mare e l’acqua dolce dei fiumi e ha bisogno di un ricambio continuo.
Più il livello del mare si alzerà, più si vorrà sollevare il Mose con il rischio di trasformare Venezia
in una città su un lago o su una costa”.
Siccome questa dichiarazione è stata riportata virgolettata
ritengo utile che il lettore conosca anche i nomi di coloro che hanno formulato tale dichiarazione,
sono gli ambientalisti Tommaso Cacciari e Andreina Zitelli.
Quello che chiamiamo Modulo sperimentale elettromeccanico,
possa invece essere un esempio utile per salvare altre aree a rischio.
Devo dare atto che queste realizzazioni ci riempiono di orgoglio
e quando siamo presi da scoraggiamento queste eccellenze ingegneristiche ci ricaricano perché, in fondo,
scopriamo che siamo in grado di immaginare, di progettare, di realizzare e di gestire sistemi così avanzati,
sistemi così complessi come il Mose.
E oggi stiamo avviando a realizzazione un altro intervento
come quello del Ponte sullo Stretto di Messina che testimonierà, ancora una volta,
che il nostro Dna contiene anche fattori di eccellenza.
Voglio concludere questa mia nota ricordando che il Mose
non era stato pensato e realizzato per evitare l’acqua alta a Venezia,
ma per evitare che un evento con livelli del mare elevatissimi “distruggesse Venezia” (sì distruggesse Venezia);
come riportato da dati oggettivi questo rischio, o meglio questa serie di eventi, in parte si è già verificata e Venezia non è scomparsa.
Lo so, come detto prima, la nostra memoria storica è corta
ma forse tutti ricorderanno il comportamento di alcuni schieramenti politici nei confronti del Mose
e il repentino cambiamento dopo che tutti, dico tutti, hanno potuto apprezzarne il valore;
lo stesso è accaduto per l’alta velocità ferroviaria e lo stesso è accaduto e continua ad accadere per il Ponte sullo Stretto;
questo è, in realtà, un comportamento tipico degli schieramenti politici che
motivano la propria esistenza,
motivano gli stessi propri convincimenti
opponendosi, anche consapevolmente, alla crescita e allo sviluppo
e in modo camaleontico sono pronti a modificare il proprio atteggiamento
quando si scopre che ciò che avevano osteggiato ha successo.
Molti della mia generazione però hanno una virtù:
scoprono quasi sempre i camaleonti e hanno anche il coraggio di denunciarne la loro modestia, la loro miopia.