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Considerando il fiume di offese e bugie razziste che è stato diretto contro i bianchi e la “bianchezza”

(qualunque cosa significhi) negli ultimi anni, è scoraggiante, sconcertante e persino nauseante

che i bianchi non reagiscano.

In effetti, invece di contrastare gli insulti e le bugie razziste,

la maggior parte dei bianchi sembra andare in giro a testa bassa,

o perché intimiditi, o perché hanno paura di rispondere

in modo tale da ferire i sentimenti di coloro che esprimono odio, o perché hanno paura di essere definiti “razzisti”.
 
Il fiume di insulti razzisti riversati sui bianchi da parte dei marxisti, alcuni neri e alcuni bianchi,
pieni di disprezzo per se stessi e sottoposti al lavaggio del cervello, va avanti da troppo tempo.

L’ultimo caso sembra essere un film intitolato “The American Society of Magical Negroes”.
Vedere il trailer fa rabbrividire, inclusa la frase del film:
“Qual è l’animale più pericoloso del pianeta? I bianchi”.

A parte gli insulti e i numerosi atti di appropriazione culturale
da parte di un gruppo di persone più conosciute per la loro distruttività che per la loro creatività,
c’è stata anche la falsificazione della storia,
incluso il “documentario” di Netflix in cui attori neri interpretano Cleopatra e altri egiziani.

Non sono mancate le proteste degli egiziani
che hanno giustamente sottolineato come una simile parodia
sia stata fatta affinché i neri americani si sentissero bene con se stessi creando una fantasia.

A questo è seguito “Hannibal” di Netflix, un’altra distorsione storica.

E poi c’è il Progetto 1619.
In ogni caso, ciò che segue deve essere tenuto a mente da quegli individui
quando vengono sottoposti a sessioni di lavaggio del cervello in varie istituzioni
con il pretesto di “combattere il razzismo” attraverso Diversity Inclusion and Equity (DIE).

Se dividiamo il mondo in due emisferi,
l’emisfero orientale, comprendente Asia orientale e centrale e Australia,
e l’emisfero occidentale, comprendente Africa, Europa, Nord e Sud America,
tutti i progressi della civiltà nell’emisfero occidentale sono venuti dai bianchi:

le automobili, i computer, la televisione, gli antibiotici, i raggi X,

gli aeroplani, i vaccini, la tavola periodica, radio, telegrafo, laser,

carta igienica, wc, ospedali, occhiali, pantaloni, fogne, microonde,

DVD, CD, pellicole, macchine fotografiche, fibre sintetiche,

navi militari, satelliti, penne, matite, baseball, basket, razzi, hockey,

frigoriferi, lampadine, elettricità, dipinti, metallurgia, forchette,

dentiere, deodoranti, profumi, laser, paracadute, fertilizzanti,

vetro, plastica, reggiseni, teatro, tasche, biancheria intima, cerniere,

democrazia, scienza, telescopi, il microfono, anestesia, antibiotici,

microscopi, stetoscopi, calendari, ingegneria, sedie a rotelle, chimica,

fisica, astronomia, strade asfaltate, sapone, cannucce,

cibo geneticamente modificato, rossetto, elicotteri, sottomarini,

ascensori, scale, grattacieli, bottoni, violini, violoncelli, corni,

chitarre, aspirina, insulina artificiale, ormone tiroideo artificiale,

leghe, fonderie, mulini a vento, miniere, ombrelli, libri, stampa, giornali,

graffette, conserve, forni a microonde, lavastoviglie, lavatrici, asciugatrici,

carriole, viti, pulegge, l’alfabeto.

 
A che punto può arrivare la demenza post comunista ambientalista

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Costretto a chiudere a causa delle regole di un’Unione Europea che ancora una volta si rivela nemica dei cittadini.

Una storia tristissima, quella del Forno “Piacentini” di Frassinoro,
paesino di 1700 abitanti al confine tra Toscana ed Emilia.

Che ha dovuto abbassare definitivamente la saracinesca perché
“adeguarsi alle normative imposte dall’Ue è impossibile”.

I problemi per il negozio sono iniziati nel momento in cui
è stato richiesto di certificare l’impianto elettrico:
morto l’elettricista che l’aveva realizzato, nessuno si è preso la briga di firmare alcunché.
Così il sistema doveva essere rifatto daccapo.

