Thread Ufficiale di Argomenti Fiscal / Patrimonial / Federalistici (7 lettori)

f4f

翠鸟科
ammesso e non concesso
se i comuni non vogliono seguire la strada del taglio delle spese
cosa c'entra il governo, di grazia? :-o


se ci pensi, sono sicuro che troverai il nesso
se vuoi un suggerimento, in qualche post più sopra ci dovrebbe essere scritto:
equilibrio entrate/uscite, riduzione ICI , deleghe ai comuni ....



intanto
«clima positivo» e ha riferito che sono state affrontate tutte le questioni sollevate dai comuni: dallo sblocco delle addizionali Irpef fin dal 2011, al Fondo perequativo, alle imposte immobiliari, all'aliquota Imu, alla tassa di soggiorno e la cedolare secca. «Abbiamo approfondito tutto», ha detto ancora Napoli, che ha aggiunto: «siamo stati ascoltati con attenzione e ora aspettiamo il nuovo testo», che dovrebbe arrivare entro pochi giorni. Poi bisognerà vedere se quanto «verrà scritto nel nuovo testo può essere accolto».
La Loggia: daremo il parere sul nuovo testo il 2 febbraio
«più autonomia per i comuni, con la devoluzione del gettito della cedolare secca; più sgravi fiscali per gli inquilini, tenendo conto dell'ampiezza delle famiglie, in modo da innestare davvero quella convergenza d'interessi per far emergere gli affitti in nero con la cedolare secca; più garanzie per le attività produttive e le piccole imprese, grazie al ripristino dell'abbattimento del 50% della futura imposta municipale; più equità e stabilità nei fondi perequativi».

grazie al ripristino dell'abbattimento del 50% della futura imposta municipale;
notare come questo si agganci al mio post sopra
ma un'aliquota del 10,6 per mille (come quella che emergerebbe dai calcoli attuali) rispetto al 6,4 per mille medio dell'Irpef ordinaria ha anche un problema di "presentabilità" politica.
a pagare il conto sarebbero le imprese ..

ma così non pagherebbero più le imprese, ed allora chi paga ???
 

tommy271

Forumer storico
E' quello che penso anch'io.
Segnalo inoltre il fatto che, ancora una volta, rimarrà l'esenzione totale, come per l'ici, dalla cosiddetta futura "imu" per le pertinenze di Santa Romana Chiesa...ovviamente in cambio di niente, non si pensi nemmeno a una qualche indulgenza su altri terreni...:D
Questa cosa è intollerabile tanto quanto ipocrita e ingiusta, ci vorrebbe veramente un esproprio "napoleonico"...

In Grecia stanno facendo i conti in tasca alla Chiesa Ortodossa ...
 

Jessica.

out of time...
....questa l'avete letta??




ECO - Patrimoniale: per gli italiani in vista sacrifici veri
di Luca Simoni

Roma, 26 gen (Il Velino) - Ma davvero serve un’imposta patrimoniale per abbattere una quota rilevante del debito pubblico? È soltanto questa la strada praticabile, come sostengono i suoi fautori, per fornire nuove risorse allo Stato da destinare a una politica di sviluppo più incisiva, capace di fare impennare il pil e creare nuovi posti di lavoro per tutti, soprattutto per i giovani? Il dibattito, aperto il 22 dicembre da Giuliano Amato sul “Corriere della sera” con la proposta di fare pagare almeno diecimila euro a un terzo degli italiani per abbattere il debito pubblico e farlo scendere all’80 per cento del pil, si è arricchito strada facendo di contributi importanti, pro e contro. Gli ultimi due sono di oggi, rispettivamente dell’ex banchiere Pellegrino Capaldo e della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e meritano attenzione, perché hanno il pregio di portare il tema della patrimoniale nel cuore del dibattito politico. Ovviamente, di quel dibattito che è centrato sulle cose concrete e serie, e non sulle conseguenze giudiziarie delle preferenze sessuali del premier, cosa che sta veramente stancando. Un dibattito che sembra volto a definire il programma di un governo del futuro, diverso da quello in carica, essendo chiaro a tutti che mai e poi mai Berlusconi e Tremonti – da sempre contrari alla patrimoniale – potranno cambiare idea in proposito e metterla all’ordine del giorno dell’esecutivo in carica.

