Azioni Italia Stock picking intraday NOVEMBRE/DICEMBRE 2007

patatino ha scritto:
domani vista la forza di FIAT e di CAT potrebbe essere la giornata delle nostra CARRARO e poi vorrei porre l'attenzione sui cementiferi..che oggi hanno chiuso in denaro la giornata che li ha visti protagonisti....




carraro volatile oggi....close basso rispetto all'ultimo prezzo-....un cippetto l'ho preso , 15 cents sotto l'ultimo nn sono pochi...... il riferimento dovrebbe essere vicino ai 29/28..... :rolleyes:anche si il mercato dovesse scendere nn dovrei fare danni... :rolleyes:
 
patatino ha scritto:
carraro volatile oggi....close basso rispetto all'ultimo prezzo-....un cippetto l'ho preso , 15 cents sotto l'ultimo nn sono pochi...... il riferimento dovrebbe essere vicino ai 29/28..... :rolleyes:anche si il mercato dovesse scendere nn dovrei fare danni... :rolleyes:

maledetti, mi hanno preso x i fondelli, stamattina prima di uscire avevo messo un buy a 7,145, solo 10 pezzi me ne hanno dati, il mio era il primo oridine al quel prezzo :(
 
ciak47 ha scritto:
maledetti, mi hanno preso x i fondelli, stamattina prima di uscire avevo messo un buy a 7,145, solo 10 pezzi me ne hanno dati, il mio era il primo oridine al quel prezzo :(

dopo il close di wally di stasera credo che domani la ricompreremo almeno sui minimi di oggi....per fortuna che nn ho esagerato con gl'acquisti........ :rolleyes:



La Fed taglia i tassi ed enfatizza i rischi sulla crescita. Brusco scivolone per il mercato


Al termine dell’ultima riunione d quest’anno, la Federal Reserve ha rispettato sostanzialmente le attese, decidendo di intervenire nuovamente al ribasso sui tassi di interesse. A distanza di poco più di un mese dal meeting del 31 ottobre, la Banca Centrale americana ha portato avanti la sua politica espansiva avviata a settembre, anticipata un mese prima dal taglio del tasso di sconto.
Per la terza volta consecutiva nell’arco di poco meno di tre mesi, la Federal Reserve è intervenuta sul costo del denaro, con una sforbiciata di un quarto di punto, che ha portato i Fed Funds dal 4,5% al 4,25%, riducendo così allo 0,25% lo spread con i tassi europei.


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In linea con quanto accaduto nella riunione di fine ottobre, anche questa volta la decisione non è stata presa all’unanimità, visto che nove membri hanno votato in favore di un taglio di un quarto di punto. A dissociarsi è stato Eric Rosengren che avrebbe preferito un intervento più incisivo, con una riduzione del costo del denaro nell’ordine dello 0,5%.
La Fed ha inoltre deciso di abbassare di 25 basis points il tasso di sconto, che scende così al 4,75%, accogliendo le richieste presentate dai comitati dei direttori della Fed di New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta Chicago e St. Louis.
Mentre la mossa sui Fed Funds era stata già scontata dal mercato, a deludere è stata quella sul tasso interbancario, per il quale ci si attendeva invece un taglio più consistente di mezzo punto. Questo spiega anche la negativa reazione dei mercati che hanno assistito ad un‘improvvisa ondata di vendite. La maggiore preoccupazione degli operatori, almeno secondo quanto argomentato in prima battuta nelle sale operative, è che il taglio dei tassi deciso dalla Fed possa rivelarsi insufficiente a rilanciare il tessuto economico, colpito dalla crisi del credito e del settore immobiliare.
Ad appesantire ulteriormente l’animo degli investitori hanno contribuito anche le indicazioni fornite nel comunicato che ha accompagnato la decisione ufficiale sui tassi, da cui è emerso un quadro non particolarmente rassicurante per la congiuntura a stelle e strisce.
La Banca Centrale americana ha infatti spiegato che sulla base delle ultime informazioni disponibili, è emerso che la crescita economia sta rallentando. Una frenata che riflette l’intensificazione della correzione del settore immobiliare, oltre a rispecchiare alcune pressioni sulla spesa dei consumatori e sull’attività produttiva.
Da segnalare inoltre che sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari nelle ultime settimane, anche se la decisione di un taglio dei tassi presa oggi dovrebbe aiutare a promuovere una crescita moderata nel corso del tempo. Questo lascia pensare che potrebbero non essere necessarie ulteriori interventi al ribasso sul corso del denaro, anche se molto dipenderà dall’evoluzione dello scenario complessivo.
Sul fronte dell’inflazione viene messo in evidenza che la componente “core”, depurata cioè degli elementi più volatili quali alimentari ed energia, ha mostrato segnali di miglioramento nel corso dell’anno. Questo però non deve indurre ad abbassare la guardia, visto che gli elevati prezzi dell’energia e più in generale delle commodities potrebbero portare a nuove tensioni sulla dinamica dei prezzi al consumo. Il Board ritiene che ci siano ancora dei rischi in tal senso, motivo per cui continuerà a monitorare con molta attenzione gli eventuali sviluppi.
Nel comunicato si legge inoltre che sono aumentate le incertezze sulle prospettive economiche ed inflazionistiche, e alla luce di ciò la Fed continuerà a monitorare tutti i possibili effetti futuri, pronta ad agire come necessario per garantire da unaparte la stabilità dei prezzi e dall’altra una crescita economica sostenibile.
A differenza del precedente statement, nel quale si era parlato di un bilanciamento dei rischi tra crescita e inflazione, in quello di stasera l’enfasi sull’economia appare decisamente più marcata.
Proprio queste ultime indicazioni hanno generato non poche preoccupazioni tra gli operatori di Borsa, che hanno reagito in maniera decisamente negativa. Come accennato in apertura, sui listini si è avuto un vero e proprio sell-off che ha portato ad una chiusura a ridosso dei minimi odierni. Il timore è che la politica espansiva della Fed, almeno quella seguita fino ad ora, possa rivelarsi insufficiente a contrastare gli effetti negativi del credit crunch. La preoccupazione è inoltre legata alle eventuali mosse future, specie nel caso in cui il Board decidesse di non intervenire ulteriormente al ribasso sul costo del denaro almeno nel breve.
 
