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In un’intervista a De Standaard e La Libre Belgique,
ha dichiarato che considerando la struttura dei costi delle banche europee,
il consolidamento potrebbe offrire una soluzione
,
soprattutto a livello transfrontaliero sotto un unico supervisore
e nel contesto di una politica monetaria unica.

La necessità di matrimoni tra banche europee è stata precedentemente menzionata dai rappresentanti dell’Eurotower,
non solo per rischio, ma anche in relazione all’unione bancaria.

Il consolidamento del sistema finanziario ha avuto inizio con le società di risparmio gestito,
in particolare nel settore dell’asset management, dove le grandi banche italiane sono pioniere
e gestiscono miliardi di euro di titoli di Stato e risparmi.

Attualmente, c’è un’attenzione intensa sulle trattative con l’Unione Europea,
in particolare sulla riforma del patto di stabilità, il Mes e l’armonizzazione fiscale,
che il governo Meloni ritiene debbano essere affrontate in un pacchetto complessivo.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha già approvato un mandato
per negoziare con il Parlamento europeo riguardo alle modifiche proposte alla direttiva sul risanamento
e la risoluzione delle banche
.

Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della BCE,
ha espresso il desiderio di vedere la presenza di più banche europee
con un portafoglio diversificato in varie parti dell’unione bancaria, simile alla JPMorgan europea.

Enria ha notato che le banche europee sono attualmente più segmentate nelle loro operazioni transfrontaliere,
considerandolo un’opportunità mancata.

Ha evidenziato l’importanza della diversificazione tra gli Stati membri,
sottolineando che se uno Stato subisce uno shock,
le perdite possono essere compensate dai profitti generati in un altro Paese
.

Enria ha dichiarato che questo è il principale vantaggio delle fusioni transfrontaliere in termini di stabilità.
 
Ricordo, per chi se ne fosse dimenticato, certi sinistronzi ed ambientalisti
che boicottavano l'opera.

Più comunicati stampa,
più articoli di primari quotidiani nazionali,
più dichiarazioni di esponenti del mondo della politica,
anche di quel mondo che fino a soli dieci anni fa lo riteneva un fallimento,
oggi sono concordi nel riconoscere tutti i meriti di questa opera, cioè tutti i meriti

del Modulo sperimentale elettromeccanico (Mose).

A tale proposito riporto, solo a titolo di esempio,
alcuni comunicati che tutti abbiamo potuto leggere in questi giorni e che in piena sintonia ribadivano:

“In questi ultimi giorni, cioè il 27, 28 e 30 ottobre alle Bocche di porto si sono raggiunti anche 154 cm.
Che tradotto in acqua alta significa che il 70 per cento della superficie di Venezia si sarebbe allagata”.

Inoltre, il referente del centro maree del Comune di Venezia Alvise Papa
ha fatto presente che Venezia ha avuto il settembre più caldo della storia della città
e che in queste ultime due settimane si sono formate, per la prima volta, delle repentine e intense perturbazioni.

E sia il sindaco Luigi Brugnaro, che il Prefetto di Venezia Michele Di Bari
che la commissaria straordinaria del Mose Elisabetta Spitz, hanno dichiarato, ancora una volta,
che il sistema Mose si sta rivelando fondamentale per la salvaguardia di Venezia.

In realtà il Mose ha evitato enormi disagi e gravi rischi per la città;
il Modulo, attivo dal 3 ottobre del 2020, è stato sollevato 60 volte
(è utile ripeterlo sessanta volte) per difendere la città dalle maree eccezionali.
 
Non posso però non ricordare che a sostenere l’opera si è stati in pochi
e non posso non ricordare che l’opera si è realizzata grazie alla Legge Obiettivo
varata nel 2001
dal Governo Berlusconi, all’interno del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti
diretto dal ministro Lunardi; sì abbiamo oggi il Mose grazie a una legge che per alcuni fu ritenuta “criminogena”.

Insisto nel ricordare che si è stati in pochi ad apprezzare l’intervento
e che anche a valle della messa in funzione dell’opera nel 2014
abbiamo assistito a critiche e a diffuse denunce sulla sua inutilità e sulla sua falsa funzione.


