Sp mib e titoli quando sarà il momento giusto (22 lettori)

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ue almunia ed fmi

Ue,crescita mondiale 3,7% come stima Fmi è buona notizia-Almunia

BRDO, Slovenia, 5 aprile (Reuters) - Una crescita mondiale al 3,7%, come stimato dal Fondo monetario
internazionale, è una buona notizia. Lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici e monetari Joaquin
Almunia durante la giornata
conclusiva dei ministri delle Finanze europei.
"Non possiamo ritenere che questa sia una grande crisi. Un'economia mondiale in crescita del 3,7% è una buona
notizia, sebbene il tasso di crescita non sia alto come l'anno scorso o un paio di anni fa"
ha detto Almunia.
Il commissario Ue ha anche detto che la Slovacchia ha chiesto oggi che si valuti il suo ingresso nella zona euro.
 

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Banche centrali

PUNTO 1-Banche centrali devono limitare volatilità mercati-Stark

(Aggiunge altri commenti)

CERNOBBIO, 5 aprile (Reuters) - È nell'interesse delle
banche centrali limitare una volatilità aggiuntiva sui mercati
finanziari e questo lo si può ottenere contribuendo a un
ordinato funzionamento dei mercati
monetari e ancorando
solidamente le attese d'inflazione.
Lo ha detto oggi il membro del board esecutivo e del
consiglio governativo della Bce Juergen Stark.
"Riguardo alle banche centrali, è nel loro stesso
interesse ... limitare una
volatilità aggiuntiva su mercati
finanziari già altamente volatili" ha detto Stark nel testo di
un discorso preparato per la conferenza finale del workshop
Ambrosetti.
Secondo Stark la recente turbolenza dei mercati ha
evidenziato come alcune
categorie di rischio, soprattutto quello
di liquidità legato ai veicoli di investimenti strutturati e ai
conduits, siano stati "sottostimati" e anche come gli attori di
mercato si siano "eccessivamente" affidati ai rating di asset
complessi.
"Se
da un lato positivo il trasferimento del rischio di
credito ha facilitato negli ultimi anni una dispersione del
rischio nel sistema finanziario, la recente turbolenza
finanziaria ha reso evidente che c'è bisogno di una maggiore
trasparenza e controllo
sui rischi di credito e la loro
collocazione finale nel sistema finanziario", ha detto Stark.
Da un punto di vista strutturale il settore bancario
dell'area euro mostra delle debolezze relativamente alle
possibilità di integrazione e
all'efficenza del comparto, ha
sottolineato il banchiere.
Tra questi, la presenza estesa di un modello di proprietà
pubblica tra le banche può causare una distorsione della
concorrenza con effetti anche negativi per lo sviluppo del
mercato dei
capitali.
Inoltre, prosegue Stark, a fronte dei buoni progressi degli
ultimi anni nel processo di integrazione nel segmento
'wholesale' e 'capital-market', "la frammentazione del mercato
bancario retail può essere considerata come una ulteriore

debolezza del settore bancario dell'area euro".
((Andrea Mandalà, redazione Milano, Reuters messaging:
[email protected], +39 02 66129436, fax +39
02 801149, [email protected]))
 

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Rischi al ribasso su economia

Rischi al ribasso economia si sono materializzati - Strauss-Kahn

WATFORD, Inghilterra, 5 aprile (Reuters) - La maggior parte dei rischi per l'economia mondiale individuati sei
mesi fa si sono materializzati e la crescita economica mondiale rallenterà al 3,7% l'anno prossimo, lo ha detto oggi il
numero uno del
fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn.
"Le stime che pubblicheremo tra qualche giorno non stanno davvero migliorando e la maggior parte dei rischi al
ribasso individuati sei mesi fa si sono materializzati" ha detto Strauss-Kahn ad
una conferenza tenuta dal primo
ministro britannico Gordon Brown.
"Quindi questo vuol dire già che la previsione globale per l'economia globale è attorno al 3,7% per l'anno venturo,
che è uno dei minimi degli utimi due decenni" ha detto il capo del
Fmi.
((Redazione Milano, Reuters messaging: [email protected], 0039 02 66129655, fax 0039
02 801149, [email protected]))
 

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ecofin= fmi pecca di pessimso su prosepttive zona euro

Ecofin: Fmi pecca di pessimismo su prospettive Europa





BRDO (Reuters) - Secondo il consesso di ministri finanziari e banchieri europei, il Fondo monetario internazionale traccia un quadro a tinte eccessivamente fosche per lo scenario economico del vecchio continente, a parere di alcuni, Italia inclusa.