Veniamo al primo contributo odierno. Con un’intervista al quotidiano di via Solferino, Pellegrino Capaldo ha lanciato l’idea di tassare non tanto il patrimonio immobiliare delle famiglie, quanto la plusvalenza che tutti gli immobili hanno generato dal momento dell’acquisto ad oggi. Un’operazione gigantesca, con la quale secondo l’ex banchiere si potrebbe trasferire la metà del debito pubblico dallo Stato ai privati (non solo ai più abbienti, ma a tutti i privati che posseggono immobili) attraverso l’introduzione di un’imposta media del 12,5 per cento sulle plusvalenze immobiliari. L’operazione consentirebbe di ridurre della metà non solo il debito, ma anche l’onere annuo che lo Stato deve sostenere per pagare gli interessi sui titoli del Tesoro, portandolo da 80 a 40 miliardi. In questo modo si libererebbero 40 miliardi l’anno da investire per il rilancio dell’economia. Un’idea politicamente forte, insolitamente dettagliata quella di Capaldo, una vera e propria cura da lacrime e sangue per milioni di famiglie. Ma anche una soluzione sulla quale la giunta della Confindustria, come ha rivelato la presidente Marcegaglia, ha discusso a lungo.

Quante possibilità ci sono che la proposta Capaldo, o la patrimoniale di Amato, diventino realtà? Curioso a dirsi, ma il primo a confessare un profondo scetticismo verso la patrimoniale e imposte simili è stato Michele Salvati, economista vicino alla sinistra (è stato deputato Ds), che con una nota sul Corsera del 18 gennaio ha definito una “rivoluzione impossibile” sia l’ipotesi di vendere ai privati un’ampia parte degli immobili di proprietà pubblica (e non solo la piccola quota prevista dalla riforma del federalismo fiscale), sia l’idea della patrimoniale lanciata da Amato. In Italia - sostiene Salvati - “il censimento della ricchezza è ancora più inaffidabile di quello del reddito”. E questo porterebbe a caricare la patrimoniale soltanto sui contribuenti onesti, lasciando fuori gli evasori, con il risultato politicamente pessimo di produrre un’ingiustizia tributaria maggiore di quella in essere, visto che per il fisco appena l’1 per cento degli italiani ha un reddito sopra i 100 mila euro.

Non solo. Un esperto del Cnr, Salvatore Tutino, ha preso in parola Amato e ha simulato di tassare con aliquote diverse (4 – 8 – 12 per cento) i patrimoni immobiliari superiori a 100 mila euro. Risultato: il proprietario di un piccolo appartamento di 300 mila euro finirebbe per pagare 12 mila euro, mentre il possessore di un immobile del valore di 600 mila euro dovrebbe pagarne 48 mila. Per molte famiglie sarebbe un sacrificio enorme, forse insostenibile.

Nonostante la difficile sostenibilità politica di simili interventi, vi sono buone ragioni per ritenere che il dibattito sulla patrimoniale andrà avanti. L’Ocse ha recentemente avanzato come propria la tesi per cui, per rilanciare l’economia e creare posti di lavoro in tutti i Paesi industriali, occorre spostare la tassazione dal lavoro e dalle persone alle proprietà e ai consumi. In parte, Tremonti è d’accordo su questa linea, in quanto fautore di una riforma tributaria che – se mai si farà – dovrebbe spostare il peso tributario dalle persone alle cose, soprattutto ai consumi. Non solo. È assai probabile che quella sorta di Comitato di liberazione nazionale da Berlusconi, che è all’opera da mesi, è trasversale, spazia da destra a sinistra, e va dai grandi quotidiani fino ai poteri forti bancari, troverà strada facendo altri esperti in sintonia con Capaldo (e lontani da Salvati), tutti pronti a giurare che l’Italia, per ripartire, non può fare a meno di una misura fiscale straordinaria, qual è la patrimoniale. Insomma, dietro l’angolo e dopo Berlusconi (nel 2013 o prima, se ci sarà una crisi di governo), è bene che gli italiani sappiano che li aspetta una politica di sacrifici veri.