Oggi, di colpo, tale approccio è cambiato

ed è rimasta sola la inesauribile critica di quel gruppo di soggetti definiti “ambientalisti”
(i veri ambientalisti sono completamente diversi) che
di fronte alla evidenza,
di fronte alla misurabile sconfitta delle loro supposizioni, delle loro gratuite analisi,
non dico delle loro idee perché a mio avviso difficilmente in loro albergano idee, hanno dichiarato:

“Chi conosce la Laguna sa che il Mose è già vecchio e che gli studiosi stanno cercando altre soluzioni.
La laguna non è una vasca che si apre e si chiude ma è un ecosistema complesso
che riceve l’acqua salata del mare e l’acqua dolce dei fiumi e ha bisogno di un ricambio continuo.
Più il livello del mare si alzerà, più si vorrà sollevare il Mose con il rischio di trasformare Venezia
in una città su un lago o su una costa”.


Siccome questa dichiarazione è stata riportata virgolettata
ritengo utile che il lettore conosca anche i nomi di coloro che hanno formulato tale dichiarazione,
sono gli ambientalisti Tommaso Cacciari e Andreina Zitelli.

Quello che chiamiamo Modulo sperimentale elettromeccanico,
possa invece essere un esempio utile per salvare altre aree a rischio.

Devo dare atto che queste realizzazioni ci riempiono di orgoglio
e quando siamo presi da scoraggiamento queste eccellenze ingegneristiche ci ricaricano perché, in fondo,
scopriamo che siamo in grado di immaginare, di progettare, di realizzare e di gestire sistemi così avanzati,
sistemi così complessi come il Mose.

E oggi stiamo avviando a realizzazione un altro intervento
come quello del Ponte sullo Stretto di Messina che testimonierà, ancora una volta,
che il nostro Dna contiene anche fattori di eccellenza.

Voglio concludere questa mia nota ricordando che il Mose
non era stato pensato e realizzato per evitare l’acqua alta a Venezia,
ma per evitare che un evento con livelli del mare elevatissimi “distruggesse Venezia” (sì distruggesse Venezia);
come riportato da dati oggettivi questo rischio, o meglio questa serie di eventi, in parte si è già verificata e Venezia non è scomparsa.

Lo so, come detto prima, la nostra memoria storica è corta
ma forse tutti ricorderanno il comportamento di alcuni schieramenti politici nei confronti del Mose
e il repentino cambiamento dopo che tutti, dico tutti, hanno potuto apprezzarne il valore;

lo stesso è accaduto per l’alta velocità ferroviaria e lo stesso è accaduto e continua ad accadere per il Ponte sullo Stretto;

questo è, in realtà, un comportamento tipico degli schieramenti politici che
motivano la propria esistenza,
motivano gli stessi propri convincimenti
opponendosi, anche consapevolmente, alla crescita e allo sviluppo
e in modo camaleontico sono pronti a modificare il proprio atteggiamento
quando si scopre che ciò che avevano osteggiato ha successo.

Molti della mia generazione però hanno una virtù:

scoprono quasi sempre i camaleonti e hanno anche il coraggio di denunciarne la loro modestia, la loro miopia.
 
Ottimo direi....e aspettate che nasca il nuovo partito di centro .........ahahahahah

I sondaggi continuano a confermare la crisi del Partito democratico,
ancora di più impantanato in mezzo al guado sotto la guida della pasionaria Elly Schlein.


In particolare, secondo la Supermedia Agi/Youtrend, che elabora un calcolo ponderato dei sondaggi nazionali,
il Pd scende di un altro decimo rispetto al rilevamento di settimane fa e si attesta al 19,3 per cento,
il dato più basso da marzo quando la nuova segretaria si è insediata al Nazareno.


D’altro canto, come diciamo sin dall’insediamento della stessa Schlein, riportare in auge molto della linea politica di Fausto Bertinotti,
non sembra costituire una grande novità per i potenziali elettori di un partito sempre in bilico tra riformismo e radicalismo.

