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da http://it.biz.yahoo.com/040212/2/2nhgp.html
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Giovedì 12 Febbraio 2004, 16:32
Tiscali: Soru;Paghiamo Costo Parmalat, Nessuna Tensione/Ansa
(ANSA) - MILANO, 12 FEB - Tiscali bersaglio delle speculazioni perché sta "risentendo del costo sociale di quello che è accaduto a Parmalat". Certo, non manca il dubbio di "non essere stati abilissimi nella comunicazione".
Ma non si fanno attendere le contromosse, con la decisione di avere "in tempi brevi" un rating dalle agenzie Standard & Poor's e Moody's e di concentrarsi nei mercati più strategici, mentre viene allontanata ogni ipotesi di aggregazione con uno dei maggiori player europei: "Ci piace andare da soli".
E' questo il quadro di Tiscali offerto dal patron Renato Soru alla presentazione di una trimestrale che ha visto le perdite ante imposte aumentare a 141,1 milioni di euro rispetto al quarto trimestre 2003 ("a causa delle maggiori svalutazioni dei crediti", ha detto il cfo Massimo Cristofori), mentre l'intero anno si chiude con perdite più che dimezzate a 301,1 milioni di euro, rispetto ai 726 milioni di euro di rosso del 2002. Sin dal comunicato diffuso di prima mattina, poi, l'azienda aveva ribadito che "non si registrano situazioni di tensione finanziaria generale, né di tensione finanziaria nei rapporti con i clienti o i fornitori".
Alla sua prima uscita pubblica dal tourbillon di Borsa di metà gennaio, quando sull'azienda Internet cagliaritana piombarono le voci più incontrollate innescando vendite speculative degne di Parmalat, Soru si è preso comunque più di tre ore per rispondere alla stampa e spiegare le strategie di gruppo.
Il primo bilancio sulla speculazione chiama così in causa il complesso impatto del fenomeno Parmalat nel Paese. "All'interno di un disastro c'é sempre qualcuno che si può arricchire - sostiene -. Come dopo un bombardamento, così dopo Parmalat, che é stata come un disastro, qualcuno ha cercato di arricchirsi". Nega comunque che si possa pensare che la società sia vittima di attacchi rivolti in realtà alla propria persona per motivi politici ("non credo"). E ribadisce la discesa in campo: "Anche con l'impegno in politica che non sta scemando, anzi, ho qualche mese di tempo", dice infatti parlando della ricerca di un futuro amministratore delegato per la società (sono stati valutati un paio di profili, si è appreso, mentre si pensa anche ad una promozione interna). Comunque l'ad "per ora c'é e sono io", dice Soru.
La società è presente nel mercato dei bond con 80,3 milioni di euro in scadenza nel luglio del 2004, 250 milioni in scadenza a metà del 2005. Nel 2006 giungono a maturazione altri 209,5 milioni di euro, ma si tratta di bond convertibili che la società può decidere di rimborsare in azioni. "Non escludiamo" di ricorrere all'emissione di nuovi bond, ha detto comunque Soru, che pure ha ribadito la totale tranquillità finanziaria dell'azienda. Le disponibilità liquide di Tiscali a fine dicembre erano pari a 332,6 milioni di euro. L'indebitamento lordo era di 653,9 milioni di euro, mentre il debito netto era pari a 321,3 milioni (pro forma scende però a 68,8 milioni di euro ipotizzando un rimborso in equity dei bond al 2006 e senza considerare i 43 milioni di euro di crediti verso altri finanziatori, per lo più operazioni di leasing).
L'azienda ha dato anche alcune indicazioni sulle linee guida dei prossimi due o tre anni, anche se un piano strategico vero e proprio verrà poi presentato nel corso dell'anno. L'intenzione é di crescere soprattutto nell'Adsl, portando i ricavi dagli 1,2 miliardi di euro previsti per il 2004 a oltre 1,6 miliardi del 2005 e sopra i 2 miliardi del 2006. A livello di margini operativi lordi, si va da un tasso dell'11% sui ricavi previsto a fine 2004 (8% nel 2003), al 16% del 2005 sino al 20% nel 2006. Più in generale, la scommessa è su Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Benelux, dove Tiscali realizza l'80% dei ricavi e intende focalizzare tutte le risorse manageriali e finanziarie. I ricavi delle possibili cessioni sono visti tra i 50 e i 100 milioni di euro, con l'intenzione di uscire a fronte di offerte propizie dai Paesi che offrono ricavi limitati (Svizzera, Svezia e Norvegia) o sinergie ridotte con il resto del gruppo (Sud Africa). Si guarda con interesse alla nuova Europa, escludendo proprio per questo una possibile uscita dalla Repubblica Ceca.
