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"Biden è rallentato, l'invecchiamento è galoppante". Il Wp ha ascoltato 21 persone che sono a contatto col presidente​

di Huffpost Italia
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Intanto, dal 9 all'11 luglio i membri della Nato si incontreranno a Washington per approvare un piano di aiuti senza precedenti all'Ucraina. La salute del presidente rischia di oscurare il summit. Bloomberg: "Per gli alleati dovrebbe lasciare"
05 Luglio 2024
“Notevolmente rallentato”. Così il Washington Post definisce Joe Biden, citando ventuno fonti, che puntano il dito "sull'andatura rigida, sulla necessità di assistenza in diverse occasioni per spostarsi da un luogo all'altro, la voce roca che rende i suoi discorsi difficili da ascoltare e comprendere". Negli ultimi mesi, evidenzia il giornale, "i segni fisici dell'invecchiamento” del presidente degli Stati Uniti più anziano della storia “sono diventati più evidenti”.

Nel mirino delle critiche ci sono soprattutto i consiglieri più vicini a Biden, che il prossimo novembre compierà 82 anni, che lo avrebbero tenuto lontano da eventi spontanei e imprevisti, alimentando i sospetti sulle sue condizioni di salute. I consiglieri sono ritenuti responsabili di aver creato uno scudo che inizialmente sembrava protettivo, ma che ora appare ingannevole in seguito alla disastrosa performance del candidato al dibattito contro Donald Trump. Axios riporta che all'interno della Casa Bianca e fra lo staff della campagna del democratico il morale è a terra e che aumentano le preoccupazioni sulle capacità del presidente di continuare la campagna o di portare a termine il suo secondo mandato. Alcune fonti parlano di "infelicità" diffusa.
Intanto, dal 9 all'11 luglio i membri della Nato si incontreranno a Washington per approvare un piano di aiuti senza precedenti all'Ucraina, mai così vicina a entrare nel blocco. Invitati ai lavori anche Giappone, Sud Corea, Nuova Zelanda e Australia, con i quali l'Alleanza discuterà quale ruolo costruirsi in un Indo-Pacifico sempre più strategico e conteso, mentre crescono gli interrogativi sull'ambiguo ruolo del premier ungherese Viktor Orban, della cui visita a Mosca il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, ha chiarito di essere stato informato. Si tratta di temi cruciali che rischiano però di essere oscurati proprio dal dibattito sulle condizioni di salute di Biden.
Durante la conferenza stampa introduttiva del vertice, il segretario generale, prossimo a cedere il timone all'ex premier olandese Mark Rutte, ha dovuto replicare a ben tre domande dirette sulle condizioni psicofisiche del presidente degli Stati Uniti e sulle impressioni raccolte in materia nei suoi ultimi incontri con il leader ottantunenne, l'ultimo dei quali avvenuto appena due settimane fa. Stoltenberg non ha mai toccato l'argomento e si è limitato ogni volta a sottolineare "l'eccellente relazione che ho avuto e continuo ad avere con il presidente americano", lavorare con il quale "è stato un privilegio", e a lodare il ruolo guida svolto dalla sua amministrazione nel quadro dell'alleanza.

Quando un giornalista gli ha chiesto in modo netto se ritenesse che Biden sia nelle condizioni fisiche e mentali di guidare la maggiore potenza nucleare mondiale, Stoltenberg ha ribattuto che "una delle ragioni del successo della Nato è che stiamo tutti fuori dalle questioni politiche interne altrui". L'alto funzionario ha chiarito che non intende in alcun modo esprimersi su "dibattiti politici in corso" in quanto ciò "indebolirebbe l'alleanza" ma non si è sottratto a una domanda, stavolta indiretta, sulle possibili conseguenze di un ritorno di Trump alla Casa Bianca. Al cronista che domandava se non temesse un affievolimento dell'impegno degli Usa dopo le elezioni, Stoltenberg ha ricordato che ben 23 Stati membri hanno portato la spesa militare sopra il 2% richiesto e che la spesa complessiva e' aumentata del 18% solo quest'anno, "il maggior incremento in decenni". "Gli alleati stanno spendendo di più", ha osservato, mostrando di aver colto appieno il riferimento.
"La condivisione degli oneri economici era stata una questione chiave sollevata dagli Stati Uniti", ha aggiunto, richiamando le critiche durissime di Trump ad alleati che, a sua detta, avrebbero meritato di essere lasciati alla mercé del Cremlino tanto basso era il loro contributo. "Siamo tutti democrazie, la Nato non è mai data per scontata, non ci sono garanzie ma costituisce un'importante priorità strategica", ha proseguito Stoltenberg, "quando i leader entrano in carica vedono la realtà e si accorgono che una Nato forte gli conviene, in particolare adesso". "Sono ottimista che, nonostante i cambiamenti politici all'interno dell'alleanza, la Nato rimarrà una forza stabile e robusta", ha concluso. La Nato non è quindi preoccupata, almeno a parole, per l'esito delle prossime presidenziali americane. Nondimeno, queste ultime rischiano già di deviare l'attenzione dai contenuti di un vertice tutt'altro che interlocutorio.
"È insostenibile che Biden continui". Sarebbe questo il parere degli alleati degli Stati Uniti, secondo quanto riporta Bloomberg citando alcune fonti. Gli alleati della Nato, guidati dai funzionari europei, vorrebbero che si facesse da parte, aggiunge l'agenzia. "Penso che Biden abbia un problema", ha detto invece pubblicamente il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula Da Silva. Dietro le quinte alcuni funzionari affermano che il presidente americano dovrebbe fare un passo indietro a favore di qualcuno che abbia maggiori chance di battere Donald Trump e preservare l'unità sull'Ucraina e sulla Nato.
 

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