Tant’è che, proprio come Bertinotti, la Schlein ha tra i suoi cavalli di battaglia
la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: il famoso o famigerato “lavorare meno per lavorare tutti”.


Sta di fatto che, per quanto la stessa leader dem ultimamente si stia sforzando di allargare i suoi orizzonti,
avendo probabilmente capito che la sua vecchia nicchia radical chic non porta molto lontano,
il suo piglio da estremista e, soprattutto, una crescente incertezza e titubanza su alcuni temi del momento
rendono piuttosto debole la sua leadership.


Certo è che dopo i fasti della vocazione maggioritaria di Walter Veltroni
e la sfolgorante meteora di Matteo Renzi, che alle Europee del 2014, con il 40,81 per cento dei consensi,
ottenne un risultato mai raggiunto da altri, si tratta di un enorme salto all’indietro.
 

BIN SALMAN RIFILA L’ENNESIMO SCHIAFFONE A BIDEN​

– L’ARABIA SAUDITA, INSIEME A RUSSIA, KUWAIT, OMAN E ALGERIA,​

ANNUNCIANO UN BEL TAGLIO ALLA PRODUZIONE DEL PETROLIO:​

PER RIAD SI TRATTA DI UN MILIONE DI BARILI AL GIORNO IN MENO –​

LA CONSEGUENZA (E L’OBIETTIVO) È CHE CI SARÀ UN’IMPENNATA DEL PREZZO DEL GREGGIO.​

E I PREZZI DELLA BENZINA IN TUTTO IL MONDO​

POTREBBERO TOCCARE NUOVE PUNTE AL RIALZO​

PER “SLEEPY JOE” È UN KO BRUCIANTE:​

PER MESI HA PROVATO A CONVINCERE MBS A NON RIDURRE LE QUOTE.​

MA QUELLO HA IL BARILE DALLA PARTE DEL MANICO​

 
Giornali locali con un unico motivo principale : non scrivere la verità.


- Misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal tribunale di Lecco, a carico dei due soggetti di nazionalità italiana.

- Misura cautelare che vede agli arresti domiciliari due ragazzi di giovane età, entrambi residenti nella città di Lecco.

-
Cinque sono le vittime dell’aggressione ad opera dei due fratelli di nazionalità italiana residenti a Lecco

- Brutale aggressione in piazza V Alpini a Lecco: arrestati due fratelli.
Le manette nei confronti dei due giovani di nazionalità italiana.


Poi la verità di una testata che non ha paura a scrivere :


Due giovanissimi fratelli hanno quasi ammazzato di botte un commerciante
e picchiato a sangue altri quattro clienti che lo hanno difeso.

Sono stati arrestati entrambi e ora sono ai domiciliari.

A inizio novembre due fratelli sulla ventina d’età - due italiani originari dell’Albania che abitano in città -
hanno aggredito il titolare di un take away etnico di piazza V Reggimento Alpini di Lecco
 
Il garante della...

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UE?

:-D
 
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Due pesi....due misure.....una sinistroide ....

In un Paese in cui la sinistra grida allo scandalo quando un uomo fa un complimento a una donna,
ci si aspetta che ciò avvenga anche a parti inverse.
Non perché sia disdicevole ma per semplice coerenza, anche se forse è chiedere troppo a questa sinistra.

Davanti al bacio sulle labbra dato da Emma Marrone a un ragazzo a caso del pubblico,
che lei non conosceva e che non era stato preventivamente informato della volontà della cantante,
ci si sarebbe aspettati qualche critica in più. Invece niente, zero.

Le ragioni possono essere diverse, partendo dal fatto che Emma sia una donna
e arrivando alla simpatia, più volte manifestata, della cantante verso gli ambienti di sinistra.


Era luglio, sono passati meno di sei mesi da quando Federico Rossi,
ex metà del duo Benji e Fede, baciava una ragazza del pubblico innescando la polemica.
I social sono esplosi in critiche contro il cantante,
e dire che in quell'occasione pare che fosse tutto concordato e che la ragazza fosse un'attrice.



Su Emma, invece, il silenzio.
 

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