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Saluti da High Tech
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Giovedì 12 Febbraio 2004, 16:32
Tiscali: Soru;Paghiamo Costo Parmalat, Nessuna Tensione/Ansa
(ANSA) - MILANO, 12 FEB - Tiscali bersaglio delle speculazioni perché sta "risentendo del costo sociale di quello che è accaduto a Parmalat". Certo, non manca il dubbio di "non essere stati abilissimi nella comunicazione".
Ma non si fanno attendere le contromosse, con la decisione di avere "in tempi brevi" un rating dalle agenzie Standard & Poor's e Moody's e di concentrarsi nei mercati più strategici, mentre viene allontanata ogni ipotesi di aggregazione con uno dei maggiori player europei: "Ci piace andare da soli".
E' questo il quadro di Tiscali offerto dal patron Renato Soru alla presentazione di una trimestrale che ha visto le perdite ante imposte aumentare a 141,1 milioni di euro rispetto al quarto trimestre 2003 ("a causa delle maggiori svalutazioni dei crediti", ha detto il cfo Massimo Cristofori), mentre l'intero anno si chiude con perdite più che dimezzate a 301,1 milioni di euro, rispetto ai 726 milioni di euro di rosso del 2002. Sin dal comunicato diffuso di prima mattina, poi, l'azienda aveva ribadito che "non si registrano situazioni di tensione finanziaria generale, né di tensione finanziaria nei rapporti con i clienti o i fornitori".
Alla sua prima uscita pubblica dal tourbillon di Borsa di metà gennaio, quando sull'azienda Internet cagliaritana piombarono le voci più incontrollate innescando vendite speculative degne di Parmalat, Soru si è preso comunque più di tre ore per rispondere alla stampa e spiegare le strategie di gruppo.
Il primo bilancio sulla speculazione chiama così in causa il complesso impatto del fenomeno Parmalat nel Paese. "All'interno di un disastro c'é sempre qualcuno che si può arricchire - sostiene -. Come dopo un bombardamento, così dopo Parmalat, che é stata come un disastro, qualcuno ha cercato di arricchirsi". Nega comunque che si possa pensare che la società sia vittima di attacchi rivolti in realtà alla propria persona per motivi politici ("non credo"). E ribadisce la discesa in campo: "Anche con l'impegno in politica che non sta scemando, anzi, ho qualche mese di tempo", dice infatti parlando della ricerca di un futuro amministratore delegato per la società (sono stati valutati un paio di profili, si è appreso, mentre si pensa anche ad una promozione interna). Comunque l'ad "per ora c'é e sono io", dice Soru.
La società è presente nel mercato dei bond con 80,3 milioni di euro in scadenza nel luglio del 2004, 250 milioni in scadenza a metà del 2005. Nel 2006 giungono a maturazione altri 209,5 milioni di euro, ma si tratta di bond convertibili che la società può decidere di rimborsare in azioni. "Non escludiamo" di ricorrere all'emissione di nuovi bond, ha detto comunque Soru, che pure ha ribadito la totale tranquillità finanziaria dell'azienda. Le disponibilità liquide di Tiscali a fine dicembre erano pari a 332,6 milioni di euro. L'indebitamento lordo era di 653,9 milioni di euro, mentre il debito netto era pari a 321,3 milioni (pro forma scende però a 68,8 milioni di euro ipotizzando un rimborso in equity dei bond al 2006 e senza considerare i 43 milioni di euro di crediti verso altri finanziatori, per lo più operazioni di leasing).
L'azienda ha dato anche alcune indicazioni sulle linee guida dei prossimi due o tre anni, anche se un piano strategico vero e proprio verrà poi presentato nel corso dell'anno. L'intenzione é di crescere soprattutto nell'Adsl, portando i ricavi dagli 1,2 miliardi di euro previsti per il 2004 a oltre 1,6 miliardi del 2005 e sopra i 2 miliardi del 2006. A livello di margini operativi lordi, si va da un tasso dell'11% sui ricavi previsto a fine 2004 (8% nel 2003), al 16% del 2005 sino al 20% nel 2006. Più in generale, la scommessa è su Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Benelux, dove Tiscali realizza l'80% dei ricavi e intende focalizzare tutte le risorse manageriali e finanziarie. I ricavi delle possibili cessioni sono visti tra i 50 e i 100 milioni di euro, con l'intenzione di uscire a fronte di offerte propizie dai Paesi che offrono ricavi limitati (Svizzera, Svezia e Norvegia) o sinergie ridotte con il resto del gruppo (Sud Africa). Si guarda con interesse alla nuova Europa, escludendo proprio per questo una possibile uscita dalla Repubblica Ceca.
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Saluti da High Tech