ciak47 ha scritto:
maledetti, mi hanno preso x i fondelli, stamattina prima di uscire avevo messo un buy a 7,145, solo 10 pezzi me ne hanno dati, il mio era il primo oridine al quel prezzo
dopo il close di wally di stasera credo che domani la ricompreremo almeno sui minimi di oggi....per fortuna che nn ho esagerato con gl'acquisti........
La Fed taglia i tassi ed enfatizza i rischi sulla crescita. Brusco scivolone per il mercato
Al termine dell’ultima riunione d quest’anno, la Federal Reserve ha rispettato sostanzialmente le attese, decidendo di intervenire nuovamente al ribasso sui tassi di interesse. A distanza di poco più di un mese dal meeting del 31 ottobre, la Banca Centrale americana ha portato avanti la sua politica espansiva avviata a settembre, anticipata un mese prima dal taglio del tasso di sconto.
Per la terza volta consecutiva nell’arco di poco meno di tre mesi, la Federal Reserve è intervenuta sul costo del denaro, con una sforbiciata di un quarto di punto, che ha portato i Fed Funds dal 4,5% al 4,25%, riducendo così allo 0,25% lo spread con i tassi europei.
In linea con quanto accaduto nella riunione di fine ottobre, anche questa volta la decisione non è stata presa all’unanimità, visto che nove membri hanno votato in favore di un taglio di un quarto di punto. A dissociarsi è stato Eric Rosengren che avrebbe preferito un intervento più incisivo, con una riduzione del costo del denaro nell’ordine dello 0,5%.
La Fed ha inoltre deciso di abbassare di 25 basis points il tasso di sconto, che scende così al 4,75%, accogliendo le richieste presentate dai comitati dei direttori della Fed di New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta Chicago e St. Louis.
Mentre la mossa sui Fed Funds era stata già scontata dal mercato, a deludere è stata quella sul tasso interbancario, per il quale ci si attendeva invece un taglio più consistente di mezzo punto. Questo spiega anche la negativa reazione dei mercati che hanno assistito ad un‘improvvisa ondata di vendite. La maggiore preoccupazione degli operatori, almeno secondo quanto argomentato in prima battuta nelle sale operative, è che il taglio dei tassi deciso dalla Fed possa rivelarsi insufficiente a rilanciare il tessuto economico, colpito dalla crisi del credito e del settore immobiliare.
Ad appesantire ulteriormente l’animo degli investitori hanno contribuito anche le indicazioni fornite nel comunicato che ha accompagnato la decisione ufficiale sui tassi, da cui è emerso un quadro non particolarmente rassicurante per la congiuntura a stelle e strisce.
La Banca Centrale americana ha infatti spiegato che sulla base delle ultime informazioni disponibili, è emerso che la crescita economia sta rallentando. Una frenata che riflette l’intensificazione della correzione del settore immobiliare, oltre a rispecchiare alcune pressioni sulla spesa dei consumatori e sull’attività produttiva.
Da segnalare inoltre che sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari nelle ultime settimane, anche se la decisione di un taglio dei tassi presa oggi dovrebbe aiutare a promuovere una crescita moderata nel corso del tempo. Questo lascia pensare che potrebbero non essere necessarie ulteriori interventi al ribasso sul corso del denaro, anche se molto dipenderà dall’evoluzione dello scenario complessivo.
Sul fronte dell’inflazione viene messo in evidenza che la componente “core”, depurata cioè degli elementi più volatili quali alimentari ed energia, ha mostrato segnali di miglioramento nel corso dell’anno. Questo però non deve indurre ad abbassare la guardia, visto che gli elevati prezzi dell’energia e più in generale delle commodities potrebbero portare a nuove tensioni sulla dinamica dei prezzi al consumo. Il Board ritiene che ci siano ancora dei rischi in tal senso, motivo per cui continuerà a monitorare con molta attenzione gli eventuali sviluppi.
Nel comunicato si legge inoltre che sono aumentate le incertezze sulle prospettive economiche ed inflazionistiche, e alla luce di ciò la Fed continuerà a monitorare tutti i possibili effetti futuri, pronta ad agire come necessario per garantire da unaparte la stabilità dei prezzi e dall’altra una crescita economica sostenibile.
A differenza del precedente statement, nel quale si era parlato di un bilanciamento dei rischi tra crescita e inflazione, in quello di stasera l’enfasi sull’economia appare decisamente più marcata.
Proprio queste ultime indicazioni hanno generato non poche preoccupazioni tra gli operatori di Borsa, che hanno reagito in maniera decisamente negativa. Come accennato in apertura, sui listini si è avuto un vero e proprio sell-off che ha portato ad una chiusura a ridosso dei minimi odierni. Il timore è che la politica espansiva della Fed, almeno quella seguita fino ad ora, possa rivelarsi insufficiente a contrastare gli effetti negativi del credit crunch. La preoccupazione è inoltre legata alle eventuali mosse future, specie nel caso in cui il Board decidesse di non intervenire ulteriormente al ribasso sul costo del denaro almeno nel breve.