Thread Ufficiale di Argomenti Fiscal / Patrimonial / Federalistici (3 lettori)

bischer0tt0

mi sono già rotto
visto che la patrimoniale vi piace così tanto e siete così ansiosi di alleggerirvi

versatemi un 5 per mille del vs capitale, che mia moglie vuole una vacanzona quest'anno :D
 

tommy271

Forumer storico
Federalismo, governo conferma esenzione Chiesa in decreto comuni

giovedì 20 gennaio 2011 11:46




ROMA, 20 gennaio (Reuters) - Il governo conferma il regime di esenzione fiscale per gli immobili della Chiesa cattolica nel nuovo decreto sul federalismo municipale depositato ieri alla Camera.
Lo si desume dall'articolo 5 del testo che disciplina l'applicazione dell'imposta municipale propria, che dal 2014 sostituirà l'Ici.
La prima versione del decreto, approvata dal Consiglio dei ministri il 4 agosto, non faceva riferimento alle agevolazioni esistenti per gli immobili, sulle quali è in corso un'indagine della Commissione europea per i benefici a favore della Chiesa cattolica e delle associazioni sportive dilettantistiche.
Il nuovo decreto, al comma 8 dell'articolo 5, conferma ora buona parte delle esenzioni previste dal decreto legislatico 30 dicembre 1992 numero 504. Tra queste, saranno esenti dall'imposta sugli immobili "i fabbricati di proprietà della Santa Sede" indicati nel Trattato lateranense e gli immobili utilizzati per attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, purché non abbiano natura esclusivamente commerciale.
Il regime di esenzione per le associazioni cattoliche suscita polemiche perché consente facilmente di non pagare l'Ici, come nel caso di un albergo che abbia al suo interno una cappella. L'imposta municipale propria scatterà nel 2014 e non si applicherà alla prima casa. La sua aliquota sarà determinata anno per anno dalla Legge di stabilità.


***
L'appoggio della Chiesa è servito ...
 

f4f

翠鸟科
modesta proposta:

oltre ai tagli alle spese, razionalizziamo le entrate





Tv, quelle frequenze a prezzi stracciati





Tv, quelle frequenze a prezzi stracciati

I due gruppi pagano solo 45 milioni di euro



Chi usa una risorsa scarsa deve pagare un prezzo legato alla domanda di quella risorsa; questa regola economica si fa addirittura etica quando essa appartiene allo Stato


I duopolisti collusivi Rai/Mediaset, come sempre avvinghiati in un abbraccio che fa di uno il miglior alleato dell' altro, pagano solo 45 milioni di euro l' anno (26 Rai e 19 Mediaset).


Oggi su Roma o Milano si comprano singole frequenze per svariati milioni di euro; come mai Rai/Mediaset, che di frequenze ne usano 5-6 mila ciascuna, pagano così poco? La Fcc, autorità di settore USA, stima che l' asta per i 108 megaHertz usati per l' analogico - e che torneranno allo Stato contro la strenua resistenza delle tv - darà proventi dell' ordine dei 50 miliardi di dollari; la sola Verizon, colosso telefonico Usa, espone costi per licenze wireless superiori ai 40 miliardi di dollari.



C' è il raffronto di mercato, dato da quanto incassato dall' Italia nel 2000 con l' asta Umts, 3,3 miliardi di euro per 15 megaHertz per 15 anni, poi portati a 20; se invece si attualizza un pagamento costante di 22,5 milioni di euro (dato unitario medio del duopolio) su 20 anni al 5%, il risultato è 300 milioni di euro. Ogni duopolista paga quindi solo il 9% di quanto paga, per esempio, H3G, ma usa uno spettro che, pur non ben confrontabile, è probabilmente il 50% in più. Pagare il 9% per usare il 150%;

Una volta lo Stato gestiva male i propri beni, ora ogni distrazione è vietata. Perché fare regali di Stato ad operatori economici di enorme rilievo, uno dei quali, per di più, realizza profitti senza pari?
(16 ottobre 2004) - Corriere della Sera
 

tommy271

Forumer storico
modesta proposta:

oltre ai tagli alle spese, razionalizziamo le entrate

Proporrei, rispetto alle proprietà della Santa Sede, un piano di requisizione Napoleonico ... :lol::lol::lol:
Credo che in questo modo potremmo raggiungere in breve tempo un deficit/pil al 60% ... :-o
Napoleone si finanziò tutte le guerre ...
 

f4f

翠鸟科
Proporrei, rispetto alle proprietà della Santa Sede, un piano di requisizione Napoleonico ... :lol::lol::lol:
Credo che in questo modo potremmo raggiungere in breve tempo un deficit/pil al 60% ... :-o
Napoleone si finanziò tutte le guerre ...


... ed Enrico VIII ha portato l'Inghilterra da nazione di secondo piano a potenza europea

approved :up::up::up:
 

f4f

翠鸟科
dopo le inevitabili interruzioni dei soliti noti,
segnalo che oggi c'è un interessante incontro Governo - Comuni sul federalismo
da monitorare

ricordo che io credo ad una 'patrimoniale mascherata', dove i Comuni alzeranno le imposte più di quanto necessario alla mera compensazione dei trasferimenti mancati
il target dovrebbe essere l'immobiliare
 

f4f

翠鸟科
Imposta municipale
Anche sull'Imu sul possesso degli immobili i numeri si incrociano con i nodi politici. Finora, nonostante le promesse del primo testo del decreto, l'aliquota di riferimento non è mai stata messa nero su bianco, anche perché la nuova base imponibile imporrebbe una cifra più alta. I tecnici al lavoro per il governo hanno sempre assicurato che il passaggio, grazie anche all'abolizione di alcune imposte come l'Irpef sui redditi fondiari, sarebbe stato a costo zero per i contribuenti, ma un'aliquota del 10,6 per mille (come quella che emergerebbe dai calcoli attuali) rispetto al 6,4 per mille medio dell'Irpef ordinaria ha anche un problema di "presentabilità" politica.


L'idea che si è fatta strada ora è quella di cambiare i confini della base imponibile, che arruolerebbe in formula piena, con l'aliquota ordinaria, gli immobili strumentali delle imprese; per loro l'abbattimento del 50% sull'aliquota, anziché automatico, sarebbe rimandato alla scelta dei singoli comuni. Il meccanismo amplia gli immobili tassati, e secondo i calcoli girati ieri e venerdì sui tavoli del governo permetterebbe di fissare le richieste fra il 7,4 e il 7,8 per mille, cioè un numero molto più simile a quello offerto oggi dall'Ici ordinaria: a pagare il conto sarebbero le imprese

Sull'Irpef la trattativa finale - Il Sole 24 ORE
 

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