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E poi sono sempre loro che blaterano per primi in merito al pericolo fascista,
di incitamento all' odio etc.

Sarebbe proprio il caso di ricordare il proverbio:

"la prima gallina che canta è quella che ha fatto l' uovo!".

Sempre di moda ormai fare o dire sciocchezze all’indirizzo della premier
e poi scusarsi come i bambini.

A sinistra tutti possono denigrare , offendere .

Uno che perde tempo con queste stupidaggini
forse non si sta guadagnando il compenso che percepisce,
oppure il museo che dirige non richiede alcun impegno qualificato
quindi meglio dare un salario ad un addetto alla biglietteria, se è prevista.

Questo è ciò che va punito ed evitato sempre.

Un conto è fare opposizione e dire quello che si pensa su un argomento, nelle opportune sedi,
un conto è fare violenza verbale, fisica o simbolica nei confronti degli altri, su di un social.


Le sue scuse servono esclusivamente per salvare il suo incarico, questa è la verità.
 
Per non dimenticare...mai.....gli alleati ieri........la nato oggi......

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Ma quando li mandiamo in giro, glielo facciamo un controllino ?

"Il più grande massacro antisemita del nostro secolo? No, signor Emmanuel Macron.

Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro ebraismo, ma in risposta all'oppressione di Israele.

La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime".

Sono le parole di Francesca Albanese, relatrice Onu, in seguito a quelle del presidente francese,
che definiva il 7 ottobre "il più grande massacro antisemita del nostro secolo".

Il post scritto da Albanese è diventato virale nel giro di poche ore
e da parte di Tel Aviv è arrivata la richiesta di "licenziamento immediato" ai danni della relatrice.

Francesca Albanese (relatrice Onu per l'Italia): "Morti 7 ottobre? Risposta a oppressione di Israele".​


Dopo il tweet di Francesca Albanese, relatrice Onu, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz,
ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, di licenziare "immediatamente"
la relatrice dell'Onu sulle violazioni del diritto internazionale nei Territori palestinesi.

Il ministro Katz ha rincarato la dose sostenendo che
"inquadrare il massacro del 7 ottobre come una reazione all''oppressione israeliana'
piuttosto che come un atto di odio antiebraico è profondamente preoccupante".

Anche il ministero degli Esteri francese ha risposto alla relatrice Onu
ribadendo che il 7 ottobre è stato effettivamente
"il più grande massacro antisemita del 21esimo secolo" e "contestarlo è un errore".

Secondo il Quai d'Orsay, "questi commenti sono tanto più scandalosi
dato che la lotta contro l'antisemitismo e tutte le forme di razzismo è al centro della fondazione dell'Onu".
 
Ma....sotto sotto.......qualcosa nasconde......

Il mistero si infittisce intorno alla figura di Francesca Albanese,
la relatrice speciale dell’Onu sul rispetto dei diritti umani nei territori palestinesi
che ha animato in questi ultimi giorni il dibattito in tv e sui social sulla guerra tra Israele e Hamas.

Come ha ricostruito dettagliatamente Giulia Alfieri su Start Magazine,
Albanese avrebbe omesso di segnalare nella sua candidatura per l’incarico alcuni dettagli

“che non la renderebbero del tutto un occhio imparziale”.

La notizia è stata portata alla luce ieri dal giornalista delle ‘Iene’ Antonino Monteleone,
il quale con un tweet ha rilanciato le obiezioni mosse da UN Watch,
organizzazione non governativa con sede a Ginevra
la cui missione è monitorare le prestazioni delle Nazioni Unite sulla base della propria Carta.

Il riferimento è sia al fatto che in passato il marito di Albanese, Massimiliano Calì,
ha lavorato per l’Autorità nazionale palestinese
e sia ad alcune dichiarazioni rese lo scorso anno quando affermò che le

“‘opinioni personali profondamente radicate’ sulla questione palestinese ‘potrebbero compromettere la mia obiettività’”.

Non solo.

Lo stesso Monteleone, facendo alcune prime verifiche,
aveva posto il dubbio che Albanese fosse “ancora effettivamente iscritta all’Ordine degli Avvocati in Italia”

Oggi una nuova puntata.
Perché a chiedere lumi a Francesca Albanese questa volta
è anche una delle principali firme di Repubblica, Stefano Cappellini,
il quale su X ha rilanciato un intervento deI direttore proprio di UN Watch, Hillel Neuer,
al Congresso Usa nel corso del quale

“accusa la special rapporteur Onu Francesca Albanese d’essere così intervenuta a una conferenza di Hamas nel novembre 2022:

“Avete il diritto di resistere”.

È vero?” si chiede Cappellini.