(Luca Simoni) 26 gen 2011 20:05


..
 

f4f

翠鸟科
molto impressionanate, soprattutto per la 'disinvoltura' con cui si parla di un contributo straordianrio mentre nessuno parla della riduzione 'straordinaria' delle spese

grazie del contributo, Jessica :)
 

f4f

翠鸟科
dopo le inevitabili interruzioni dei soliti noti,
vediamo che ci sono altre notizie :

Conti Pubblici: Marcegaglia, No Alla Patrimoniale Per Ridurre Debito - Yahoo! Finanza
Per ridurre il debito nazionale la strada non e' una tassa patrimoniale ma ''la vendita di una parte del patrimonio pubblico''. E' quanto sottolinea la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. ''In merito alle dichiarazioni sulla proposta del professor Pellegrino Capaldo


e, naturalmente :rolleyes:

Federalismo municipale: tassa sui rifiuti o nuova patrimoniale? | Guida acquisto casa Blog
Secondo Confedilizia nella persona del suo presidente Corrado Sforza Fogliani, se si porta avanti il progetto all’interno del federalismo municipale di calcolare la tassa sui rifiuti in base alla rendita catastale, si sta semplicemente creando una nuova patrimoniale,

Se questo deve essere il federalismo di cui tanto si è parlato la delusione è grande
perchè in questo caso si tratterebbe solamente di un toccasana per i Comuni e nello stesso tempo un salasso per i contribuenti.

infine
http://www.iltempo.it/politica/2011/01/25/1232520-dopo_silvio_patrimoniale.shtml
L'ex segretario del Pd ha parlato di una patrimoniale «per i più ricchi per riportare il debito all'80%». Ecco il piano di Veltroni: «Istituire per il dieci per cento della popolazione italiana, la più ricca, un contributo straordinario per tre anni».
reintroduzione dell'Ici per i redditi più alti, un'addizionale per i redditi oltre 150 mila euro e la tassazione sulle transazioni finanziarie a scopo speculativo. Ci sono anche degli outsider della politica quali Luigi Abete che come presidente di Assonime, la scorsa settimana ha proposto di recuperare 9 miliardi circa di maggior gettito da una moderata tassazione del patrimonio.

qui fa un pò di terrorismo politico, non saprei quanto sia attendibile: ma pare circostanziato, quindi è bene leggerlo
 

Comandante Gerard

Forumer storico
....questa l'avete letta??




ECO - Patrimoniale: per gli italiani in vista sacrifici veri
di Luca Simoni

Roma, 26 gen (Il Velino) - Ma davvero serve un’imposta patrimoniale per abbattere una quota rilevante del debito pubblico? È soltanto questa la strada praticabile, come sostengono i suoi fautori, per fornire nuove risorse allo Stato da destinare a una politica di sviluppo più incisiva, capace di fare impennare il pil e creare nuovi posti di lavoro per tutti, soprattutto per i giovani? Il dibattito, aperto il 22 dicembre da Giuliano Amato sul “Corriere della sera” con la proposta di fare pagare almeno diecimila euro a un terzo degli italiani per abbattere il debito pubblico e farlo scendere all’80 per cento del pil, si è arricchito strada facendo di contributi importanti, pro e contro. Gli ultimi due sono di oggi, rispettivamente dell’ex banchiere Pellegrino Capaldo e della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e meritano attenzione, perché hanno il pregio di portare il tema della patrimoniale nel cuore del dibattito politico. Ovviamente, di quel dibattito che è centrato sulle cose concrete e serie, e non sulle conseguenze giudiziarie delle preferenze sessuali del premier, cosa che sta veramente stancando. Un dibattito che sembra volto a definire il programma di un governo del futuro, diverso da quello in carica, essendo chiaro a tutti che mai e poi mai Berlusconi e Tremonti – da sempre contrari alla patrimoniale – potranno cambiare idea in proposito e metterla all’ordine del giorno dell’esecutivo in carica.