Wall Street gelata dalla vendite dopo delusione Fed. AT&T e McDonald’s in rialzo



Anche per la piazza azionaria americana, così come accaduto oggi per quelle europee, si interrompe la fase di recupero avviata da due settimane a questa parte. I listini hanno infatti registrato una pesante battuta d’arresto, con una correzione che li ha portati a concludere gli scambi a poca distanza dai minimi odierni. A causare l’improvvisa ondata di vendite è stato l’appuntamento con la Federal Reserve che si è rivelato fatale, nonostante siano state rispettate le attese di un taglio dei tassi di interesse dello 0,25%. A deludere è stato l’intervento sul tasso di sconto, ridotto di un quarto di punto, in misura inferiore rispetto a quanto sperato dal mercato.
Nel comunicato la Fed ha inoltre posto l’accento sul rallentamento della crescita economica, che dovrebbe trovare comunque sostegno nella politica più espansiva avviata a settembre scorso. Non sono mancate indicazioni poco incoraggianti anche sul fronte inflazione, che potrebbe registrare nuove tensioni sulla scia dell’aumento dei prezzi dell’energia e più in generale delle commodities.
Tanto è bastato per provocare un’ondata di vendite che ha annullato buona parte del rialzo messo a segno almeno nelle ultime sedute. Al suono della campanella i listini si sono presentati con un bilancio piuttosto pesante, visto che il Dow Jones e l’S&P500 hanno ceduto rispettivamente il 2,14% e il 2,53%. Non è andata certo meglio al Nasdaq Composite che ha lasciato sul parterre il 2,45%, a quota 2.652,35 punti, dopo aver segnato un minimo a 2.650 e un massimo a 2.734 punti.

Tra i titoli del Dow Jones, gli unici due titoli a chiudere in rialzo sono stati AT&T e McDonald’s che sono avanzati rispettivamente del 3,96% e dell’1,99%. Le azioni del gruppo telefonico hanno beneficiato dell’annuncio odierno relativo all’aumento del dividendo trimestrale nell’ordine del 12,5%.

La società ha inoltre fatto sapere che procederà con un piano di buy-back del valore di circa 15 miliardi di dollari. McDonald’s ha invece continuato a festeggiare le positive indicazioni di ieri sull’andamento delle vendite a novembre.
Poco mossa Merch che ha ceduto lo 0,53% dopo aver confermato l’outlook per l’anno in corso e per il 2008. Tra i peggiori del listino troviamo invece General Motors con una flessione del 5,17%, insieme ai finanziari che vedono American Express in ribasso del 5,24%, insieme a Citigroup e a Jp Morgan che hanno perso rispettivamente il 4,43% e il 3,13%.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, si salva Cisco Systems che ha chiuso in rialzo dell’1,3% e riesce a limitare i danni eBay, in discesa dello 0,43%, grazie alla raccomandazione di Citigroup che ha inserito il titolo nella sua recommended list.
Vendite sui big come Dell e Intel, in rosso di oltre tre punti, insieme ad Apple e Yahoo che hanno ceduto entrambi il 2,9%. Tra i tecnologici si segnala il movimento in controtendenza di Texasn Instruments, salito dello 0,8%, dopo aver rivisto al rialzo le stime sul fatturato e sull’utile per azione del quarto trimestre.



Petrolio: chiusura in forte rialzo. L’attenzione si sposta sulle scorte strategiche Usa



Pesante battuta d’arresto per la flessione dei prezzi del petrolio che dopo il calo delle ultime giornate, hanno vissuto quest’oggi una seduta tutta al rialzo, riconquistando la soglia dei 90 dollari al barile. Gli acquirenti si sono impadroniti sin dalle prime battute del controllo della situazione, anche se in un primo momento il rialzo delle quotazioni è stato piuttosto contenuto. La seduta è stata accompagnata da un clima di attesa, in vista dell’annuncio della Fed sui tassi di interesse. Proprio dopo questa indicazione, i prezzi hanno ulteriormente accelerato al rialzo, chiudendo ad un passo dai massimi. Il future con scadenza gennaio si è infatti fermato a 90,06 dollari, con un progresso del 2,5%.
Ad alimentare gli acquisti è stata anche l’attesa per il consueto aggiornamento settimanale sulle scorte strategiche di petrolio che sarà diffuso domani pomeriggio dal Dipartimento dell’energia statunitense. Gli operatori temono che si possa avere un nuovo calo delle scorte, dopo la pesante flessione dell’ultima ottava.
 
giorno ragazzi

qui il presidente del 3D latita un pò troppo

:D :D :D

io uscito per l'ennesima volta in gain da euorfly

:) :) :)

sto titolino una volta che lo conosci da grandi soddisfazioni

:D :D
 

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