Chiaro che la sicurezza sul lavoro sia fondamentale.

Ma ci si chiede per quale motivo
un’attività artigianale che da 43 anni va avanti con lo stesso impianto elettrico senza problemi
dovrebbe essere costretta a chiudere per colpa di qualche scartoffia.

Le normative Ue infatti pretendono un montacarichi,
anche se per 43 anni il pane è stato portato in spalla
uscendo dal laboratorio per pochi metri fino al piano superiore dove si trova il negozio.

E soprattutto impongono uno spogliatoio anche se ai titolari,
che fanno tutto in famiglia e abitano al portone di fianco, non serve a nulla.

Tanti utenti si sono indignati sui social,
sottolineando quanto sia assurdo costringere un panificio che sopravvive a oltre mille metri sull’Appennino tosco-emiliano,
servendo una platea di poche migliaia di persone, a dotarsi di montacarichi, spogliatoi o nuovi impianti elettrici.

Regole che, alla fine, hanno portato alla chiusura definitiva.
 
Ma non aveva detto che si sarebbe dimesso ?

“La prima annotazione riguarda i costi degli alloggi nelle grandi città,
che a quanto pare hanno colpito la sensibilità del capo dello Stato,
il quale ha legato il tema del diritto allo studio al problema degli affitti.

Credo che il presidente facesse riferimento a Milano,
la sola metropoli in cui in effetti un monolocale costa un occhio.

Premesso che non è obbligatorio trasferirsi per motivi di studio nel capoluogo lombardo
(il diritto all’istruzione dovrebbe essere garantito anche a Campobasso o a Palermo,
e forse prima di parlare di affitti Mattarella farebbe meglio a dire due parole sulla qualità degli studi
e, soprattutto, su un sistema universitario che consente ancora le baronie accademiche)
,
credo che il presidente dovrebbe riflettere su un fatto incontrovertibile,
ovvero che l’integrazione europea non presenta solo benefici, ma anche costi.

I nostri vertici istituzionali si rallegrano infatti quando a proposito di Milano si dice che è una metropoli europea,
ma non si rendono conto che la crescita della città porta inevitabilmente con sé un aumento dei prezzi.

Più il capoluogo lombardo si fa europeo e più salgono le sue quotazioni.
Non è una questione di diritto allo studio: è una regola di mercato”.
 
“Un’altra questione che mi ha colpito a proposito del sermone di fine anno riguarda la partecipazione al voto.

Da anni la nostra è in diminuzione e Mattarella se ne è lamentato.

Colpa dei giovani, che preferiscono seguire i social piuttosto che un politico?

No, colpa anche degli ultimi presidenti della Repubblica,
i quali, in barba al voto degli italiani, di fronte a una crisi di governo,
invece di indire nuove elezioni per restituire la parola agli italiani,
hanno preferito ricorrere a formule che la Costituzione non ha mai contemplato,
ovvero i governi del presidente o quelli tecnici.

Dunque, il capo dello Stato dovrebbe fare mea culpa,
invece di criticare gli italiani che scelgono di non votare”.
 
“Che senso ha ritirare una scheda
ed apporre la propria croce su un simbolo o un candidato
se poi un signore come Giorgio Napolitano
può impunemente decidere di spazzar via il premier regolarmente eletto
per sostituirlo con un tizio che la maggioranza degli italiani neppure conosce?

Come si fa a criticare chi rifiuta di dare il proprio voto
se poi al Quirinale c’è un presidente
che non perde occasione di fare opposizione al governo
che ha il consenso della maggioranza degli elettori?

Certo, Mattarella ha ragione a lamentare la scarsa partecipazione
dell’elettorato alle decisioni che riguardano il Paese, ma prima di cercare
i responsabili in casa d’altri dovrebbe guardarsi allo specchio
e trarne le conseguenze”.
 
Per il dissesto di Veneto Banca,
i pm di Treviso hanno addirittura annunciato la prescrizione per il reato di aggiotaggio
contestato all’ex presidente Vincenzo Consoli.

Far fallire una banca nel nostro Paese “sembra più facile che rapinarla”.
Senza che nessuno venga mai punito davvero.
 

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