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L’ANDAMENTO DEL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO – I livelli ormai raggiunti all’asta dai rendimenti dei nostri titoli, per le scadenze brevi e medio-brevi sono ormai normalizzati, anzi, sono tornati indietro di un anno e mezzo, lontani dai mesi acuti della crisi del 2011.
Che la crisi finanziaria non sia finita, tuttavia, lo dimostrano due dati: l’inconsueto livello infimo dei rendimenti tedeschi, responsabile di uno spread con i nostri titoli ancora quasi doppio dei livelli pre-crisi; il riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari negli ultimi giorni, con il ritorno dello spread decennale BTp-Bund sopra quota 300 punti base.
Per questo, potrebbero anche essere possibili nuove fiammate, specie se nei prossimi mesi la Grecia dovesse mostrare segnali di cedimento sul piano delle capacità effettive di risanamento fiscale.
Le sorti italiane dipendono poi in parte dalla potenza di fuoco dell’Efsf, il Fondo europeo di salvataggio, e del suo prossimo sostituto, l’Esm. Se la dotazione di entrambi viene considerata sufficiente dai mercati, al fine di prevenire possibili contagi in stati come Italia e Spagna, allora ci sarà quasi un rasserenamento automatico, che porterà alla definitiva stabilizzazione dei nostri rendimenti al ribasso. E la notizia delle ultime ore è che la Germania avrebbe acconsentito a un aumento del firewall, su pressione internazionale, cosa che porterebbe verso una maggiore schiarita sui nostri BoT e BTp, come dimostra in mattinata il restringimento dello spread.