In attesa dei numeri della prossima settimana, quando il 'world economic outlook' farà il punto della situazione, di fronte al rincorrersi di anticipazioni e indiscrezioni il messaggio che esce dall'Ecofin informale sloveno è quindi quello di un assai cauto ottimismo.


Ultimo in ordine temporale a prendere parola il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che riconosce il deterioramento dello scenario di fondo ma si aggiunge al coro dei rappresentanti europei secondo cui Washington vede troppo nero.


"Il Fondo monetario ha previsto una diminuzione della domanda mondiale molto marcata e questo si ripercuote sulle stime di crescita dell'Europa e dell'Italia" dice ai giornalisti al termine della riunione del consiglio.


"L'impressione generale - e questo vale per Germania, Francia e altre parti della zona euro - è che [l'Fmi] sia stato eccessivamente pessimista", ha aggiunto senza voler commentare le indiscrezioni in merito alla nuova stima sull'Italia, per cui una fonte comunitaria ha indicato stamane un davvero misero 0,3%.


Sulla stessa linea e identicamente evasivo nel caso specifico dell'Italia, il commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.


"Le stime Fmi sull'Europa sono pessimistiche... non parlo dei singoli Paesi" spiega a margine della conferenza stampa finale.


Secondo la fonte europea, gli esperti di Washington si apprestano a ridurre al di sotto di 1,3% la proiezione sulla crescita Uem 2008, a fronte di una stima della Commissione pari ancora all'1,8% in attesa delle stime di primavera in arrivo a fine mese.


A tacciare di eccessivo pessimismo gli ultimi dati del Fondo ha iniziato ieri sera 'mr euro', il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che si è detto poi stamane in disaccordo anche in merito alla proiezione specifica sull'Italia.


L'ultimo documento ufficiale dell'esecutivo, la Relazione unificata sull'economia e la finanza di metà marzo, proietta per la crescita 2008 uno 0,6%, mentre nelle 'interim forecast' di fine febbraio la Commissione indicava uno 0,7%, previsione esattamente dimezzata rispetto all'1,4% delle stime d'autunno.


Nel bollettino trimestrale di gennaio Banca d'Italia indicava invece una crescita "in area 1%", parlando di rischi al rialzo legati alla capacità di rilancio delle imprese ma al ribasso guardano alla congiuntura globale.


Se non vuole entrare nello specifico in merito allo scenario per la crescita italiana 2008, il governatore decide invece di soffermarsi sul tema della corsa dei prezzi, da sempre priorità per l'istituto centrale di Francoforte: "L'inflazione resterà alta quest'anno a causa del prezzo del petrolio e degli alimentari e questo pone un problema, ma le aspettative restano ancorate ed è certo che la politica monetaria continuerà ad essere orientata a questo obiettivo", spiega.


"Naturalmente - conclude - questo pone all'interno dei vari Paesi problemi per quanto riguarda il reddito disponibile in termini reali e anche problemi di redistribuzione del reddito".
 

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Pil roubini

Pil: Roubini, in 08 crescita sara' intorno allo zero



CERNOBBIO (MF-DJ)--Per l'Italia "ritengo che la crescita sara' intorno allo zero piuttosto che all'1%, anzi ci potrebbe essere una recessione" nel 2008.

Lo ha affermato, in un conferenza stampa indetta nell'ambito del workshop Ambrosetti di Cernobbio, l'economista Nouriel Roubini aggiungendo di non aspettarsi per la zona euro "una vera e propria recessione ma un rallentamento significativo" a causa del rallentamento degli Usa, dei segnali di uno scoppio della bolla speculativa immobiliare, dell'alto prezzo del petrolio, di una riduzione delle esportazioni e di una perdita della competitivita' a causa dell'euro forte.

