Finanzieremo le banche, all’infinito: ecco spiegata la Tav
Scritto il 08/6/12 • nella Categoria:
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Svelato il “mistero” della Torino-Lione: il vero motivo per cui si vuole realizzare a tutti i costi la maxi-infrastruttura più inutile d’
Europa sarebbe l’incremento illimitato del
debito pubblico. I “mandanti” dell’operazione? Le
banche, innanzitutto: di fronte a cui passerebbero in secondo piano la potente “casta”
politica Pro-Tav, gli interessi di Confindustria e persino le infiltrazioni della mafia, considerata in pole position nell’aggiudicazione “a cascata” degli appalti faraonici. Secondo analisti e critici, chi eredita l’affare del secolo è prima di tutto la
finanza, a cui lo Stato dovrebbe ricorrere sia per la costruzione dell’opera, sia poi per il mantenimento. Per la sola sicurezza, senza che sia ancora stato impiantato il cantiere, a Chiomonte la “militarizzazione” del sito è già costata 27 milioni di euro: grossomodo, il 10% di quanto sborserebbe l’Unione Europea, per una linea Tav che costerà almeno 20 miliardi. Spesa nominale: perché poi, avverte la Corte dei Conti, il costo potrebbe aumentare anche di otto volte, in vent’anni di cantieri, arrivando alla teorica cifra-mostro di 100 miliardi di euro.
Finanzieremo le banche, all’infinito: ecco spiegata la Tav | LIBRE
Per i 265 chilometri della nuova linea, scrivono Paola Baiocchi e Alberto Nigro su “
Valori”, il mensile della
finanza etica italiana, si potrebbero spendere anche 35 miliardi – che l’Italia non ha – se il costo reale ammontasse a 1.300 euro per ogni centimetro di binario.
Costo che potrebbe salire anche a 5.000 euro al centimetro, se si incontrassero imprevisti scavando. «In questo giro di miliardi – aggiungono i giornalisti di “Valori” – chi eseguirà i lavori ha tutto l’interesse a trovare intoppi che ne prolunghino la durata, perché saranno comunque coperti dal denaro dei contribuenti, che dovranno pagare senza poter esercitare alcun controllo».
Certo, la cordata Pro-Tav ha raccontato che l’opera sarebbe “prescritta” dall’Unione Europea. Sbagliato, spiega Luca Rastello in un recente reportage su “Repubblica”: il “corridoio 5” Kiev-Lisbona prevedeva collegamenti intermodali, non per forza l’alta velocità ferroviaria.
Difatti, l’Ungheria ha puntato sulle autostrade, mentre il Portogallo si è ritirato e la Spagna cambierà solo lo scartamento della attuale linea mediterranea, per ospitare qualsiasi tipo di treno e far viaggiare le merci a 80 all’ora. Nella nuova rete europea “Ten-T”, la Torino-Lione è sopravvissuta:
ma sarebbe coperta con appena 300 milioni provenienti da Bruxelles. E il 90% restante chi lo metterebbe? Indovinato: noi.
Una follia? Non per tutti, ovviamente: per le
banche, che presteranno miliardi allo Stato, la Torino-Lione sarà una miniera d’oro. Un affare colossale, senza precedenti. Ed ecco spiegata l’irremovibile insistenza nel volere a tutti i costi l’assurda ferrovia dei record, che inguaierebbe generazioni di italiani.
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