Veniamo al primo contributo odierno. Con un’intervista al quotidiano di via Solferino, Pellegrino Capaldo ha lanciato l’idea di tassare non tanto il patrimonio immobiliare delle famiglie, quanto la plusvalenza che tutti gli immobili hanno generato dal momento dell’acquisto ad oggi. Un’operazione gigantesca, con la quale secondo l’ex banchiere si potrebbe trasferire la metà del debito pubblico dallo Stato ai privati (non solo ai più abbienti, ma a tutti i privati che posseggono immobili) attraverso l’introduzione di un’imposta media del 12,5 per cento sulle plusvalenze immobiliari. L’operazione consentirebbe di ridurre della metà non solo il debito, ma anche l’onere annuo che lo Stato deve sostenere per pagare gli interessi sui titoli del Tesoro, portandolo da 80 a 40 miliardi. In questo modo si libererebbero 40 miliardi l’anno da investire per il rilancio dell’economia. Un’idea politicamente forte, insolitamente dettagliata quella di Capaldo, una vera e propria cura da lacrime e sangue per milioni di famiglie. Ma anche una soluzione sulla quale la giunta della Confindustria, come ha rivelato la presidente Marcegaglia, ha discusso a lungo.

Quante possibilità ci sono che la proposta Capaldo, o la patrimoniale di Amato, diventino realtà? Curioso a dirsi, ma il primo a confessare un profondo scetticismo verso la patrimoniale e imposte simili è stato Michele Salvati, economista vicino alla sinistra (è stato deputato Ds), che con una nota sul Corsera del 18 gennaio ha definito una “rivoluzione impossibile” sia l’ipotesi di vendere ai privati un’ampia parte degli immobili di proprietà pubblica (e non solo la piccola quota prevista dalla riforma del federalismo fiscale), sia l’idea della patrimoniale lanciata da Amato. In Italia - sostiene Salvati - “il censimento della ricchezza è ancora più inaffidabile di quello del reddito”. E questo porterebbe a caricare la patrimoniale soltanto sui contribuenti onesti, lasciando fuori gli evasori, con il risultato politicamente pessimo di produrre un’ingiustizia tributaria maggiore di quella in essere, visto che per il fisco appena l’1 per cento degli italiani ha un reddito sopra i 100 mila euro.

Non solo. Un esperto del Cnr, Salvatore Tutino, ha preso in parola Amato e ha simulato di tassare con aliquote diverse (4 – 8 – 12 per cento) i patrimoni immobiliari superiori a 100 mila euro. Risultato: il proprietario di un piccolo appartamento di 300 mila euro finirebbe per pagare 12 mila euro, mentre il possessore di un immobile del valore di 600 mila euro dovrebbe pagarne 48 mila. Per molte famiglie sarebbe un sacrificio enorme, forse insostenibile.