Roubini ha fatto presente che mentre la Fed si e' accorta di essere sull'orlo della recessione ed ha attuato una politica aggressiva, l'Europa si e' preoccupata dell'inflazione e di rivedere le stime di crescita invece di mettere in atto una vera politica monetaria. Per quanto riguarda gli Usa l'economista ha precisato che "e' fuori dubbio che c'e' una contrazione delle attivita' economiche e che quindi c'e' recessione" che durera' "probabilmente per 18 mesi" configurandosi come la crisi piu' grave rispetto a quelle del '91 e del 2001 per tre aspetti fondamentali: peggioramento del settore immobiliare, contrazione dei consumi delle famiglie e problemi nel sistema finanziario. Pertanto, ha concluso Roubini "non ci si puo' aspettare una crisi breve e con impatto lieve". mur/agp
 

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Wally ieri

Bancari in affanno a Wall Street

Ultima seduta settimanale difficile per il comparto finanziario a wall Street. Tra le big del credito spiccano i ribassi di Citigroup (NYSE: C - notizie) (-2,79%), Jp Morgan (-2,25%), Bank of America (-1,96%) e Goldman Sachs (NYSE: GS - notizie) (-1,12%). Gli analisti di Lehman Brothers (NYSE: LEH - notizie) prevedono svalutazioni per 100 mld $ nella restante parte del 2008 per le banche a livello globale, somma che si andrà a sommare ai circa 300 miliardi di dollari già svalutati nei primi tre mesi dell'anno.
 

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wally incerta

Wall Street incerta dopo i dati sul lavoro. Listini contrastati
Di Alberto Susic

Giornata senza particolari sorprese per la piazza azionaria americana che ha mostrato grande volatilità e non poca indecisione, confermata quest'ultima anche dalla chiusura poco mossa e a due velocità dei tre indici principali. Il mercato ha dovuto fare i conti quest'oggi con il pessimo aggiornamento relativo al mondo del lavoro che ha deluso profondamente le attese, senza provocare tuttavia reazioni particolarmente negative. Nel mese di marzo il tasso di disoccupazione è aumentato al 5,1% dal 4,8% precedente, mentre gli analisti si attendevano una crescita al 5%. Altrettanto deludente l'indicazione relativi ai non farm pay-rolls, visto che il mese scorso si sono persi 80mila posti di lavoro nel settore non agricolo, contro una previsione di un rotto di 50mila unità. Un quadro reso ancora più fosco anche dalla revisione al ribasso del dato precedente passato da -63mila a -76mila unità. Si tratta di un dato chiaramente recessivo che però il mercato ha gestito egregiamente, dopo essersi preparato in parte a questa delusione sulla scia delle indicazioni contrastanti arrivate dal mondo del lavoro nelle ultime due giornate.
Gli indici hanno così inizialmente perso terreno, pur con flessioni piuttosto contenute, riuscendo in seguito ad azzerare le perdite iniziali. Nella seconda metà della seduta c'è stato anche un tentativo di allungo, con il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) arrivato a guadagnare oltre un punto percentuale. Nel finale però gli operatori hanno preferito affidarsi alla cautela, facendo rientrare buona parte delle loro posizioni. La prudenza è stata dettata anche dall'attesa per la nuova stagione delle trimestrali societarie che partirà ufficialmente lunedì prossimo.
Al suono della campanella il Dow Jones (notizie) si è presentato con un lieve calo dello 0,13%, diversamente dall'S&P500 che è salito dello 0,08%. Ad avere la meglio è stato il Nasdaq Composite che è avanzato dello 0,32% a 1.865,87 punti, dopo aver segnato un minimo a 2.351 e un massimo a 2.391 punti.

