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Forumer storico
La terza tesi da smitizzare è che la Hyundai sia a proprio agio più nei mercati emergenti che nei paesi industrializzati, ancora troppo complicati per un’impresa coreana. In realtà, la Hyundai ha aspettato prima di attaccare i BRIC. Ma quando si è decisa, lo ha fatto alla grande, prima in Cina, poi in India e da qualche anno in Russia. Invece che cercare di vedere modelli vecchi, magari neppure più in produzione in Corea, ne ha sviluppati di nuovi, adattati alle strade di questi paesi e le abitudini dei nuovi consumatori, ma senza necessariamente lesinare sui comfort e sui gadget. Risultato, quote di mercato che vanno da 19% in Russia (subito dietro alla GM) e 15% in India (seconda, ma distante dalla Suzuki), a 5% in Cina (dove sono Hyundai tutti i taxi di Pechino) e un modesto 1,6% in Brasile. Dove la Fiat domina ancora, con 23,3% nei primi otto mesi, tallonata da Volkswagen al 22,8. Ma, come se Marchionne non avesse già abbastanza preoccupazioni, la settimana scorsa dalla linea di montaggio di Piracicaba è uscito il primo esemplare della HB20, una due volumi (segmento B) concepita per il mercato latinoamericano. Dove HB sta appunto per Hyundai Brasil.
Leggi il resto: Hyundai, la Fiat di Corea che è diventata un gigante | Linkiesta.it
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