Articolo di
NOGEOINGEGNERIA
Difficilmente nei dibattiti pubblici si affronta la questione delle armi climatiche, ancor meno si sente parlare delle cosiddette scie chimiche da parte di chi ha un ruolo rilevante in ambito scientifico, politico o militare. Un caso fuori dal comune è quello del Generale Fabio Mini. Dal 2007 scrive e parla di armi di nuova generazione, destinate a creare disastri solo apparentemente naturali. Il Generale ha esternato le sue osservazioni sulle scie “non di condensa” che segnano i cieli, infrangendo un grosso tabù (1).
Delle scie si ride, ma non si discute.
Mini, nel suo intervento alla conferenza di Firenze, ha ridisegnato lo scenario delle nuove guerre. Il comandante della NATO ha voluto e cercato il confronto con il pubblico: “Parliamone, parliamo delle scie chimiche, se volete”.
Mini è un comunicatore strategico, laureato in scienze strategiche e scienze umanistiche. Ha svolto il suo lavoro in operazioni psicologiche ad alto livello (2). C’è da riflettere sulle parole dette in questa occasione. Mini sa esporre dati complessi in modo semplice, ma senza semplificare il contenuto, anzi. Non cerca di travisare i fatti con formule sofisticate, piuttosto copre con silenzi, lascia pause significative. Mini pesa le parole ed applica con attenzione i puntini di sospensione. Le pause contano e vanno ascoltate.
“Non so a cosa serve, non so neanche se serve. Il mio dubbio è questo, come mai questi signori stanno lì in giro e lo fanno con una frequenza che è bestiale….questa cosa c’è ogni giorno…” commenta Fabio Mini le scie nei nostri cieli: lunghe, corte, larghe e sottili, con una varietà notevole di forme e colori, mai viste in passato.
Militari dell’Aeronautica, addetti dei servizi meteo e del traffico aereo civile, stampa nazionale ed internazionale, enti ed associazioni che si occupano di ambiente, ministri, parlamentari, TV e radio, partiti di ogni colore, scienziati, sono tutti d’accordo, non c’è nulla di anomalo o strano nei nostri cieli per loro: la causa dei cieli segnati dalle scie è banalissima, si tratta semplicemente di traffico aereo intensificato. Mini manifesta apertamente la sua perplessità.
Le scie ci sono e NON sono normali, lo dice senza tanti giri di parole. Durante la guerra in Kosovo la manipolazione delle nubi ha avuto una sua importanza strategica ed è stata messa in pratica, e Mini spiega il come e il perché. Possono essere create coperture nuvolose artificialmente, ed artificialmente possono essere dissolte. Può essere ed è strumento di guerra. Le manipolazioni atmosferiche esistono e servono a cambiare il tempo meteorologico e si usano sostanze chimiche, polimeri ed altro ancora, riassume Mini e nomina alcune sostanze. Sodio, Bario, Allumino servono a qualcosa, servono alle deviazioni delle onde elettromagnetiche, e ricorda i
chaff che servono nell’ambito della guerra elettronica.