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"Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato
che hanno passato il loro tempo a violare la legge
facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento
per poi passare queste informazioni alla stampa,
ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa.
Utilizzare così le banche dati pubbliche non c'entra niente con la libertà di stampa".

"L'articolo 15 della Costituzione, che tutela tassativamente la privacy nella comunicazione dei cittadini,
è stato ripetutamente violato nel corso degli ultimi 20 anni, un po' dappertutto, senza che si sia mai intervenuti.

Le stesse intercettazioni, più o meno lecite, captate in modo diverso, sono diventate quasi la regola,
mentre l'articolo 15 della Costituzione dice che possono essere limitate solo in casi eccezionali:
se poi non vengono nemmeno autorizzate dall'autorità giudiziaria
ma vengono captate in modo per così dire eccentrico
allora deve intervenire la magistratura e, secondo me, anche il legislatore.

E quando si cerca d'intervenire
ecco che sorge l'accusa che vogliamo favorire addirittura la mafia o le organizzazioni criminali,
limitando la captazione delle conversazioni.

Poi si vede dove si arriva,
in una situazione dove si spia la vita degli altri in un modo offensivo per un minimo di cultura giuridica.

Ora dovrà essere fatta luce, sia da parte della magistratura sia eventualmente in altri luoghi".
 
Siccome funziona benissimo, ci vuole più Europa…


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Sette gennaio 2021.
Alla Regione Lombardia si prepara il ricambio che avverrà il giorno dopo:
Letizia Moratti, un nome di peso, entra come assessore al welfare al posto del contestatissimo Giulio Gallera.

Combinazione, proprio in quelle ore cruciali
scatta una verifica sulle sue dichiarazioni dei redditi e sulla sua posizione fiscale.

Un controllo abusivo, naturalmente, riconducibile alla manina di Pasquale Striano,
il finanziere che a quanto pare si era trasformato
in un professionista delle irruzioni illegali nelle banche dati più sensibili del nostro Paese.

Moratti è sotto i riflettori, Striano fruga ma evidentemente non trova nulla di anomalo
e la controprova è che a corredo di quel blitz non succede più nulla
e non escono articoli di giornale contro l'ex ministro dell'istruzione.


Grappoli di ministri, pezzi grossi e poi, ordine sparso, artisti, calciatori, imprenditori e chi più ne ha più ne metta.

Incursioni a orologeria.

Come capita all'ex vicepresidente del Csm Michele Vietti:
il 3 maggio 2021 il suo nome finisce sui giornali perché, secondo il racconto dell'avvocato Pietro Amara,
lui avrebbe fatto parte della fantomatica loggia Ungheria.

Con il solito tempismo, Striano entra nel sistema Siva e va alla caccia di qualcosa di roboante:
un movimento bancario anomalo, una transazione, qualcosa di sospetto.

Ma non trova nulla e il caso si sgonfia nel silenzio.

La violazione però c'è stata, perchè certo Striano non si è dato da fare per via del suo ruolo alla Direzione nazionale antimafia.
 
Ora è Matteo Renzi ad aprire un altro possibile capitolo:
il riferimento va al prestito da 700 mila euro che Renzi chiede a una conoscente
nel giugno del 2018 e restituisce in poco più di quattro mesi.

Il tutto in vista dell'acquisto della nuova casa del valore di 1,3 milioni di euro.

Ma la notizia arriva alla stampa, mettendolo in difficoltà.

Ora lui prova a collegare gli indizi e chiede di far luce:
«Il metodo di accesso al database era lo stesso, i giornalisti pure, ho ragione di pensare che la fonte non fosse diversa».

Renzi presentò una denuncia, ma l'atto finì nel nulla.

Il contrario di quel che è successo al ministro della difesa Guido Crosetto:
Striano aveva portato ai suoi amici giornalisti la notizia che Crosetto
aveva svolto delle consulenze per società nel settore degli armamenti
e i compensi potevano essere in conflitto d'interesse con l'incarico di ministro della difesa.

Crosetto aveva querelato ed è nata l'inchiesta che ora si è abbattuta su Striano e sul magistrato Antonio Laudati.

Certo, Striano entrava e usciva dal sistema con disarmante senso di impunità.

E accumulava dati su dati: dalle operazioni bancarie ai precedenti di polizia.

Una vera e propria pesca a strascico, saltando da una banca dati all'altra
senza che nessuno si prendesse una volta che fosse una la briga di controllare.


(o faceva finta di non vedere).
 
Una decisione improvvisa:
il vice segretario di Stato Usa Victoria Nuland, 62 anni,
ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni dal suo incarico ricevuto nel 2021.
 

Victoria Nuland,​

le dimissioni della potentissima Straussiana​

che nel 2014 pronunziò la frase: “F*ck Europe”​


Moglie del potentissimo Robert Kagan,​

la Signora Nuland – seguace di Leo Strauss come il marito –​

è l’incarnazione del male​

 
Chi non sappia chi è Victoria Nuland, non sa nulla del Deep State,
del vero potere che muove i fili di quel vecchio burattino che è Joe Biden.


Sua la pianificazione del golpe Euromaidan 2014.

Memorabile l’intercettazione della sua telefonata con l’Ambasciatore USA a Kiev,
in cui pronunziò la famosa frase “fuck Europe” (l’Europa si fotta).

Qui il commento a caldo di RAI News (6 febbraio 2014):

La gaffe della diplomatica americana: "L'Ue? Si fotta" Diffusa sulla rete una telefonata tra Victoria Nuland,
neo ambasciatrice all'Ue e l'ambasciatore americano in Ucraina, Geoff Pyatt.
I due stavano discutendo delle prossime mosse per risolvere la crisi a Kiev.

La stampa americana: "Se un diplomatico non è diplomatico, il risultato è imbarazzante".

Il Dipartimento di Stato Usa: "Colpo basso dello spionaggio russo
".


Dopo dieci anni, posso dire senza timore di smentita che la Signora Nuland è riuscita nel suo proposito: L’Europa è fottuta.

Non ho elementi sufficienti per sperare in un cambiamento di rotta da parte del Dipartimento di Stato USA.

Spero che le dimissioni imposte (l’invio di armi all’Ucraina è la più grande truffa della Storia)
siano un primo tentativo di ridimensionare gli Straussiani.


Certo è che Victoria Nuland aveva personalmente scelto gli attuali leader ucraini (
nessuno escluso, memorabili i suoi commenti su alcuni dei nomi proposti dall’Ambasciatore USA a Kiev).

Come ho già fatto in un precedente articolo,
consiglio la lettura di questo scritto di Roberto Pecchioli sugli Straussiani:

Leo Strauss e i neocons, gli architetti delle guerre.

Tra l’altro gli Straussiani sono sempre stati strenui sostenitori di Benjamin Netanyahu.
 

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