UNA SPIA IN REDAZIONE
Renato Farina
A LERNER E GIANNINO GIRANO I COGL IONI INTORNO ALLA “FONTE BETULLA”
“PRESO A “L’INFEDELE", CONTRACCAMBIATO DALLA PEGGIORE FORMA D´INFEDELTÀ”
OSCAR: “HO SCRITTO COME SEMPRE COSE CHE SONO PURA “FARINA” DEL MIO SACCO”
1 – GAD LERNER CONTRO L’INFEDELE FARINA
Lettera a “La Repubblica”
Caro Direttore, di ritorno da un viaggio all´estero scopro che i settimanali passaggi di Renato Farina dalla redazione televisiva dell´"Infedele" divenivano oggetto di pseudo-rapporti, suppongo retribuiti, ai suoi superiori del Sismi. Ciò che naturalmente mi sconcerta ed amareggia.
Ferrara & Lerner
Come testimoniato dai titoli di coda della mia trasmissione su "la7", per tre anni Renato Farina ha avuto un rapporto di consulenza retribuita con "l´Infedele", contraccambiato a quanto pare dalla peggiore forma d´infedeltà. Ritenevo infatti che la dinamica di una serata d´approfondimento implicasse anche in fase preparatoria, dentro alla redazione, il confronto con idee diverse e lontane dalle mie. Per me Farina era il giornalista ciellino di talento conosciuto più di vent´anni fa, e niente più. Gioviale, proteso alle frequentazioni trasversali, pasticcione piuttosto che furbo.
Invece avevo la spia in redazione. Ne sono doppiamente deluso non solo per la fiducia mal riposta, ma perché lo consideravo un amico. A tal punto che quando risultò indagato ai primi di luglio, convinto fosse caduto in una trappola per bulimia e ingenuità, gli feci una telefonata affettuosa che lui si premurò di rendere pubblica. Solo in seguito venne fuori che era l´agente Betulla e che rendeva al Sismi bassi servizi non certo contro il terrorismo internazionale ma contro magistrati, politici e giornalisti.
Gad con un'amica
Dubito che i colloqui con me possano avere fornito a Farina informazioni di alcuna rilevanza. Di certo non corrisponde al vero che io gli abbia riferito chissà quale manovra di "Repubblica" per "far fuori Tronchetti Provera e tutti i suoi nemici". Una fesseria, come appare del tutto evidente, inventata di sana pianta. Lo stravolgimento di una normale conversazione fra colleghi (così allora io la consideravo) adoperata a fini di millantato credito.
Neppure varrebbe la pena di precisarlo se non fosse emersa nel frattempo la manovra, questa sì spregiudicata e illegale, cui i giornalisti di "Repubblica" sono stati sottoposti a seguito delle deviazioni via via denunciate da questo giornale all´opinione pubblica.
Gad Lerner
Oscar Giannino
2 – OSCAR GIANNINO: HO SCRITTO COME SEMPRE COSE CHE SONO PURA “FARINA” DEL MIO SACCO
Lettera di Oscar Giannino a “Libero”
Caro direttore,
ieri mi sono ritrovato sul Corriere della sera, citato in un’intercettazione del vicedirettore di Libero, Renato Farina. Secondo il testo riportato dal quotidiano, il 3 giugno si avvisava il Sismi di un articolo preconcordato a mia firma che sarebbe uscito l’indomani, dal titolo “se Repubblica attacca Telecom”. Penso sia necessaria una secca chiarificazione, vista la natura “scivolosa” della faccenda.
Non entro nel merito della piena libertà di ciascuno che lavori alla confezione di un giornale, di anticipare a chicchessia per propri fini che cosa pubblichi l’indomani. Una cosa è certa, però, per quel che mi riguarda: e a prova di pubblicazione di qualunque intercettazione o di qualunque altra fonte di prova. A Libero – giornale al quale collaboro volontariamente e senza alcun obbligo formale, per la stima che ti porto da sempre, caro direttore – come sul giornale di cui sono vicedirettore, Finanza&Mercati, come sugli altri sui quali scrivo, mai una volta nella vita ho preconcordato articoli e ho offerto opinioni per fini che fossero estranei alla pura informazione e alle mie personalisisme opinioni. Tanto meno per servire il Sismi o altri corpi dello Stato.
La credibilità è tutto, quando si vuol avere una lingua tagliente e puntuta come capita talora a me. E quando la si vuole usare in argomenti scottanti come quelli che riguardano la vita di grande imprese, o la lotta tra corpi dello Stato a proposito di come affrontare il terrorismo. Ogni tanto infatti a direttori ed editori girano le scatole, di fronte alle proteste, ed è anche per questo che ho cambiato giornali con una certa frequenza.
Io la mia credibilità l’ho sempre difesa magari criticando anche aspramente Telecom, sugli andamenti economici come sulle opacità di fronte alle inquietanti vicende interne di intercettazioni in conto proprio o per conto terzi, ma scrivendo come sempre cose che sono pura “farina” del mio sacco, se mi passi la punta d’ironia.
Posso scrivere magari anche cose che taluni giudicano corbellerie, interpretando i bilanci o se faccio accostamenti diretti tra Tavaroli e il vertice di Telecom, ma si tratta in ogni caso solo di mie opinioni, non certo di veline preconcordate. Mi secca particolarmente, anzi mi girano i coglioni – se mi passi l’espressione - che d’ora in poi se critico Telecom o chiunque altro, o se scrivo che in nessun altro Paese occidentale interessato da operazioni come Abu Omar i conti si lasciano fare alla magistratura ordinaria, qualcuno possa pensare che lo faccio al servizio di parti interessate e protagoniste delle vicende in questione. Mai nella vita.
Ieri, mi sono fatto una risata. Non credo affatto che i giornalisti difendano la propria credibilità nei tribunali ma solo con il proprio mestiere, dunque non ci penso neanche a querelare nessuno. Ma siccome bisogna comunque guardarsi da chi parla a sproposito – caro Farina, fatti un esame di coscienza - e da chi diffama, ti chiedo, caro direttore, di pubblicare questa mia. Perché a me comunque le palle girano. Con l’amicizia di sempre, per te e voi tutti di Libero.
Oscar Giannino
Vicedirettore Finanza&mercati
Dagospia 30 Luglio 2006
http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html