Nonostante la difficile sostenibilità politica di simili interventi, vi sono buone ragioni per ritenere che il dibattito sulla patrimoniale andrà avanti. L’Ocse ha recentemente avanzato come propria la tesi per cui, per rilanciare l’economia e creare posti di lavoro in tutti i Paesi industriali, occorre spostare la tassazione dal lavoro e dalle persone alle proprietà e ai consumi. In parte, Tremonti è d’accordo su questa linea, in quanto fautore di una riforma tributaria che – se mai si farà – dovrebbe spostare il peso tributario dalle persone alle cose, soprattutto ai consumi. Non solo. È assai probabile che quella sorta di Comitato di liberazione nazionale da Berlusconi, che è all’opera da mesi, è trasversale, spazia da destra a sinistra, e va dai grandi quotidiani fino ai poteri forti bancari, troverà strada facendo altri esperti in sintonia con Capaldo (e lontani da Salvati), tutti pronti a giurare che l’Italia, per ripartire, non può fare a meno di una misura fiscale straordinaria, qual è la patrimoniale. Insomma, dietro l’angolo e dopo Berlusconi (nel 2013 o prima, se ci sarà una crisi di governo), è bene che gli italiani sappiano che li aspetta una politica di sacrifici veri.


(Luca Simoni) 26 gen 2011 20:05


..

Archiviando la raffinata rezione di bischer8 ( che è stata esattamente quella che mi aspettavo e non necessita di ulteriori repliche :D) tornerei a cose più attinenti e interessanti, come questo articolo, che è anche inquietante, per la disinvoltura con cui tratta certi argomenti...dove l'hai trovato?
 

f4f

翠鸟科
qui danno delle aliquote

Torna l?idea di una patrimoniale sulla casa | Economia | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale

A sostenere questa trovata è stato un professore di economia aziendale come Pellegrino Capaldo, con buoni legami con il mondo bancario, che, sposando un’analoga idea di Walter Veltroni, ha suggerito una imposta oscillante tra il 5 e il 20% del valore corrente degli immobili, partendo dalla considerazione che negli ultimi anni tale valore si è rivalutato di molto, c’è stata quindi una plusvalenza, e che il debito pubblico è pari al 25% del patrimonio immobiliare complessivo. Capaldo, che ha pure aggiunto che lo Stato potrebbe vendere il suo patrimonio immobiliare per fare cassa e sanare i conti pubblici, ha concesso che il pagamento dell’imposta, bontà sua. potrebbe essere dilazionato in 3-4 anni senza sconto e senza interessi. Oppure che si potrà pagare quando l’immobile sarà venduto. Il principio sarebbe quello di “trasferire per il 50% il debito ai privati”. In tal modo si vedrebbe dimezzato il rapporto tra Debito e Pil dall’attuale 118% al 59% che è sotto il tetto del 60% prescritto dalla Unione europea.
Siamo alle solite, l’unica soluzione che i banchieri sanno suggerire,
 

f4f

翠鸟科
ma chi avrebbe il coraggio di imporla per davvero??



Sulla patrimoniale il Pd si spacca - PRIMO PIANO - Italiaoggi


A sostenere uno spostamento del prelievo dal reddito al capitale è invece il Nens di Visco​

Sulla patrimoniale il Pd si spacca​



La vuole Veltroni ma il bersaniano Fassina frena: troppo presto



Sabato scorso nel discorso al Lingotto, l'ex leader Pd, Walter Veltroni, ha chiesto di «istituire per il 10% più ricco della popolazione italiana un contributo straordinario per tre anni per far scendere il debito pubblico all'80 per cento».
Il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina, si è dichiarato contrario.



E ieri, commentando il progetto di Pellegrino Capaldo, che l'ex banchiere ha avanzato nell'intervista al Corriere della Sera (un'imposta sulle plusvalenze immobiliari tra il 5 e il 20%) Fassina ha detto che «la proposta di Capaldo, come altre proposte emerse negli ultimi giorni, sono sbagliate in quanto profondamente inique». Salvo poi contraddissi, aggiungendo: «Un'imposta patrimoniale ha senso in un contesto dove i doveri fiscali sono osservati e comunque andrebbe applicata a tutte le tipologie di ricchezza in Italia».



