Certi buffoni da salotto dovrebbero pagare per le loro false elucubrazioni.
“Io, da cittadino, vorrei che non ci fosse più Carlo Fidanza all’Europarlamento”,
e ancora: “Ma che personale mandiamo noi all’Europarlamento?”, diceva Formigli.
Ne nacque l’inchiesta condotta dal pm Giovanni Polizzi
che investì l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza,
per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio.
Tutti archiviati anche gli altri otto indagati,
tra cui l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca,
gli esponenti della destra milanese Massimiliano Bastoni
e la consigliere comunale Chiara Valcepina,
e il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini.
In particolare quest’ultimo, che deve il soprannome al titolo nobiliare che vanta
e alla sua connotazione politica peraltro mai rinnegata,
è un personaggio folcloristico, se vogliamo, ma innocuo.
Laddove per certa stampa pareva fosse praticamente pronto, assieme ai suoi accoliti,
a marciare su Roma e che avesse un ruolo chiave nella vicenda denunciata dall’inchiesta.
La Repubblica del 2 ottobre 2021 in prima pagina intitolava addirittura:
“Dai neonazi ai soldi sporchi. I video che accusano FdI”