Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
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SHORT AMAZON

con immenso piacere

pensando alle migliaia di fantastici negozi di libri che ha rovinato

il piacere di guadagnare dalla rovina di questi fucking bastards mi da una profonda felicità

grazie a Snapo...
 

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CRUDO

vietato guardare il 5h perché potrebbe venire il sospetto che la discesa non sia terminata

Beh ... a questo punto ... trenta dollari al barile non sarebbe un'esagerazione al ribasso ... tenendo conto che il mercato, gia' abbondantemente saturo di petrolio, sara' presto inondato dal petrolio iraniano. A meno che ... le conseguenze di incidenti come il lancio di missili da parte di una flottiglia iraniana contro la portaerei americana Truman (mancata di poco ... ma non colpita) e le vicendevoli rappresaglie tra Iran ed Arabia Saudita instaurino un clima di grande incertezza geopolitica che vada ad aggravare ulteriormente quello preesistente dovuto all'Isis ed ai combattimenti in Siria. Che le nazioni grandi esportatori di greggio (oltre l'Opec aggiungiamo anche Usa e Russia) ricorrino ai giochi di guerra per risollevare le sorti del greggio ? Potro' sbagliarmi ma credo proprio di si ... spero che tengano sempre a mente che a giocare con il fuoco ci si scotta ... tutti quanti !!!


L'Iran lancia missili vicino a una portaerei americana nello Stretto di Hormuz - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

Nucleare: Wsj,Usa rimandano nuove sanzioni a Iran su missili - Mondo - ANSA.it

47 giustiziati a Riad, tra loro sceicco al-Nimr. Assaltata ambasciata saudita a Teheran - Repubblica.it
 
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con immenso piacere

pensando alle migliaia di fantastici negozi di libri che ha rovinato

il piacere di guadagnare dalla rovina di questi fucking bastards mi da una profonda felicità

grazie a Snapo...


Che Amazon goda di protezioni altolocate (a livello governativo) ? Il suo business e' altamente strategico per gli States (il cloud). Se cosi' gli schiereranno un firewall finanziario di protezione !!!
 
Wall Street: L'agenda della prossima settimana (4 - 8 gennaio)

La prima settimana del 2016 sarà piuttosto intensa a Wall Street. Il calendario macroeconomico è infatti ricco di appuntamenti. Particolarmente attesi dagli investitori sono l’indice ISM manifatturiero ed il rapporto sull’occupazione.


Lunedì 4 gennaio
Macroeconomia
Indice PMI manifatturiero di Markit - dicembre (ore 15:45)
Indice ISM manifatturiero - dicembre (ore 16:00) - Previsioni: 49,0 punti
Spese per costruzioni - novembre (ore 16:00) - Previsioni: 0,8%


Martedì 5 gennaio
Macroeconomia
Vendite di automobili e camion - dicembre (ore 20:00)


Mercoledì 6 gennaio
Macroeconomia
Indice MBA sulle richieste di mutui - settimana terminata il 02.01 (ore 13:00)
Occupati ADP - dicembre (ore 14:15) - Previsioni: 190.000
Bilancia commerciale - novembre (ore 14:30) - Previsioni: -$44,7 miliardi
Indice PMI non manifatturiero di Markit - dicembre (ore 15:45)
Indice ISM non-manifatturiero – dicembre (ore 16:00) - Previsioni: 56,4 punti
Ordinativi all'industria - novembre (ore 16:00) - Previsioni: -0,2%
Scorte di petrolio - settimana terminata il 02.01 (ore 16:30)
Trimestrali
Monsanto


Giovedì 7 gennaio
Macroeconomia
Richieste di sussidi alla disoccupazione - settimana terminata il 02.01 (ore 14:30)
Scorte di gas naturale - settimana terminata il 02.01 (ore 16:30)
Discorso di Charles Evans, presidente della Fed di Chicago (ore 20:15)
Trimestrali
Bed Bad & Beyond, Constellation Brands, KB Home, Walgreens Boots Alliance


Venerdì 8 gennaio
Macroeconomia
Salariati settore non agricolo - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 200.000
Tasso di disoccupazione - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 5,0%
Salario orario medio - dicembre (ore 14:30) - Previsioni: 0,2%
Scorte dei grossisti - novembre (ore 16:00) - Previsioni: -0,1%
Crediti al consumo - novembre (ore 21:00) - Previsioni: $18,5 miliardi