Insomma, una patrimoniale è sbagliata ma andrebbe applicata a tutti i tipi di ricchezza. Infatti si è chiesto retoricamente: «Perché le ricchezze finanziarie e le relative enormi plusvalenze dovrebbero rimanere fuori?».
un'analisi del Nens, il centro studi promosso da Bersani e Vincenzo Visco del quale Fassina è direttore scientifico.


Ecco quanto si auspica tra l'altro per una riforma fiscale in Italia: «Va affrontato», si legge nel rapporto del Nens, «il problema della tassazione patrimoniale in Italia.

L'imposta sul patrimonio, infatti, oltre ai noti effetti redistributivi e perequativi (la concentrazione – disuguaglianza - nella distribuzione dei patrimoni è molto maggiore di quella, già molto elevata in Italia, dei redditi), presenta anche la caratteristica di non interferire in modo rilevante con l'attività economica, in quanto viene pagata indipendentemente da qualsiasi attività di produzione e consumo, sicché il trasferimento del prelievo dal reddito al patrimonio avrebbe effetti positivi sulla economia».



esempi esteri per l'Italia: «Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare la soluzione preferibile consiste nella adozione del modello francese con due imposte locali collegate, ambedue al valore patrimoniale di mercato, una a carico del proprietario e l'altra dell'inquilino».
Lo studio entra nei dettagli: «Una aliquota complessiva tra le 2 imposte dello 0,5% potrebbe assicurare un gettito di almeno 2 punti di Prodotto interno lordo, rispetto allo 0,8 attuali. Sarebbe anche accettabile una soluzione che prevedesse per il finanziamento degli enti locali accanto a un recupero dell'Ici nella sua forma originaria (senza l'esenzione totale della prima casa».


I consigli non sono terminati: «Andrebbe anche valutata la possibilità di adottare un'imposta sulle grandi fortune come quella che esiste in Francia (che grava sul patrimonio finanziario oltre a quello reale) che si applica soltanto a patrimoni che eccedono i 790 mila euro.
In ogni caso un prelievo patrimoniale consistente consentirebbe di ridurre l'imposizione sui redditi (personali e di impresa) e anche di ridimensionare il peso, oggi eccessivo, dell'imposta di registro».


quindi, una patrimoniale sostitutiva e non aggiuntiva alle attuali imposte ???
 

METHOS

Forumer storico
Ma quelli del PD sanno parlare solo di tasse? Ma basta, veramente basta. Abbiamo una amministrazione statale che fa pena, uno spreco immane di risorse umane ed economiche, una corruzione ed evasione fortissima. Agiamo su questi fattori altro che pensare sempre a come tassare di più.

E chi ha le case all'estero come Veltroni e il cognato di Fini come rientrano enlla patrimoniale?
 

f4f

翠鸟科
Ma quelli del PD sanno parlare solo di tasse? Ma basta, veramente basta. Abbiamo una amministrazione statale che fa pena, uno spreco immane di risorse umane ed economiche, una corruzione ed evasione fortissima. Agiamo su questi fattori altro che pensare sempre a come tassare di più.

E chi ha le case all'estero come Veltroni e il cognato di Fini come rientrano enlla patrimoniale?


siamo d'accordo :) :up:
ma il problema qui è affronatato non nella sua dimensione etica ( sua sia giusto o meno) ma in quallo tecnico-probabilistica ( la faranno? chi la fara? cosa colpirebbe? con quali aliquote? )

più sopra si era detto della profonda iniquità di chiedere più imposte senza aver fatto prima una qualsiasi operazione di taglio degli sprechi


( nota tecnica: il patrimonio all'estero, compresi i ContiCorrenti, deve già essere dichiarato annualmente; questo ovviamente non vale se esistino società di comodo/paradisi fiscali 'opachi' ecc ecc
ben venga la chiarezza su Fini :up:
e ben venga la chiarezza su chi e come ha ottenuto quelle carte : c'è da chiederselo, dato che parevano dati secretati )
 

Users who are viewing this thread

Alto