Risponderei alla tua domanda riallacciandomi al caso di Berlusconi: Apple è un'azienda che ha forte know how da spendere, con o senza Steve Jobs; ha una strada tracciata di innovazione che ormai è più di un marchio, è uno status symbol.
Mediaset è un titolo che ogni volta che la forza politica di Berlusconi mostrava cedimento, si indeboliva.
In pratica il mercato ha sempre scontato nel prezzo di Mediaset i vantaggi di avere un azionista di maggioranza che è anche Presidente del Consiglio nel Paese dove fai la maggior parte della raccolta pubblicitaria.
Berlusconi e i suoi hanno sempre fatto di tutto per dirottare la maggior parte della raccolta pubblicitaria dalla RAI a Mediaset, e al tempo stesso per evitare che questa posizione dominante potesse essere intaccata.
Mhhhh.... il punto a cui volevo arrivare io è questo: in aziende come l'APPLE di Jobs o la BERKSHIRE di Buffet, il management è un valore aggiunto.
In questi casi, sempre tenendo presente che le previsioni sono difficili (soprattutto quelle che riguardano il futuro
), NON è lecito attendersi nessun risultato prevedibile/positivo dalla "death occurrence option".
In particolare, io direi che AAPLE ha continuato a rivalutarsi NONOSTANTE la dipartita di Jobs (ma senz'altro gli azionisti di minoranza avrebbero preferito avere il mitico Steve al timone il più a lungo possibile).
BERKSHIRE sconta il valore del management con uno status unico tra tutte le holding di partecipazioni quotate sul pianeta: spesso (non dico praticamente sempre, sennò salta su il cercatore di pulci a mostrarmi qualche periodo in cui è successo il contrario.... mancando completamente il punto centrale del ragionamento) quota a premio sul NAV, cioè sul valore del patrimonio netto rettificato per le plusvalenze latenti sulle partecipate.
In questi casi, cioè quando il management viene considerato un valore aggiunto dal mercato, è mia opinione la "death occurrence option" .... non funziona affatto e/o funziona al contrario...
Rimane da spiegare (e sarà oggetto del prossimo post.... ma adesso mi prendo una pausa) da cosa sono caratterizzati i casi Mediobanca ed IFIL.... che invece han funzionano in maniera contraria (il cambiamento è stato salutato positivamente dai mercati), ma non semplicemente perchè il management sia percepito come un "avviamento negativo"
Mediaset è una caso a parte.
Prescindendo dal voler spiegare la correlazione tra le fortune politiche del fondatore ed i prezzi di Borsa (che non è l'oggetto del thread), io credo che alla sua dipartita non si avranno movimenti speculativi sul titolo, per i seguenti motivi (peraltro pubblici e risaputi):
1) dal 2005 (cioè da questo classamento privato:
Repubblica.it » politica » Berlusconi vende il 17% di Mediaset), Fininvest possiede "solo" il 30% circa di Mediaset. Di fatto, la maggioranza del titolo è già sul mercato.
2) il classamento di cui sopra è frutto di un compromesso, una sorta di piano B tra i vari azionisti Fininvest (in primis, il padre ed i due figli Marina e PierSilvio).
Berlusconi padre - infatti - avrebbe voluto vendere Mediaset a Murdoch già molti anni fà (tra l'altro a prezzi di molto superiori agli attuali).
Vi furono almeno due trattative molto concrete, una nel 1998, (è recentissima la conferma ufficiale di questa notizia, a lungo smentita dai diretti interessati:
IL MANIFESTO) ed un'altra nel 2001.
Queste trattative hanno trovato ostacoli politici, ma soprattutto la decisa opposizione dei due figli che erediteranno la maggioranza della Fininvest (PierSilvio e Marina), opposizione peraltro ribadita ad ogni occasione utile (
http://www.corriere.it/notizie-ulti...-quote-Murdoch/21-04-2010/1-A_000098764.shtml).
Quindi, pur essendo consci che
del diman non v'è certezza, possiamo dire che ad oggi non vi è ragione logica per giocarsi l'ipotesi di stravolgimenti futuri del gruppo....