II direttore di @UNWatch Hillel Neuer parla al Congresso Usa e accusa la special rapporteur Onu Francesca Albanese d'essere così intervenuta a una conferenza di Hamas nel novembre 2022: "Avete il diritto di resistere" (dal min 8.09). È vero, @FranceskAlbs?Hillel Neuer Testifies Before U.S. Congress on U.N. Antisemitism

— Stefano Cappellini (@il_cappellini) November 9, 2023
 

LA IENA MONTELEONE RILANCIA:​

C’E’ UN PROBLEMA NEL SUO CV INVIATO ALLE NAZIONI UNITE​


Antonino Monteleone non si fa sfuggire l’occasione e rilancia con un commento su X:


“La «special rapporteur» delle Nazioni Unite sui diritti umani in Palestina,
Francesca Albanese replica alle accuse della ONG Israeliana @UNWatch con un lungo post su facebook.
Nega che il marito abbia lavorato per l’autorità nazionale palestinese,
usando una formula molto diversa da quella usata da lui”.


“Ma la cosa che si nota in più è questa.
Risponde al dubbio che ieri esprimevo qui, circa il suo effettivo essere un avvocato.
Dice che siccome lei «pensa in inglese» le è venuto da dirlo impropriamente, perché voleva dire «advocate».

E ammette di non essere iscritta all’ordine degli avvocati
e pubblica un link col suo cv per la posizione che ricopre alle Nazioni Unite.

Ma leggo male io oppure proprio in quel curriculum
lei comunica di essere in possesso di una qualifica (“LAWYER”)
che lei stessa ammette di non possedere a molti mesi dalla nomina?!”,


Francesca Albanese



Poi l’ultimo aggiornamento sul confronto/scontro in atto, con il rischio che si proceda per vie legali.

"........I am an international lawyer ........"
 
A due giorni dalla fine del Festival di Sanremo,
non si placano le polemiche sulla figura del rapper napoletano Geolier.

Stavolta, però, non è un critico musicale a parlare.

E a essere criticata non è l’esibizione in napoletano stretto del giovane artista.

Ma ciò che rappresenta.

Sulla questione erano intervenuti Maurizio Belpietro e Roberto Saviano.

Il quale aveva criticato un intervento del direttore della Verità addirittura dalle colonne del Corriere della Sera.

In cui affermava che “le canzoni di Geolier sono la rappresentazione della vita vera”
e che il suo messaggio è ascoltato non solo in Campania, ma addirittura in tutta Europa.

Parole che non devono essere piaciute a Daniela Di Maggio, mamma di una vittima della Camorra.

Come non le è piaciuta la trionfale accoglienza riservata a Geolier dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
 
La Di Maggio, peraltro, era stata ospite sul palco di Sanremo.

Per ricordare il figlio Giogò, ucciso a colpi di pistola.

Musicista anche lui, sognava proprio di suonare nell’orchestra del Festival.

“Sono indignata”, ha detto la coraggiosa mamma,
“perché premiare chi in passato imbracciava un kalashnikov d’oro, escludendo una vittima, è incoerente e sbagliato”.

Ed anche il papà di Giogiò ha voluto ribadire che

“Geolier è un impresentabile. E certi simboli rafforzano la malavita”.

In effetti appare molto ipocrita sfruttare le lacrime dei parenti delle vittime per commuovere il pubblico,
per poi dimenticarle e comportarsi in modo opposto.

Tanto che anche un’altra donna coraggiosa, madre di un ragazzo di 17 anni
ucciso con una coltellata alla gola da una baby gang, è stata ancora più dura con il Sindaco di Napoli.

“E’ stata una vergogna premiare Geolier, invece di chiedergli di rinnegare le sue posizioni
su armi, droga, sesso, sessismo a sostegno della criminalità organizzata”.

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Chissà cosa pensa delle parole dei parenti delle vittime della Camorra Roberto Saviano.
Che sulla lotta alla malavita organizzata ci ha costruito una carriera.

Maurizio Belpietro
“Non ho nulla contro la canzone o la lingua napoletana. Contesto il modello proposto da questo cantastorie.
E contesto il Sindaco Manfredi che gli ha dedicato una targa,
Amadeus che pensa solo agli ascolti e Saviano che lo applaude. Sono tre campioni di cinismo e furbizia”.

”Ho criticato e critico il video ufficiale di I’p me, tu p’t (il brano cantato da Geolier a Sanremo, ndr),
che su Youtube ha già totalizzato 6 milioni di visualizzazioni.
Perché le immagini riproducono tutti i cliché di una relazione malata, della dominazione e del conflitto”.

Belpietro rivela di essere andato a guardare altri vecchi video del rapper.

“Guardatevi quello del brano Narcos. Tre minuti di esibizioni di mitragliette e banconote.
La scena sembra girata a Bogotà. Con i pick up sui quali sono montati le mitragliatrici,
i lanciagranate, le borse piene di soldi, il trono dorato e la scorta di gente armata fino ai denti.
E Geolier con il suo bravo Kalashnikov placcato d’oro. Questo non è certo un messaggio contro la criminalità,
ma l’esaltazione di quel modello malato di vita.
Ed è questo che, con buona pace di Saviano, ha indignato le mamme delle vittime della Camorra.”
 

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