Tra i titoli del Dow Jones, ancora un rialzo per Merck (MKGAY.PK - notizie) che ha portato a casa il 4,28%, ma gli acquisti sono proseguiti anche per Alcoa (NYSE: AA - notizie) , in ascesa dell'1,19%. Sulla scia del rialzo del prezzo del petrolio avanza Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) dello 0,58%, riuscendo a fare meglio di Chevron (NYSE: CVX - notizie) che si accontenta dello 0,38%.
Prese di profitto sui finanziari con Citigroup (ASFZ.PK - notizie) e American Express (NYSE: AXP - notizie) in flessione di oltre un punto, preceduti da JP Morgan e da Bank of America, in rosso dell'1,53% e del 2,38%. In fondo al listino General Motors (NYSE: GM - notizie) che dopo la buona performance delle ultime due giornate ha lasciato sul parterre il 4,68%.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, buona performance per eBay che ha guadagnato il 3,85%, ma è riuscito a fare altrettanto bene Google (NASDAQ: GOOG - notizie) , in salita del 3,51%. In ascesa del 2,58% Amazon.com (NASDAQ: AMZN - notizie) , mentre più in basso troviamo Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) e Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che sono avanzati rispettivamente dello 0,97% e dello 0,82%.
Tornano le vendite per Oracle che ha ceduto l'1,6% ed è ancora più accentuata la discesa di Dell (NASDAQ: DELL - notizie) che è arretrato del 2,93%.
 

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fed e liquidità

Non è sfuggito nella Banca centrale europea un dettaglio poco pubblicizzato delle ultime misure della Federal Reserve a sostegno del mercato. Le banche che accedono ai nuovi prestiti di Washngton potranno presentare garanzie di tipo mai visto: da una decina di giorni la Fed accetta anche i titoli denominati in valute diverse dal dollaro, soprattutto in euro. Per parte propria invece l'Eurotower non ammette alle aste chi presenta garanzie in dollari, solo quelle in euro sono accettabili.
 

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Morgan stanley

Morgan Stanley, la crisi è anche colpa della Fed



«Penso che sia comprensibile in un momento di grande difficoltà come quello attuale - ha replicato a chi gli chiedeva un commento sulle novità legislative ipotizzate dal segretario all'economia americano Henry Paulson -: quello che mi preoccupa è che con la proposta di Paulson si danno troppi poteri alla Fed».








A giudizio di Roach, infatti, «la Fed è una dei principali responsabili di questa crisi. Sono stati fatti molti errori, in passato, da parte delle agenzie di rating e anche a livello legislativo. La Fed, dal canto suo - ha aggiunto - ha tollerato speculazioni in campo immobiliare e non sta usando gli strumenti di cui è dotata fin dal periodo della Grande Depressione». Secondo l'economista di Morgan Stanley (SPU - notizie) , infine, «è importante che il congresso degli Stati Uniti riveda i poteri della Fed e la riporti ai propri compiti, tra cui quello di mantenere la stabilità dei mercati finanziari».

Guardando alla situazione economica internazionale, Roach ha poi aggiunto che «non sono abbastanza intelligente da poter prevedere se il peggio della crisi è stato superato. Se anche fosse - ha aggiunto - ci sono ancora effetti collaterali che sentiremo nel prossimo futuro». In particolare, ha sottineato indicando cinque punti, «lo scoppio della bolla del credito e immobiliare degli Stati Uniti la quale, conseguentemente, avrà i suoi effetti anche in Asia e in Europa». Poi, ha proseguito, «il ciclo globale in calo» farà sentire i suoi effetti «negativi» sul settore finanziario e del credito e, ancora, «la frenata nella crescita globale» si farà sentire anche sulla «richiesta di commodities» che subirà «un indebolimento».

In ultima istanza, gli effetti collaterali, secondo Roach, si faranno sentire anche sul fronte politico poichè «la risposta della politica sarà quella di una crescita del protezionismo in particolare di una nuova ondata protezionistica negli Stati Uniti»
 

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fed e taglio tassi

Fed: possibile taglio mezzo punto





(ANSA)-ROMA, 4 APR-Cresce la possibilita' di un taglio dei Fed Funds di un altro mezzo punto percentuale il 30 aprile,dopo i dati sugli occupati Usa in calo a marzo.
L' ndamento dei futures segnala infatti un 38% di probabilita' relativamente ad uno scenario di questo tipo,contro il 20,0% di ieri. Il mercato da' in ogni caso un 62% di probabilita' alla prospettiva di una riduzione dei Fed Funds di 25 punti base, al livello del 2,0%.
 
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