Redazione Borsainside
 
IL FILM DA VEDERE

bellissimo

THE BIG SHORT
La grande scommessa (2015) - IMDb

è la storia vera di 4 gruppi di traders che nel 2005 scoprono la truffa dei subprimes e iniziano a shortare

fantastico Christian Bale che interpreta Michael Burry
il quale si fa confezionare uno short da Goldman Sachs per shortare le grandi banche che sono dietro alla bolla

lo guardano tutti ridendo come il pollo che sta per regalargli centinaia di milioni di dollari

nel gennaio 2008 Michael perde il 19,3% di 1,3 miliardi di dollari investiti short
tutti i suoi investitori lo citano in tribunale e vogliono ritirare i soldi

in ottobre 2008 Michael chiude il suo hedge fund
ha fatto +496%
con un guadagno di centinaia di miliardi di dollari

bellissimo
 

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bellissimo

THE BIG SHORT
La grande scommessa (2015) - IMDb

è la storia vera di 4 gruppi di traders che nel 2005 scoprono la truffa dei subprimes e iniziano a shortare

fantastico Christian Bale che interpreta Michael Burry
il quale si fa confezionare uno short da Goldman Sachs per shortare le grandi banche che sono dietro alla bolla

lo guardano tutti ridendo come il pollo che sta per regalargli centinaia di milioni di dollari

nel gennaio 2008 Michael perde il 19,3% di 1,3 miliardi di dollari investiti short
tutti i suoi investitori lo citano in tribunale e vogliono ritirare i soldi

in ottobre 2008 Michael chiude il suo hedge fund
ha fatto +496%
con un guadagno di centinaia di miliardi di dollari

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Finalmente ... dopo tanto tempo un film sugli LMA e sul loro operato. E bello tosto. Questo si che e' un bel regalo di Natale Gilles. Grazie !!! :up:
 
Ed a proposito di LMA ... perche' non avere un pensiero per i loro omologhi europei ?



Da Deutsche Bank a Hsh, anche le tedesche piangono


Ma alcune casse regionali sono riuscite ad avere fondi statali aggirando il divieto Ue




REUTERS









20/12/2015
stefano lepri


roma

La più grande banca tedesca si chiama Deutsche Bank: tra tutte le multinazionali, è quella che le Borse del mondo valutano peggio. La seconda si chiama Commerzbank: si regge grazie a una partecipazione dello Stato al 15,6%, per ora un pessimo investimento.

Però in Germania diversi esperti si proclamano convinti che le aziende di credito italiane abbiano l’acqua alla gola. Per questo ieri la Banca d’Italia si è affrettata ad assicurare del contrario. E’ proprio una lotta dura, sulla strada che dovrebbe condurci a un sistema bancario unificato dentro tutta l’area euro.

Tornando indietro all’inizio della crisi finanziaria, il contagio dei “titoli tossici” americani lo hanno portato in Europa le banche tedesche. Non tanto la Deutsche, che a Wall Street chiamavano «il più grosso hedge fund del mondo», ma sapeva cavarsela abbastanza; piuttosto le sue banche regionali.

Si legge nei ricordi di un finanziere Usa che quando c’era da piazzare un titolo ad alto rischio, bastava chiamare una banca regionale tedesca: quelli compravano tutto a scatola chiusa.

Negli anni successivi, sono state infatti le banche regionali (Landesbanken) a rivelare le passività più gravi. Si tratta di istituti controllati dagli enti locali della Repubblica federale, al vertice del sistema delle Casse di risparmio, dove molto contano i partiti, specie i due maggiori, cristiano-democratici e socialdemocratici. E quando si prestano molti soldi agli amici degli amici, ci si guadagna poco; occorre rifarsi con impieghi ad alto rendimento, come erano i “titoli tossici”.

Forse avrebbero fatto così anche ad Arezzo o a Ferrara, se avessero saputo bene l’inglese... O piuttosto può averglielo impedito la Banca d’Italia, più seria rispetto all’ente di vigilanza tedesco, il Bafin, a cui molto sfuggiva.

Sta di fatto che le Landesbanken si erano cacciate in guai seri. Una è scomparsa del tutto, la WestLb della ricca regione Renania-Westfalia, assorbita da un’altra. Altre sono state pesantemente ricapitalizzate dalle regioni proprietarie; come la Hsh-Nordbank di Amburgo, caso di cui si è parlato perché la Corte di giustizia europea ha respinto il ricorso di due azionisti di minoranza, secondo cui si trattava di illegittimi aiuti di Stato.

Nell’interpretazione tedesca, in sostanza, nella prima fase della crisi finanziaria gli aiuti di Stato erano possibili, dopo no. La Germania ufficialmente ha impegnato in salvataggi 248 miliardi; non è ancora possibile farne un bilancio ma è realistico ritenere che una trentina almeno siano stati bruciati, a carico dei contribuenti tedeschi.

Invece a suo tempo le banche italiane, soprattutto, gli aiuti non li hanno voluti. Non solo quando glieli offriva Giulio Tremonti, del quale temevano le intromissioni, ma quando era disponibile a concederne il governo Monti. Spesso inoltre i gruppi dirigenti hanno preferito restringere le attività piuttosto che ricorrere ad apporti di capitale esterni.

Ora i nodi venuti al pettine in alcuni istituti locali mal gestiti danneggiano l’immagine all’estero dell’intero sistema creditizio italiano. In diversi modi, gli interessi di parte dei poteri bancari hanno aggravato la crisi all’interno dell’area euro. Ma all’origine di tutto ci fu il no tedesco a una ricapitalizzazione collettiva di tutte le banche europee; con la conseguenza ben riassunta dalla battuta scurrile dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, «à chacun sa merde».
 
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